0.1 apetite, apetiti, apetito, apetitti, apetitu, apettito, apettitto, apitito, appetiti, appetito, appetitu, appettito, appititi, appitito.
0.2 Lat. appetitus (LEI s.v. appetitus).
0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.
0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Sommetta, 1284-87 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Poes. an. pis., XIII ex. (3); Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.); Zucchero, Santà , 1310 (fior.); Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.).
In testi sett.: Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).
In testi mediani e merid.: Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.); Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. perug., 1342.
In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).
0.5 Locuz. e fras. appetito canino 3.
0.7 1 [Filos.] Facoltà dell'anima che tende a soddisfare le necessità vitali (comune, secondo la filosofia aristotelica, all'uomo e agli animali); tendenza istintiva (talvolta giudicata perversa) a soddisfare un bisogno fisico o spirituale, oppure un desiderio; appetizione. 1.1 Desiderio ardente, brama. 2 Desiderio di assumere cibi o bevande, o alimento in gen. 2.1 Preferenza di cibo, gusto. 3 [Med.] Fras. Appetito canino: malattia caratterizzata da una fame eccessiva, patologica.
0.8 Fabio Romanini 18.05.1999.
1 [Filos.] Facoltà dell'anima che tende a soddisfare le necessità vitali (comune, secondo la filosofia aristotelica, all'uomo e agli animali); tendenza istintiva (talvolta giudicata perversa) a soddisfare un bisogno fisico o spirituale, oppure un desiderio; appetizione.
[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 27, pag. 97.23: Et simigliantemente de' guardare, se la volontà tua o 'l consiglio risponde a la potenza tua. Et in tutte queste cose sì guarda, che 'l tuo appetito consenta a la ragione e a la verità e [a] l'utilità e al poder tuo.
[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 2, pag. 164.8: e anco, perché le spezie de li animali non possano perire, adopari e·ll'animale l'apetito e lo desiderio del coito e del gusto a coloro a cui è mestieri.
[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 1, cap. 1, pag. 216.17: La seconda si è, per grande malvagità, siccome sono molti ch'ànno la loro volontà e 'l loro desiderio e 'l loro appetito sì corrotto, ched ellino non possono vívare in compagnia d'uomini, secondo legge e drittura, e perciò escono delle città o l'uomo gli sbandisce per tanta malvagità, quant'ellino ànno in loro.
[4] Poes. an. pis., XIII ex. (3), 33, pag. 1349: Costui, ch'avea disonesto apetito, / venne alla donna e comincioli a dire: / «Da poi che qui non è lo tuo marito, / nel tutto a me ti convien d'ubidire».
[5] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 32, pag. 42.15: De quante mainere se trova amor. Elo è dito che l'amor è in lo apetito, e lo apetito è de cotal condicion ke me el no po esser en l'omo, se elo no è davanti algun conoscimento; kè nu vedemo bene ke l'omo no po dessiderar alguna cosa, de la qual el no à algun conoscimento.
[6] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 24, 46-57, pag. 579, col. 2.7: E sozunge come sollicitudene fa l'omo essere in perfetta cognizione, e non puro a seguer gl'appetiti corporai, che segendo in piuma, zoè: no studiando in scienzia, e star sempre a letto sotto coltra, no se pò vegnire né in bontà, né in scienzia...
[7] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 15, pag. 376: Et dico c' anni trenta et cinque avendo / l' auctor, che sono il meçço di sectanta, / dai quali in su si vive poi languendo, / stando nel mondo, ove ciascuna pianta / di cogitationi et di rancura / l' appetito vagante nostro pianta, / vedea della virtú l' alçante altura / et disiava di salire in cima, / ché discernea già 'l bel della pianura.
[8] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 446.12: La qual cosa poi che ad Elena fu manifesto, di vana volontà e di disiderabile appetito, lo quale l' animo delle femmine usa di subita levitade pigliare, richiese l' animo de Elena di modo non consigliato, che s' aconciasse d' andare alla solempnità di quella festa per vedere l' alegrezze di quella festa e per vedere la nazione del duca di Fligia.
[9] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 3, pag. 612.25: Ed erano i desiderii sì varii oltra modo, che chi voleva una cosa e chi un'altra, e non era né modo, né fine agli umani appetiti.
[10] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 15, proemio, pag. 258.6: Però ch'elli dee trattare dell'[i]ra, si è da sapere, che ira è uno movimento d'animo con appititi di vendetta. Questo appetito puote essere ordinato, e disordinato; s'elli è ordinato, allora è servimento di virtù, come dice Santo Grigoro nel V de' Morali, e allora ubbidisce alla ragione; ma quando l'appetito signoreggia la ragione, allora è peccato.
[11] Stat. perug., 1342, L. 2, cap. 13, par. 1, vol. 1, pag. 371.31: Empercioché la sfrenata cupidità degl'uomene e 'l nocevele apetito degl' uomene de fuore dagl suoie termene sirìa sbandita se la podestà de la giuredictione esso non regolasse de certe termene, statuimo che 'l priore del consortio overo del collegio degl giudece e anche mò egl priore del consortio overo del collegio degl notarie de la cità de Peroscia aggiano e avere e adoperare possano giuredictione de conoscere e de sententiare...
[12] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 47, pag. 221.3: O inestimabile carità di Dio! Il primo uomo peccò per appetito di superbia, perocchè volle essere come Dio; onde Iddio fece guerra con lui e cacciollo.
[13] Ricciardo d. Albizzi (ed. Carducci), XIV m. (fior.), Non era ancor, 27, pag. 145: E ancora ti condanna / a languir lontananza, perché prova / che sempre a cosa nova / nostro appetito con vaghezza intende.
[14] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, part. 1, pag. 58, col. 2.21: imperciocchè quello segno della mendicazione umana è infallibile quando uscendo fuori di se medesima pensa di trovare in altra creatura il riposo del suo andamento e anche del suo appetito.
[15] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 11, par. 3, vol. 2, pag. 12.19: Ki cosa esti in nui sensualitati, appetitu sensitivu, vuluntati di carni? Respondeo: Nui avimu omni appetitu lu quali avinu li bestii; omni appetitu, lu quali avimu nui et li bestii, esti appetitu carnali, appetitu sensitivu, sensualitati.
[16] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), prologo, par. 1, vol. 1, pag. 100.13: Quivi la morale Filosofia trae l'ornamento dell'animo ben disposto, per l'abito delle quattro virtù cardinali, e con esse la Civile Disciplina con legge regola i mondani appetiti.
[1] Sommetta, 1284-87 (fior.), pag. 198.14: e nullo ci ò rimedio ma uno: ch'amore per sua pietate vo' porta davante me ogna giorno, più di mille fiate, per uno ymaginamento e per dolçe rimembrança, e tutte mille non mi potenno bastare, per che lo talentoso apetito adesso è più desideroso, e tutto ciò m'avene per lo fino e perfecto amore ch'eo vi porto...
[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 3, pag. 147.14: Ène un'altra ira pericolosa (et) ria la quale è, secondo ke dice el filosofo nel primo libro De l'anema, «Ira ène accensione de sangue intorno al core in offensione del proximo», onde dice ke «ira ène appetito (et) desiderio de vendecta».
[3] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 6, docum. 1.24, vol. 3, pag. 14: Vedi colui che vertuoso è detto / povero spesso e bretto / et povero gentil aver dispecto. / Poi vedi il ricco spessamente avere / cordoglio e dispiagere, / né mai contento appetito tenere.
[4] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 5, vol. 1, pag. 177.7: Adonca issu Luciu Crassu lu pregava que dementre que issu servia a cosa vana que issu se ndi partissi, avendu mayuri verecundia di la dignitati di Scevola ca lu appetitu di la preturia, per qui issu purtava la candida toga.
[5] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 1, pag. 7.28: Onde non è dubbio, che disordinato appetito di soperchie ricchezze è peccato mortale.
[6] Poes. an. perug., c. 1350, 182, pag. 20: veggo senza vertù salire en pregio / tal che d'ongni saper si mostra nudo / e sol per parte si vale en collegio. / Questi son quei chon l'apetito crudo / che 'l mio podere tuctora discierpe / ond'io pensosa tra costor mi mudo.
[7] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 24, pag. 109.16: tamen havia grandi animu et grandi corpu et grandi appetitu di gloria et di signoriari.
[8] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 8, parr. 1-7, pag. 192.14: Per le due fiammete intendo l'appetito de la excelentia e la presumptione.
[9] A. Pucci, Madonna Lionessa, a. 1388 (fior.), Ott. 3.3, pag. 215: Così reggendo, venne che 'l marito, / ch'era d'Italia la piú franca lancia, / vennegli in cuore e grande apitito / di voler visitare il re di Francia; / onde si mosse, molto ben fornito, / con semilia tedeschi, a non dir ciancia.
[10] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 23, pag. 205.31: In quilli iuorni sopervenne ad Achilles uno subito e non proveduto appetito de volere andare a vedere Troya e la sollempnitate de quillo aniversario de Hector che se devea fare in quella ecclesia ove era lo cuorpo suo.
2 Desiderio di assumere cibi o bevande, o alimento in gen.
[1] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 211, pag. 569: De senape arrecordote, se-nde avisse appetito, / la sua malicia tollele amendole et acito; / et eo che lo mio dicere vogllo che sia compito / de li porri amaistrote, façote ben sapito; / co oglo de sisimo si ·lle mangia / e chesta cosa no te para strangia.
[2] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 11.37, pag. 98: Aio un canestrello apeso, / che dai surci non sia offeso: / cinque pane, al mio parviso, / pò tener lo mio cestone. / Lo ceston sì sta fornito: / fette de lo dì transito, / cepolla per appetito; / nobel tasca de paltone.
[3] Novellino, XIII u.v. (fior.), 39, pag. 217.4: Quando il vescovo Aldobrandino vivea, mangiando al vescovado suo d'Orbivieto un giorno a una tavola ov'era uno frate minore a mangiare - lo quale frate mangiava una cipolla molto savorosamente e con fine apetito - il vescovo guardandolo disse a uno donzello: «Vammi a quello frate e dilli che volentieri gli acambiarei a stomaco».
[4] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 64, pag. 317.17: Egli sarà il cibo de l'anima, non ha a cciò ordinato altra creatura, o nulla creatura, e però egli si chiama pane: «Ego sum panis vivus qui de celo descendi». Egli si chiama acqua per tòrre l'altro appetito, la sete...
[5] Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.), 12.12, pag. 417: E 'l freddo vi sia grande e 'l fuoco spesso; / fagiani, starne, colombi e mortiti, / levri e cavrïuoli a rosto e lesso; / e sempre avere aconci gli appetiti...
[6] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 1, cap. 12, pag. 97.12: Se lla collera vittelina abonda troppo, il polso sì va tosto [[...]] e avrae la bocha amara e la linghua aspra e secca e picolo apetito di mangiare...
[7] Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.), pag. 25.1: Ne la quarta stantia et giro li giulusy quali per dilecto vissero maginando plu per satisfare a lo apetito che a lo besongio che avessero.
[8] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 29, pag. 639.3: Sono alcune cose che inchinano in bene solo per una abitudine naturale senza altro conoscimento, sì come le piante e li corpi non animati. Le piante al tempo del calore hanno grande appetito d'umido, nella primavera appetito d'alimento, come letame; nelli non animati, appetito di luogo, come li gravi in basso, li lievi in alto: la quale inclinazione in buono si è appetito naturale.
[9] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 142, pag. 12: Questo è cholui che ve plovea la mana / per sazïar li apetiti maligni / de vui che mormorave, o zente vana.
[10] Gregorio d'Arezzo (?), Fiori di med., 1340/60 (tosc.), pag. 29.6: Onde spessamente seguita, dopo la fame, dolore di capo per li fummi corrotti che salgono al cerebro, tratti degli omori corrotti allo stomaco. Ancora, ne seguita molte destruççione d'apetito.
[11] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 1, parr. 1-19, pag. 85.24: A la quarta [parte], soto un obscuro parlare, predice alcune cose contra lo famelico apetito de questa lupa con la potentia d'un veltro il qual la cacerà per ogni villa.
[12] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 1, cap. 4, pag. 84.15: Un atro dì una de le monege de lo dito monester intrà inter l'orto e, vagando una laituga monto bella, dementega[n]dose de segnarla, cum grando apetito sì la morse e començà a maniarla, e incontenente fu indemoniâ et caìta in terra.
2.1 Preferenza di cibo, gusto.
[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 47, pag. 99.6: Dall'altra parte sono i cuochi, che sottilmente conoscono l'appetito del segnore, e' morselli, ne' quali più si diletta, e le vivande medesimamente, che gli smuovono l'appetito, quand'egli è svogliato per lo troppo mangiare.
3 [Med.] Fras. Appetito canino: malattia caratterizzata da una fame eccessiva, patologica.
[1] f Libro della cura delle malattie: Il bulimo ée differente alquanto dallo appetito canino. || Crusca (4) s.v. appetito.
[2] f Serapione volg.:, XIV Conviensi [la decozione di cedro] alle femmine pregne, quando hanno appetitocanino, per cagione e vizio di grossezza. || GDLI s.v. appetito.
[u.r. 05.02.2018]