APPOGGIARE v.

0.1 adpuçà , apoçadi, apoçando, apoçàno, apoçare, apoçati, apoçava, apocià , apocià-sse, apoçosi, apodia, apodiai, apodiao, apodiarse, apogerebbero, apogge, apoggi, apoggia, apoggiandosi, apoggiare, apoggiaro, apoggiata, apoggiate, apoggiato, apoggiava, apoggio, apoggiò, apoggioe, apogi, apogia, apogiandosi, apogiano, apogiar, apogiarse, apogiarsi, apogiase, apogiata, apogiate, apogiati, apogiava, apogiavano, apogiò, apogiomi, apoia, apoyanu, apoza, apozà , apozandose, apozato, appoçado, appoggerà , appoggerae, appoggera'la, appoggi, appoggia, appoggiai, appoggiamo, appoggiandomi, appoggiandosi, appoggianla, appoggiano, appoggiantesi, appoggiar, appoggiare, appoggiaro, appoggiaronvi, appoggiarsi, appoggiasi, appoggiasse, appoggiata, appoggiate, appoggiati, appoggiato, appoggiatosi, appoggiava, appoggiavasi, appoggierà , appoggierò, appoggio, appoggiò, appoggioe, appoggiola, appoggiolla, appoggiorono, appoggiossi, appoggò, appogia, appogiandoti, appogiano, appogiar, appogiare, appogiarse, appogiase, appogiate, appogiati, appogiato, appogiòe, appogiòne, appoia, appoianu, appoiato, appoio, appojare, appoya, appoyare, appugiata, appuiaru, appuyandusi, appuyau, appuyavasili, apuçarme, apuyandusi, apuyandussi, apuyari, apuyatu.

0.2 Lat. *appodiare (LEI s.v. appodiare).

0.3 Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.): 1.2.

0.4 In testi tosc.: Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Cronica fior., XIII ex.; Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Simintendi, a. 1333 (prat.); Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.).

In testi sett.: Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.); Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.); Stat. perug., 1342; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Accostare o sovrapporre qsa (o la propria persona) a qsa che serva da sostegno. 1.1 Fig. 1.2 Pron. Cercare il sostegno altrui; allearsi. 1.3 Porre fiducia, confidare. 2 Fig. Favorire, sostenere qno. 3 Fig. Aggiungere a qsa già presente. 4 Pron. Affacciarsi sul mare, trovarsi su un confine (?) 5 Approssimarsi (ad un luogo); entrare. [Rif. ad una nave:] approdare.

0.8 Fabio Romanini 09.06.1999.

1 Accostare o sovrapporre qsa (o la propria persona) a qsa che serva da sostegno.

[1] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 126.4: Diogene fue filosofo. E per lo grande freddo usava uno mantelletto d'un suo discepolo; el celliere suo era una taschetta; el cavallo suo era uno bastone con che s'apogiava perch'era debole.

[2] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De quinquaginta curialitatibus ad mensam, 28, pag. 316: La cortesia sexena, da po ke l'hom se fidha, / Sí è: no apodiarse sor la mensa bandia. / Ki fa dra mensa podio, quel hom no è cortese, / Quand el gh'apodia 'l gomedhe o 'g ten le braz destese.

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 8, pag. 294.12: e die l'uomo appoggiare pavesi e legni, e somigliante cose ai fossi, acciò ch'ellino istieno più sicuri.

[4] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 2, pag. 149.24: ma con torcimenti fecero i fondamenti delle mura, onde chiusa è la cittade, ed in quelli canti fecero spesse torri, acciocchè se neuno al muro di cotale ordine fatto, gatti, o torri, o scale volesse appoggiare, non solamente nella fronte, ma dalle latora, e di dietro, siccome in uno seno rinchiuso, fosse tormentato. || Cfr. Veg. Mil. 4, 2: «si quis ad murum tali ordinatione constructum uel scalas uel machinas voluerit admovere, non solum a fronte...».

[5] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 42, pag. 62.17: e quando elli vole dormire sì ss'appogia a uno arbore, perciò che se elli se ponesse in terra mai per sé non si rilieva...

[6] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 357, pag. 31: L'angeli assenàro questa cosa, / et la dompna su nel lectu se reposa. / Sancto Petro apostolo ad essa se accostòne: / la Vergene sanctissima sopre ipso se appogiòne.

[7] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 27, 34-48, pag. 566, col. 2.27: alora començò lo grave lamento, e sodutto da ira e da dolore tolse una soa spada et apoçosi suso col petto e passosse da l'uno lato a l'altro.

[8] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 152.21: Tu costringi i noboli colli delle pantere con dipinti freni; le monache bacche, e' satiri ti seguitano, e 'l vecchio Silleno, lo quale ebbro sostiene i tremanti membri col bastone, e non si appoggia fortemente al piegato asinello.

[9] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 1, pag. 23.6: Undi, poi ki appiru maniatu, et lu garzuni gictau lu brazu in collu di lu patri; et poi, lassatu lu patri, abrazau a la regina et appuyavasili a lu pectu, et non sapia la misera Dido quantu amuri li supraiungia, fachenduli diversi amurusi simblanti.

[10] Stat. perug., 1342, L. 2, cap. 51, par. 2, vol. 1, pag. 432.15: E se alcuna casa, muro overo parete menasse overo menaciasse ruina sopre la casa overo cosa altruie, overoché sia apoggiato a la parete de la casa d'alcuno per ruina, che sia tenuto a petitione de coluie, el quale dirà a luie apertenere, gire overo mandare uno degl notarie suoie al luoco.

[11] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 44, pag. 79.4: E così si chiama la piazza vota che è intorno alle mura dentro e di fuori, dove alcuno non usava di far lavorio, nè edificare, acciò che le case non si potessono appoggiare alle mura; sì come l'uomo fa ora comunamente.

[12] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), Di li inchovaturi, cap. 49, pag. 605.14: e tagla tantu di la unghia ki sia spaciu, intra la lesiuni e la unghia, cunvinivili, sì ki la unghia non prema nin apogi a la lesiuni...

[13] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 29, parr. 34-38, pag. 432.27: [73-81] D. dice qui che vidi doi, e fa una comparatione che stavano apogiati a modo de una tegia de creta, a la qual se apogia un testo de creta per ascaldarse, per cocere pastiere o altra vidanda.

[14] Diretano bando, XIV (tosc.), cap. 60, pag. 44.10: Tucto altresì come fa il cacciatore al leofante, che guarda ove usa et dorme e a quale albero s'apoggia.

1.1 Fig.

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 81.1: Il settimo grado del dono d'intendimento si è devota orazione, la quale molto vale contra 'l peccato di lussuria, et è una cosa di grande potenzia inverso Dio, quando ella è appoggiata di quattro cose, cioè di quattro colonne.

[2] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 16, cap. 5, par. 28.5, pag. 357: Ben istà la donna in chiesa, / Se non vede ongni saetta, / E che delle sue non gietta; / Chè non priega bene Iddio / Chi apoggia al ben lo rio.

[3] Lapo Gianni, XIII ex./1328 (fior.), 10.28, pag. 590: Ballata, e' non è donna a la mia voia / che tanto degna sia da onorare, / quanto colei a cui ti vo' mandare, / cui gentilezza ed ogni ben s'appoia.

[4] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 25, pag. 469.10: Dove è da intendere, che secondo il Filosafo, al quale s'appoggia l'Autore, il sangue riceve perfetta generazione di sè nel cuore...

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 8, cap. 14, vol. 2, pag. 178.9: Et eciandeu per tal que, per speranza di longa vita, la nostra etati aya alcuni ayuti a li quali apuyandusi, issa se possa alegrari in comparaciuni di la antiqua felicitati...

[6] Matteo Corr. (ed. Corsi), XIV pm. (padov.?), 3.12, pag. 152: Però me piase l'amorose veste, / cantar d'amore per sole o per pioza / e done remirar vaghe e oneste. / Di ciò dolce salute al cor s'apoza: / donca chi vol si vada a le foreste, / ché io mi vo' vestire a questa foza.

[7] Jacopo Passavanti, Tratt. umiltà , c. 1355 (fior.), cap. 3, pag. 242.8: Niuna virtù si puote agguagliare all'umilità. Ella è capo d'ogni virtù; ella è madre della sapienza; ella è fondamento di tutto l'edificio spirituale, sanza la quale l'altre virtù periscono, non avendo dove s'appoggiare.

[8] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 4.108, pag. 267: Grandine mai non ci cade né pioggia / e di quattr'ore pria che porti il giorno / il sol fra noi lá giú, qua su s'appoggia».

[9] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 21, par. 4, vol. 2, pag. 74.2: Et significa la santa matri ecclesia, la quali esti vestimentu di hunuri di lu nostru salvaturi Iesu Cristu, Li vestimenti hunurati di Iesu Cristu sunu li santi iusti, li quali si appoianu a Iesu Cristu, et hunuranu lu nomu di Iesu Cristu.

[10] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. II, pag. 229.25: In cotal guisa tu altresì fai: quando le ragioni ti mancano, hai l'aiuto del garrire, lo quale tu bene sai. Adunque, se alcune diritture s'appoggiano alla tua mente, la qual cosa io non penso, dille, ovvero taci, la qual cosa io più priego».

1.2 Pron. Cercare il sostegno altrui; allearsi.

[1] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), [2].84, pag. 595: Mat è quel qi no guarda sason, / en ço q'el vol aiba-l [pur] rason. / Cançoneta, [va'] sença bausia / a Girard Pateclo per la via, / en cui è tuta noia e [no] çoia, / sì q'autro om[o] a lui no s'apoia.

[2] Cronica fior., XIII ex., pag. 113.28: per la qual cosa il Papa lui e suoi discendenti e seguaci erano scomunicaty: e però s'erano appogiati il Papa a Otto di Sansongna.

[3] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 6, cap. 16, pag. 187.7: l'aspetto suo era orribile e spaventevole: scapelliata stava: l'ombre che erano intra li sepolcri, le fuggivano dinanzi. Ella non faceva sacrificio nè di bu' nè di montone, ma a li demoni d'inferno s'apoggiava.

[4] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 236.34: per la qual chossa lo scomuneghà quello e tuti li suoi fautori, e a Otto duxe de Saxognia viril mente se aderse et apozà ...

[5] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 2.10, pag. 162.19: Messer Lapo Salterelli, il quale molto temea il Papa per l'aspro processo avea fatto contro a lui, e per appoggiarsi co' suoi adversari, pigliava la ringhiera, e biasimava i signori, dicendo: «Voi guastate Firenze: fate l'uficio nuovo comune; recate i confinati in città».

1.3 Porre fiducia, confidare.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 16, pag. 211.20: Ai, che fallacie e inghanevel nome Manente ad omo fôr locho e fôr dimora! O, che folle è fidare e appoggiare in fuggittiva chosa!

[2] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 63, pag. 306.29: Et altro' dixe: «Abie fidança in lo Segnore con tuto coro e no t'apoçare tropo al to savere.

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 6, cap. 9, pag. 463.16: Giudicato elli [[Caio Mario]] non essere degno de li onori della gaja terra d'Arpina, fue ardito a Roma di chiedere la questorìa. Poi avendo sofferto l'esserli negato, più irruppe nella corte ch'elli non vi venne; e sentìe riceversi simigliante infamia nel domandare il tribunato e lo edilatico; e sì s'appoggiò all'ultimo luogo de la pretorìa, essendo candidato, che non senza grande pericolo l'ebbe.

[4] Boccaccio, Epist., 1361, pag. 1139.10: Che dunque diremo, se non che alcuno, quantunque depresso sia, mai della grazia di Dio non si dee disperare, ma, bene operando, sempre a buona speranza appoggiarsi?

[5] Laud. Battuti Modena, a. 1377 (emil.), 56.60, pag. 133: Et imperçò fa bem chi ama quella serenna stella, / chi cum le' s'apoça e chi cum lee' se conseia...

[6] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 22, pag. 202.36: e, chà canosco bene et èy lo plu dericto che una comenanza de gente commo èy la nostra non se deve appoyare né sottomettere puro a la provedentia de uno homo...

[7] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 2, par. 69, comp. 36.5, pag. 110: Tanto s'informa ne l'anima mia / l'excelsa segnoria de questa donna, / ch'a ley m'apoggio sì come a colonna / fixa in virtù d'onor e liggiadria...

2 Fig. Favorire, sostenere qno.

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 6a, cap. 87, vol. 2, pag. 534.29: Anco, statuto et ordinato è, che se averrà, vollia Dio che non sia, che ne la città o vero contado fusse alcuna lite o vero discordia apparisse intra li nobili di casato o vero casati, neuno del popolo di Siena o vero de' giurati et astretti al popolo di Siena, nè li capitani de le contrade o vero li gonfalonieri possano o vero debiano alcuno d'alcuna parte appogiare o vero aiutare...

3 Fig. Aggiungere a qsa già presente.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 4, cap. 7, pag. 314.21: Ma veder mescolato lo sangue insieme de li amici, le fedite de l'amico con le fedite dell'amico aggiugnere, morte a morte appoggiarsi, questi sono veri indizii de la romana amistade; quelle bugìe di Grecia simili a miracolo sono cose di gente apparecchiata a infignere.

[2] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 25, terz. 61, vol. 2, pag. 18: E molte case dier la via a ragnoli, / che insieme rovinarono col poggio, / ch'è dirimpetto allo Spedal de' Magnoli, / e fu a molti amar più, che star loggio. / Lasciamo star chi si fosson gli offesi, / perocchè nuova matera ci appoggio.

4 Pron. Affacciarsi sul mare, trovarsi su un confine (?).

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5, cap. 10, pag. 295.21: perchè in Numidia, là dove Micipsa era allotta segnore, ottanta migliaia d'uomini ne periero; e nelle contrade che sono lungo il mare, che spezialemente s'appoggiano alle litora del mare di Cartagine e d'Utica, più che dugento migliaia...

5 Approssimarsi (ad un luogo); entrare. [Rif. ad una nave:] approdare.

[1] Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 445.7: In questa isola di Citarea appogiate le navi de' Troiani, li Troiani el suo porto entrano desiderabilemente...

[2] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 867, pag. 198: Poy calvacò verso Napoli; credease dentro intrare; / Fecenne plu volte prova; no vi possette appojare.

[u.r. 05.02.2018]