APPREZZARE v.

0.1 appreça, appreçça, apprecia, appreçia, appreciaru, appreciatu, appretierano, apprezare, apprezaro, apprezate, apprezati, apprezato, apprezatu, apprezino, apprezza, apprezzando, apprezzandola, apprezzano, apprezzare, apprezzarono, apprezzata, apprezzate, apprezzati, apprezzato, apprezzava, apprezzerà , apprezzerebbero, apprezziarono, apreça, apreçça, apreççato, apreçiare, apreciari, apreciata, apreciati, apresia, apresià , apresïa, apresiada, apresiade, apresiadha, apresïadha, apresiadhi, apresiadho, apresiadi, apresiado, apresïae, apresiando, apresïao, apresiar, apresiare, apresiata, apresiato, apresiava, apresié, apresierà , apresio, apretia, apretiare, apretierò, aprexia, aprexiado, aprexiarave, aprexïata, aprexiava, aprezandu, aprezari, aprezatu, aprezava, aprezi, aprezza, aprezzarà , aprezzaray, aprezzare, aprezzata, aprezzate, aprezzati, aprezzato, aprezzò, aprisiare, aprisiata, aprixiada, aprixiar, aprizarissi.

0.2 Lat. tardo appretiare (LEI s.v. appretiare).

0.3 Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.): 2.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>; Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi); Stat. pis., 1321; Gramm. lat.-aret., XIV m.

In testi sett.: Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.),

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Doc. orviet., 1339-68, [1361].

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Determinare il prezzo di un bene, stimare. 1.1 Fig. 2 Valutare positivamente, stimare, ammirare.

0.8 Fabio Romanini 17.11.1999.

1 Determinare il prezzo di un bene, stimare.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 4, cap. 6, pag. 121.22: E la prima maniera si è, ch'ellino sono orgogliosi; e la ragione si è, che quelli ched à ricchezze, si crede avere il pregio e la dignità di tutti gli altri beni, e pârli che tutte le cose possano e debbiano essere apprezzate per li denari, e perciò sono orgogliosi.

[2] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 17.24, pag. 126: O tesauro envento / che non te po' stimare, / né auro né argento / non te posso apprezzare: / qual om de te sta lento / sì cade en gran fetore.

[3] Stat. sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 1, cap. 296, vol. 1, pag. 222.18: Et se averrà che cavalli s'impongano ne la città, per lo comune, el camarlèngo et IIIJ proveditori del comune di Siena, anzi che li brevi si dieno a coloro, a' quali saranno imposti, sieno tenuti et debiano elegere tre buoni, sufficienti et leali huomini, cioè, uno di ciascuno Terzo, e' quali giurino et sieno tenuti, a buona fede senza fraude, apprezare, secondo la valuta di ciascuno cavallo...

[4] Stat. pis., 1321, cap. 132, pag. 335.22: E sensa fraude, col mio conpagno, ad apretiare u extimare corredi, quandumque inchesto ne serò da le parte, u loro messi, anderò incontenente, ogni dimoransa et ocagione cessante.

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 1, vol. 2, pag. 193.30: 5. Gayu Neyu Domiciu per una discordia qui nassiu intra issu et Luciu Crassu so compagnuni a lu officiu li oppusi que issu avia certi colonni di gran preciu in sua casa. Lu quali Domiciu adimandatu da Crassu quantu issu aprezava la casa sua, rispusi Domiciliu: «Sessanta sestertij».

[6] Stat. sen., 1343 (2), L. 2, pag. 122.13: Se el tengnitore non aconciarà overo tegnirà el panno come debba overo esso panno guastarà, sia tenuto di mendare esso panno siccome el mercatante che gli l'avarà dato aprezzarà overo se esso renda così come egli ene neuno prezzo ne possa adimandare.

[7] Gl Gramm. lat.-aret., XIV m., pag. 38, col. 1.15: Liceor, ris, per apreçiare.

[8] Doc. orviet., 1339-68, [1361], pag. 143.33: Anque ebe I taula di nocie, la quale fu aprezzata fior. I d' o(ro).

[9] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 14, terz. 20.2, vol. 1, pag. 160: Per lo miglior torna addietro Carlotto, / che San Germano il tuo podere apprezza / per questa volta men d'un bicchier rotto...

[10] Bibbia (08), XIV-XV (tosc.), Zc 11, vol. 8, pag. 353.15: 13. E disse lo Signore a me: tutto quello prezzo ch'io sono apprezzato da loro, piglialo e gettalo al statuario. E tolsi XXX danari d'argento, e gitta'li nella casa di Dio allo statuario.

1.1 Fig.

[1] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 70, pag. 344.25: E gli è ben vero che le cose sono pur più nobili l'una che l'altra secondo natura: la carità aprezza la cosa vile vile, e la preziosa preziosa. L'omo ha posto nome di prezzo a tutte le cose, qual dunque è il prezzo di Dio?

[2] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 96.3: La terza ragione, perchè lo stato di virginitade è da lodare, si è per sua bontade, e per lo profitto che ne viene, perocchè verginità è uno tesoro di sì grande valuta, che non puote essere apprezzato; onde la Scrittura dice, che neuna cosa è degna d'essere aguagliata al cuore casto di verginità, che verginità sopra tutti li altri stati porta il più grande frutto.

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 21, terz. 31, vol. 1, pag. 239: Danar nè gente a Carlo non mandava, / come gli avie promesso; onde 'l passare / nell'anno poi seguente s'indugiava. / E 'l detto Messer Gianni fece fare / lettere al Papa al Re Pier, che Cicilia / venisse tostamente a conquistare. / Po' come quel ch'a uccel s'aomilia, / del cavalcar, per fornir la bisogna, / men di due miglia apprezza le domilia.

[4] Bibbia (10), XIV-XV (tosc.), Rom 5, vol. 10, pag. 33.5: 13. E insino alla legge di Moisè il peccato stava nascoso in questo mondo; e non apprezzava l'uomo il peccato, quando la legge non era.

2 Valutare positivamente, stimare, ammirare.

[1] Patecchio, Splanamento, XIII pi.di. (crem.), 225, pag. 569: Unca no sper de mato qi s'amistat avrà, / c'amig non è de si, e meu como serà? / Parole d'omo mato no s'apresïa plu / [......] / Lo mat om en lo riso sì adalça le vose, / però fi cognosudo, no 's pò tenir ascoso; / e 'l savio se 'n reten, guarda luog e sasone, / né no lo farà rire se no iusta casone.

[2] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 185.25: In quel tempo florì, zoè fo aprexiado, Pompeyo de nacion de Spagna, el quale le ystorie de tut'el mondo dal tempo de Nin re de quelli de Assyria infina alla monarchia de Cesaro lu redusse in latina parola, distinguandole per libri XLIV...

[3] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 3, cap. 5, par. 12, pag. 85.11: La natura del bene allora è apprezzata, quando con perseveranza è accompagnata; chè minore cosa è le cose lodevoli cominciare che nel buono proponimento perdurare.

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 85.109, pag. 413: Quasi ogni terra se ge dà / per la gran bontae che 'l'à. / Perzò cascaun l'aprexia / che campion è de la Cexia.

[5] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2, docum. 5.630, vol. 2, pag. 208: Così fra grossa gente / un sol sottil possente, / tra donne la belleça / vedian che pur s'appreça, / ma meglio in lor et in huomini prova / chi de vertù ben fornito si trova.

[6] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 83, pag. 113.21: così zaschun quant' ello è plu obediente al bono e savio recthor tanto ello è plu da apresiar e da laudar.

[7] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 7, 97-111, pag. 172, col. 1.5: Ma perché l'ovra è tanto piú gradita... Çoè tanto piú è da apresiare quanto piú cortesemente è largita e piú perfettamente.

[8] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 1, vol. 1, pag. 71.8: 44. Ca intandu avinni unu cutal casu, que una fimina di summa dignitati, qui era di ultima vetraneza, assignata rasuni a li soy citadini commu divia muriri, avia urdenatu di intussicarssi et aprezava issa multu que la sua morti fussi plù hunurata et clarificata per la presencia di Pompeyu, et invitaulu.

[9] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 3, pag. 215.10: E però [[gl'uomini]] apprezziarono molto questa sciençia di cognoscere delle stelle, e d'essere certi de' loro movimenti, e di loro stati, e di loro figure, e di loro luoghi, e di loro vertudi, e di loro opere.

[10] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), 62.3, pag. 607: Conicoli solean, màngani e pugna, / valere a debellare onne fortezza; / ma posto sono a tal, che poco apprezza / ciascun de questi e del tutto i repugna.

[11] Tristano Veneto, XIV, cap. 343, pag. 308.9: Et quando Isota dale Blanche Mane olde tanto loldar et apresiar lo chavalier stragno lo qual ela havea garido, se ela lo havea davanti amado et honorado, cento atanto l'amava plui dapuò in qua et honorava et tigniva-lo charo...

[12] Framm. Queste Saint Graal, XIV (ven.), pag. 481.3: E sì li aveva letere scrite sì negre como carbon, le qual letere dixeva: «Coluy che plù me apresierà , coluy plù me doverave blasmar al gran bexogno, plù asè ch'elo non porave creder.

[u.r. 05.02.2018]