APPICCARE v.

0.1 adpiccatu, apica, apicà , apicada, apicadi, apicado, apicae, apicai, apicàm, apicao, apicar, apicare, apicasse, apicata, apicati, apicato, apicca, apiccà , apiccali, apìccalle, apiccano, apiccar, apiccare, apiccarono, apiccasi, apiccasse, apiccata, apiccate, apiccati, apiccato, apiccava, apicchala, apicchalo, apicchata, apicchate, apicchati, apicchato, apiccheno, apiccherai, apicchi, apiccò, apiccòe, apiccollo, apiccossi, apicha, apichada, apichadi, apichado, apichà-li, apichan, apichandola, apichar, apicharasege, apicharave, apichare, apichè, apiché, apichème, apichò, apicò, apicó, apicón, apicosse, apicòsse, apikade, apikòn, appicà', appicade, appicar, appicare, appicarvi, appicata, appicate, appicati, appicato, appicatu, appicau, appicausi, appicava, appicca, appiccà , appiccai, appiccala, appicca'la, appiccale, appicca'le, appiccalo, appiccâlo, appiccamoci, appiccan, appiccando, appiccandolasi, appiccandolo, appiccandosi, appiccano, appiccansi, appiccantisi, appiccao, appiccar, appiccár, appiccare, appiccarla, appiccarlo, appiccarmi, appiccaro, appicaronla, appicaronlo, appiccarono, appiccarsi, appicarvi, appiccasi, appiccasse, appiccassi, appiccassimo, appiccassino, appiccassono, appiccat', appiccata, appiccate, appiccatelo, appiccatevi, appiccati, appiccato, appicatogli, appiccatovi, appiccava, appiccavano, appiccavate, appiccha, appicchare, appicchata, appicchato, appiccherà , appiccherai, appiccherallo, appiccheranno, appiccheransi, appiccherò, appicchi, appicchiamo, appicchino, appicchisi, appicchò, appicco, appiccò, appiccó, appiccoe, appiccòe, appiccogliele, appiccolla, appiccolli, appiccorno, appiccorono, appiccossela, appiccóssene, appiccossi, appiccovvi, appichada, appichao, appichar, appichi, appicolla, appicollo, appicósi, 'piccare.

0.2 Etimo incerto: forse da picca 'palo appuntito' o sim. (non presente nel TLIO; cfr. DELI 2 s.v. appiccare).

0.3 Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.): 1.1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.); Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.); Stat. fior., 1310/13; Simintendi, a. 1333 (prat.); Stat. lucch., XIV pm.

In testi sett.: Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.); Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Rainaldo e Lesengr. (Oxford), XIII ex. (ven.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Stat. venez., 1366; Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.).

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.7 1 Fissare qsa (o qno) a qsa, in modo che vi resti sospeso, appendere (anche pron.). 1.1 Sospendere per il collo per provocare la morte, impiccare (anche pron.). 1.2 Pron. Trovare appiglio, sostegno; attaccarsi, aderire, appiccicarsi; impigliarsi, rimanere agganciato. 1.3 Unire o tenere strettamente insieme; legare, incollare, fondere (anche pron.). 1.4 Pron. Attecchire (anche fig.). 2 Provocare l'accensione (del fuoco, di combustibili, di incendi), trasmettersi (del fuoco a qsa). 2.1 Fig. Dare origine, provocare. 3 Approdare.

0.8 Niccolò Scaffai 05.07.2000.

1 Fissare qsa (o qno) a qsa, in modo che vi resti sospeso, appendere (anche pron.).

[1] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 197, pag. 339.28: Ora dicie lo conto, che dappoi che lo ree Arturi fue partito con T., e la damisciella, la quale avea menato T., andoe e pprese la testa dela damisciella, la quale lo ree avea morta, e ppresela pegli capegli, li quali ierano molto begli a vedere, e appicolla al'arcione dela sella delo suo cavallo, lo quale ella cavalcava.

[2] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 63, pag. 307.33: E voiove recordare ch'el ve despiaça le brighe, perçòe ch'el no è homo chi se imbrighe, ch'el no sia imbrigato. Dixe Sallomom: «Chi tocha la pexa apicharasege a le manne».

[3] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 19.9: et appiccarono uno Scudo alla Porta di Camollia del Giglio, di Firenze, et menaronne allora de' pregioni MCCXXIII.

[4] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), pag. 171.15: E segond Diascor' questa preda amplifica richeze e fa l'hom esser eloquent iy plè. E chi la apica al col, ela artoria l'hom da cazer de rè mal, e conforta lo vedir...

[5] Stat. fior., 1310/13, cap. 19, pag. 28.29: Salvo che se le dette feste, ciò è quelle che sono da venerdie in qua, venissono e fossono in sabato, possino licitamente tenere le botteghe aperte non ponendo fuori del battitoio de l'uscio neuna cosa da vendere, nè etiamdio tenere neuna cosa apiccata a l'uscio de la bottega overo apoggiato.

[6] Armannino, Fiorita (07), p. 1325 (ven.), pag. 107.9: Inançi che Tideo se partise de quela vale che iera sta la bataia, elo apicà tute le arme deli morti a un gran albero e de tuti li corpi morti fexe un monte per più despriexio, e così vene la note e la luna luxeva.

[7] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 75.9: A costei ee in odio la selva e 'l bosco ov' ella avea peccato: e uscente di quella, ebbe quasi che dimenticato il torcasso con li strali, e l'arco ch'ella avea appiccato.

[8] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 5, pag. 618.12: altri isventrati, e le loro corpora fatte mangiare alle bestie; altri appiccati per gli capegli, altri appiccati per le mani, altri per li piedi, altri segati...

[9] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VIII, cap. 9, vol. 1, pag. 422.20: E egli ciò veggendo isbigottì molto, e disse a' baroni che gli erano dal lato in latino: "Hoc est signum Dei, però che questa cimiera appiccai io colle mie mani in tal modo che non dovea potere cadere".

[10] Stat. lucch., XIV pm., pag. 83.5: Lo servente se le cose dello spitale overo pane intero involerà overo venderà et per certo li si potrà provare, le cose ch'arà furate della casa li siano apiccate a collo et per lo palasso infino adla porta durissimamente sia battuto.

1.1 Sospendere per il collo per provocare la morte, impiccare (anche pron.).

[1] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1470, pag. 57: Lo falso Juda peccator / Li dinar çetó enter lor; / Dal bon segnore se desperó / E incontinente sí s'apicó.

[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 7, pag. 162.5: Terço: questo vitio è gravoso per la turbatione de la università, ke quando alcuna persona è robbata ène turbatione e paura infra ongne gente de la contrada, (et) però tutto 'l mondo, ongne natione (et) gente àne leggie ke ki conmette questo peccato sença reconparamento vituperosamente sia morto (et) apiccato; (et) alcuno statuto a questa sentença non è incontra.

[3] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 11, pag. 40.3: E trovase ke 'l nostro segnor Deo, quando lo populo d'Israel avesse peccato, del populo taque e contra li principi del populo accessu de gran furore dise a Moysé: «Tolli tuti li principi del populo, et apiccali contra 'l sole in tormenti, açò ke 'l furor meo se parta da Israel».

[4] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 15.31, pag. 117: O croce, io m'appicco / e a te m'afficco, / che gusti morendo la vita, / ché tu n'èi adornata, / o morte melata: / tristo che non t'ho sentita!

[5] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 233.23: In lo tempo de questo [...] la cità de Roma, dispresiando le richeze e le superfluità; per li diti del qual molti grande homini deli Romani seguiva quello; el qual poi siando preso, in odio deli chierisi fo apichado.

[6] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 5, pag. 44.16: Per la tersa ragione quella inquisitione sarà terribile però ke sarà generale anco per la potentia et per la sapientia del giudice: ché in questo mondo se lo giudice àe lo ladrone in mano, se lo ladrone li confessa due o tre forti, sì è contento et di quelli lo fa appiccare.

[7] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 146.208, pag. 649: Che zoa a lo marfaitor / per belo e verde prao, / entro per violete e fior, / a dever esser apicao?

[8] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), proemio. osservazioni, pag. 78.21: Uno di quelli alcuna cosa prende nascosamente: il fanciullo Re puerilemente il furo fa pigliare, e colla sua propria coreggia a una fraschetta per lo collo l'appicca, e sempre un altro il sosteneva.

[9] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 205.34: MCCCXXVJ In quisto millessimo, dì XV de novembre, el comuno de Peroscia fece apichare per la gola Giovangni de Chella da Nocea, el quale fo ribello de la Chiesia de Roma e del comuno de Peroscia...

[10] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1084, pag. 251: Menarolo ad Altamura, como agio odito io; / Denanti ad quella terra lo appiccaro, et morìo.

[11] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 19, par. 4, vol. 2, pag. 57.4: Primo, non pari usancia di malfacturi sì tostu si pintiri comu Iuda, lu quali lu iovidi la sira tradiu, et lu venniri di matina si pintiu et appicausi per la gula.

[12] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 12, pag. 95.19: Ora procede lo crudele conservatore e taglia teste, appenne, occide senza misericordia. E che più li buoni populari de Fiorenza vestuti con vari e con panni onorati appiccava denanti alle loro case.

[13] Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.), L. 32., pag. 279.9: e quanta nde potea prendere mantenente li facea appiccare tutti alle alte forche, sì commo piessimi latroni et arrobaturi...

[14] San Brendano ven., XIV, pag. 168.13: Io vegando che questo non me podeva zovar, sì como desperado per grameza e per dolor, conpriè una soga e apichème a uno alboro, como se apica li laroni e là io morì.

[15] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 4, Tavola delle rubriche, pag. 218.19: Capitolo xviiij Como l'anima de doi menegi chi eram stai apicai da li Lungibardi fun odìe cantar a li lor corpi.

1.1.1 Appiccare in croce: crocifiggere.

[1] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 1581, pag. 59: Lá suso in croxe sí l'apicón / Le man e li pei sí g'ingiodón.

1.2 Pron. Trovare appiglio, sostegno; attaccarsi, aderire, appiccicarsi; impigliarsi, rimanere agganciato.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 18, pag. 163.14: E se quelli del castello non ardiscono d'uscire, con maggiori balestri saettino cose d'incendio, cioè malleoli, o vero falariche, sicchè spezzati i cuoj [o] centoni, dentro la fiamma s'apprenda. I malleoli siccome saette sono, ed ove s'appiccano, perocchè arzenti vengono, ogni cosa ardono.

[2] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), .486, pag. 312: 233. Zecca si ficca / ovunque s'apicca.

[3] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 29, pag. 126.11: E fanno loro nido di loto e di paglia, e per ciò ch'ella non è di tanto podere ch'ella possa portare lo loto, si bagna nell'acqua le penne dell'ale, e poi le mette nella polvere, e quello che vi si appicca porta, ed edifica il suo nido.

[4] Rainaldo e Lesengr. (Oxford), XIII ex. (ven.), 777, pag. 840: [I]n uno broilo Raynaldo intrò, / ad uno grande ramo sì s'apichò: / e con le granfe e con li denti / se ten Raynaldo liçeramente...

[5] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 4, cap. 25, pag. 167.22: Le bellezze son queste: capo piccolo, e secco, sicchè la pelle sola sia quasi appiccata sull'ossa; orecchi piccioli e stretti...

[6] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 29, pag. 206.1: Quando Deanira, sua moglie, il seppe, ricordandosi di quello che l'avea detto Nesso, gli mandò puramente la detta camicia, credendo recarlo al suo amore, la quale camicia, poi che Ercule la s'ebbe messa in dosso, riscaldato ch'elli fu, gli s'appiccò ale carni, ond'elli sentendo le trafitte del veleno per dolore si gittò in un fuoco e arse se medesimo...

[7] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II.4, pag. 95.28: Intra li quali il misero Landolfo, ancora che molte volte il dì davanti la morte chiamata avesse, seco eleggendo di volerla più tosto che di tornare a casa sua povero come si vedea, vedendola presta n'ebbe paura: e, come gli altri, venutagli alle mani una tavola, a quella s'apiccò...

[8] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 21, parr. 60-63, pag. 343.18: E dico che, cossì como la pece se apica a le mane de quello che la toca, cossì convene che lo caldo appetito de avere moneta mova li offitiali ad averla in mano.

[9] Codice dei Servi, XIV sm. (ferr.), 3, pag. 221.9: Absalon sì fo la più bella criatura che Deo fesse may, e no se contentava de çòe, ma per parere più bello no se faxea mai cunçare li cavilli. Unde una volta, corando una soa mulla, i cavì soi svolatò in alto e apicosse a' rami d'u[n]o arboro; la mulla corse oltra e cussì romaxe tanto lì apicao ch'el murì.

1.2.1 Pron. Fig. Affidarsi.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 28, pag. 142.16: Non può essere che ll'uomo non falli per alcun tempo. E chi è quegli che mmai non pecchi? Non può essere, e dunque gitterail però via? Or a che tti apiccherai poi? E però è grande la loro mattìa.

[2] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), Rubr. 101, pag. 199.9: Ove dovemo sapere a declarazione di queste così fatte favole che i poeti, quando truovano alcuna volta una istoria, alla quale si possano appiccare, quindi pigliano materia e modi e forme di favoleggiare, come chiaramente appare in questo Cerbero...

[3] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 5. 28.3, pag. 66: Colui ch'era sopra a tutti ricco / volsesi qui per noi povero rendere! / Egli è colui a cui sempre m'appicco, / che 'n ogni luogo mi vegna a difendere...

1.3 Unire o tenere strettamente insieme; legare, incollare, fondere (anche pron.).

[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 59.5, pag. 117: Non potrebb'esser, per quanto Dio fece, / che babbo spesso non mangi de l'oro, / ch'e' vive fresco e razza com'un toro / e ha degli anni ottanta o 'n quella vece: / o ver ch'egli appiccat' ha con la pece / l'anima sua, che dice: - Dàll'agoro / ch'i' faccia fuor del su' corpo dimoro, / a questi, di che partir non mi lece!

[2] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 103.35: Lo dono di sapienzia che 'l Santo Spirito mette nel cuore perfettamente, il purga, e netta di tutta ordura di peccato, e lieva sì lo spirito dell'uomo, ch'elli s'aggiugne, e appicca, e cusce con Dio per una colla d'amore, sicch'elli è tutto uno con esso Dio...

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 25.61, vol. 1, pag. 424: Poi s'appiccar, come di calda cera / fossero stati, e mischiar lor colore, / né l'un né l'altro già parea quel ch'era...

[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 88, pag. 254.2: Dunque filosofia, e vertù sono appiccate insieme.

[5] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 4, pag. 431.7: La nostra cittade percossa da la pestilenza di Canne, conciofossecosa che con molto sottile filo appiccata la republica, la sua salute dipendesse dalla fede de' compagni, acciò che nelli animi fossero più costanti e fermi a difendere lo romano imperio piaceva alla maggior parte del senato, che li principi de' Latini fossero nel suo ordine eletti.

[6] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 73.29: E veduto el traditore di miser Nello la mala voluntà de' Sanesi, per paura di sé, fé raunare e' suoi e tutti e' prigioni aveva presi de' Sanesi tutti gli mandò inanzi leghati e poi si misse in ponto con quella giente e fugisi e andone a Fiorenza, e i nostri rimasono alla bataglia co' gli altri e' quai erano apiccati...

[7] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 25, parr. 30-35, pag. 380.13: Qui dice D. che se appicar, idest se constrinxero, como fossero stati de cera calda...

1.3.1 Fig. Unirsi per accidente (di beni mondani o qualità non sostanziali).

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 87, pag. 248.15: Questo medesimo si può dire di coloro, che son segnori di gran retaggio. Queste son cose, che son loro appiccate, che vengon loro di fuori. Ma il savio è grande, perch'egli ha grand'animo.

1.3.2 Mettere a contatto a scopo terapeutico, applicare.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 16.3041, pag. 309: E lo zaffiro, per poter di Giove, / Conforta il cor, dico l'orïentale, / Serva le membra e lor virtute fove; / Val contro febbre, veleno ed antrace / Se subito s'appicca sul quel male...

[2] Lapidario estense, XIV pm. (trevis./friul.), cap. 35, pag. 158.16: Et hae queste vertute, che, [chi] se ll'apiça al pecto, el ge cresce el lato. E chi se lla apica al peteneclo, ella parturisse plù tosto e senza tanti dolori.

1.3.3 Pron. Trasmettersi per contatto, attaccarsi, contagiare (anche fig.).

[1] Conti morali (ed. Zambrini), XIII ex. (sen.), 2, pag. 10.1: Di costui potete prendare assempro, ch'elli è mestiero, chi usa co' buoni, che se li apicchi de la bontià: e così è per contrario de li rei; e perciò vi mantenete co li buoni.

[2] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 21, cap. 3, par. 9, pag. 345.6: Dalle conversazioni si prendono i costumi; e siccome certe infermità al toccamento del corpo s'appiccano, così l'animo appicca i suoi mali a chi a lui s'appressa.

[3] Comm. Rim. Am. (B), a. 1313 (fior.), ch. 134, pag. 868.13: Dice Ovidio che l'amante che vuole essere medicato dee fugire i ragionamenti e di mescolarsi cogli altri amanti; però che questa è una rogna che di leggero s'apicca, e di ciò dà similitudine.

[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 104, pag. 343.12: L'orgoglio ti s'appiccherà , conversando coll'orgoglioso.

[5] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 17, pag. 318.4: E per[ciò] dice poco, però che questa pestilenzia è troppo contagiosa, e appiccasi a coloro che le stanno molto a vedere; perchè l'animo cupido d'aquistare vedendo aquisto sanza pericolo dell'avere di bene, si dichina ad esso.

[6] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), Rubr. 28, pag. 71.16: E, come essi s'appressaron al campo, vedendo e 'l vitolo e li balli, che li facieno intorno, Moise cruciato percosse le tavole e ruppele e giunto al vitulo preselo e fecene polvere e la polvere gittò nell'acqua e comandò al populo che ogni uomo andasse a bere; ed a tutti coloro, che furon cagione di questo male, s'appiccò lo oro nella barba loro.

[7] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I. introduzione, pag. 11.2: Dico che di tanta efficacia fu la qualità della pestilenzia narrata nello appiccarsi da uno a altro, che non solamente l'uomo all'uomo, ma questo, che è molto più, assai volte visibilmente fece, cioè che la cosa dell'uomo infermo stato, o morto di tale infermità, tocca da un altro animale fuori della spezie dell'uomo, non solamente della infermità il contaminasse ma quello infra brevissimo spazio uccidesse.

1.3.4 Pron. Accoppiarsi.

[1] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 42, pag. 295.28: Il cane s'appicca cola cagna per due ragioni: l'una per ardente caldo ch'hanno, l'altra perché 'l cane non scende dal lato che sale, e così fanno i lupi.

1.4 Pron. Attecchire (anche fig.).

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 16, pag. 82.18: La parola di Dio si è cibo de l'anima: la prima volta che l'omo l'ode, se nolla rimastica anche, poco pro' gli fa o neente, ma se ssi rimastica e rimangiasi, non solamente una volta, ma più, cotanto è migliore e più pro' fa e più s'apicca.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 29.129, vol. 1, pag. 503: Tra'mene Stricca / che seppe far le temperate spese, / e Niccolò che la costuma ricca / del garofano prima discoverse / ne l'orto dove tal seme s'appicca...

[3] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 123, pag. 412.35: Siccome coloro, i quali avendo udito una sinfonia, ne portano negli orecchi una melodia, e quella impedimentisce il pensiero per la dolcezza del suo canto, e non lascia intendere a cosa utile; così la parola de' piacentieri, che lodano le cose perverse, s'appicca, e stà nel pensiero lungamente, poi che l'è detta, e non si può dimenticare leggiermente per la sua dolcezza.

[4] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 29, pag. 506.11: 127. E Niccolò ec. Questo fu messer Niccolò Salimbeni, cavaliere largo e spendereccio: e fu della detta brigata, e fu il primo che trovò questa costuma del gerofano, e introdussela in Siena, dove cotali costumi s'apiccano bene per gola e ghiottornia.

[5] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 29, par. 38, pag. 764.25: Io ascoltava con intente orecchie le vere parole, le quali così s'appiccavano alla mia mente come le secche fave a' duri marmi...

[6] Boccaccio, Decameron, c. 1370, IX.10, pag. 630.32: Era già l'umido radicale per lo quale tutte le piante s'appiccano venuto...

2 Provocare l'accensione (del fuoco, di combustibili, di incendi), trasmettersi (del fuoco a qsa).

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 19, pag. 254.1: Ispaventati quelli della contrada, e credendo che fosse il detto fuoco per avvenimento appiccato, sanza arme corsero per ispegnere, per la quale cosa agevolemente dagli armati fuoro vinti.

[2] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 9, pag. 504.25: Una torre v'era, alla quale combattere con tutte forze corrono l'Italiani, e' Trojani incontro a difenderla: ma Turno appiccò il fuoco a uno de' lati, il quale per forza del vento arse le tavole...

[3] Stat. pis., a. 1327, L. 1, cap. 63, pag. 72.44: Ordiniamo, che l'operajo di Sancta Chiara non possa nè debbia disponere nè disfare li candeli grossi che s'offiranno per la festa di Sancta Maria di mezo ogosto, infini a tanto che si cominciano a ffari li nuovi candeli; in questo luogo unde si spicchiano li candeli vecchie, si appicchino li nuovi.

[4] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 15, pag. 348.1: Alabastro è una pietra molto grassa, alla quale pare che s'appicchi il fuoco, e che sopra essa arda quasi come sopra uno untume...

[5] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 22, pag. 176.17: Onde, siccome il fuoco malagevolmente s'appicca alle legne molli, perocchè vi trova resistenza...

[6] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 12, cap. 17, pag. 286.6: Un'arbore, la quale ha nome larex, è utilissima facendone assi, e mettendole sotto le gronde del tetto: giammai a quello legno non s'appicca fiamma, e non fa carboni.

2.1 Fig. Dare origine, provocare.

[1] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 102.27: E i nostri Sanesi veduto venire costoro così corendo, e con armata mano, di subito dubitoro e mesonsi in asetto, e venivano pasando Santo Chasciano, ed erano già nel piano presso al Sanbucho, e ivi cominc[i]oro a apichare la battaglia.

3 Approdare.

[1] Stat. venez., 1366, cap. 168, pag. 84.21: e non possa ni debia, per modo alcun, descaregar legne da navilio in navilio, né sàrcine, se non daspo ch' ele seranno appicade ala riva de Sen Marco o de Riolto, al qual logo sia licito descaregar sàrcine in navilii piçoli per andare per li rivi e canali vendando cum bolletta deli Iustixieri vieri...

[u.r. 05.02.2018]