0.1 aranci, arancio, arangi, arangna, arangno, araniu, ranci, rancia, rancio.
0.2 Ar. narang (DELI 2 s.v. arancio).
0.3 Doc. prat., 1247: 3.
0.4 In testi tosc.: Doc. prat., 1247; Stat. sen., 1298; Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.); Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.); Stat. pis., a. 1327.
In testi mediani e merid.: Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.).
In testi sic.: Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.).
0.5 Locuz. e fras. libro arancio 3.
0.7 1 [Bot.] Albero da frutto delle Rutacee (Citrus sinensis). 2 [Bot.] Frutto dell'arancio; lo stesso che arancia. 3 Agg. Di colore tra il rosso e il giallo, come le arance. 3.1 Di colore dorato.
0.8 Roberta Manetti 30.12.2004.
1 [Bot.] Albero da frutto delle Rutacee (Citrus sinensis).
[1] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 69.12: et combattero le case, et quelli difendendosi miservi il fuoco, et arsero le case d'intorno, ch'erano loro, et tagliaron loro il più bello giardino d'aranci et di cederni, che infino allora mai in Toscana fosse trovato o veduto, che de le ramora si coprì quasi tutta Firenze...
[2] Folgóre, Mesi, c. 1309 (sang.), 7.9, pag. 411: Aranci e cedri, dattili e lumie / e tutte l'altre frutte savorose / impergolate sien su per le vie...
[3] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 2. docum. 5.862, vol. 2, pag. 250: Lo fico sença flor ci porge il fructo, / l'arancio aulisce tutto / davanti al pome suo, / lo buono amico tuo / senza florir di parole fa dono...
[4] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), cant. 1, ott. 6.8, pag. 4: uccei v'avea e di molte ragioni, / aranci, pini, datteri e cedroni.
[5] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 11.22, pag. 214: Qui son le fonti chiare per condutto; / qui son gran laghi e ricchi fiumi assai, / che rendono in piú parti molto frutto. / Datteri, cedri, aranci dentro v'hai / e campi tanto buoni e sí fruttevoli, / quant'io trovassi in altra parte mai.
[6] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II. 5, pag. 100.11: Ella appresso, per la man presolo, suso nella sua sala il menò e di quella, senza alcuna altra cosa parlare, con lui nella sua camera se n'entrò, la quale di rose, di fiori d'aranci e d'altri odori tutta oliva...
2 [Bot.] Frutto dell'arancio; lo stesso che arancia.
[1] Stat. pis., a. 1327, L. 3, cap. 19, pag. 134.11: Et sia licito ad ogni persona di comperari et di rivendire in Villa et fuore di Villa arangi, cedri, et lomei, sensa alcuna pena.
[2] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), 2275, pag. 37, col. 2.23: Agli occhi focosi e riscaldati e rischiara forte lo vedere: R. albume d'uovo, sugo d'appio, sugo d'aranci, sugo di finocchi an. on. I, sugo di ruta on. ½, et mescola insieme come unghuento.
[3] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 850, pag. 193: Anco recaro grano, et chi orgio portava, / Chi ducea arangna, et chi fructi scarcava...
[4] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), lett. 20, pag. 80.32: Viene costà Meo Martini da Montalcino, il quale è una buona persona, e non estante la molta fameglia che à, credo che farà grande onore a Dio; e di tanta carità che sentendo l'accidente nostro, subbito ci venne con zuccaro, con vino et aranci e molte cose; ògli detto che vi faccia motto.
[5] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 40, pag. 600.21: Et ancora vali assai si li dicti cripacci avirai a fricari cun lu araniu, e lavarili cun la urina di lu citellu e cun lu pumu coctu, finkí sun disfacti...
[6] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 237.18: a me feciono grande danno di masserizie, d'aranci e altri frutte, e di grano e orzo, ch'era in erba...
3 Agg. Di colore tra il rosso e il giallo, come le arance.
[1] Doc. prat., 1247, pag. 13.2: Mes(er) Copia f. s(er) Uberti ci de dare s. viij e d. j p(er) vij b. e meço di lo(m)bardese ra(n)cio e [sa(n)]giugno.
[2] Stat. sen., 1298, dist. 8, cap. 16, pag. 270.7: Item statuimo e ordinamo che neuno sottoposto dell'Arte de la Lana di Siena possa nè debbia lavare ne la piscina di sopra alcuna lana nè stame nè panni, se no' lana o stame o panni vermelli e verdi e gialli e sanguegni e uricellati e ranci, e lane e stame alluminate, e bambagini alluminati nei decti colori.
- [Econ./comm.] Locuz. nom. Libro arancio: libro di conti denominato dal colore.
[3] Libro dell'Asse sesto, 1335-46 (fior.), [1335], pag. 12.39: E dè dare Bonagio, dì 10 di maggio anno 1334, a fior.. Levammo ove dovea dare a libro rancio primo nel XXVII.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 23.100, vol. 1, pag. 392: E l'un rispuose a me: «Le cappe rance / son di piombo sì grosse, che li pesi / fan così cigolar le lor bilance.
[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. c. 2.9, vol. 2, pag. 20: sì che le bianche e le vermiglie guance, / là dov'i' era, de la bella Aurora / per troppa etate divenivan rance.
[3] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 2, pag. 21.7: ... sì che già era in tanta età l'aurora, che tutto l'Oriente era di chiarezza diventato rancio.
[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III. introduzione, pag. 179.2: L'aurora già di vermiglia cominciava, appressandosi il sole, a divenir rancia...
[u.r. 09.02.2018]