APPRESSOCHÉ cong./avv.

0.1 adpresso che, appresso che, appressochè, apreso che, apresso che, apressoché.

0.2 Da appresso 1 e che.

0.3 Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.): 2.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Palamedés pis., c. 1300; Lett. pist., 1331.

In testi sett.: Tristano Veneto, XIV.

In testi mediani e merid.: Dom. Scolari (ed. Grion), 1355 (perug.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

0.7 1 [Esprime successione nel tempo:] dopo che. 2 Avv. [Esprime approssimazione:] quasi, circa.

0.8 Fabio Romanini 17.12.1999.

1 [Esprime successione nel tempo:] dopo che.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 42, pag. 260.5: Avvenne che uno nobile pretore di Roma sposò una donna due giorni appresso che ella fu partita dal suo marito che ella aveva avuto.

[2] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 44, pag. 70.20: Ma appresso che la notte fue venuta e lo ree sì fa dare conmiato a ttutti li suoi baroni e ffae dire loro che lo ree ee malato di sua persona.

[3] Palamedés pis., c. 1300, pt. 2, cap. 86, pag. 151.17: [A]ppresso che Febus si fu partito là u' elli avea lassato lo gigante in mezo del camino, elli cavalca tanto elli e suo compagnone, che perveneno fine al tempio u' la festa si dovea tenere...

[4] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 21.33: Ma i quattro fabbri che li mostròe appresso che vennero per questi quattro pensieri dinanzi detti, che quando l'uomo pensa ond'elli viene, e intende e conosce la prodezza, e la viltà e la fragilità di sua nascenza...

[5] Lapo Gianni, XIII ex./1328 (fior.), 12.25, pag. 592: Appresso che lo tuo dire amoroso / prenderà la sua mente con paura / del pensoso membrar ch'Amor le dona, / dirai com'io son sempre disïoso / di far li suoi piageri oltre misura, / mentre la vita mia non m'abbandona.

[6] Paolino Pieri, Merlino (ed. Cursietti), p. 1310-a. 1330 (fior.), 22, pag. 23.27: E però voglio che ognuno il sappi: ché questo è l'esemplo per che la Marca Amorosa diventerà Dolorosa; e Lombardia e Romagna e Toscana ne sentirà, e saranno altressì dolorose ivi appresso che la Marca il suo nome arà cambiato d'Amorosa in Dolorosa».

[7] Lett. pist., 1331, pag. 252.8: E' dectori nostri sono stati male studiati, per ciò che Giovanni andò a Parigi incontenente lo sabatto apresso che foste partito...

[8] Dom. Scolari (ed. Grion), 1355 (perug.), L. 11, pag. 338: Dopo la legge del gran patriarca / ciò fu la terza etade d'Abraè / appresso che Noè uscì dell'arca / seguendo poi derieto a Moïsè / furon nel mondo quattro gran monarca, / io dico regni, innanzi che la fè / fosse di Cristo data per escritto.

[9] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 5, par. 6, pag. 171.2: Io chiamo iddio a ttestimonanza non solamente contro al mio corpo, ma altressì contro alla mia anima, s'io mento di quello ch'io vi parlo: ch'io non sono punto venuto a Corinthe, oltre, questo apresso che io son partito da vvoi.

[10] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 32, pag. 280.10: De li processy soy, como procese a lluy, de poy fo partuto da Troya, e mentre andao peregrinando per lo mare, et appresso che applicao in Toscana la presente ystoria no declara, né lo scribe, ma chi lo vole sapere lega lo libro Eneydos, che fece Virgilio.

[11] Tristano Veneto, XIV, cap. 450, pag. 410.14: Dio ve dia bona aventura; et apreso che vui me avé fato cortesia de dir-me lo vostro nome, io ve priego che vui me disé anche lo nome deli vostri conpagni».

2 Avv. [Esprime approssimazione:] quasi, circa.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 13, pag. 233.1: Appresso che per ispazio di settecento anni, cioè da Ostilio Tullio infino a Cesare Augusto, una estate solamente non sudaro di sangue le membra de' Romani... || Cfr. Orosio, Hist., IV, 12, 9: «Per annos prope septingentos...».

[2] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 15, pag. 22.3: Ed ancora appressochè la terza, o la quarta parte de' giovani che più acconci si trovano, con arco di legno e saette da giuocare debbono al palo spesse volte far prova. || Cfr. Veg. Mil. 1, 15: «Sed prope tertia uel quarta pars iuniorum...».

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 2, pag. 54.8: Per ciò che, conciofossecosa che la schiatta de' Potizii che solea usare di fare il suo sacrificio [[...]] recaro quello officio a farlo fare a' loro servi [[...]], tutti quelli della casa, che per novero furono oltre a trenta uomini, inanzi che l'anno compiesse morerono, et il nome de' Potizii, ch'era diviso in dodici famiglie, appresso che non venne meno, et Appio perdè il vedere.

[u.r. 05.02.2018]