APPRÈNDERE v.

0.1 adppriso, adprese, adpreso, apprehendare, apprehendere, apprenda, apprendano, apprendarà , apprendare, apprèndare, appréndare, apprèndarle, apprendarò, apprende, apprendea, apprendemo, apprendendo, apprender, apprenderae, apprenderai, apprenderanno, apprendere, apprenderla, apprenderlo, apprenderne, apprenderò, apprendersi, apprendesi, apprendesse, apprendessi, apprendessono, apprendesti, apprendete, apprendeva, apprendevano, apprendi, apprendiamo, apprendiate, apprendo, apprendon, apprendono, appresa, apprese, appreseno, appreser, appresero, appresersi, appresesi, appresi, appreso, appreson, appresono, appresorsi, apprindi, apprisi, apprìu, aprehendere, apreise, apreiso, aprend, aprenda, aprendando, aprendare, aprende, aprendeami, aprendeano, aprendemo, aprendenti, aprender, aprenderà , aprenderai, aprenderassi, aprendere, aprenderea, aprenderemo, aprenderia, aprenderò, aprenderono, aprendersi, aprendesi, aprendesse, aprèndesse, aprendesserse, aprendessino, aprendessono, aprendeste, aprèndete, aprendeva, aprendevano, aprendi, aprendiamo, aprendiate, aprendo, aprendono, aprendre, apresa, aprese, apresene, apreseno, apresero, apresesi, apresi, apreso, apresono, apresse, aprexe, aprexi, aprexo, aprezo, aprisi, aprixi, aprizo, 'pprindi.

0.2 Lat. apprehendere (LEI s.v. apprehendere).

0.3 Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.): 2.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Poes. an. sang., 1270-71; Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Quindici segni, 1270-90 (pis.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Lucidario lucch., XIII/XIV; Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi).

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.); Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.); Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.); Legg. S. Caterina ver., XIV in.; Elucidario, XIV in. (mil.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Stat. bologn., 1343; Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Stat. perug., 1342; Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.).

In testi sic.: Lett. sic., 1341 (2); Lett. catan. (?), 1370/79 (2).

0.7 1 Prendere, mettere mano a qsa, afferrare qsa (per servirsene; anche in contesto fig.). 1.1 Prendere in possesso, mettere sotto il proprio dominio qno o qsa. 1.2 Pron. Accingersi a compiere un'azione; cimentarsi, dedicarsi. 1.3 Pron. Trovare riparo, rifugiarsi. 1.4 Pron. Unirsi a ciò con cui si è in contatto, aderire; attaccarsi, appiccicarsi. 1.5 Germogliare, nascere (anche in contesto fig.); attecchire, allignare. 2 Prendere fuoco, accendersi. 2.1 Fig. Insorgere con violenza, accendersi (rif. a un sentimento). 3 Comprendere con la mente, capire. 3.1 Acquisire una conoscenza, imparare. 3.2 Insegnare; istruire. 4 Sost. Facoltà di imparare. 5 Venire a sapere (una notizia).

0.8 Fabio Romanini 07.09.1999.

1 Prendere, mettere mano a qsa, afferrare qsa (per servirsene; anche in contesto fig.).

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 24.35, pag. 84: Ella, pensanno ch'eo male avesse, / che non me moresse tutta tremava: / era besogno che lume apprendesse / e me scopresse, puoi me mirava / e non trovava nulla sembianza / de mia lamentanza, perché fosse stata.

[2] Bonagiunta monaco (ed. Pollidori), XIII ex. (fior.), (son.) v. 9, pag. 157: Amor non è che un substanzïale, / dal qual diriva, per accidentale, / a sua sembianza speze per ragione. / Natura e carne fê' comunïone, / qual per apost'ogn'animante vale. / Ma io, per tal seguire, appresi vesta / che m'àne altero, degno per più fino.

[3] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 17, pag. 37.32: E l'omo che vole prendere del balsamo sì se ingengna com'elli lo puotesse fare adormentare; apprende una arpa o altro stormento e sì li va a sonare presso per che elli s'adormenti.

[4] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 48.41: così l'uomo cade per se, e per sua volontà in peccato, ma uscire non ne possono sanza l'aiuto del nostro Signore, che li dona l'armatura di penitenzia per la quale elli puote vincere il suo avversario, cioè l'armatura che san Paulo comanda apprendere in questa battaglia.

[5] Stat. bologn., 1343, pag. 257.4: In prima che tutti i doturi e gudisi citadini e forastieri che legeno in Bologna e che ano salario dal dito comune per la letura siano tignudi e dibano apresentare e recogliere la matina lo dì de la festa de san Petronio in lo cortile de nostri signuri Antiani per aconpagnare i diti signuri a la dita festa e oferire e prexentare a la chapela de san Petronio in questo modo e forma: [[...]] quili che ano de salario meno de l. C l'ano uno dupiero de cira de l. III per zascaduno de loro aprixi...

1.1 Prendere in possesso, mettere sotto il proprio dominio qno o qsa.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 29.6, pag. 247: a simiglianza poss'io dir d'amore, / ch'aprende i suoi con amorosa lenza / mostrando bei sembianti sovent'ore, / e poi li tiene i· llunga penitenza...

[2] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), Canz. 1.8, pag. 3: Or da voi, che del fiore / del piacer d'esto mondo sete appresa, / com po l'om far defesa?

[3] Stat. perug., 1342, L. 2, cap. 72, par. 5, vol. 1, pag. 476.13: E che, ennante che la licentia se dia per la podestade overo capetanio overo alcuno degl giudece loro de entrare overo apprendere la tenuta overo posessione d'alcuna cosa, sia citato l'aversario...

1.1.1 Occupare; impegnare.

[1] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 3, cap. 121, vol. 2, pag. 59.29: Et qualunque apprendarà li corsi de l'aqua per lo detto fossato o vero chiuderà, tollarò allui C soldi di denari per pena...

1.1.1.1 Fig.

[2] Ciuccio, Rime, XIII ex. (umbr.>tosc.), Ball. III.11, pag. 23: Or veg[g]io che d'amare / era [a torto] pensoso, / ond'eo ne so' gioioso enteramente. / Apresa m'ha la mente de dolzore / l'umilità che mostrate parlando, / e fàme sì giachito servidore, / che 'l spirto nol porrà durar mostrando...

1.1.2 Comprendere (essere comprensivo di).

[1] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Pr 31, vol. 5, pag. 792.26: Queste tre maniere di limosine apprendono tutte l'altre; chè per ciò si puote l'uomo salvare secondo il comandamento di Santa Chiesa, e perciò che a ciascuno sarà renduto secondo che servirà.

1.2 Pron. Accingersi a compiere un'azione; cimentarsi, dedicarsi.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 22.31, pag. 82: Oro ed argen[t]o avendo, / non mi toria mia doglia di ragione; / or dunque ben m'aprendo / dimandar lo sanar de la mia doglia...

[2] Dante da Maiano, XIII ex. (fior.), 45.33, pag. 141: Donqua bon è ch'a sofferir m'apprenda, / poi no 'm posso partire, / ca porria per soffrire, a mia parvenza, / venire a sua plagenza ed a meo grato.

[3] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 7, docum. 17.7, vol. 3, pag. 228: Se a mercatar t'apprendi, / per Dio guarda et actendi, / nel vender che tu fai, / come ti porterai.

[4] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), son. 72.4, pag. 617: Dolce Signor, dal qual ogne ben scende, / e se conserva com' vòl vostra grazia; / dolce Signor, nel qual tutt'e' solazia / e fuor del qual nïuno a ben s'apprende...

[5] Novelle Panciatich., XIV m. (fior.), 156, pag. 202.3: Or avenne che' maggiore fratello gionse in Parigi,...... cominciò a vedere a che si potesse aprendere di fare...

1.3 Pron. Trovare riparo, rifugiarsi.

[1] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 11.54, pag. 705: Negli ornamenti ha sollecita cura / ched e' non passin la ragion dovuta, / fuor ch'adornar la divina figura; / sempre fuggendo, quanto può, l'arguta / voglia del generare al qual s'accende / quanto concede la regola avuta. / E dov'ell'entra, da' furor difende / della fredda ira, lei con lieto foco / cacciandol fuor del loco ove s'aprende.

1.4 Pron. Unirsi a ciò con cui si è in contatto, aderire; attaccarsi, appiccicarsi.

[1] Stefano Protonotaro, XIII m. (tosc.), canz. 3.49, pag. 139: La mia mort'è cortise, / che moro e poi rivisco. / O Deo, che forte visco / mi par che sï' apreso a le mie ale, / che viver né morire non mi vale: / com'om che 'n mare si vede perire, / e camperia, potesse in terra gire.

[2] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 75, pag. 87.12: movendose fortemente, corre e salta en el grande boscho e foreste laove le vede più espesse e fondate, e cussì percutendose mattamente per grande podere e força che se sente, le sue corna s'aprende en tal guisa a li legni delli boschi che non se po partire e remane preso per le soi medesme corna.

[3] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 24, pag. 419.4: Onde, sì come, nato, tosto lo figlio alla tetta della madre s'apprende, così, tosto come alcuno lume d'animo in esso appare, si dee volgere alla correzione del padre, e lo padre lui amaestrare.

[4] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 561, pag. 37: Como, entendàtelo consegliare in note, / quamanto miraculu ne avenne / de quillo preite che·llu lectu tenne. / Signuri, ben sacciàtelo, quando lu lectu prese, / le mani vi·sse appicciàro, isso stesso se app[r]ese.

[5] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 84, pag. 232.2: Altri sono, che dicono, che quello, che l'api sugono, traendolo del più tenero dell'erbe, e de' fiori, si muta in quella qualità per confezione, e mescolamento, il quale è siccome il fermento, che per sua forza fa apprendere, e tenere insieme diverse cose.

[6] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 280.7, pag. 183: Lo scudo e l'elmo claman lor tesaoro / e 'l farseto per l'arme plen di suçine; / ay soy dinari non si aprende ruçine, / ma spendeno cog prodi arçento et aoro.

[7] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 469, pag. 787.10: pervenute novelle a Deanira che Hercule, suo marito, stava con Iole, e tutto il suo amore in lei avea messo, ignorante di tanta fellonia quanta Nesso avea composta, per rivocarlo a sé gli mandò per Lica, suo messo, una camiscia bagnata del velenoso sangue di Nesso; onde, messalasi Hercule, il tosco si scaldoe e come cera a le carni s'aprese e sanza il pezzo la camiscia non ne venia.

1.4.1 Fig.

[1] Quindici segni, 1270-90 (pis.), 462, pag. 259, col. 2: Or n'aprendiamo al sommo amore, / ciò est lo nostro salvatore: / et se a lui n'aprenderemo, / d'ongna male iscieremo...

[2] Poes. an. urbin., XIII, 7.103, pag. 552: «Bella sponsa, no· llo uccisi / né ppensai tale fullia; / da poi ke ccu lui m'apprisi, / no li ruppi compangnia...

[3] Rinuccino, Rime, XIII sm. (fior.), 6b.9, pag. 56: Così l'amore aprendesi a lo core, / moltiprica in pensare ed in vedere / ed in piacer, che lo porta e 'l conduce.

[4] Lucidario lucch., XIII/XIV, pag. 44.17: Disse lo discipulo: che dici tue delli buoni angioli che rimaseno in cielo? Disse lo maestro: noe neiente; ma quando elli li vedéno sì orgogliosi, si ne funo molto dolenti; e però sì s' apresono allo bene divoto in tucto e però sì funo afrenati.

[5] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 12.1, pag. 33: Se amor s'aprende pur a gentil core / et vertüoso, come se ragiona, / et s'el conven ch'el ami ogni persona / la qual fi amata da vero amatore, / come pò in alcun vil cader amore?

1.4.2 Pron. Trovare sostegno, appigliarsi (anche fig.).

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), [canz.] 1.48, pag. 14: Lo non-poter mi turba, / com'on che pinge e sturba, / e pure li dispiace / lo pingere che face, / e sé riprende, / che non fa per natura / la propia pintura; / e non è da blasmare / omo che cade in mare - a che s'aprende.

[2] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), Provenzano, 91, pag. 911: Rug[g]ieri, or lo facciamo, / k' i' n'ò konsolazione: / ki·s'aprende al buon ramo / non mangia rio bokone.

[3] Monte Andrea (ed. Menichetti), XIII sm. (fior.), son. 116b.8, pag. 358: ma chi 'l senn'a<ve>, colui è richesto, / che per usanza amico tutor veg<g>io: / chi non sa si riduce a buon maesto, / ed io per me di tal voler mi reg<g>io: / ed aprendeami a voi di saver questo: / quel che sormonta e mantene in seg<g>io / fin pregio, e a ciò volere sì aresto.

[4] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 6, cap. 8.32, pag. 229: S'èe di mezzana età, breve dico: / Pensi c'ò detto, e che dico seguente; / Chè tale à vecchia etate e giovan chuore, / E tal contrario stato. / All'uno o ll'altro s'aprenda con' sente / C'a sua natura si convengnia fare.

[5] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 2986, pag. 127: Io sum altrosí pro e çentil, / Como era lu, savio e sotil. / Con altri non ve podé vu aprender, / Che cossí ben ve possa render / Per lo servixio e guiderdon, / E sia chi vuol, conte o baron, / Con possio mi, ço ve digo ben.

[6] Fr. Ismera Beccanugi, Per gran, XIV pm. (fior.), 37, pag. 61: Or che mia vita sì è in tanto errore / Ch'io me medesmo consumo ed offendo, / E trovo vano ciò a ch'io m'apprendo: / E ciascuna virtù a voler mi stanca.

[7] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VIII, cap. 54, vol. 1, pag. 495.6: Questo papa fece VII cardinali romani, i più suoi parenti, intra gli altri, a priego di messer Gianni capo della casa della Colonna suo cugino, fece cardinale messer Jacopo della Colonna, acciò che ' Colonnesi non s'apprendessono all'aiuto degli Anibaldeschi loro nemici, ma fossono in loro aiuto...

[8] Sennuccio dal Bene, a. 1349 (fior.), 9.13, pag. 49: Conforto attendo d'un vostro sermone, / ché a quel che voi direte ch'io m'apprenda / per preso fia, e passerà 'l martíre.

1.5 Germogliare, nascere (anche in contesto fig.); attecchire, allignare.

[1] Pamphilus volg. (ed. Mascherpa), XIII t.q. (venez.), pag. 178.8: E sovençe fiade rei nomenance sì acusa le fantesele sença colpa, e no cesa agnunca causa aprendere la falevol envidia.

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 86, pag. 244.30: Egli mi disse, che neuna cosa gli facea tanto bene, perocchè questo il difendea dal freddo, e dal vento, e nol lascia crollare, e per questo modo soffera, che le radici s'apprendano, e nascano...

[3] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 25, pag. 113.8: Voglionsi porre i cavoli quelli che sono di minor crescenza: imperocchè, avvegnachè forsi più tardi s'apprendano, adventan più forti, e valorosi.

[4] Contrasti Laur. XLII.38, XIV (tosc./merid.), 1.27, pag. 10: Tutto lo 'ntorniai di magiorana, / fu di magio, lo bel mese; / tre volte lo 'naffiai la settimana, / [che son dodici volte al mese, / con aqua chiara di viva fontana]. / Sir Idio, come ben s'aprese! / Or'è in palese - che mi fu raputo.

[5] Laudario Magliabech., XIV sm. (fior.), 59.7, pag. 266: Tu giglio aulente apreso di spina, / gemma splendiente in terra marina, / rischiara la mente di luce divina / et danne doctrina di te honorare.

2 Prendere fuoco, accendersi.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 657, pag. 551: Entro la secca paia ben s'aprende lo fogo: / cusì fasen le moneche putaria quand à logo.

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 7, pag. 172.19: E già avemo molte volte veduto e·lle montagne a sommo le plante, le quali so' chiamati cerri norze, le quali so' esca e aconce a recévare lo fuoco, per lo calore del sole èssare apreise de fuoco, e fumare e ardere lo cerro.

[3] Matteo dei Libri, XIII sm. (bologn.), 50, pag. 148.9: E, per Deo, non dormiati, ke 'n piçola hora se pote apprendere gran foco...

[4] Cronica fior., XIII ex., pag. 126.19: Ed uno grande fuoco s'aprese in Firenze, nella torre della Volpe; onde tutta Terma arse.

[5] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 41, pag. 61.34: e quando viene lo tempo ch'ella [[la fenice]] è cussì invecchiata, e ella si va et rauna legname che sia bene secco e di calda natura, e fanne una capanella là dove lo sole à grande potentia di caldo, e sta dentro da questa capanella e batte l'ale, sì che cussì faciendo, questo legname apprende e ella si arde...

[6] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 3, quaestio 14-15, pag. 187.23: \D.\ Que in quele? \M.\ La primera è uno fogo de tal natura ke, poy k'el è sema apreso, tuto lo mar no lo porave asmorzare...

[7] Stat. pis., a. 1327, L. 1, cap. 70, pag. 77.48: Et li decti homini XX siano tenuti et debbiano traggere di dì et di nocte a tucti romori o fuochi, se s'aprendessino o facessino in de li suprascripti possessioni...

[8] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 4, pag. 23.20: e perché l'aria bassa è più spessa che l'alta, come detto è, lo calore del Sole vi s'apprende più tosto...

[9] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 126.12: El mercholedì a dì 20 di magio 1356, la notte del martedì sopra il mercholedì, in sulle cincque ore, s'aprese il fuocho in nella chasa del popolo...

[10] San Brendano ven., XIV, pag. 160.12: E in quela fiada tuta l'aqua de lo mar se comenzà intorbar e a muover, e puo' se aprese e feva gran flama in molte parte...

2.1 Fig. Insorgere con violenza, accendersi (rif. a un sentimento).

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), Son. 21.10, pag. 286: Lo dardo de l'Amore là ove giunge, / da poi che dà feruta sì s'aprende / di foco c'arde dentro e fuor non pare...

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), canz. 1.18, pag. 261: La gioi' ch'eo perdo e lasso, / mi strugg'e mi consunma / como candela ch'al foco s'accende. / E sono stanch'e lasso: / meo foco non alluma, / ma, quanto più ci afanno, men s'apprende.

[3] Poes. an. sang., 1270-71, 1, pag. 69: Ardente foco al core s'è ap(re)so: / disaveduto mai nol vidi tale...

[4] Jacopo Cavalcanti, a. 1287 (fior.), 2.2, pag. 236: Amore, gli occhi di costei mi fanno / aprender dentr'al cor, sì che s'accende, / una fiamma amorosa che discende / a le mie membra angosciose...

[5] Legg. S. Caterina ver., XIV in., 1267, pag. 297: A l'onor de l'avenente ò trata sta legenda / de scriptura volgarmente, però c' ognomo l'entenda / e desirosamente enelo so amor s'aprenda, / et en le humelmente meta soa facenda.

[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 107.3: E la Reina, già ferita di grave amore e di grave sollecitudine d'amore, nutrisce la ferita per le vene, ed aprendesi di cieco fuoco.

[7] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), cant. 1, ott. 61.3, pag. 18: Amore a ciascun ben Moraccia prende / per alto suo valore in ogni loco; / ben è beato chi con lei s'aprende / in dolce fiamma d'amoroso foco...

[8] Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.), L. 34, pag. 304.9: Adunqua Pirro, essendo constituto indell' alteza de lo suo regno, sì se aprese et infiammao fervenetemente dello amore de Hermione...

3 Comprendere con la mente, capire.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 1, cap. 3, pag. 8.3: E conciosiacosachè l'uomo non può appréndare nè operare lo 'nsegnamento di questo libro, senza la grazia di Dio, perciò che con più è l'uomo in grande signoria ed in grande altezza, più à mistieri della grazia di Dio, acciò ch'elli possa fare l'opere di vertù, e 'l suo popolo addirizzare a via di verità.

[2] Dante, Convivio, 1304-7, II, cap. 12, pag. 119.10: però che della donna di cu' io m'innamorava non era degna rima di volgare alcuna palesemente poetare; né li uditori erano tanto bene disposti che avessero sì leggiere le [non] fittizie parole apprese; né sarebbe data [per] loro fede alla sentenza vera come alla fittizia...

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Purg., c. 29.50, vol. 2, pag. 500: ma quand'i' fui sì presso di lor fatto, / che l'obietto comun, che 'l senso inganna, / non perdea per distanza alcun suo atto, / la virtù ch'a ragion discorso ammanna, / sì com'elli eran candelabri apprese, / e ne le voci del cantare 'Osanna'.

[4] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 13, pag. 637.13: Viene anche quiete e pace da una naturale simplicità e mansuetudine nell' anima, la quale non è di grande merito. Viene anche da virtù provata, lungo tempo esercitando sé per apprendere quello che è più buono piacere di Dio...

3.1 Acquisire una conoscenza, imparare.

[1] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1608, pag. 78: Per nui a morte se conduse: / Questo devem nui ben saver, / E molto fermamentre crer / Q'el se divise en Trinitate, / Sì con fo la soa volontate / E mostrà ne la soa dotrina, / Ço è la scritura divina. / Guai a quelor qe no g'atende / E volontera no l'aprende!

[2] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 5.21: Orator è colui che poi che elli àe bene appresa l'arte, sì ll'usa in dire et in dittare sopra le quistioni apposte, sì come sono li buoni parlatori e dittatori...

[3] Proverbia pseudoiacop., XIII (abruzz.), 191, pag. 35: Se boy arare apprendere, 'pprindi da chi bene ara, / Ka pocki sapii trovase ke da li folli 'mpara.

[4] Dino Compagni, Rime, XIII ui.di. (fior.), 6.81, pag. 385: Donzello che fin pregio aver ispera / Primeramente s'aprenda d'amare, / C'amor fa manti in fin pregio avanzare...

[5] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 89.10, pag. 423: Enderno à tempo e dinar speiso / chi in scora no [à] apreiso.

[6] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 14, proemio, pag. 260.16: l'uno modo di conoscere, e apprendere Idio è per la sua essenzia, la quale è la bontà di Dio...

[7] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 1, pag. 334.18: Di Lucio Paulo è d'apprendere la memoria in tale generazione di laude.

[8] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 10.5, pag. 263: Con'più mi specchio in lo 'ntelletto e guardo con gli occhi miei (che pur ragione intende) l'effetto e 'l frutto che 'sto mondo porge, tanto più el truovo crudel et buxardo, contrario a quel che di fuor gli occhi apprende, che vede l'esca e l'amo entro non scorge.

[9] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 10, parr. 25-30, pag. 217.3: [73-78] Qui miser Farinata dice: «Se li mei hano male apresa la arte de caciar via li inimici de le cità, questo me dà tormento più che questa pena».

3.2 Insegnare; istruire.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 703, pag. 552: Lo seno de le femene da lo nostro è deviso: / cotal pres eu de femena lo planto con' lo riso, / qé chascun'à 'l so oglo ensegnat'et apreso / qe plora quando vole, così m'este -l aviso.

[2] Tomaso di Sasso (ed. Contini), XIII pm. (tosc.), canz. 6, pag. 91: Già senza sospirare / Amore me no lascia solo un'ora. / Deo, che folle natura - ello m'aprese! / Ch'io non saccio altro fare / se non penzare: - e quanto più mi sforzo, / allora meno pozzo - avere abente...

[3] Gl <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 2, cap. 5, pag. 162.17: Puoi che noi avemo detto che i padri e le madri debbono governare ei loro figliuoli, noi provaremo per tre ragioni ched ellino debbono insegnare ed apprèndare li articoli della fede cristiana, mentre ch'ellino sono giovani.

[4] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 3, pag. 50.3: E Gieromìa: «Misse de sopra focho e·l'ossa mieie, e amaestrò me». E apresso: «Per onne doglia e fragielli aprese Ieruçalem». || Cfr. Margueron, Guittone. Lettere, p. 75.

[5] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 51.4, pag. 269: E sì mi piace padre argomentoso / in mantener suo figlio costumato / di bei costumi, e facc[i]al temoroso; / e che l'aprenda sì che sia laudato, / e che lo 'nvii e fac[c]ialo studioso, / di buoni asempri sempre amaestrato...

[6] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 3, cap. 12, pag. 122.21: Follemente pensate, Marsiliesi; ma io vi apprendarò che sicuro puote andare in battallia chi ad me si tiene.

[7] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 51, pag. 165.6: Gli altri chiamansi segugi perchè seguitano la bestia infino alla fine. Onde ve n'è di tali che sempre seguitano ciò che uomo loro apprende in gioventù, sì che gli uni cacciano cervi, ed altri bestie campestri, altri cacciano lontre, e lepri, ed altre bestie che usano in acqua.

[8] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 1, cap. 19, pag. 118.14: e inperciò si legie che i filosafi antichamente aprendeano e amaestravano i loro filiuoli, e i loro singniori amonivano che lli faciessero nodrire e ben costumare a savie nodrici...

[9] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 16, par. 20, pag. 102.9: Ché sse chatuno sa i suo' costumi e inglinazioni naturali disideri, melglo crede e ppiù forte a ccolui che llui apprende e amonisscie.

4 Sost. Facoltà di imparare.

[1] Scienza fisiognomia, XIV pm. (tosc.), pag. 7.20: et cului veramente che le suoi ciglia di peli arà rade, et quelle arà misurate, non troppo lunghe nè troppo corte, quel cutale omo dè essere naturalmente di buona prolazione, cioè parladura, di bona apprensione, cioè di bene apprendere e di fino intellecto.

5 Venire a sapere (una notizia).

[1] Lett. sic., 1341 (2), pag. 121.14: Kisti novi, Signuri, apprìu arsira pir tri homini da cavallu, scuteri di lu conti Scaluri, ki fugeru da la hosti e vinniru a la fidilitati...

[2] Lett. catan. (?), 1370/79 (2), pag. 158.9: Hecu ki eu appr[isi] nova di la vostra venerabili paternitati pir frati Thomasi...

[u.r. 08.05.2023; doc. parzialm. aggiorn.]