0.1 apià , apìa, apía, apïa, apïao, apiarà , apïasse, apigla, apigli, apiglia, apigliarebbe, apigliasse, apigliato, apiglierebbe, apiglino, apiglio, apigliò, apiglo, apíi, apilglia, apilglio, apilia, apilià , apilla, apillio, apïó, apiòno, appigli, appiglia, appigliano, appigliare, appigliasse, appigliatosi, appigliava, appiglie, appiglierà , appiglio, appigliò.
0.2 Da pigliare.
0.3 Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.): 3.1.1.
0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Ingiurie lucch., 1330-84, [1335]; Cavalca, Rime (ed. Fiacchi), a. 1342 (pis.); Cicerchia, Passione, 1364 (sen.).
In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Poes. an. ven., XIII; Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.); Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.).
In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.).
0.7 1 Afferrare, prendere; [anche fig.:] assumere o fare proprio un atteggiamento o uno stato d'animo. 1.1 Limitare nella libertà, catturare. 2 Pron. Trovare sostegno o appiglio, attaccarsi con tenacia. 2.1 Fig. Cercare sostegno (anche rif. a persone oppure a divinità o entità superiori). 3 Pron. Afferrarsi saldamente, avvinghiarsi; [di piante:] attecchire. 2.2 Avere un legame, un punto di contatto con qsa; collegarsi (detto di un riferimento testuale). 3 Pron. Afferrarsi saldamente, avvinghiarsi; [di piante:] attecchire. 3.1 Pron. Prendere fuoco, appiccarsi.
0.8 Fabio Romanini 18.05.1999.
1 Afferrare, prendere; [anche fig.:] assumere o fare proprio un atteggiamento o uno stato d'animo.
[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2710, pag. 269: Così per mal' usanza / si gitta in disperanza / del peccato c'ha fatto, / ed è sì stolto e matto / che di suo mal non crede / trovare in Dio merzede; / o per falsa cagione / apiglia presenzione, / che 'l mette in mala via / di non creder che sia / per ben né per peccato / omo salv'o dannato...
[2] Rainaldo e Lesengr. (Oxford), XIII ex. (ven.), 621, pag. 835: E se Lesengrino çonçe la cavra / et ella no è aconpagnada, / incontenente l'apiarà / e sì se la mandegarà; / et eo andarò poe plue segu[ra]mente / et andarò per lo formento».
[3] Purgatorio S. Patrizio, XIV sm. (mil./com.), cap. 20, pag. 35.26: Li demonii voseno apilià lo kavaler per zitarlo in una fosa; elo giamò lo nome de nostro Segnore Yesu Cristo: de presente el fo scampao da loro.
1.1 Limitare nella libertà, catturare. || L'unico es. è rif. a un pezzo del gioco degli scacchi.
[1] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. 3, pag. 325.5: e come ora getti tre dadi, ora pensi aconciamente ella, scaltrita, quale punto chiami e quale pigli e quale no; ed ella, maliziosa, giuochi non mattamente la battaglia de' ladroni: uno scacco perisce con due nemici. Il combattitore, apigliato sanza suo pari, combatta, e quello seguitatore spesse volte ricorra per lo cominciato sentiero; e ne lo aperto grembo siano sparte lieve palle, e neuna palla è da muovere, se non quella che·ttu torrai. || Trad. prensus.
2 Pron. Trovare sostegno o appiglio, attaccarsi con tenacia.
[1] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 3.7, pag. 744: De l'alifante grande maravelia / molte fïade udito agio contare, / k' a la potentia sua non resimilia / altra fera k' omo possa pensare. / El caciatore tanto s'asotilia, / ke con inganno sappelo piliare: / ké l'arbore li secha, ove s'apilia / usatamente per sé riposare, / e cusì cade, non se leva mai.
[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 4, pag. 6.29: Ma tu dei pensare continuamente di potere vigorosamente abbandonare la vita, la quale alcuno abbraccia al modo di coloro, che ne sono menati per forza dall'acqua corrente, che s'appigliano a' pruni, e all'altre cose pungenti.
[3] Bonafé, Tesoro, 1360 (emil.), 306, pag. 118: Quando tu cogli li taioli / Taglia tutti li cavrioli, / Açò che inseme no s'apiglino, / Nè l'un nè l'altro s'ingatiglino.
[4] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 179.5, pag. 353: E levò 'n alto viso e occhi e ciglia, / vidde Iesù in tanta pena e duolo, / e a la croce co' le man s'apiglia...
[5] Boccaccio, Rubriche, 1366/72 (?), pag. 263.9: Comincia il canto trigesimoquarto dello 'Nferno. Nel quale l'autore passa nella Giudeca, e vede il Lucifero e Giuda Scariotto e altri spiriti; e quindi, appigliatosi Virgilio a' velli del Lucifero, si cala e esce dello 'nferno...
2.1 Fig. Cercare sostegno (anche rif. a persone oppure a divinità o entità superiori).
[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), Son. 244.8, pag. 271: E ciò soffrendo, l'amante sottiglia / e tollei sí di conoscer la cura, / ch'al peggio 'n tutto cum orbo s'appiglia.
[2] Tomaso da Faenza, Amoroso, XIII sm. (tosc./faent.), 73, pag. 456: Amante dunque morbio si gastighi, / non dica d'Amor fallo e no lo sperna; / avanti che s'apigli a lui, dicerna / sua costumanza e no li stea soperbo: / contra lui vil'è orgoglio come cerbo...
[3] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), Canz. 3.81, pag. 50: Ma non mi spero in tuto, / ch'ag[g]io bona credenza / di così dolze frutto: / di me avrà provedenza! / Poi ch'io m'apilglio / a tale gilglio, / che maravilglio - saria se non m'atasse...
[4] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 16.118, pag. 124: Figlio bianco e vermiglio, / figlio senza simiglio, / figlio, a chi m'apiglio? / Figlio, pur m'hai lassato!
[5] Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.), 404, pag. 862: La santa Ghiexa tegnì' per signoria / e 'l santo papa in vostra compagnia: / quel è un stellone che mai non se parte, / chi se gli apiglia.
[6] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, docum. 4.72, vol. 2, pag. 70: Questo non vo' lassar ch'io non ti dica, / che s'egli à tal potere / ch'al tutto l'obtenere / esser non dene, / allor convene / che non t'appigli a questa parte mica, / ma di riparo o di patti o di pace / se v'è remedio pensa / e coy fedegli dispensa / che ad esso / dien se stesso.
[7] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 225.12, pag. 146: L'anima trista ver' lo core piagne, / e diçe: «Fratel mio, or mi consegla, / ché sopra me sola cade l'aragne». / Et el responde: «A quella ti apigla / Verçene, che portò lo bel figliolo, / ch'afreni el corpo, e te cavi de duolo!».
[8] Cavalca, Rime (ed. Fiacchi), a. 1342 (pis.), In tempo e luogo, 14, pag. 81: Tal crede vinto aver, che ha scacco matto. / Chi troppo fugge, io per me lo ripiglio; / E chi s'affida troppo mi par matto. / Aiutami Iesù, che a te m'appiglio.
[9] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), prologo, pag. 4.14: E questa è la penitenzia, alla quale conviene che accortamente s'appigli e perseverantemente tegna qualunche vuole dopo la rotta innocenzia iscampare.
[10] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 26.16, pag. 61: Se non socori con tuo' san' consigli, / io non trovo sustegno a che m'apigli.
2.2 Avere un legame, un punto di contatto con qsa; collegarsi (detto di un riferimento testuale).
[1] Rustico Filippi, XIII sm. (fior.), son. 14.4, pag. 49: Quando Dïo messer Messerin fece / ben si credette far grande maraviglia, / ch'ucello e bestia ed uom ne sodisfece, / ch'a ciascheduna natura s'apiglia: / ché nel gozzo anigrottol contrafece, / e nele ren giraffa m'asomiglia, / ed uom sembia, secondo che si dice, / ne la piagente sua cera vermiglia.
[2] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 1, docum. 24.183, vol. 1, pag. 328: Faccioti punto quie / e volgo al documento che simiglia, / ma disovra s'appiglia. / Guadagnerai se ben lo 'mprenderai.
3 Pron. Afferrarsi saldamente, avvinghiarsi; [di piante:] attecchire.
[1] Poes. an. ven., XIII, 246, pag. 143: Ma l' alboro de la croxe è sì forte, / Là o ch' el s' apìa combate sì forte, / Che sempre scanpa l' anema da morte, / La qual no passa per le scure porte.
[2] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. 2, pag. 298.6: Infino che il novello ramo s'apiglia e si congluttina, essendo inestato nella verde corteccia, qualunque venticello il percuote, colui tenero sì cade.
[3] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 25.51, vol. 1, pag. 422: Com'io tenea levate in lor le ciglia, / e un serpente con sei piè si lancia / dinanzi a l'uno, e tutto a lui s'appiglia.
[4] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 2, cap. 13, pag. 64.15: Nella rossa rubica malagevolmente s'appigliano le viti, avvegnachè poi vi vivono.
- Fig. Concentrarsi su un'idea fissa, dedicarsi esclusivamente a un'unica attività o interesse.
[5] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De vanitatibus, 9, pag. 187: Quant plu lo peccaor ai ben del mond s'apïa, / Tant con maior grameza da quest mond se despïa...
[6] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 175.67, pag. 187: Da l'altra parte attesa / vien una voglia con li più consigli / d'amar ed aver figli; / per che par che s'appigli / con forza e con artigli / la mia mente, / che altro ben non sente / se non servire a loro.
3.1 Pron. Prendere fuoco, appiccarsi.
[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 18, pag. 37.35: Del fuoco non è da temere, perch'e' sia grand', o piccolo, ma della materia, nella quale e' s'appiglia, perocchè già non sarà sì grande, che la cosa ferma, e dura lo riceva, e per contradio la cosa debole, che leggiermente s'appiglia, nutrica una piccola favilla, e falla montare in gran fiamma...
[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 5, cap. 54, pag. 74.27: E che finalmente? e se a Veio per tradigione o per alcun altro avvenimento s'appiglia il fuoco, e il vento (sì come suole avvenire) spande la fiamma e arde una grande parte della città; partiremci noi quindi, e anderemo a Fidena, o a Gabio, o addimanderemo alcun'altra città per abitare?
[3] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 1, cap. 8, ch., pag. 170.26: Onde chi ponesse la stoppa a la saetta, potrebbe essere tanto il movimento della saetta e sì veloce, che la stoppa s'apiglierebbe, e chi vi apiccasse la cera, anche la cera si struggerebbe: onde i corpi celestiali per lo suo movimento hanno a riscaldare i corpi disotto.
[4] Chiose falso Boccaccio, Par., 1375 (fior.), c. 15, pag. 591.5: E questi sono vapori secchi andati suso infino alla terza regione dell'aire e giunti in que· luogho trovano il chaldo e sì ssi appigliano e apresi si consumano, chome ttu vedi.
[5] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 62, terz. 35, vol. 3, pag. 191: Nel predett'anno, di Luglio, in Fiorenza / il fuoco s'appigliò in Parione, / ed arse, per la mala provvedenza...
[6] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Niccolò cacc... 13, pag. 112: - A l'arme, a l'arme! - / - Tu to' la cervelliera, / la scure e la gorgera, / tosto tosto, ché 'l fuoco pur s'apiglia. - / - Manda per la famiglia!
[7] Bibbia (07), XIV-XV (tosc.), Bar 6, vol. 7, pag. 358.8: 54. E quando avvenisse che lo fuoco appigliasse nelle case di questi iddii di legno e di oro e di ariento, li loro sacerdoti fuggiranno, e liberaranno sè medesimi s'elli potranno...
- Fig.
[8] Ingiurie lucch., 1330-84, 18 [1335], pag. 22.11: Voi no(n) mi volete dare lo mio, ma io p(re)go Dio che a chiunqua mi tiene lo mio fuoco di Sancto Antone se li possa appigliare nele ca(r)ne che ll'arda co(n) tucti li suoi beni.
[9] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 8, cap. 15, pag. 312.23: E acciò che negli animi inchinati una volta alla ribellione non s'appigliasse più latamente la cosa, nel silenzio della prossima notte Asdrubale mosse il campo.
3.1.1 Accendere o accendersi di passione; coinvolgere emotivamente o innamorarsi.
[1] Rinaldo d'Aquino (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 7.8, pag. 111: Or dunque no è maraviglia / se fiamma d'amor m'apiglia / guardando lo vostro viso, / ché l'amor mi 'nfiamma in foco.
[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 70.9, pag. 291: Ma, avanti ch'io di donna m'apigliasse, / savete, donna, ch'io v'adimandai / se 'l vostro amore per ciò mi fallasse; / diceste: «Cresceràne più che mai» / e di quella credenza non dottasse: / pressi dunque consiglio de' miei guai.
[3] Sonn. ann. Vat.Lat. 3793, XIII/XIV (tosc.), 42.11, pag. 120: Per ch'io non posso altra donna servire, / le donne me ne tegnono vilano, / perché non sanno come Amor m'apiglia.
[4] Comm. Rim. Am. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), ch. 382, pag. 996.2: Laonde l'altre molto si disdegnarono e fecerne nascere molto male in Troia. Ora dice qui l'autore che ciascuna di quelle tre dee poteva piacere a Paris ed egli s'apigliò pure all'una.
[5] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 125.14, pag. 119: e certo mal discerno in altre ciglia, / ben che i<o> voglio il mio parer mandarte / di quelle donne, ov'Amor più s'apiglia.
3.1.2 Accingersi a compiere un'azione, entrare in attività.
[1] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [son.] 29.7: Cossì lo omnipotente Creatore / te guardi sempre da mondan periglio, / et io, se mai m'apresi, ora m'apiglio / en farti festa e riguardarti honore, / ch'io veggio ben che 'l nostro amor antiquo / da te non fo giamai posto in oblio / per possa de fortuna o vento obliquo.
[u.r. 17.09.2021]