0.1 arcane, arcano.
0.2 Lat. arcanum (LEI s.v. arcanum).
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.
In testi sett.: Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.).
In testi mediani e merid.: Poes. an. perug., c. 1350.
N L'att. in Jacopo della Lana è cit. dantesca.
0.6 N Doc. esaustiva.
0.7 1 Cosa razionalmente incomprensibile; mistero; segreto.
0.8 Roberta Manetti 22.12.1999.
1 Cosa razionalmente incomprensibile; mistero; segreto.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 26.44, vol. 3, pag. 430: Sternel la voce del verace autore, / che dice a Moïsè, di sé parlando: / 'Io ti farò vedere ogne valore'. / Sternilmi tu ancora, incominciando / l'alto preconio che grida l'arcano / di qui là giù sovra ogne altro bando».
[2] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 26. 25-45, pag. 576, col. 1.16: Sternilmi tu, çoè tu Evangelista, nello Apocalipsi primo: «Ego sum Alpha et O.», ec. L'arcano, çoè lo secreto del celo.
[3] Poes. an. perug., c. 1350, 506, pag. 29: Da puoi che tu sopra l'arcane entraste / d'un dubio voi che tu me faccie experto / per quello amor che tu e' noi portaste.
[4] Gl Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (i), par. 101, pag. 492.61: Perché «avello» si chiami, è detto davanti. Chiamasi «arca» per ciò che assai, essendo di pietra o di marmo, hanno quella forma che hanno l'arche del legno, nelle quali molti conservano il grano e le cose loro; ed è detta questa «arca», per ciò che ella ha a rimuovere il vedere delle cose che dentro vi sono, o il ladro da poterle torre, e di quinci viene «arcano», la cosa segreta.
[5] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 17.9, pag. 43: Apri lo arcano, et spira alcun soave / sòno, che a me fie dono, a te salute...
[u.r. 09.02.2018]