APPLICARE v.

0.1 achigati, achygando, achygao, achygaro, achygate, achygati, achygato, achygavano, aplica, aplicado, aplicandu, aplicare, aplicata, aplichare, aplichila, apligaro, applecao, applegaro, applica, applicala, applicammu, applicando, applicandu, applicanti, applicao, applicare, applicari, applicasse, applicassero, applicata, applicate, applicati, applicato, applicau, applicauli, applicay, applichare, applicaro, applicharono, applichati, applichava, appliche, applichene, applicheno, applicherà , applicherai, applichesse, applichi, applico, applicò, appligando, appligao, appligaonce, appligaro, appligassero, appligate, appligati, appligato, appligay, appliki, applikirà .

0.2 Lat. applicare (LEI s.v. applicare).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 3.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.); Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.).

In testi sett.: Ugolino Buzzola (ed. Orlando), XIII sm. (emil.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Stat. agrig., 1328 (2); Angelo di Capua, 1316/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.6 N L'accezione 5 (data come la più vicina all'etimo dal LEI) corrisponde allo sp. llegar e al port. chegar, ed è att. quasi solo in testi centro-merid. (fa eccezione Guido da Pisa); cfr. anche applicato 3.

Voce rivista mettendo a frutto osservazioni di Federigo Bambi, che si ringrazia.

0.7 1 Accostare due elementi in modo che aderiscano, unire o appiccicare; portare a contatto. 2 Rivolgere, dedicare intensamente il pensiero a qsa. 2.1 Collegare, riferire a qsa altro (astratto). 2.2 Attribuire una qualità. 3 Tradurre in atto, realizzare. 4 Versare o assegnare una somma o un bene. 5 Giungere a riva, approdare, attraccare, entrare in porto. 5.1 Lo stesso che giungere (in un luogo).

0.8 Fabio Romanini 09.06.1999.

1 Accostare due elementi in modo che aderiscano, unire o appiccicare; portare a contatto.

[1] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 4.38, pag. 52: Questo nighèo, che con la rudente / passa Stige da l'un'a l'altra torre, / in lingua greca suona 'ira fremente': / et ben per la tristitia l'ira corre / et po' il fango col fummo applicando / il terzo e 'l primo vitio qui concorre...

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 1, vol. 2, pag. 8.23: Ma que eu combata con tigu a mi lu diveta la confederaciuni di la amistati, la quali appimu insembla e li dei hospitali santi pigni quantu a lu nostru sangui et vili a li vostri curagi, ancura plù que se, a lu incursu di li exerciti, per casu fortuitu eu ributanduti t'avissi gittatu a terra et eciandeu aplicata la mia spata per talyari la testa, eu me nde seria retractu, quandu eu t'avissi cannussutu. Adonca tou peccatu sia aviri vulutu aucidiri lu tou hustulanu.

[3] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 13, par. 34, pag. 264.1: Ciertano è cierto lui lodevolemente a llui proprio o ssinghularmente avere in ciò che alla sua boccha applichava e mangiava.

- Fig.

[4] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 3.129, pag. 341: Dello sbatter degli occhi qui ti dico / Che ben è segno di futuri eventi: / Ascolta la ragion che qui t'applico. / Questi due lumi della nostra vita / Sono cagione di questi accidenti / Per la natura che da lor s'addita.

[5] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 6.30, pag. 356: Sì come ferro tira calamita, / Così ciascuna vegetabil pianta / Tira l'umore proprio alla sua vita, / Sì che la terra le piante nutrica / Secondo la virtù che loro ammanta: / Così la qualitate in lor s'applica.

[6] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 15, 100-120, pag. 413, col. 2.10: l'uno è ditto «Prissiano mazore», nel qual se contene le parti de l'orazione distinte; l'altro ... «Priscian menore», nel qual se contene l'arte d'aplicare inseme le dette parti azò che fazano congrua e ordinata sentenzia in l'orazione.

2 Rivolgere, dedicare intensamente il pensiero a qsa.

[1] Ugolino Buzzola (ed. Orlando), XIII sm. (emil.), Son. 8, pag. 69: ancor che quella, di senno men dica, / non fini affanno donarvi rovaro; / però ch'amore e valor vi trovaro / fermo e soffrente, ciascun vi s'aplica. / Chi spera grano d'amorosa spica / com'io, ch'atendo del turbato chiaro, / non pur aspetta suo colore pallica...

[2] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 21, proemio, pag. 469.2: Colui, che per grazia di Dio è assunto a contemplare, astrae tutta l'anima dalle cose corporali, ed applicala alle cose celestiali.

[3] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 25, pag. 214.35: Ancora Deyphebo, lo quale stava a lo transito suo per la grave feruta che avea, non era muorto et appligando denante a lluy Paris et Troylo frati suy angustiavanose multo e dolevano dello male suo e, commo a quilli a chi toccava carnalemente, desideravano insembla de morire con illo nante che de plu vivere a lo mundo.

[4] Venanzo da Camerino, 1398 (tosc.), Franco mio caro, 4, pag. 342: Franco mio caro, il perfetto e antico / amor, che nel sonetto ricordando / scrivete, il padre mio tanto essaltando, / novellamente nel mio core applico; / e tanto parmi il vostro dir pudico / che, come vostra fama va mostrando / e voi fra i vertuosi rimembrando, / credo che siate de' vizii inimico.

[5] Bibbia (01), XIV-XV (tosc.), Es. 22, vol. 1, pag. 363.12: 8. Ma se [[il ladro]] si nasconde, lo signore della casa s'applicherà alli dii, e giurerà che non abbia isteso la mano alla cosa del prossimo...

2.1 Collegare, riferire a qsa altro (astratto).

[1] Stat. agrig., 1328 (2), pag. 240.6: Ki pir chascuna salma di victallu oy di ligumi li quali si vindirannu et accactirannu in la chitati di Girgenti et in lu sou territoriu, tantu carricati in vasselli quantu non carricati, si paghi pir lu vindituri granu mezu et pir lu accactaturi altru granu mezu; di li quali li dui parti si divinu applicari a la dicta cabella et l'altra parti divi essiri di lu sansaru pir manu di cui sirrà facta la dicta vindita di issi; et si pir avintura kissa vindita fussi facta senza sansaru, tuctu lu predictu integru dirictu si appliki a la dicta cabella.

[2] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 410, pag. 772.23: Ma Nettuno pregoe tanto Vulcano ch'egli perdonò loro. Quegli da che videro manifesto quello ch'egli voleano celare, poi palesemente si congiugneano, onde Vulcano si penteo. Ora applica il fatto a sua materia il poeta. Tu odi come il poeta vieta il cercare li occulti fatti de la tua donna; ora lo ti vieta per la pena che seguì a la cornacchia di manifestare l'avolterio nato del seme di Vulcano, la cui favola giù di sotto è sottoscritta.

2.2 Attribuire una qualità.

[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 28, 40-57, pag. 623, col. 1.2: Ell'è da sapere ch'i preditti nove circuli erano li IX ordini degli angeli, sí che qui' ch'erano piú vixini al 'punto' erano li Serafini, li quai èno in tanta excellencia de carità com'è ditto. Et a mostrare tanta excellentia per alcuno atto, çoè per moto, besognò all'A. aplicare a quello ordene tanta velocità; et anche per mostrare che per soa nitideça de 'natura' fono piú pronti de convertirsi a Deo...

3 Tradurre in atto, realizzare.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 6, pag. 200.14: Onde dicie Cassiodero: non volemo che la larghezza nostra sia dannosa ad neuno, nè quello che si dà ad un altro s'[applichi] al dispendio d'un altro.

4 Versare o assegnare una somma o un bene.

[1] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 2.25, pag. 175.12: Per modo che dal Comune ebbe fiorini XXIIIJ .M, e e' gli finì tutto ciò che egli avea applicato sotto il titolo del paciaro.

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 12, pag. 220.15: Essendo un ser Durante de' Chermontesi Doganieri e Camarlingo della Camera del sale del Comune di Firenze, trasse il detto ser Durante una doga dello staio, applicando a ssè tutto il sale, o vero pecunia che di detto avanzamento perveniva.

[3] Stat. perug., 1342, L. I, cap. 16, par. 31, vol. 1, pag. 81.16: E se trovato serà che esso overo notario d'esso overo alcuno de la sua famelgla êllo suo ofitio alcuna cosa aggia estorta overo recevuta oltra el salario de socto scricto, sia punito e condannato en quactrotanto al comuno de Peroscia d'aplicare e êlla restetutione de quillo che oltra el salario recevecte da fare a coluie dal quale retrovato serà avere tolto.

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XI, cap. 70, vol. 2, pag. 605.11: e la metà della pena e condannagione fosse applicata a la camera dello 'mperadore, e l'altra metade al popolo di Roma...

[5] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. IV, cap. 51, pag. 678.4: E no per quello meno incorrano inla pena de mille fiorini d'oro da fire applicati alla camera della Romana Ghiesia sença fallo».

[6] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 25, pag. 112.17: Et vinnisindi innanti Rigiu et, illocu yssendendu in terra, arrobaru et distrussiru una ecclesia di Sanctu Nicola, chi era inpressu la chitati di Rigiu, et una altra di Sanctu Gregoriu, vituperandu li sancti imagini, et li vestimenti sacri di li ecclesii et li vasi soy prisi et applicauli a so usu.

[7] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 10, par. 9, pag. 225.14: e lle pene esprises, s'elle furono reali, come quelle che per altri crimini son inprese, a aplichare secondo la diterminagione della legie umana o del facitore di quella.

5 Giungere a riva, approdare, attraccare, entrare in porto.

[1] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 3, pag. 52.9: Undi, poi ki nui applicammu in killa parti, intrammu per lu portu et vidimu in killa ripa multi armenti di boi et grey di crapi senza pasturi.

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 6, cap. 1, vol. 2, pag. 62.10: 15. Et, a zò que eu aiunya a li dumestiki exempli li furesteri, una greca femina qui appi nomu Yppo, essendu pilyata da lu naviliu di li inimici, se gittau in mari per tal que issa diffindissi la hunestati per la morti sua. Lu corpu di la quali aplicandu a la spyaza di Erithea fu asuctiratu a quilla terra qui era plù pressu di mari et lu so mulimentu pari fin in ogi lu iornu.

[3] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), Rubr. 61, pag. 144.2: Fulgenzio, che dispone questa storia ed altre, dice che Iove re di Creti, udendo la fama della bellezza di Europia, andò nel regno di Sidonia con una nave, nella quale era dipinto uno toro. Ed, applicato che fu alla ripa, mandò al palazio del re Agenore uno saviissimo uomo, lo quale era facondo e bello dicitore.

[4] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 31, pag. 267.38: le nave spartendose l'una dall'altra trovarose tutte arce in mare e sobetamente annegate; zoè quelle de lo misero re Troerio, lo quale appena, per gran forza de natare che sappe, campao et achygao miezo muorto in terra, e perdeonce XXII nave soy tutte carrecate de bene.

5.1 Lo stesso che giungere (in un luogo).

[1] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), DCLXXXIV, pag. 156: Ser Lalle se partìo; nanti che qua tornasse, / Ad Civita de Chiete me pare che applicasse, / Et Civita donaoselli, con questo comensasse, / Et con granne honore dentro se ne intrasse.

[2] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 12, pag. 130.38: E poy che appligaro descesero da li cavalli et intraro a lo paviglyone de lo re Agamenone...

[3] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 14, pag. 147.6: E cossì li Troyani fugendo e cadendenonde assay muorti de lloro, achygando a le porte de la citate, tutti a la 'mpressa follandose insembla per potere intrare l'uno nante dell'altro, se sforzavano de trasire che per la gran folla che era intre lloro tutti se confondeano.

[4] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 19, pag. 180.19: Et appligati quisti ambassaturi davante a la presentia dello re Priamo [[...]] sì lo pregaro per parte de li Grieci che devesse concedere questa tregua.

- Fig.

[5] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 5, pag. 97.5: Sikì eu aiu cura di ipsu; et però cacha ormai omni pagura di lu tou cori, ka ipsu applikirà sicuramenti a lu portu disyatu et eciamdeu a lu infernu; ma cunveni ki unu sulu di tucti loru pera, et una testa sirrà data per tucti».

[u.r. 05.02.2018]