0.1 ara, arr', arra, arro.
0.2 Lat. arra (LEI s.v. arra).
0.3 Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.): 1.
0.4 In testi tosc.: Stat. fior., a. 1284; Stat. pis., 1321; Doc. aret., 1335-38; Teologia Mistica, 1356/67 (sen.).
In testi sett.: Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Stat. venez., 1338.
In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.); Doc. perug., 1322-38; Discorso sulla Passione, XIV sm. (castell.).
0.7 1 [Econ./comm.] Parte di pagamento anticipata versata a garanzia di adempimento di un impegno, caparra. Locuz. avv. Per arra. Fras. Dare per arra (di). 1.1 Fig. Pegno, garanzia, anticipazione (spesso in senso religioso: la vita terrena come preparazione a quella destinata nell'aldilà). 1.2 Fig. Predizione, profezia. 1.3 Arra dell'anima: titolo di un libro di Ugo da S. Vittore (De Arrha animae).
0.8 Roberto Leporatti 15.11.2000.
1 [Econ./comm.] Parte di pagamento anticipata versata a garanzia di adempimento di un impegno, caparra. Locuz. avv. Per arra. Fras. Dare per arra (di).
[1] Ugo di Perso, XIII pi.di. (crem.), 2.16, pag. 589: femena q'en drudho tegna amor / se no tant qe i abia dadho l'erra; / e avar om qi d'onor à ventura / e d'alcun solaço non à cura...
[2] Stat. fior., a. 1284, II, par. 18, pag. 49.9: Et tutti quelli che si faranno scrivere dea ciascuno per arra danari XVIIJ, li quali danari non riabbia, se non fosse al detto manicare.
[3] Stat. pis., 1321, cap. 126, pag. 313.16: Et che l'arra sopra l'autra arra non darò nè manifesterò, se lo cognoscerò, e la prima arra per la seconda non soctragerò al danno de le parte.
[4] Doc. perug., 1322-38, pag. 128.43: De(m)mo a Pietro de Servolo tegolaio p(er) arra de ccl botaciuogle, s. xx.
[5] Doc. aret., 1335-38, pag. 150.25: A[ncho] s'ène refatto fine a dì 18 de magio 1338 lb. IIIJ conpiuta. Feo de Tancreduccio da Patrignioni dea dare a dì XIJ d'aprile, i q(ua)li diedi al Fede de Simone da Patrignioni p(er) arra d'uno pezzo de terra che chonparai dal ditto Feo...
[6] Stat. venez., 1338, cap. 84, pag. 454.5: Item, che çascun de l'Arte predita posa mandar a tor et a comprar e farse vegnir de fora a so bon plasere doge e fundi de ogna parte da Parenço in sovra e dar deneri e prometer, sicomo li parerà, per arra o per parte de pagamento a çascun che vorà, liberamente, façandole vegnire segondo li ordeni de la tera e la forma de lo capitolar.
[7] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. X, cap. 82, vol. 2, pag. 289.19: e ordinossi colle compagnie di Firenze ch'aveano affare in Francia, che facessono lettere di pagamento di LXm fiorini d'oro, per dare per arra e fare la promessa de' gaggi a Carlo...
- [In contesto iron.].
[8] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 19, terz. 22, vol. 1, pag. 216: ciò fu, Luigi, Filippo, e Giovanni, / e col Genero suo, Re di Navarra, / e più altri Inghilesi, ed Alamanni: / quindicimilia Cavalier per arra, / e dugento migliaia di Pedoni / si ritrovò, secondochè si narra.
1.1 Fig. Pegno, garanzia, anticipazione (spesso in senso religioso: la vita terrena come preparazione a quella destinata nell'aldilà).
[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 14.48, pag. 50: O avaro, fatt'hai onferno mentre la tua vita dura, / e de l'altro pres'hai l'arra: aspetta la pagatura!
[2] Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 81, pag. 391.27: altrimenti quella tristizia sarebbe l'arra di quella di ninferno, che sono tristi sempre del male e del peccato loro, non di volontade, ma di necessitade.
[3] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 28.93, vol. 2, pag. 487: Lo sommo ben, che solo esso a sé piace, / fé l'uom buono e a bene, e questo loco / diede per arr'a lui d'etterna pace. / Per sua difalta qui dimorò poco...
[4] Bosone da Gubbio, Capit., c. 1328 (eugub.), 31, pag. 377: Ma perché l'arra che ssi prende al fonte / del nostro batisteo ci dà un lume, / lo qual ci fa le cose di Dio conte, / venne del lustro del superno acume / una gratia di fede, che ssi dice / che 'nfonde l'alma come terra il fiume...
[5] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 126.3, pag. 95: Quando ne la bella pietra m'intoppo, / vermegla e byancha vestita di barra, / subito sento datomi un'arra / che ad amare mi sope[r]gla troppo.
[6] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 3, L. 3, pag. 39, col. 1.1: Alla creatura pare che e sentimenti sono della sua fervente virtù cagione: e della sua salute l'arra: e sentesi da lloro sommamente dilectare...
[7] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 41, vol. 2, pag. 46.11: Onde se le cose ami, amale come soggette, non principalmente: amale, come dono, ed arra del tuo Sposo...
[8] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 11, pag. 39.12: Et allora Lancilotto tanto amava la reina Ginévara, che loro adopararono sì et in tal modo, che fêro il pagamento amoroso della dilettosa arra che nel principio s'avevano donata; cioè, che dal mirare vennero al baciare...
[9] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, 2, pag. 64, col. 2.8: Il fine di questo libro si è d'attendere come l'anima con tutte le viscere diè desiderare l'unione del sposo; acciocchè possa ricevere nel presente l'arra della gloria e la corona delle nozze reale.
[10] Gradenigo, Quatro Evangelii, 1399 (tosc.-ven.), c. 14.250, pag. 98: né ad alcuna di quelle donne accorte / non fue mandato Helya, il sancto viro, / se non fue a quella vedoeta clara / che 'n Sarepta Sidonie ebbe il martiro, / la qual di morte aveva tolta l'ara.
[11] Discorso sulla Passione, XIV sm. (castell.), pag. 162.30: Qui fo l'arra e ('n) sula croce fo el paghame(n)to, aprendo quel tesavaro del suo lato.
[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 115.15, pag. 481: un re' mercao a ca' m'aduxe, / no me ge var raxon ni zuixe: / che alô me g'è daito l'arro / de rema, tosa o cataro; / e in zentura o in brager / doi pointe son traito in deré. || Nicolas, Anon. gen., p. 326, riconduce il genere masch. al fr. Haro, "voce con cui si chiama altri a dover comparir in giudicio"; cfr. ara 3.
1.2 Fig. Predizione, profezia.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 15.94, vol. 1, pag. 253: Tanto vogl'io che vi sia manifesto, / pur che mia coscïenza non mi garra, / ch'a la Fortuna, come vuol, son presto. / Non è nuova a li orecchi miei tal arra: / però giri Fortuna la sua rota / come le piace, e 'l villan la sua marra".
[2] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 15, pag. 276.1: D. se incora a dir a miser Bruneto che esso, segondo lo stato de la conscientia soa al presente, che esso è presto a la fortuna a soferir. E dice che questa arra non è nova, ché la uditi, como già te dissi.
1.3 Arra dell'anima: titolo di un libro di Ugo da S. Vittore (De Arrha animae).
[1] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 41, vol. 2, pag. 45.29: Or di questa materia, cioè, come per contemplazione delle creature, a noi date, e per noi fatte, sia da amare Dio, molto bene, e quasi più singolarmente, che altro Santo, ne parla Ugo da s. Vittore in quel libro, che fece dell'Arradell'anima, nel quale mostra all'anima la sua dignità, e come ella è sposa di Dio, e come esso Dio in arra, e segno di amore le ha date tutte le creature, ed inducela per questo rispetto a riamarlo.
[u.r. 25.02.2024]