ARPĚA s.f.

0.1 arpia, arpěa, arpía, arpie, arpěe, arpíe, arpii.

0.2 Lat. Harpyae (DEI s.v. arpia).

0.3 Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.); Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.); Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.); Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.7 1 Mostro favoloso con corpo di uccello e testa di donna.

0.8 Roberta Manetti 16.12.1999.

1 Mostro favoloso con corpo di uccello e testa di donna.

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), libro 7, pag. 314.1: Qui si manifesta l'annunzio che fece l'arpía Celeno nell'isola delle Strofade.

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. c. 13.10, vol. 1, pag. 208: Quivi le brutte Arpie lor nidi fanno, / che cacciar de le Strofade i Troiani / con tristo annunzio di futuro danno. / Ali hanno late, e colli e visi umani, / pič con artigli, e pennuto 'l gran ventre; / fanno lamenti in su li alberi strani.

[3] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 13, 10-15, pag. 356.2.2: Le brutte Arpíe. Arpíe si sono animali cum aile, et čno pilose ... e son fetide e puzolenti ...

[4] Guido da Pisa, Declaratio, a. 1328 (pis.), c. 5.61, pag. 58: Qui pon l'Arpie che mal annuntio funo / ad Enea, quando Celeno disse / che patrebbe gran fame et gran digiuno. / Questi uccelli, che pria Virgilio scrisse, / suonan rapacitŕ in lingua greca, / et nulla č magio che le dicte risse.

[5] AA2 Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 13, vol. 3, pag. 128.11: Lo verno incrudelisce, e gitta gli uomeni riceuti da' non fidati porti degli Scrofadi: l'arpie gli spaventano da Aello.

[6] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 241.31: Arpie sono tre, l'una ha nome A[lope], quasi assagliente l'altrui, la seconda Ocipete, cioč tostamente togliente, la terza Celeno, cioč nera.

[7] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 6, pag. 108.6: et la Chimera era armata di focu, et eranunchi li Arpii, li Gurguni et li umbri li quali avianu III corpi.

[8] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 13, pag. 70.1: Le dette arpie so' meravigliose a vedere: li visi loro sono come d'una vergine, el ventre loro č grande, ed č d'uciello, e hanno le mani unghiate, e la bocha ŕnno per fame sempre palida.

[9] Gl Senisio, Declarus, 1348 (sic.), 25r, pag. 25.31: Arpia pie... avis que dicitur arpia.

[10] Comm. Rim. Am. (A), XIV pm. (pis.), ch. 79, pag. 620.15: Fineu accecó li figliuoli per le paraule de la moglie, la qual era lor matrigna e elli poi fu accecato e, quand'elli mangiava, l'arpie li stercoravano li cibi, e in quelli unguenti, cioč esopi, del lor isterco si mette.

[11] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 1.11, pag. 19: Nove fa i cerchi magior principali, / Caron, Minos[se], Cerboro, et Plutone, / Centhauri, l'arpie e fiamme pioviali, / l'octavo el frodolente Girione, / Lucifer nono pien di tucti mali / de' tradictori eterna confusione.

[12] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IX (ii), par. 34, pag. 504.6: «Arpie» son chiamate, quasi «rapaci», <e> per ciň che gli uomini di mare, e quegli ancora che alle marine abitano, con tanto fervore prorompono alla preda che in cosa alcuna da' superiori discordanti non paiono.

[u.r. 13.02.2018]