ARIA s.f.

0.1aer, aër, äer, aera, aere, aëre, aero, agero, aiara, aier, aiera, àiera, aiere, àiere, air, äir, aira, aire, aïre, àire, äire, airi, airo, airu, ar', ara, âra, are, a're, âre, ari', aria, arie, ario, asgiere, ayera, ayre, ayrij, ayro, ayru, eira, ere, ero, êro, iere; x aiero.

0.2 Lat. aer (LEI s.v. aer). || Cfr. 0.5.

0.3 S. Francesco, Laudes, c. 1224 (assis.): 1.6.1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Ruggieri d'Amici (ed. Panvini), a. 1246 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Laude di Cortona (ed. Contini), XIII sm. (cort.); Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.); Lucidario lucch., XIII/XIV; Simintendi, a. 1333 (prat.); Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.); Lett. volt., 1348-53.

In testi sett.: Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.); Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.); Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.); Memoriali bologn., 1279-1300, (1287); Cronica deli imperadori, 1301 (venez.); Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Paolino Minorita, 1313/15 (venez.); Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342; Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.); Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.).

In testi mediani e merid.: S. Francesco, Laudes, c. 1224 (assis.); St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Regimen Sanitatis, XIII (napol.); Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.); Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.); Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.); Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.); Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Anche s.m. (aere).

Per varie ragioni non è di fatto possibile separare il tipo aer, aere da aria: non per genere, perché il genere nei contesti non è sempre determinabile; non come latinismo, perché forme come ayru (Giovanni Campulu, in cui è l'unica forma attestata) possono essere esiti spontanei di aer, e forme come ario possono essere retroformazioni da aria < aera. Si dovrà in questo caso seguire il LEI, che riunisce tutti gli esiti diretti e indiretti diaer in una sola voce.

Locuz. e fras. aere infiammato 1.4.2; all'aria 1.5.2, 1.5.3, 1.6.2; andare in aria 2.1; aria nera 1.3.2; aria scura 1.3.2; aria tenebrosa 1.3.2; aria tinta 1.3.2; avere l'aria 1.7.1.1; battere l'aria 1.7.3; buona aria 3.4, 3.5.1; cambiare aria 1.6.1.1.1.1; d'aria 1.1.1; di mala aria 3.5.5; di migliore aria 3.5.4; di una aria 3.5.3; di putta aria 3.5.5; in aria 1.5.2, 1.5.3, 1.5.3.1, 1.7.2; levare in aria 1.5.5; mala aria 3.5.2; montare in aria 1.5.4; montare presso l'aria 1.5.4; mutare aria 1.6.1.1.1.1; percuotere l'aria 1.7.3; per l'aria 1.5.2, 1.5.3; pigliare aria 1.8.2; pingere l'aria 1.7.4; porre in aria 1.5.4.1; prendere aria 1.8.1.1, 1.8.2; rendere aria 3.2; riprendere aria 1.8.2; sotto l'aria 1.6.2; tirare l'aria 1.8.1.1; togliere aria 1.8.1.1; tornare in aria 1.4.3, 2.1; trarre all'aria 1.7.1; trarsi all'aria 1.7.1; verso l'aria 1.5.2.

0.7 1 Sostanza gassosa trasparente, essenziale alla vita, che circonda la terra e forma l'atmosfera. 1.1 [Uno dei dei quattro elementi]. 1.2 [Come mezzo di conduzione del suono]. 1.3 [Considerata come mezzo di conduzione della luce, e quindi delle immagini alla vista]. 1.4 La sfera gassosa che circonda la terra, l'atmosfera. 1.5 Spazio sopra la terra (partic. quello attraversato volando: e anche il mezzo che permette il volo stesso); luogo posto in alto ripetto ad essa. 1.6 Il luogo dove hanno origine le perturbazioni; il cielo, la volta celeste (in partic. la sua apparenza all'osservatore). 1.7 Spazio vuoto, aperto, esterno, non delimitato. 1.8 Massa d'aria in movimento; brezza, vento. 2 Qualunque sostanza gassosa; vapore. 2.1 Fras. Andare, tornare in aria: diventare vapore, evaporare, scomparire. 3 Ciò che è percepibile da un osservatore; apparenza, aspetto. [Partic. rif. alle manifestazioni percepibili di uno stato d'animo:] atteggiamento, espressione. 3.1 [Rif. alla percezione uditiva anziché visiva]. 3.2 Fras. Rendere aria: assomigliare. 3.3 Tipo caratteristico (di una determinata località). 3.4 Locuz. nom. Buona aria: atteggiamento benevolo, bonario, cortese. 3.5 Fig. Stato d'animo, sentimento (che si esprime tramite l'atteggiamento); [generic.:] stato mentale. 4 [Per errore di trad. o da testo corrotto].

0.8 Roberto Leporatti; Maria Clotilde Camboni 23.11.2004.

1 Sostanza gassosa trasparente, essenziale alla vita, che circonda la terra e forma l'atmosfera.

[1] Guido delle Colonne, XIII pm. (tosc.), 5.80, pag. 110: La calamita contano i saccenti / che trare non poria / lo ferro per maestria, / se no che l'aire in mezzo le 'l consenti.

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 6, pt. 4, cap. 3, pag. 164.22: E per questa via ponno avenire l'epidimie e·llo mondo, e anco la coruzione de l'aere e altro...

[3] Poes. an. sett., XIII (2), 164, pag. 50: anch'e vara, / Falsa e rea en sua vitoria, / Memoria - de fumo, quando ascura / L'aire pura - che 'l vento chaça via.

[4] Regimen Sanitatis, XIII (napol.), 36, pag. 564: dico dell'airo como te promisi. / Airo de tucti dicise unu de li limenti, / lo plu necessario a l'omo certamenti, / ca nullo pote vivere un'ora solamente / se none attrae l'airo, eciamdio dormente; / per l'airo spirato e resp[ir]ato / dura la vita, bene esti provato.

[5] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 90.168, pag. 373: Sì como ferro ch'è tutto enfocato, / aira da sole fatta relucente, / de lor forma perdente son per altra figura, / cusì la mente pura de te è vestita, amore.

[6] Gl x Gramm. lat.-it., XIII ex. (ver.), pag. 504: Hic aer, huius aeris, l'aero.

[7] Cronica deli imperadori, 1301 (venez.), pag. 197.5: In questi tempi Donado veschovo de Pyro fo abù meravelgioso de vertude, el qual alcise un gran draghon, spuando in la bocha de quello, el qual a pena che VIII para de buò el pote trar allo luogho la che 'l fo arso, azò che se 'l fosse vegnù fredo, che lu non avesse corrotho l'aere.

[8] Folgóre, Semana, c. 1309 (sang.), 16.3, pag. 375: Quando la luna e la stella dïana / e la notte si parte e 'l giorno appare, / vento leggero, per polire l'are / e far la gente star allegra e sana...

[9] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 27, 67-78, pag. 603, col. 2.8: alcuna volta l'aere fioca, çoè che neva, et ello se vede descender li fiochi della neve l'uno dredo a l'altro, et esserne 'l'aere' piena...

[10] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 7, pag. 621.22: ogni infermitá di qualunque condizione sia, ogni corruzione d'aria, di terra e d'acqua, ed ogni nocimento che noi avemo dall'aria, da fuoco, da acqua, da terra, indi procedette...

[11] Bosone da Gubbio, Spir. Santo, p. 1345 (eugub.), 9, pag. 114: la terra calcando con le piante / e l'acqua puoi fendendo con le navi / e l'aier coll'anellito spirante...

[12] Lett. volt., 1348-53, pag. 176.14: mandamogli medici secondo che ci scrisse, e quali lo consigliarono, perché l'are di Casale era corocto e per altre cagioni, che, se d'ivi non si partisse, ch'egli era a pericolo dela vita...

[13] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 11, pag. 44.10: Lu Conti intandu non era a Militu, ma era a Girachi, chì, malatu, per l'ayru curruttu si era partutu di Militu, dundi multi di li soi eranu stati morti per malu ayru.

1.1 [Uno dei dei quattro elementi].

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 815, pag. 204: Altresì tutto 'l mondo / dal ciel fi· lo profondo / è di quattro aulimenti / fatto ordinatamenti: / d'aria, d'acqua e di foco / e di terra in suo loco...

[2] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, osservazioni, pag. 299.2: i quattro elementi: cioè aria, acqua, terra, fuoco.

[3] ? Mazz. Bell., Storia (ed. Gorra), 1333 (pist.), pag. 450.20: si maraviglia della latitudine del suo petto e della equalità distesa nel piano di quelle due poppe admodo di due pomi surgenti dalla natura dell'arie...

1.1.1 [Astr.] [Rif. a un segno zodiacale:] locuz. agg. D'aria.

[1] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 2, pag. 102.23: E Gemini e Libra e Aquario, che sono di natura d'arie.

1.2 [Come mezzo di conduzione del suono].

[1] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 19, pag. 229.7: là o' non è l'aere non pò èssare canto né suono, cum ciò sia cosa che l'aere sia cascione del suono...

[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 3, cap. 7, pag. 96.1: l'aere percosso de la lingua formato in voce infra i labri e i denti percote el proximo aere fore de la bocca (et) dàlli la sua forma, (et) quello percote l'altro, (et) così tutto l'aere intorno, secondo la potença de la inpulsione del primo aere formato in voce, se ne rempie, (et) così ène una voce...

[3] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 3, pag. 52.27: avegna che li demoni et li angeli non abbiano lingua, però si possono elli parlare in aere, in qualunque cosa vogliono; et cosìe parlavano li angeli buoni ai profeti.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 3.23, vol. 1, pag. 41: Quivi sospiri, pianti e alti guai / risonavan per l'aere sanza stelle...

1.2.1 Fig. Aria musicale, melodia.

[1] ? Anonimo Genovese (ed. Contini), a. 1311, 5.17, pag. 722: Se in lor se tem[e] spina / o un poco d'asperor, / la fin mena en gram dozor; / ma in oreja asenina / sona inderno l'eira fina, / ni ge prende alcun amor... || Interpretano così sia Contini che Cocito, Anon. gen., p. 678 e Nicolas, Anon. gen., p. 558: è però possibile si tratti di un'occorrenza di 1.8.

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 310.10, pag. 198: Cherendo Amor perfetta melodia; / CO. Cognobbe il suave ayre di custuy...

1.3 [Considerata come mezzo di conduzione della luce, e quindi delle immagini alla vista].

[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 25.305, pag. 159: Como aere dà luce / si 'n esso lume è fatto...

[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 10.4521, pag. 389: Ogni arterïa in sé ha doppia via; / Per l'una al cuore lo sangue si mena, / Per l'altra avaccio lo spirito corre / Come splendor che muove da candela, / Che senza tempo per l'aria discorre.

[3] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 27, 67-78, pag. 603, col. 2.19: Questo 'meço' si è 'l'aere luminoso', e perché qui' santi se distavano dalla soa vista per 'meço molto', çoè che cedea lo 'meço' alla proportione, sí li perdé ello ad ochio.

1.3.1 Fig. La quantità di aria interposta fra l'osservato e lo sguardo dell'osservatore, e quindi la distanza fra due soggetti.

[1] ? Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 15, pag. 75.6: quand'io vi vegio, non potrei aver pena né travaglio, anzi, quand'io guardo l'aria verso le parti ove credo che siate, si mantiene la mia vita e mi dà molto sollazzo. Ma quando io non veggio voi corporalmente, né l'aere il quale sta sopra voi...

[2] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 129.60, pag. 181: alor ch'i' miro et penso / quanta aria dal bel viso mi diparte, / che sempre m'è sì presso et sì lontano.

1.3.2 Locuz. nom. Aria scura, tenebrosa, nera, tinta: notte, tenebra, buio, scurità.

[1] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 43.3, pag. 826: La noctola, de sì vile natura, / né bestïa non pare né ucello, / e va volando per l'aïreoscura, / e [i]schifa lo giorno kiaro e bello. / Così fa l'omo ke 'n pec[c]ato dura...

[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 7.15, pag. 32: già per me contar io no ·l savria / la sua bieltade quant'è poderosa, / che l'aira tenebrosa, / s'apare, fa parer di notte dia.

[3] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 6, cap. 15, pag. 186.7: Elle facevano l'airetenebroso dovenire in chiaro mezzo giorno, e la notte scura parere chiaro giorno...

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 9.6, vol. 1, pag. 143: Attento si fermò com'uom ch'ascolta; / ché l'occhio nol potea menare a lunga / per l'aere nero e per la nebbia folta.

[5] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3, 1.8, pag. 82: Più dolce pare 'l mèle a chi assaggia / L'amaro innanzi, e dopo l'aere tinta / Più bella nel seren la luce raggia.

[6] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 5, pag. 97.25: cachandu l'airu tenebrusu et tucti li autri umbri et obscuritati...

1.4 La sfera gassosa che circonda la terra, l'atmosfera.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2906, pag. 276: io vidi tutto 'l mondo, / sì com'egli è ritondo, / e tutta terra e mare, / e 'l fuoco sopra l'âre...

[2] Pietro da Bescapè, 1274 (lomb.), 2192, pag. 68: Mo lí será sí grande fortuna / Turbar se n'á lo sol e la luna, / Le stelle e 'l cel e l'aliment / E l'airo tuto e 'l firmament.

[3] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. II, pt. 3, cap. 3d, pag. 76.3: perché apresso la terra sono le ventora che suso nell'aire, ch'è tal monte sopra la terra che per l'alteza nullo vento vi fiata: maggior vento doverria essere nell'aire che nella terra, massimamente per lo molto inpeto.

[4] Giacomino da Verona, Ierusalem, XIII sm. (ver.), 151, pag. 633: Lì fa tante alegreçe queste çente bïae / de canti e de favele, le quale e' v'ò cuitae, / k'el par ke tuto 'l celo e l'aere e le contrae / sia plene de strumenti cun vox melodïae.

[5] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), son. 7.14, pag. 127: Fort'è disaventura ch'io posseg[g]io! / Sì com' l'aira comprende tutto quanto / lo mondo, sì fac[c]i' eo...

[6] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 5, pag. 315.21: E à in sé l'aira tre parti, la prima chalda, la seconda fredissima, la terza ancora è chalda...

[7] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 18, 16-39, pag. 351, col. 2.18: alla spera del fogo, ch'è tra l'aere e 'l cielo della luna.

- [Distinta dai cieli puri dove hanno sede le stelle, gli angeli e Dio].

[8] Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 38, pag. 66.20: E a commettere questo peccato ebbe seguaci molti angeli di ciascuno ordine; per lo qual peccato fuor cacciati di paradiso e posti nell'aria ch'è qui di sopra da noi, e fuor poscia appellati demonî.

[9] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. II, pt. 3, pag. 67.3: Decto del cielo e de li cielestiali corpora, cioè de le pianete, ora in questa terça parte diremo d'alcune inpressione generate in questo nostro aere; e prima, de li tonitrua; secondo, de le flumina che percotono...

[10] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 102, pag. 337.7: Il dì, e la notte sono vicende di questa aere bassa di sotto...

- [Come luogo in cui sono condannati a stare alcuni degli angeli ribelli].

[11] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 96, pag. 326: lu falsu angelu ke volse superbire / abbe plag[h]e doliose, / et tucti soy discipuli ke lu volçe seguire / à pene tenebrose. / Cha con volge argoliose / volse senioreiare, / perçò 'l fece caschare / Deo in aier turbulentu.

[12] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaestio 40, pag. 96.24: Li principi [e] li anziani de loro fon zutay con luy in inferno e li altri menore fon zutay in questo tenebroxo ayro, in lo quale ayro illi ardeno continuamente sì com illi fossen in inferno.

[13] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 43, vol. 2, pag. 66.23: Lucifero, lo quale sopra tutti era bello, e dotato di più singolari doni, ed eccellenze, insuperbì volendo salire alla equalità di Dio, e però insieme con quelli, li quali gli consentirono, cadde in abisso, ed in questo aere caliginoso sopra noi, dove Dio permette, che stiano ad esercizio delli giusti per tentarli, e provarli.

- [In opposizione all'aldilà, per indicare il luogo in cui si svolge la vita umana].

[14] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 7.122, vol. 1, pag. 124: Fitti nel limo dicon: "Tristi fummo / ne l'aere dolce che dal sol s'allegra, / portando dentro accidïoso fummo...

[15] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 27.32, pag. 664: Oïmè, donna d'ogni vertù donna, / dea per cui d'ogni dea, / sì come volse Amor, feci rifiuto; / oïmè, di che pietra qual colonna / in tutto il mondo avea / che fosse degna in aire farti aiuto?

1.4.1 Particolare regione dell'atmosfera.

[1] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 1, cap. 7, ch., pag. 169.24: E se alcuna volta alcuna quantitade dell'aere v'ingrossa, o che per alcuna violenza di vento vi sia portata in quello aiere soppremo, sì discende poscia disotto all'aiere suo, ch'è presso a la terra.

1.4.2 Estens. Ciascuna delle varie sfere concentriche che secondo la cultura dell'epoca circondavano la terra (la sfera del fuoco, ecc.).

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 2, cap. 38, vol. 1, pag. 331.4: Appresso l'intorniamento dell'aere si è assiso il quarto elemento, cioè il fuoco, il quale è un aere di fuoco, senza nullo umidore. E stendesi infino entro la luna, e aggira questo aere dove noi siamo.

[2] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 2, cap. 39, vol. 1, pag. 334.3: Come sono assise le sette pianete. Lo conto divisa qua indietro che sopra li quattro elementi è un aere puro, chiaro e netto, senza nulla oscuritate, che intornia il fuoco, e gli altri tre elementi dentro da sè, e si stende infino al firmamento. Ed in questo puro aere sono assisi li sette pianeti, l'uno sopra l'altro.

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 68, vol. 3, pag. 152.10: Queste stelle comate non sono stelle fisse, benché stelle paiano co' raggi, o chiome, o nubolose; ma dicono i filosofi e astrolagi che cciò sono vapori secchi, e talori misti, che ssi criano entro l'aria del fuoco sorto il cielo della luna per grandi congiunzioni de' corpi celesti...

[4] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 2, pag. 9.2: Il detto Saturno istà, come detto è, sopra tutte l'altre pianete, presso al fermamento, e sappiate che ciascuna ha suo cerchio dentro dalla più aere, però che vanno e fanno loro corso intorno ala terra l'uno più alto e l'altro più basso secondo che sono assisi l'un cerchio dentro all'altro.

- Locuz. nom. Aere infiammato.

[5] Chiose Sfera, p. 1314 (fior., pis.), I, 14, pag. 167.8: la quale cometa non è altro che uno vapore terrestro e grosso le cui parti sono molto congiunte insieme ed a poco a poco sale in suso da la parte di sotto dell'aiere infiamato e vanne infino dalla parte di sopra de l'aiere infiamato...

[6] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 1, cap. 15, ch., pag. 187.5: Dico che la cometa non è altro che un vapore terreste e grosso, le cui parti sono molto congiunte insieme, e a poco a poco sale da la parte disotto dell'aiere infiammato e vanne infino alla parte disopra dell'aiere infiammato...

1.4.2.1 Estens. Lo spazio al di fuori dell'atmosfera, e quindi del mondo umano; l'elemento che lo costituisce (l'etere), in cui si è immersi. || Cfr. 2.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 2, cap.40, vol. 1, pag. 338.10: Egli è vero, che le pianete che sono nel puro aere, e tutte le stelle che sono nel firmamento, corrono tuttavia per li loro cerchi intorno alla terra senza riposo.

[2] Gl x Gramm. lat.-it., XIII ex. (ver.), pag. 504: Hic ether, huius etheris, lo aiero.

[3] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 5.2210, pag. 262: Sopra le nubi volando s'adduce / E passa quelle parti delli cieli / In fin che trova l'aria in pura luce: / Ivi si pasce ed ivi si nutrica.

[4] Gl Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 1, 13-21, pag. 5, col. 1.5: Beatrice, la quale l'acoglía in questa soa poetria nell'aere puro, çoè, nello eter ch'è nella somità della montagna, infino al primo giro, zoè, fino al ciello della luna...

[5] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), Proemio, pag. 3.4: una grande montagna, la quale pone sì alta, che lla sua sommitade agiunga fino a quello aere puro, che è appellato per li filosofi ether...

[6] Gl Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 310.9: Quindici stelle ec., delle quali è detto di sopra nella chiosa, le quali sono della prima magnitudine, e sparte per tutto il Cielo. E dice, che li danno tanta chiarezza là dove elle sono, che soperchia di serenitade tutte le parti della aera, cioè de l'etere.

[7] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), D. 167.57, pag. 878: lo qual per mente amica vola e sale / sempre nel loco del maggio intelletto, / che sente l'aere, ove sonando applaude / lo spirito di laude...

[8] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 2, pag. 16.31: È vero che' pianeti che sono nella pura aria e le stelle che sono nel fermamento corrono sempre dintorno ala terra senza posare...

1.4.2.1.1 Fig. La sede della divinità e del soprannaturale (Empireo, Paradiso, Olimpo pagano).

[1] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 5, pag. 41.24: Li giusti staranno in aere, diceno li santi, et risplenderanno, ma li peccatori, vedendoli, sì sse ne dorranno sommamente vedendosi così oscuri et chiamati ad tanto male.

[2] Rim. Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), pag. 356.14: Io non sono Diomedes, dal quale la tua madre, essendo fedita, ritornò ne lo chiaro aere in su li cavalli di Marte.

[3] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 1.1, pag. 25: De l'ayre viti scendere Amore / en forma d'ançelo cum dolçi canti, / e di sto mondo raunò gl'amanti / voglendo segler d'onomo la flore...

[4] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 1, vol. 1, pag. 36.3: Guardò d'ogne parte per vedere lo suo marito ove fosse, sì come quella che molte volte avea trovati i suoi furti. Lo quale poi ch'ella non trovoe in cielo, discese dell'aria, e stette in terra, e comandò che le nebbie si partissono.

[5] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 31, pag. 558.4: Infino qui è trattato di Beatrice insufficientemente; ma ora che si manifestòe apertamente nell'aere puro, dove è ora l'umanitade e divinitade di Cristo, fu tanto fulgore, che ogni lingua è ancora insofficiente a dirne poco.

[6] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), D. 167.62, pag. 879: Dunque a fin pregio che vertute spande / e che diventa spirito nell'âre, / che sempre piove Amore, / solo intendere dé l'animo grande, / tanto più con magnifico operare / quanto ha stato maggiore.

[7] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 91, S. Maria Maddalena, vol. 2, pag. 798.12: Ciascuno die a le sette ore canoniche era levata da gli angeli in aere, e udìa eziandio con gli orecchi del corpo glorioso canti de le schiere del cielo...

1.4.3 Fras. Tornare in aria: riaffiorare dall'acqua.

[1] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 11, vol. 3, pag. 30.25: tuffa la nave nelle parti di sotto: colla quale grande parte degli uomeni, premuta dal grave mare e non tornata in aria, ricevono morte.

1.5 Spazio sopra la terra (partic. quello attraversato volando: e anche il mezzo che permette il volo stesso); luogo posto in alto ripetto ad essa.

[1] Proverbia que dicuntur, XIII pi.di. (ven.), 749, pag. 554: Lo gavinelo en le aire bate le ale al vento...

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 20, pag. 32.13: E trovamo de quelle ch'abetano e·ll'aere volentieri, come so' li ucelli che volano per esso...

[3] Memoriali bologn., 1279-1300, (1287) [Guido Guinizzelli] 18.9, pag. 35: Volan gli oselli per air de stranie guisse...

[4] Quindici segni, 1270-90 (pis.), 316, pag. 257, col. 2: Lo quarto decimo giorno fie / sì aspre cose et sì rie, / che molto è da meraviglare / che' nu[vi]li sì s'aran raiunare, / tucti quelli che in aire sono, / et farano sì grande suono / che molti fino quelli che morrano / per la paura che arano.

[5] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 9, pag. 41.2: E dipo' i cocenti grilli, laonde iera l'aria sì piena, che non si potieno ischifare.

[6] Bestiario moralizz., XIII (tosc./aret.-castell.), 56.11, pag. 852: Or vedi, peccatore taupinello, / come ben semelianti cose fai: / nella primera 'tade fosti puro, / adorno de bellissime virtuti / per ben podere nell'aire volare...

[7] Laude di Cortona (ed. Contini), XIII sm. (cort.), 2.110, pag. 19: Quando nel monte venìa, / vide la donna che salia, / li angeli sua compagnia, / tutta l'aire plenissima.

[8] Belcalzer (ed. Ghinassi), 1299/1309 (mant.), Tavola generale, pag. 41.19: Capitol de l'aura. Quest libr conten de la adorneza de l'aier, e dey oxey e de quelle colse che vola per l'aier.

[9] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 618, pag. 39: Quando gìa per l'airo su sallendo, / et santo Thomasso venìa pur correndo.

[10] Paolino Minorita, 1313/15 (venez.), cap. 40, pag. 53.2: perchè ello era tropo importun a clamar li demoni eli fe' vegnir fogo en l'[a]ero e sil bruxà.

[11] Paolino Pieri, Merlino (ed. Cursietti), p. 1310-a. 1330 (fior.), 27, pag. 30.16: vidono apertamente la pietra, che detta è, in colore di fuoco ardente fuggendo per lo diserto loro innanzi; e poi montò in aria come una fólgore, e uno tuono grandissimo con baleni si sentì.

1.5.1 [Come termine di paragone dell'altezza].

[1] San Brendano pis., XIII/XIV, pag. 71.10: videno 'l monte scoperto dal fummo, et mandava le fiamme del fuoco infine all'aire.

[2] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 2, pag. 67.27: l'incendio va furiando all'aere.

[3] San Brendano ven., XIV, pag. 150.12: lo abado comenzà a vardar ad alto per voler saver e veder la zima, e non pote ben saver, perch'elo non pote ben veder intorno e perch'ela pareva plui alta ca l'àiera.

1.5.1.1 Fig. [Come termine di paragone iperbolico].

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), L. 1, pag. 169.33: io sono il pietoso Enea, per la fama sopra l'aire conosciuto...

1.5.2 Locuz. avv. Per l'aria, in aria, verso l'aria, all'aria: in alto, verso l'alto.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Rationes quare Virgo tenetur diligere peccatores, 105, pag. 236: Illora l'olcellato, quel Satanax antigo, / Col gramp trazeva suso lo desperao inigo. / El lo trazeva in airo e tut l'angustïava...

[2] Poes. an. mant., XIII/XIV (2), 30, pag. 788: Ben aça l'ora [e] lo ponto / qua[n]d e' l'avisà' [pri]mamenti; / per grant alegreça me 'l conto, / vedir la bela avinent; / .... sul monto / inver' l'ayre...

[3] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. III, pag. 346.12: Colei il cui viso sarae bellissimo stea volta col viso verso l'aria...

[4] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 34, pag. 71.25: sanctu Benedictu levau li ochi all'ayru...

[5] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 16, pag. 135.2: notare per l'aria, chome nuota cholui che si gitta i· mare per racchogliere l'anchora della nave o alchuna chosa necessaria, che tiene la testa in giù e' piedi tiene volti nell'aria.

[6] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 151.9: L'abate cominciò a guardare pe ll'aria la cima, mai no lla poté vedere, ed era di sotto alla colonna...

[7] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 14, pag. 123.9: Puse l'una carretta allato a l'aitra e lli tomoni aizao deritti in airo.

1.5.3 Locuz. avv. In aria, per l'aria, all'aria: in un luogo, in una posizione tale da essere sollevato da terra, non a contatto con il suolo.

[1] ? St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 260.13: Bruto e Cassio occisero Cesari con molte ferute en presentia de li senatori, ke la maiure parte avea facti esso, et en presentia de alcuni altri soi servi. E nullo non fo accottiante de levarelo de terra, ma puoi pusero lo cuorpo suo in aera et fecero grande fuoco de olivano con grande fume...

[2] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 8, cap. 3, pag. 196.36: Mars stava de sopra in aere in una rota, en modo de signore; e uno spirito con ale tenea la rota da uno lato, e un altro da l'altro; e parea che fosse signore e vedesse la batallia per diletto.

[3] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. IV, pt. 4, cap. 1, pag. 124.6: l'arbore àne el pedone, el tronco, grosso però ke abonda più in humidità (et) frigidità però ke stae longo la terra, (et) le ramora, ke sono remosse da la terra (et) stano in aere verso el caldo (et) non habundano sì in humiditate, sono sottili.

[4] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 14.36, vol. 1, pag. 142: Quella pena t'er'amara / ké 'l videve stare in âra: / com'angnello ke se spara, / stava molto patïente.

[5] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 4, cap. 11, pag. 145.22: Ercules s'avvide bene che la terra li rendeva la forza: preselo a la forza delle braccia, e strinseli lo petto; e quando lo gigante si volse lassare cadere, et Ercules lo tenne in aire sospeso mal suo grado, sì che li convenne serrare la lena de la gola, e non si potè muovare per la distretta del fianco, sì che cadde strangosciato.

[6] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 109.3, pag. 46: Ed una cosa v'è pinta e formata / che sbigottì ' Romani: una matrona / ch'andava inn aria scinta e scapigliata / e chiamava Tessaglia e Macedona.

[7] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 12.96, vol. 1, pag. 201: danne un de' tuoi, a cui noi siamo a provo, / e che ne mostri là dove si guada, / e che porti costui in su la groppa, / ché non è spirto che per l'aere vada».

[8] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 15.43, pag. 186: o Croce iniqua per la tua iustitia, / ché 'l mio filliuolo ài levato inn- âra...

[9] Paolino Pieri, Merlino (ed. Cursietti), p. 1310-a. 1330 (fior.), 51, pag. 57.28: uno malvagio demonio che la porterà per l'aria tanto che la conducerà in Galizia...

[10] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 37, pag. 125.3: subitamente la spata, pir virtute de Deu, non pir homu, li fo levata de manu e stava alczata all'ayro pir si midemi...

1.5.3.1 Locuz. agg. In aria: che arriva molto in alto rispetto al livello del mare.

[10] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 2, vol. 1, pag. 63.17: l'alpi che sono in aria, e appennino pieno di nebbie. Della pena che sostenea Feton; e come' fonti e' laghi e' fiumi si seccarono. || Cfr. Ov., Met., 2, 226: «aeriaeque Alpes et nubifer Appenninus.».

1.5.4 Fig. Fras. Montare presso l'aria, in aria: giungere a una condizione estremamente positiva.

[1] Ruggieri d'Amici (ed. Panvini), a. 1246 (tosc.), canz..12, pag. 61: ca, s'eo voglio ver dire, / in sì gran guisa per lui ò allocanza, / ca presso a l'aire par ch'eo sia montato.

[2] Dante da Maiano, XIII ex. (fior.), 11.12, pag. 38: Ond'io lo cor - per voi porto gaudente, / quando aggio a mente, - nobile pantera, / vostra lumera, - che m'ha sì innalzato, / che son montato - in aria veramente...

1.5.4.1 Fig. Fras. Porre in aria: far sì che qno giunga a una condizione estremamente positiva.

[1] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 31.47, pag. 70: A<ll>'un tolle [[la Fortuna]], all'altro rende, / l'un pon ne l'aiere, l'altro nel profondo...

1.5.5 Fig. Fras. Levare in aria: lodare, esaltare.

[1] Trattati di Albertano volg., a. 1287-88 (pis.), De amore, L. II, cap. 6: Parlando lo riccho tucti taceno (et) la sua paraula levano in dell'aire; parlando lo povero dirano: chi è questi? et se fi mostrato soctomectranolo.

1.6 Il luogo dove hanno origine le perturbazioni; il cielo, la volta celeste (in partic. la sua apparenza all'osservatore).

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 26.1, pag. 309: A l'aire claro ò vista ploggia dare, / ed a lo scuro rendere clarore...

[2] Abate di Tivoli, c. 1230/50 (tosc.), 18e.6, pag. 261: Lo vostro detto, poi ch'io l'aggio adito, / più mi rischiara che l'aire sereno.

[3] Pseudo-Uguccione, Istoria, XIII pm. (lomb.), 1720, pag. 81: Mai là serà sì grand fortuna, / Torbar se n'à 'l sol e la luna, / Le stele e 'l ciel e l'element / E l'aer tuto e 'l fermament.

[4] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), canz. 1.21, pag. 260: non risprende - alcuna mia vertude, / avanti si conchiude, / sì come l'aire quando va tardando...

[5] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. II, dist. 7, cap. 2 rubr., pag. 177.20: De la casione de la rosada, e de la brina, e de la neve, e de la grandene, e de la piuvia e de li altri accidenti ch'adevengono e·ll'aere.

[6] Mare amoroso, XIII ui.di. (fior.), 305, pag. 499: E ferò fellonïa sì crudele, / che se 'n dovrïa scavezzar lo cielo, / cader le stelle e scurar[e] lo sole, / [e] l'aria dar tempesta e sfolgorare, / vènti rompere e scavezzare e fendere...

[7] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 11, pag. 212.15: l'aire era oscura per la spessezza de le saette e de' dardi.

[8] Lucidario lucch., XIII/XIV, pag. 45.18: come in dell'aiere sono li venti e li tuoni...

[9] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1.10, pag. 138.23: gli Aretini n'aveano poche, et erano fediti per costa, onde erano scoperti: l'aria era coperta di nuvoli, la polvere era grandissima.

[10] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 390.1, pag. 238: Ardente flama de l'ayre scendia, / caudata tutta, a modo di cometa...

[11] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 1, cap. 5.340, pag. 146: Chiomate stelle con diversi modi / Di luce, che si mostran su ne l'aria...

[12] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 318, pag. 378, col. 2: lu sole colla luna, / che tantu lume duna, / et anche delle stelle / che [so] lucide e belle, / che mai ficta no fanno; / pellu airo vao volando / et vengu da oriente / et vaosenne in occidente, / nulla no è che sse figa / senza de lor fatiga.

[13] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 6, vol. 2, pag. 24.4: sì come l'aria suole diventare rossa, quando l'aurora si muove da prima, e dopo piccolo tempo diventa bianca dalla percossa del sole.

[14] Annali e Cron. di Perugia, c. 1327-36 (perug.), pag. 175.15: fuoro molte bunita e luginia enll'ayrij e cadero en Peroscia dentro dagl mura XIJ saiette; e de più se disse.

[15] Parafr. pav. del Neminem laedi, 1342, cap. 20, pag. 91.31: da l'evangelista a nostra utilitae. [12] Et siando anchor Cristo in la gripiola, el formò una stella de bel novo pù meravegliosa pù chiera e pù luxente cha quelle de cel vege e fè-la descende' in l'aere d'oriente...

[16] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 977, pag. 63: Za era fato tuto el sol oschuro / per non veder del suo fator tal moto, / e tuto l'aire parea fato arzuro.

[17] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 2, cap. 37, pag. 149.17: depoe in poco, como ella levà la testa d'oratium, avegna che l'aire fuse inprima iaira e non turbida, vene tanta piova e tanti lampi e truni e tempesta...

1.6.1 Il tempo atmosferico, soprattutto quello perturbato; le intemperie.

[1] ? S. Francesco, Laudes, c. 1224 (assis.), 13, pag. 33: Laudato si', mi' Signore, per frate vento / et per aere et nubilo et sereno et onne tempo, / per lo quale a le tue creature dài sustentamento.

[2] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 3.27, pag. 50: sì com'omo salvaggio / faraggio, com'è detto - ch'ello face: / per lo reo tempo ride, / sperando che poi pera / lo laido aire che vede; / da donna troppo fera - spero pace.

[3] ? Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.), pag. 433.9: per varietà di tempo nè per mutamento d'aire nostri quori riceut'ànno non- mutatione.

[4] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 53, pag. 284.21:, cavalcando per mezzo uno bosco, si prese a Gaio uno male subitamente. Cesare lo fece tornare fuore di via, e veghiò tutta la notte con lui, e guardollo diligentemente da l'aria e dal sereno.

[5] Andrea Cappellano volg. (ed. Ruffini), XIV in. (fior.), L. I, cap. 17, pag. 125.28: magior prode par che faccia l'ombra del rezzo a quel ch'à gran caldo, che a colui ch'è stato a l'aere temperato.

[6] Libri astron. Alfonso X, c. 1341 (fior.), Libro delle stelle fisse, L. 2, pag. 104.11: tempi non sono tanto a piacere delgl'uominj chome è la primavera, per che cominciano a crescere li dì ed essere belli, e sciemare le nocti, ed è l'aria temperata, e incominciano a nasciere le cose e appaiono di molti colori e belli...

[7] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 41.24: sempre dì chiaro, e mai non c'è nugolo né piova né alcuno turbamento d'aria né di tempo, e mai non c'è infermità, né mai non rincresce questa istanza...

[8] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 12, pag. 143.19: quisti tempi como che so(n)no apti a la conceptione così so(n)no apti a lo pa(r)turire, ca en questa stasione trovano li pollidri l'aiere temperato et lu nutrimento ad abundança como se rechiede.

1.6.1.1 Estens. L'insieme delle condizioni climatiche di un determinato posto.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 3, cap. 2, pag. 190.13: noi potemo conósciare per tre cose in quale aire noi dovemo fondare e fare le casamenta. La prima si è, che l'aire ch'è nelle valli cupe è 'nfermo e rio...

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 2, pag. 22.3: Questa isola è più presso a Brettagna, ed è più stretta per spazio di terra, ma più utile per temperamento d'aria; e dalle genti degli Scoti si coltiva.

[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 13, vol. 3, pag. 128.7: andarono a Creta; e non poterono sostenere lungo tempo l'aria di quello luogo; e lasciate le cento cittadi, disiderano di venire ne' porti d'Italia.

[4] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, osservazioni, pag. 300.13: Istanforte è una delle nobile cittadi dell'Isola d'Inghilterra, dove il re Adovardo facieva suo ostello, e ove il Re tutti i consigli facieva; e ove più diletto prendeva perocchè quivi dicono gli strolaghi ch'è la più sana aria del paese.

[5] Cenne de la Chitarra, XIII ex.-a. 1336 (aret.), 9.1, pag. 430: D'agosto vi reposo en aire bella, / en Sinegal[l]ia, che mi par ben fina...

[6] Fontana, Rima lombarda, 1343/46 (parm.), 109, pag. 23: ciascuna d'elle sì ha l'aier sana, / fiumi, terren ch'a l'opera responde, / se la gente chi è no fusse vana.

[7] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 2, cap. 10, vol. 1, pag. 76.12: si dice che 'l sito e l'aria d'Arezzo genera sottilissimi uomini.

[8] Cecco Nuccoli (ed. Marti), XIV pm. (perug.), 1.15, pag. 693: Sì ch'i' ho lasciata l'aera de le chiane, / e vòi' la Teverina per mio stallo, / cambiand'o' il viso adora un chiar cristallo.

[9] Dondi dall'Orologio, Rime, XIV (padov.), 26.4, pag. 61: dice Ypocras che da setentrïone / spirano venti, che la condicione / de l'aire sana et più serena fanno.

[10] San Brendano tosc., XIV (ven.>tosc.), pag. 71.18: questa isola si à buone erbe, e cadeci la rugiada piena di manna, e l'aria sì c'è molto bene temperata onde c'è buono stare...

1.6.1.1.1 Regione climatica; luogo, più o meno caratterizzato da un certo clima; influenza su qno delle caratteristiche e proprietà di un luogo.

[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 44, pag. 602.29: Glorizia, che il dolce aere della vicina Roma sentiva...

[2] Boccaccio, Amorosa Visione, c. 1342, c. 39.51, pag. 171: Odesi alcuna volta en la pianura / le frondi risonar per dolce vento, / il qual si move da quell'aere pura.

[3] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 5, cap. 54, vol. 2, pag. 75.7: tutte queste cose mi venivano a memoria, le belle montagnuole di Roma, i campi e 'l Tevero e la contrada ch'io era usato di vedere, e l'aere sotto il quale io fui nato e notricato.

[4] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 97.24: Quando vi veggio, nessuna pena mi potrebbe toccare, né perturbare malavoglienza d'alcuno; e più, che pure vedere lo luogo nel quale voi state e l'aura che viene dall'aere vostro, nudrimento mi danno di vita e prestanmi molti diletti. Ma quando corporalmente isguardare non vi posso, né vedere l'aere vostro, tutti si conturbano verso di me gli elementi...

[5] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 194.6, pag. 250: Per ritrovar ove 'l cor lasso appoggi, / fuggo dal mi' natio dolce aere tosco...

[6] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 20 [Fazio?].42, pag. 44: Sparla, ma dice ver chi 'l chiama bavaro, / ch'è nome possessivo di Bavaria, / sua provincia et aria, / ma sì villan parlar certo io l'abbomino...

[7] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81, (fior.), Sp. 20, pag. 183.12: Noi Italiani siamo ne l'aria temperata...

1.6.1.1.1.1 Fras. Mutare, cambiare aria: cambiare posto, spostarsi altrove (in un luogo più salubre e piacevole).

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 28, pag. 62.5: Tu dei mutare animo, non aere. Passa oltre mare, e cerca ciascun luogo per cittadi, e per ville, in ciascun luogo che tu andrai, i vizj tuoi ti seguiranno. E così rispuose Socrates a uno, che 'l domandò di questo...

[2] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1101, pag. 256: Signore, non gire, / Ca, se cangnate agero, como è nostro sapire, / In pericolo de morte porrete vui cadire!

[3] Marchionne, Cronaca fior., 1378-85, Rubr. 634, pag. 232.9: Chi si fuggìa in villa, chi nelle castella per mutare aria; ove non era lo portavono, se v'era lo crescevono.

[4] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 25, 79-99, pag. 606.30: così l'aire si corrompe mutandosi lo fuoco di luogo in luogo là, unqua s'accende la fiamma di nuovo; e spegnandosi la fiamma l'aire si rigenera sempre di nuovo, e così fa l'anima sempre corpo nuovo oltra, come muta aire e luogo.

1.6.1.1.2 Stagione dell'anno (in quanto caratterizzata da certe condizioni climatiche).

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 1, cap. 7.504, pag. 157: Ma quando Scorpïone regge e Pesce, / Questo mezzo aere è quasi temperato...

1.6.1.1.3 Fig. Insieme di circonstanze condizionanti (contrarie); influenza (negativa).

[1] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 3.33, pag. 458: Madonna, audivi dire / che 'n aire nasce un foco / per rincontrar di venti; / se non more 'n venire / in nuviloso loco, / arde immantenenti / ciò che dimora loco: / così ['n] le nostre voglie / contr[ar'] aire s'accoglie...

1.6.1.2 Fig. Stato d'animo.

[1] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 153.14, pag. 209: ria fortuna pò ben venir meno, / s'ai segni del mio sol l'aere conosco.

1.6.2 Locuz. avv. All'aria, sotto l'aria: all'aperto; non riparato o protetto, esposto alle intemperie; fuori da un luogo chiuso e delimitato, all'esterno.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 1, cap. 3, pag. 9.10: Ma interviene molte volte che per necessitade fa bisogno di costringere il cittadino che porti arme, il quale se cavaliere si fa, usi in prima il lavorare, correre, portare pesi, e sostenere la polvere, ed il sole, e poco cibo e da villani usi, e talotta all'aria o sotto i padiglioni stea; e allotta dell'uso dell'arme s'ammaestri.

[2] Poes. an. pis., XIV in. (?) (2), 352, pag. 84: Onde per Adrëonico sentito / fu questo facto, che stava attento, / come quel sancto busto era partito / e lla testa rimasa a l'arie e al vento, / portò co seco presïoso unguento / per unger quella, e posta in u· le[n]suolo, / facendo il grave duolo, / la sepelì et fusi ritornato.

[3] Milione, XIV in. (tosc.), cap. 79, pag. 119.18: comandò che [fo]sse ucciso in tale maniera, ch'egli fue messo su uno tappeto e tanto pallato e menato quae e llà che morìo. E ciò fece, ché non volea che 'l sangue de· lignaggio de lo imperadore facesse lamento a l'aria; e questo Naiano era di suo legnaggio.

[4] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), Pt. 3, cap. 6, pag. 169.29: Quelli che sono mortali sono molli, grossi e viscosi, e nascono i· malvagi luoghi; e quando l'uomo li parte e lli lascia un poco dimorare al'aire, sì lli truovano poi tutti verminosi.

[5] Arte Am. Ovid. (B), a. 1313 (fior.), L. II, pag. 296.13: quando i tegoli non vietava il sole e l'acqua, ma la quercia dava all'uomo tetto e cibo, la concupiscenza non si compieo allora sotto l'aere, ma ne li folti boschi e ne le spelunche: tanta cura d'onesta vergogna era apo il rozzo popolo.

[6] Pratica del vino, 1342/48 (fior.), pag. 11.3: Una bote che sentisse uno poco di muffa, e tu vi avesi meso vino, quando il vino fosse beuto metivi uno meço barile di buono acieto, e lasciavelo istare uno mese o due, e no più; e poi la sfonda, e lasciala istare a l'aria di qui al mosto; poi la risciacqua col mosto bolito e gielato, e istà bene.

[7] Comm. Arte Am. (B), XIV pm. (fior.), ch. 415, pag. 774.13: li primi uomini, quando non era a loro casa, né abitazione coperta, ma solo sotto l'aria era loro dimora...

[8] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 1, cap. 6, pag. 16.29: Ogni grano si rallegra nel campo scoperto all'aere, e volto, ovvero piegato alquanto in verso 'l sole.

[9] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 170, S. Pastore, vol. 3, pag. 1515.13: l'abbate Pastore il cacciò fuori a l'aria scoperta, così dicendo: "Ispandi il seno e piglia il vento".

1.7 Spazio vuoto, aperto, esterno, non delimitato.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 20, cap. 1, par. 13, pag. 331.16: dee l'uomo trastullare in andamenti aperti, acciocché per l'aere libero e molto spirito l'animo s'accresca e innalzi.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 31.145, vol. 2, pag. 548: chi palido si fece sotto l'ombra / sì di Parnaso, o bevve in sua cisterna, / che non paresse aver la mente ingombra, / tentando a render te qual tu paresti / là dove armonizzando il ciel t'adombra, / quando ne l'aere aperto ti solvesti?

[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 6, vol. 2, pag. 35.13: l'altra saetta gli fu fitta per lo collo infino alle penne dell'asta. Lo sangue la cacciò fuori; e, gittandosi in alto, risprendea, e uscìa nella percossa aria.

[4] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 32, proemio, pag. 559.10: poi che Beatrice [[...]], per disvelare il viso all'Autore [[...]], nell'aere mostrossi tale...

[5] ? Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 5, pag. 91.6: non havendu undi sayictari gictau in l'ayru et intandu xatava lu ventu a l'ostria, perkì la sagicta turnau in terra a mo di focu.

[6] Boccaccio, Fiammetta, 1343-44, cap. 5, par. 30, pag. 154.4: e senza cercare nell'altissime case i dubbiosi riposi, l'aere e la luce dimanda, e alla sua vita è il cielo testimonio.

[7] Boccaccio, Ninfale, 1344/48 (?), st. 254.2, pag. 287: Gli spiriti di Mensola, errando / eran per l'aria, buona pezza, andati, / e dopo molto nel corpo tornando, / nelli lor luoghi si fûr rientrati...

[8] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 180.12: volendo essa ancora morire insemi colli dicti soi figlioli, se mese la fune allo collo, la quale legao uno loco eminente et allo gectare che fece nello aero della soa persona se tirao con seco ambedui soi figlioli, li quali alli soi pedi tenea legati; et così la felice matre colli soi figlioli miserabelemente morio.

1.7.1 Fras. Trarre all'aria: far partorire. Trarsi all'aria: nascere.

[1] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 5, vol. 2, pag. 13.9: sono portata a Ortigia; la quale fu a me graziosa per lo soprannome della iddia, e prima mi trasse all'aria.

[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 9, vol. 2, pag. 210.9: Poi che 'l dolore fu cresciuto, e 'l parto si trasse all'aria, e nacque femina, non sapientelo il padre...

1.7.1.1 Fras. Avere l'aria: essere nato.

[1] Libro di Sidrach, a. 1383 (fior.), cap. 64, pag. 106.4: Quando la femina vuole partorire, tutte le sue giunte s'aprono e allargano l'una dall'altra, salvo il mento, per la virtù di Dio, come una matera di pasta. E si tosto com'egli averà l'aria, per la virtù di Dio, l'ossa gl'induriscono e diventano come noi siamo; e la femmina si richiude sanza niuna mancanza.

1.7.2 [Come meta di un'arma da getto]. Locuz. avv. In aria: a vuoto, in un luogo tale da mancare il suo bersaglio.

[1] Giovanni dalle Celle, Lettere, 1347/94 (fior.), [1378/81] 32, pag. 428.15: nulla ve n'ha che percuota nel segno, tutte le saettano nell'aere.

[2] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 23, pag. 215.3: de sùbito iessìo de una casella per la finestrella della Incarcerata da lato a Santo Lorienzo doi verruti, li quali fuoro valestrati per occidere lo legato. L'uno no· llo toccao e ne gìo in aria vano, l'aitro lo percosse su nello capiello e sì se ficcao drento.

1.7.3 Fig. Fras. Percuotere, battere l'aria: compiere un'azione priva di senso, combattere inutilmente.

[1] <Cavalca, Trenta stolt., a. 1342 (pis.)>, cap. 18, pag. 231.9: Io corro, ma non in incerto: io pugno, ma non come chi percuote l'aire...

[2] Bibbia (10), XIV-XV (tosc.), 1 Cor 9, vol. 10, pag. 116.11: [26] Adunque io così corro, non come uomo incerto; e così combatto, non come quello che batte l'aere.

1.7.4 Fig. Fras. Pingere l'aria: compiere un'azione impossibile.

[1] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 3.48, pag. 458: s'eo voglio ver dire, / credo pingere l'aire. / A pinger l'air son dato, / poi ch'a tal sono adutto: / lavoro e non acquisto.

1.8 Massa d'aria in movimento; brezza, vento.

[1] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. II, pt. 3, cap. 3e, pag. 76.13: dicie che lla terra è cavernosa, inella quale è molto vento, onde recherendo bocca e uscita per venire al suo simile va cierchando per le chaverne: quando truova uscita e l'uno aire spinge l'altro, onde nascie questo enpito.

[2] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 3.5, pag. 4: d'acqua viva aveavi una fontana / intorneata di fior gelsomino - / sentia l'aire soave a tramontana, / udia cantar li augelli i· llor latino...

1.8.1 L'aria messa in movimento dai polmoni; soffio, respiro.

[1] Dante, Convivio, 1304-7, III, canz. 2.36, pag. 146: che li occhi di color dov'ella luce / ne mandan messi al cor pien di disiri, / che prendon aire e diventan sospiri.

[2] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 12.11, pag. 454: l'anima mia di subito ferita / si partiva dal cor che mi cadìo, / cui non rimase vita / né lena tanta che dicesse omei; / se non che l'aer del sospir compresa, / che di dolcezza nacque, / la tenne...

1.8.1.1 Fras. Prendere, togliere aria, tirare l'aria: respirare.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De scriptura nigra, 342, pag. 112: Que doncha pò far quello ke g'è tut invoiao, / Ke no pò prend oltro airo ni asazar lo flao / Se no de quella puza?

[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 4.3767, pag. 348: E tu a me: «Di', come prende forma / Dal cuor dolente e ne nasce il sospiro / Quando del suo pensier l'alma s'informa?» / Non spira l'uomo, onde s'infiamma il cuore; / Poi tira l'aria sentendo il martiro, / Sì che il sospir, languendo, manda fuore.

[3] Tristano Veneto, XIV, cap. 533, pag. 496.8: andè subitamentre in quella parte là o' qu'elo ciaseva et sì lo prese et lievà-li lo elmo dela testa per tuor de l'aere.

1.8.2 Fig. Fras. (Ri)prendere, pigliare aria: rinfrescarsi, riposarsi, trovare sollievo.

[1] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 153.32: Poi che Giason e ssua compangnia furono arivati, sì uscirono della nave nobilemente vestiti e parati, e prendeano aria ed agio sì ccome gente affannata del tormento del mare.

[2] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 14, pag. 377.25: andiamo e la piacevole aere su per li salati liti prendiamo...

[3] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 8, ott. 78.8, pag. 523: della calca fore / alquanto s'era tratto e riprendeva / un poco d'aer sì come poteva.

[4] Boccaccio, Decameron, c. 1370, II, 10, pag. 167.29: Avvenne che, essendo il caldo grande, a messer Riccardo venne disidero d'andarsi a diportare a un suo luogo molto bello vicino a Monte Nero, e quivi per prendere aere dimorarsi alcun giorno, e con seco menò la sua bella donna.

[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII, 9, pag. 567.36: E sovvi dire che, quand'ella va da torno, ella si fa ben sentire, benché ella stea il più rinchiusa: ma non ha per ciò molto che ella vi passò innanzi all'uscio una notte che andava a Arno a lavarsi i piedi e per pigliare un poco d'aria...

2 Qualunque sostanza gassosa; vapore.

[1] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 1, cap. 1.63, pag. 129: / Ma quando infra li raggi ella si volve, / Attrista la virtù di ciò che vive / E l'aere per tempesta si dissolve, / Scema li fiumi ed ogni virtù sbada...

[2] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 243.22: Qui essemplifica l'Autore quello tronco, e nota che fa uno stizo verde ardendo, sicchè l'umido del legno per lo calore del fuoco si rarifica, e diviene aere...

[3] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 48, vol. 2, pag. 106.35: li nostri corpi nella risurrezione diventeranno di aere, e simili a vento.

[4] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 9, cap. 8, pag. 226.12: Poni l'occhio lungo 'l suolo della terra, e ragguarda d'intorno sottil quanto puoi, e per me' dove vedrai l'aere levar di terra più crespa, e quasi rugiada spargere, quello è segno, che ivi sotto ha acqua sotterra presso ad arbore o ad altra cosa, che quel aere infrigida, e ingrossa.

[5] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 9, cap. 9, pag. 228.12: Nel cavar de' pozzi si vuole guardar, che non sia pericolo a' cavatori: perocchè spesse volte ha sotterra solfo, o allume, o bitume, intra i quali s'inchiude spirito, cioè aere mortifero, e subitamente entra altrui, e riempie il naso, e partisce l'anima dal corpo, se incontenente il cavator non è accorto a fuggire.

2.1 Fras. Andare, tornare in aria: diventare vapore, evaporare, scomparire.

[1] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 18, pag. 111.2: E sono molti di quelli che dicono che quando ella il guarda per lo viso, sì gli leva tutto il male, e va in aria, e 'l calore del sole consuma quel male, sì che non rimane appo lui.

[2] Elucidario, XIV in. (mil.), L. 1, quaestio 169, pag. 127.3: \D.\ Apariti Cristo vestido? \M.\ El se formà de vestimente d'ayro, le que vestimente tornàno in ayro quando El montà in cel, e in quele aparite a li Soy amixy.

[3] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 126.23: e la magrezza mena la buccia all'ossa; ogni omore del corpo n'andoe in aria...

[4] Comm. Rim. Am. (C), XIV pm. (tosc.occ.>fior.), ch. 7, pag. 963.23: Allora il corpo che Venus avea preso tornò inn aiere e sparitte e andossene co' [ca]valli del dio Marti.

3 Ciò che è percepibile da un osservatore; apparenza, aspetto. [Partic. rif. alle manifestazioni percepibili di uno stato d'animo:] atteggiamento, espressione. || Prob. dal fr. ant. air, aire 'aspetto esteriore', assunto per somiglianza formale dal tipo it. aere e poi esteso agli altri.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2206, pag. 252: io giunsi in un bel prato / fiorito d'ogne lato, / lo più ricco del mondo. / Ma or parea ritondo, / ora avea quadratura; / ora avea l'aria scura, / ora e chiara e lucente; / or veggio molta gente, / or non veggio persone; / or veggio padiglione, / or veggio case e torre...

[2] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 17.3176, pag. 315: È nebuloso giacinto, e rubino, / Secondo che nell'aria si dimostra: / Quel ch'è granato dico ch'è più fino.

[3] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 24, 19-33, pag. 532, col. 1.10: Nota che 'l depintor quando vol depingere 'pieghe' cunven avere un colore men vivo de quello della vesta, çoè piú scuro, e alora pareno 'pieghe', imperçò che in omne piega l'aere è piú oscuro che in la superfitie, e però se 'l 'colore' della piega ecedesse in chiarità, la vesta non farave piega, anci farave della vesta piega e de sì superfitie, e cussí serave contrario all'intentione del maestro pintore.

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 149.3, pag. 205: Di tempo in tempo mi si fa men dura / l'angelica figura e 'l dolce riso, / et l'aria del bel viso / e degli occhi leggiadri meno oscura.

3.1 [Rif. alla percezione uditiva anziché visiva].

[1] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 3, 22-33, pag. 87, col. 2.5: ogni suono attemperado per raxon de musica rende a l'odire alcum deletto, ché il tempo si è in musica un ordene el qual fa consonare le vuxi inseme con aer de dolceza.

3.2 Fras. Rendere aria: assomigliare.

[1] ? Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 29, pag. 241.24: E però l'altore iscrive chosì de' sanesi in similitudine de' francieschi, perché Policrato iscrive che' sanesi so' nati e disciesi de' francieschi e che i francieschi ponessono e 'difichassono Siena, di che però i sanesi rendono aria a' francieschi.

3.3 Tipo caratteristico (di una determinata località).

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 156, pag. 373.16: Onde messer Dolcibene fu menato al letto a veder la fanciulla, la quale era assai bella, secondo l'aria ferrarese...

3.4 Locuz. nom. Buona aria: atteggiamento benevolo, bonario, cortese. || Con prob. incrocio con dibonario, dibonaria.

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 53, pag. 284.16: Suoi amici riceveva Cesare per sì grande buono aere, che non arebbe potuto più. || Cfr. Fet des Romains, p. 731: «Ses amis il tretoit par si grant debonnaireté...».

- [Con valore di locuz. agg.]: benevolo, cortese.

[1] <Tesoro volg. (ed. Gaiter), XIII ex. (fior.)>, L. 7, cap. 14, vol. 3, pag. 260.7: Appresso, guarda, che il tuo detto non sia aspro, anzi sia dolce e buona aria. || Cfr. B. Latini, Tresor, II, 63, 8: «Aprés garde que tes dis ne soient pas aspres, mais douz et debonaires»; Carrer, Tesoro, vol. 2, p. 120 legge: «di buona aria».

3.5 Fig. Stato d'animo, sentimento (che si esprime tramite l'atteggiamento); [generic.:] stato mentale.

[1] Sommetta (ed. Hijmans-Tromp), 1284-87 (fior.>tosc. occ.), pag. 207.25: Ma infra l'altre pene ch'eo sento è peggio la paura che la vostra aere bella e serena contra me non trovi nuvilato di pioggia, segondo il sozzo dicto de la gente che dice «Chi da lunga è da occhi, da lunga è da cuore»; e «Quello sole scalda che tocca».

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 24, 142-154, pag. 512, col. 2.6: a l'odore foe tut'a simele a quella aura che vene de maço, la quale anunzia la verdura, e aduxe cussí odore de fresche foglie e fiuri, lo quale evapor'e immuta l'aere della vertù dell'anima vegetativa, ch'è in so lavorero e adoveramento.

[3] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 24, pag. 451.13: dice: Io sono uno, che quando Amor mi spira, cioè fae alterazione con Noto (cioè vento, che trae dalla parte meridionale ch'è calda), e commuove l'aere della mia mente...

[4] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 156.4, pag. 826: Perché voi state forse ancor pensivo / d'udir nòve di me, poscia ch'i' corsi / su quest'antica montagna de gli orsi, / de l'aere e di mio stato vi scrivo.

3.5.1 Locuz. nom. Buona aria: disposizione positiva dell'animo di qno; benevolenza, gentilezza, bonarietà.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 116, pag. 384.24: se la persona amata da noi, ci si mostra con buono viso, noi ci accendiamo della sua buon aere, e piacevolezza, e s'ella ci spregia, noi ci accendiamo del suo orgoglio. || Cfr. Sen., Ep., XII, 116, 5: «Sive enim nos respicit, humanitate eius inritamur...».

[2] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Pr 25, vol. 5, pag. 736.2: [19] Chi crede essere suo amico, elli li mostra bello sembiante dinanzi alle genti; colui che hae il cuore pieno di fellonia e di slealtade, e dimostra di fuori buona aere, somiglia colui che mette aceto in uno vasello dolce, e fa sembianti di mettervi altra cosa...

3.5.2 Locuz. nom. Mala aria: disposizione negativa dell'animo di qno; tristezza, disgusto, depressione.

[1] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 194.13: le casi vecchie li davano ansietate et male aero.

3.5.3 Locuz. agg. Di una aria: sempre dello stesso sentimento o stato d'animo.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), 11.61, pag. 150: / Non so com'eo vi paro / né che di me farete; / ancider mi potrete / e no mi trovarete - core varo / ma tuttavia d'un airo, / cotanto mi piacete...

3.5.4 Locuz. agg. Di migliore aria: più benevolo. || Cfr. dibonario, dibonaria.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 81, pag. 214.12: Un altro giudice di migliore aere, com'io amerei piuttosto essere, dee dimenticare la 'ngiuria, e ricordarsi del beneficio. || Cfr. Sen., Ep., X, 81, 6: «Alter ille remissior iudex...».

3.5.5 Locuz. agg. Di mala aria, di putta aria: moralmente condannabile, malvagio.

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), Vulgare de elymosinis, 121, pag. 241: è hom de mal'aira k'è ric e asïao, / Ke vea de dar a Criste quand el g'á demandao / De quel medhesme cosse k'en soe e k'el g'á dao...

[2] Tomaso da Faenza (ed. Zaccagnini), XIII sm. (tosc./faent.), 7.2, pag. 235: Donna malvaxe, sconoscente e prava, / fiera, vilana di mal'are tanto / che mai cor d'omo pensar non poria / quanto ài mente fella, velenosa e sciava...

[3] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 47.74, pag. 277: Or ne sea De' loao / e la soa doze maire, / chi vitoria n'à dao / de gente demar aire.

[4] Bind. d. Scelto (ed. Gozzi), a. 1322 (sen.), cap. 53, pag. 126.15: trovaro lo re Nestor, che molto era folle e di putta aria. Valente cavaliere era duramente di suo corpo, ma molto era fellone e rio...

4 [Per errore di trad. o da testo corrotto].

[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 4, pag. 127.14: Tu sacerdotamente rizza l'altare nella sala dentro all'aere... || Cfr. Aen., IV, 494-495: «Tu secreta pyram tecto interiore sub auras / erige...».

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 9, cap. 46, vol. 2, pag. 361.9: edificò il tempio di Concordia nell'aere di Vulcano... || Cfr. Liv., IX, 46, 6: «aedem Concordiae in area Volcani summa inuidia nobilium dedicauit».

[u.r. 05.05.2023; doc. parzialm. aggiorn.]