0.1 apiactare, apiatare, apiatato, apiatti, apiattoe, aplatòno, appiatato, appiatta, appiattai, appiattando, appiattandoli, appiattandosi, appiattano, appiattare, appiattaro, appiattarono, appiattarsi, appiattata, appiattate, appiattati, appiattato, appiattava, appiatteranno, appiatti, appiattò, appiattoe.
0.2 Da piatto 2.
0.3 Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.): 1.
0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.); Quindici segni, 1270-90 (pis.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.); Gramm. lat.-aret., XIV m.; Ingiurie lucch., 1330-84, [1375].
In testi sett.: Rainaldo e Lesengr. (Oxford), XIII ex. (ven.).
0.7 1 Rendere piatto, sottile qsa o qno per celarlo alla vista, nascondere. Pron. Nascondersi, stare acquattato (sia per proteggersi o rifugiarsi da qsa o qno, sia per ingannare o tendere agguati). 2 Rendere qsa perfettamente aderente (come una superficie piatta), attaccare.
0.8 Raffaella Pelosini 29.03.1999.
1 Rendere piatto, sottile qsa o qno per celarlo alla vista, nascondere. Pron. Nascondersi, stare acquattato (sia per proteggersi o rifugiarsi da qsa o qno, sia per ingannare o tendere agguati).
[1] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 5.47, pag. 190: Meo sire, a forza m'aviene / ch'io m'apiatti od asconda, / ca sì distretta mi tene / quelli cui Cristo confonda, / non m'auso fare a la porta...
[2] Quindici segni, 1270-90 (pis.), 190, pag. 256, col. 2: ma per paura del giugiamento / ai gran passi [[le bestie]] se n'andrano / et per paura v'interrano: / maggior grida mectrà l'una / che hora non face la vinctiuna; / gride mectrano ismisurate / e insieme andrano aconpangnate, / et non saprano che si fare / né u' si possano apiactare.
[3] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 82, pag. 94.2: Dice ancora lo filozofo che est uno animale picciolo, sì come scarafaggio, lo quale si chiama buprescis. Questo picciolo animale inganna lo bue, cioè ch'elli s'appiatta in quella erba che lo bue piò ama; prendendo quella erba, prende e devora quello verme lo quale molto l'infiamma lo fegato...
[4] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 58, pag. 101.18: A ttanto sì s'arrendono tutti a ppregioni e ssono messi presso al porto nel castello di Proro. E madonna Isaotta si appiattoe la spada di T. sottosi e ttutte l'altre cose fuorono loro tolte.
[5] Rainaldo e Lesengr. (Oxford), XIII ex. (ven.), 590, pag. 835: sì ve coven mego vignire / e stare en l'ara soto la paia, / fin che Raynaldo serà in l'ara; / e s'el virà per lo gran partire, / voe savì ben che 'n se v[o]l dire». / Li cani dixe: «Be' ne plaxe: / noi gi 'n daremo mala parte». / E la sira in l'ara andòno / e in la paia s'aplatòno.
[6] Palamedés pis., c. 1300, Pt. 1, cap. 1, pag. 3.13: e quando s'approssima a la donzella ed ella lo vide venire e grande paura avea ch'elli non li facesse altretanto di male com'aviano fatto li autri cavalieri, volsesi appiattare dirieto all'arbore...
[7] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 13.127, vol. 1, pag. 222: Di rietro a loro era la selva piena / di nere cagne, bramose e correnti / come veltri ch'uscisser di catena. / In quel che s'appiattò miser li denti, / e quel dilaceraro a brano a brano; / poi sen portar quelle membra dolenti.
[8] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 94, pag. 295.33: Ma quando il testimone non è presente, i vizj, che procedono da burbanza, e da vanagloria, s'appiattano.
[9] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), cap. 7, pag. 178.5: Adriano volendolo pure inducere a tornare in Palestina, pervenne in fama e in gloria di santità in quelle contrade sotto l'ombra sua, e vedendo che egli pure non volea, sì gli fece molte ingiurie e molte persecuzioni, e poi appiattando, e riponendo quelle cose, che egli portava da parte de' frati, occultamente si fuggì...
[10] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 2, ott. 70.6, pag. 318: I miseri cacciati non fuggiro / nella città per quivi aver riparo, / ma per li monti Ogigii se ne giro, / chi per lo bosco ove Tideo assediaro, / e qua' su Citeron se ne saliro, / altri ne' cavi monti s'appiattaro; / e 'n cotal guisa con greve dolore / tutti fuggir davanti al vincitore.
[11] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 20, vol. 2, pag. 313.30: Veramente Tu sei Dio nascosto, Dio d'Israele Salvatore nostro. Ed è detto Dio nascosto, non solamente perchè appiattò, ed occultò la sua divinità sotto lo velame della umanità per celare questo sacramento della sua incarnazione al demonio...
[12] Comm. Arte Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 412, pag. 598.15: Ora comanda l'autore, perché quazi nulla è senza teccia, a le suoi tecce appiattare e celare.
[13] Gl Gramm. lat.-aret., XIV m., pag. 35, col. 1.21: Lateo, es, per apiatare.
[14] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 50.42, pag. 68: Ahi crudo Amor, ma tu allor piú mi 'nforme / a seguir d'una fera che mi strugge, / la voce e i passi et l'orme, / et lei non stringi che s'appiatta et fugge.
[15] Ingiurie lucch., 1330-84, 293 [1375], pag. 79.18: e va' di' a (Cristo)fanno che ti compri uno bo' e fatello montare adosso e che tue di dovresti v(er)gogniare et appiattare come troya (e) mala femi(n)a che tu se'.
2 Rendere qsa perfettamente aderente (come una superficie piatta), attaccare.
[1] Bibbia (02), XIV-XV (tosc.), Dt 11, vol. 2, pag. 259.13: 18. Ponete queste parole ne' vostri cuori e nelli vostri animi, e sì le vi appiattate dentro per segni e ancora alle vostre mani, e ponetele dinanzi alli vostri occhii. || Cfr. Vulgata, ad loc.: «ponite haec verba mea in cordibus vestris et animis vestris et suspendite ea pro signo in manibus et inter vestros oculos collocate».
[u.r. 05.02.2018]