ARCOLAIO s.m.

0.1 arcolai, arcolaio.

0.2 Da lat. arculus (LEI s.v. arculus, 3, 926.40).

0.3 Boccaccio, Decameron, c. 1370: 1.

0.4 In testi tosc.: Boccaccio, Decameron, c. 1370.

N Att. solo fior.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Attrezzo composito usato per ridurre le matasse di filo in gomitoli.

0.8 Fabio Romanini 22.09.1999.

1 Attrezzo composito usato per ridurre le matasse di filo in gomitoli.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, Proemio, pag. 4.36: Adunque, acciò che in parte per me s'amendi il peccato della fortuna, la quale dove meno era di forza, sì come noi nelle dilicate donne veggiamo, quivi più avara fu di sostegno, in soccorso e rifugio di quelle che amano, per ciò che all'altre è assai l'ago e 'l fuso e l'arcolaio, intendo di raccontare cento novelle, o favole o parabole o istorie...

[2] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 155.3, pag. 148: - State su, donne! - Che debiàn noi fare? - / - Il più bel tempo non si vide mai. / Gittate gli arcolai, / i naspi con le rocche; / non siate sciocche / che cuscia nessuna!

[u.r. 09.02.2018]