APPORTARE (2) v.

0.1 aporta, aportando, aportaro, aportate, aportato, aporterai, aportò, apporta, apportare, apportaro, apportarono, apportate, apportati, apportato, apportò.

0.2 Da porto 1.

0.3 Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.); Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.);Cronica fior., XIII ex.; Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.).

In testi mediani e merid.: Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.).

0.7 1 Giungere in porto, approdare (anche pron.). 1.1 Arrivare a destinazione.

0.8 Fabio Romanini 02.08.1999.

1 Giungere in porto, approdare (anche pron.).

[1] Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.), pag. 51.21: E così si partío e intrò per mare e apportò in Costantinopoli a guisa di frate Minore.

[2] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 21, pag. 149.2: Brunor, aportando per fortuna al porto de' castello de Plor, e, come era quella malvagia usanza, combatette ed ucise el signor de l'Isola...

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 1, pag. 16.16: Le ricchezze dell'avaro Pigmaleon so' portate per lo mare; e Dido era guida di queste cose. Aportaro ne i luoghi ne li quali ora vedrai dificii e la rôcca che si leva alto de la nova Cartagine, e comparò el terreno, detto Birsa, del nome del fatto, quanto potessero circundare con uno cuoio di toro.

[4] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 214, pag. 724.23: ma piacendoli più Fedra che Adriana e avendo avuta Adriana, si aportò a una isola nella quale posandosi con lei la notte in su uno letto, sotto uno padiglione, ivi Theseo la lascioe.

[5] Gesta Florentin. (ed. Hartwig), XIV pm. (fior.), pag. 286.35: In questo anno del mese di Giugno Karlo Martello e llo conte Artese fecero una grande armata di galee per passare in Cicilia e faccendo capitano d'alquante di queste galee con V.C chavalieri e con sergenti Rinaldo d'Avelli mandaro innanzi a prendere terra; lo quale aportò a una terra in Cicilia, la quale ae nome l'Agusta, e ivi scese e prese la detta terra e li legni rimandò adrieto.

[6] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 19, pag. 220.16: E Gesù disse a Simone: Non temere, tu verrai da questo a pigliare gli uomini. E aportaro le navi a terra e abbandonate tutte cose seguitarono lui.

[7] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 49, terz. 25, vol. 3, pag. 47: Attanto Ambasciador di Federigo / Re di Cicilia a Pisa s'apportaro, / e non trovandol, come quì ti rigo, / a Poggibonizzi a lui se n'andaro, e ventimila doble d'or per certo, da parte di quel Re gli presentaro, poi la 'mbasciata dissero in aperto...

[8] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Masini madr.4.2, pag. 75: Povero zappator in chiusa valle / sono aportato con diserto legno, / rotto dal mare al qual dato ho le spalle.

1.1 Arrivare a destinazione.

[1] Cronica fior., XIII ex., pag. 91.17: e presono per força la città di Tolomaida, che oggi s'apella Acri, e poi presono Tripoli, Alexandria e Damiata e il Conio e Casstel Pellegrino e quasi tucta la Terra Sancta, salvo Ierusalem; e aportaro a Cesaria.

[2] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 26, pag. 129.15: Poi apparì loro una montagna bruna la quale era molto alta, e credendo essare apportati, menaro e feciero grande allegreçça, ma tosto lo' tornò in pianto, e ciò fu, che in essa montagna nacque uno turbo chon uno terribile tremuoto, e fecie girare tre volte el legno intorno intorno...

[3] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 12, pag. 427.18: Due pesti so dette Dire, le quali e l'infernale Megera la Notte diede in un medesimo parto [[...]] L'una di queste mandò Jove ratto dall'alto cielo, e comandò che andasse in bene, e in soccorso di Juturnia. Quella vola, e apporta a terra con tempestosa rattezza...

- Fig.

[4] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 14.3, pag. 530: Homo ke bene spera / e ·dde sperança vera se conforta, / apporta ne lo porto d'allegrança.

1.1.1 Pron. Avvicinarsi, approssimarsi all'obiettivo.

[1] Dante da Maiano, XIII ex. (fior.), 7.13, pag. 25: [I]dio oltreplagente t'ha formata ed innalzata; ed eo n'aggio baldezze: ché son del tuo giardino pasturale, / e quanto vale a mia guisa si porta, / e si disporta a tutto meo plagere. / In te, mia donna, posa piacer tale, / che omo, quale [ch'] ad esso s'apporta, / già mai non porta noia né splagere.

[u.r. 05.02.2018]