APPRENSIVO agg.

0.1 apprensive, apprensivo, aprehensivo, aprensive.

0.2 Lat. mediev. apprehensivus (LEI s.v. apprehendere, 3, 326.50, 330.42).

0.3 Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.): 1.

0.4 In testi tosc.: Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.); Ottimo (terza red.), a. 1340 (fior.); Teologia Mistica, 1356/67 (sen.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Dotato di capacità di apprendimento. 1.1 Riguardante la facoltà di apprendere, cognitivo.

0.8 Fabio Romanini 06.07.1999.

1 Atto a percepire, dotato di capacità di apprendimento.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. II, pt. 1, pag. 52.11: Semelgliantemente l'operatione de l'a(n)i(m)a sensitiva a tale a(n)i(m)a del cielo non si convengono inperciò ke, secondo ke [dicie] el filosofo, tutti ei sensi àno fondamento sopra el senso del tacto, lo quale ène aprehensivo de le qualitati elementali, e al minore organo sensitivo è mestieri ke abbia determinata proportione secondo alcuna conmistione d'elementi, da la quale natura de li elementi el cielo ène partito.

[2] Ottimo (terza red.), a. 1340 (fior.), pag. 138.5: e fue dotato delle septe liberali arte - gramatica, dyaletica, rectorica, arismetrica, geometria, musica et astronomia -, le quali non solamente convegnono a li huomeni liberi, ma debbono liberare li huomeni da cose basse e vili e dotollo d'excellentissimo ingegno apprensivo della natura delle cose humane e delle divine, sì ed in quanto è possibile a potere per sciença imprendere...

1.1 Riguardante la facoltà di apprendere, cognitivo.

[1] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, part. 4, pag. 88, col. 2.36: Imperciocchè imprima mi conviene comprendere con l'occhio di fuori o vero con alcuno sentimento corporale la cosa dilettevole, ch'io mi diletti in essa; acciò ch'io la desideri d'avere. E siccome è in queste cose apprensive sensibilmente, così sarà nelle cose intellettuali, che la mente conviene che innanzi pensi di Dio, o vero d'alcuna cosa dilettevole, ch'ella possa esso Iddio, ovvero diletto desiderare, ovvero in esso dilettarsi.

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. V (i), par. 164, pag. 319.20: La quale attitudine ha ad aoperare che, così tosto come questo cotal vede alcuna femina, la quale da' sensi esteriori sia commendata, incontanente quello, che di questa femina piace, è portato alle virtù sensitive interiori e questo primieramente diviene alla fantasia e da questa è mandato alla virtù cogitativa e da quella alla memorativa; e poi da queste virtù sensitive è trasportato a quella spezie di virtù, la quale è più nobile intra le virtù aprensive, cioè allo 'ntelletto possibile, per ciò che questo è il recettaculo delle spezie, sì come Aristotile scrive in libro De anima.

[u.r. 05.02.2018]