ÀRABO agg./s.m.

0.1 arab, arab', araba, arabe, arabi, aràbi, arabo.

0.2 Lat. arabus (LEI s.v. arabus).

0.3 Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.): 2.

0.4 In testi tosc.: Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.).

In testi mediani e merid.: Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.7 1 Dell'Arabia (in senso lato, di una delle terre dominate dagli arabi). 2 Sost. Nativo o abitante dell'Arabia. 2.1 Fig. [Con valore spregiativo:] rozzo. 3 Sost. Lingua araba.

0.8 Roberta Manetti 16.12.1999.

1 Dell'Arabia (in senso lato, di una delle terre dominate dagli arabi).

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 7, cap. 33, pag. 245.17: e, stabilita la battaglia, Giandres, figliuolo del re d'Erminia, ferì lo primo colpo de la battaglia, et era in sur uno afferrante destriere arabo...

[2] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 1, cap. 7, pag. 131.2: Tutti diciamo e affermiamo che la mia insegnia accompagna solo de' Cristiani, che sono al vostro soldo, tutta quella giente araba intendiamo colle spade tagliare o morto o preso la persona d'Alcafi.

[3] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), vol. 2, cap. 236.14, pag. 173.6: E queste Arabe femmine, correndo tutte verso noi per vederci, a modo come se noi fussimo una grande novità...

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. III, cap. 8, vol. 1, pag. 112.20: quando il detto Maomet fu in età di sua giovanezza, venne a stare al servigio d'uno ricco mercatante arabo, per menare suoi asini a vittura.

[5] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IV (i), par. 368, pag. 261.3: Averoìs. Averoìs dicono alcuni che fu arabo ed abitò in Ispagna; altri dicono che egli fu spagnuolo...

[6] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 185.13, pag. 241: Fama ne l'odorato et ricco grembo / d'arabi monti lei ripone et cela, / che per lo nostro ciel sí altera vola.

2 Sost. Nativo o abitante dell'Arabia.

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 7, pag. 12.28: E pósaro Anachata, e chiamarola bocca de leone; e poi pósaro Arcuf, e sono doe stelle parve, le quali nominaro li Arabi doi occhi de leone.

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 16, pag. 463.20: Pescennio Nigro, che in Egitto e Siria era fatto tiranno, appo Cizico vinse e uccise. [[...]] I Parti e gli Arabi, e gli Adiabeni, vinse.

[3] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 23, pag. 33.7: Mosul è uno grande reame, ove è molte generazioni di genti, le quali vi conterò incontenente. E v'à una gente che si chiamano arabi, ch'adorano Malcometto...

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 6.49, vol. 3, pag. 89: Esso atterrò l'orgoglio de li Aràbi / che di retro ad Anibale passaro / l'alpestre rocce, Po, di che tu labi.

[5] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 1, cap. 3, pag. 111.15: Conciossiacosachè 'l detto Re di Tunisi aveva nel suo paese nuovamente gienerata un'aspra guerra; che contro a lui era levato uno Arabo, chiamato per nome Alchafi, in compagnia di molti Arabi a cavallo e a piede, e ciò era per torgli la corona.

[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 7, pag. 244.4: muovono Marte nelle prime battaglie, quando apparecchiano la potenzia loro di fare lacrimabile guerra, overo a' Geti e alli Archani, e alli Arabi...

[7] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 379.22: lo quale pelo poi si vende bene in terra di saracini e di turchi che ne fanno corde e panni grossi per tende d'arabi...

[8] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 13, pag. 57.4: Lu Conti andandu in Calabria, li Arabi et Sarrachini, volendu guadanguari, sì vinniru in Sichilia, quasi in aiutu di li Sichiliani, cum grandi multitudini di genti, et vinniru a Castruiohanni.

[9] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 28.54, pag. 37: là sotto i giorni nubilosi et brevi, / nemica natural-mente di pace, / nasce una gente a cui il morir non dole. / Questa se, piú devota che non sòle, / col tedesco furor la spada cigne, / turchi, arabi et caldei, / con tutti quei che speran nelli dèi / di qua dal mar che fa l'onde sanguigne, / quanto sian da prezzar, conoscer dêi...

[10] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 11, pag. 70.6: La iente fu adunata grannissima da pede e da cavallo. Fuoro da quattrociento milia perzone da vattaglia. Fuoro tutte con mazze in mano e fionne: Perziani, Arabi, Saracini neri, Parti, Dulciani.

- [Con valore collettivo:] gli Arabi.

[11] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [son.] 146.8: sì che star voglio ormai stretto nel manico, / solo soletto chiuso in arboria, / alzando gli ochi a Quel, con mente pia, / che fe' l'arab'e 'l greco e l'alemanico...

- [Con valore collettivo:] l'Arabia.

[12] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 6, cap. 3.84, pag. 436: Questo braccio di mar, stretto in traverso, / lungo fra terra, vien dal mezzogiorno; / l'altro è di sopra tra l'Arabo e 'l Perso. /

2.1 Fig. [Con valore spregiativo:] rozzo.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 7, cap. 53, vol. 1, pag. 346.26: Veggendo era moneta di Cristiani, [[il re di Tunisi]] mandò per gli mercatanti pisani che allora erano franchi e molto innanzi al re [[...]] e domandogli che città era tra' Cristiani quella Florenza che faceva i detti fiorini. Rispuosono i Pisani dispettosamente e per invidia, dicendo: «Sono nostri Arabi fra terra», che tanto viene a dire come nostri montanari.

3 Sost. Lingua araba.

[1] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 11, par. 3, pag. 57.8: «Cierto secondo un trovatore», cioè a ssapere che che ddisciprina o arte, «poco o nniente uomo puote trovare, ma ddi tutti niuno insieme è ffatto alquna moltitudine». E quello che questo vuol dire la translazione di arab più apertamente il dichiara, che ddicie così...

[u.r. 09.02.2018]