0.1 apena, apenà , apenado, apénamo, apenando, apenano, apenao, apenate, apenato, apenava, apeni, appena, appenare, appenata, appenate, appenato, appeniamo.
0.2 Da penare.
0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.
0.4 In testi tosc.: Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.); Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.).
In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.).
0.7 1 Penare, patire, soffrire pene (sia morali, sia fisiche). 2 Affliggere con pene, far penare, tormentare. 3 Pron. Darsi pena, darsi da fare.
0.8 Raffaella Pelosini 09.03.1999.
1 Penare, patire, soffrire pene (sia morali, sia fisiche).
[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De die iudicii, 279, pag. 205: Quelor ke nu schernívamo doment c'om era al mondo, / Nu vem k'i en in gloria, in grand dolzor iocondo, / E nu quiloga apénamo entr'infernal profondo, / Il nostre grang miserie no vem nu fin ni fondo.
[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Laudes de Virgine Maria, 215, pag. 219: Lo malfactor entr'aqua viviva solamente, / Viviva e apenava angustïosamente: / Morir el no poëva, lo peccaor dolente.
[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 22. proemio, pag. 485.29: «Gridano li nudi, gridano li affamati, e lamentansi de' cherici, dicendo: A noi, che miserabilmente appeniamo per fame e per freddo, che giovano tante veste da mutare, stese in sulle pertiche, o piegate nelle casse? [[...]]».
2 Affliggere con pene, far penare, tormentare.
[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 67, pag. 156.24: Ma io non veggio, che neuna di queste cose sia degna di desiderio. E certo i' non so ancora neuno, che si sia botato a Dio, per essere battuto, o tormentato in sulla colla, o appenato di gotta.
[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 3. proemio, pag. 34.11: Ora p[on]e l'Autore questi termini, che fa menzione d'alcu[n]i, li quali aveano in proposito di sottomettersi alle chiavi della Chiesa, [e] morirono in quello, sì che non si poterono sottomettere in atto; ma per quello suo proposito non li lascia perdere, e per quella colpa, che non riceverono tale penitenzia e subiezione in atto, poeticamente li appena.
[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 10, vol. 1, pag. 70.8: Conciossia dunque cosa, ch' egli d' ogni ben temporale fosse privato, e quasi di ogni male appenato, concludesi, che queste cose temporali non sono veri beni, nè le pene sono male.
[4] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 93, pag. 272.4: Messere, fammi misericordia al figliuolo mio, che non n'ò più, il quale è lunatico; e lo spirito il comprende e percuotelo e fallo spumare e stride co' denti e diventa asciutto; e malamente è appenato.
3 Pron. Darsi pena, darsi da fare.
[1] Cinquanta miracoli, XIV pm. (ven.), 46, pag. 77.6: E cum çò fose cosa che lo santo omo se avese molto apenado e fadigado per refrenar lo cavaler da queste deletançe carnal...
[2] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Pr 27, vol. 5, pag. 754.3: e per tali cose deve elli pensare che perciò è elli messo in tale luogo, non già per danari ammassare; che [se] colui è tenuto savio che puote guarire di corpi e di membra, molto deve l'uomo tenere più caro colui che sa l'anima sanare, che colui che sa sanare il corpo e guarire di tutti i dolori; e perciò se ne deve lo prete più aspramente travagliare e appenare...
[u.r. 18.02.2008]