0.1 arcade, arcadi, arcadii, arcadio, arcado, archadi, archado.
0.2 Lat. arcadius (LEI s.v. arcadius). || Cfr. LEI s.v. arcas, per il tipo arcade (cfr. 0.5).
0.3 Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.): 2.
0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.).
In testi sett.: Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).
In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).
0.5 Un singolare arcade non è att. nel corpus, ma potrebbe nascondersi in una parte dei plurali arcadi.
0.8 Fabio Romanini 22.09.1999.
1 Della regione dell'Arcadia, in Grecia (Peloponneso).
[1] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 28, pag. 148.23: Egli soleva delli nostri prencipi giovinetti, li quali nelli loro aspetti ottimamente li reali animi dimostravano, alcuno dire essere allo arcadio Partenopeo simigliante...
2 Sost. Abitante della stessa regione.
[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 2, pag. 133.12: Perchè guardando ad una stagione l'assenzia degli Arcadi, uno loro castello subitamente assaliro; ma gli Arcadi, per la ingiuria a loro fatta, avuto l'aiuto dei Tebani, ricominciaro battaglie per furto.
[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3, cap. 9, pag. 115.20: Li Pisani vi vennero, e li Schiavoni et Arcade e quelli che uomo chiama Driope.
[3] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 10, pag. 627.33: Li Arcadi accesi per ammonimento, ragguardanti i chiari fatti dell'uomo Pallas, corrono d'ogne parte...
[4] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 10, pag. 178.21: Et intandu Turnu standu illocu dissi inver li homini di Pallas: «O vui Archadi di lu regnu di Evandru, rigurdativi di li mey paroli et ripurtiritili a lu vostru re et dirritili ki eu li rimandu a pPallas ki tantu avi miritatu».
[5] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 11, pag. 364.10: Li Arcadii ruinaro alle porte, e dell'antica consuetudine fiaccole presero da morti.
[6] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 41, pag. 72.6: Morto Pallante, Turno disse alli Arcadi, cioè alli cavalieri d'Evandro: «Abbiate a memoria di dire ad Evandro, ch'io gli rimando Pallante tale, quale egli ha meritato di riaverlo».
[7] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 1, cap. 12.19, pag. 36: Ercules, quel che ne le braccia tenne / Palantea, per lo suo valor, non meno / che gli altri, fece ciò che si convenne. / Evandro, con gli Arcadi, ricco e pieno, / una ne fabbricò nel monte mio, / maggiore assai che gli altri non mi feno.
[8] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. II, 39.62, pag. 213: Ove sardeschi e mauritan conversi, / ircani, arcadii e pelasgoni, / armeni, libani e calcedoni, / indi, mesopotami, arabi e scite, / e gente, più che qui sono, infinite?
[9] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 1, par. 48, comp. 6.13, pag. 75: Poy che cresciuto fue l'Archado bello, / andando in chaçça per la selva spessa, / trovò sua madre stessa / che in forma d'orsa venia contra luy.
[u.r. 09.02.2018]