ARRABBIATO agg./s.m.

0.1 arabbiata, arabbiati, arabbiato, arabiate, arabiati, arabiato, araiatu, arayati, arrabbiata, arrabbiate, arrabbiati, arrabbiato, arrabiata, arrabiate, arrabiati, arrabiato, arrabiatu, arragiata, arragiatu, arraiatu, ragiata.

0.2 V. arrabbiare.

0.3 Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.): 1.

0.4 In testi tosc.: Distr. Troia, XIII ex. (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.); Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.); Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

N L'att. in Jacopo della Lana è cit. dantesca.

0.7 1 [Vet.] Affetto da rabbia. 2 Fig. [Detto di persona o di atto da essa compiuto:] rabbioso, feroce; inferocito; adirato. [Di animale:] feroce. 3 Fig. Impazzito, fuori di senno; smanioso; che ha il contegno di un pazzo o di un animale rabbioso; che si dibatte disperatamente in tormenti spirituali o fisici. 3.1 Fig. [Detto di un vizio o di un sentimento:] portato all'estremo. 3.2 Fig. [Detto di una condizione:] molto aspro, durissimo.

0.8 Roberta Manetti 25.05.2004.

1 [Vet.] Affetto da rabbia.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 14.14, pag. 48: lo suo cor molto s'afferra, quel che pensa non pò avire, / l'ira sì lo fa ensanire como cane arrabiato.

[2] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), pag. 16.23: e guatando il levriere che gridava, credettono che fosse arrabbiato e ch'egli avesse per rabbia mangiato il fanciullo o strangolatolo per lo sangue che vidono...

[3] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 30, cap. 1, par. 12, pag. 445.7: i leoni fremiscono; a' serpenti adirati s'enfia il collo; de' cani arrabbiati è trista paruta.

[4] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, cap. 10, pag. 30.32: una fiata unu cavalerj avia unu soy cavallu, lu qualj araiau, et tornau sì arraiatu, ky multi persunj non lu putianu tinirj...

[5] Thes. pauper. volg. (ed. Rapisarda), XIV (sic.), cap. 236, pag. 106.10: A muccicuni di cani arrabiatu.

[6] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 208.17: El quale Leone poi che fo vessato dallo spirito immundo ad modo de cane arrabiato abaiava.

[7] Mascalcia L. Rusio volg., XIV ex. (sab.), cap. 154, pag. 291.18: Unu cavale(r)o vide una vacca ragiata ch(e) fei(r)o unu peco co lo co(r)nu, et q(ue)lla peco fo i(n)contene(n)te arragiata.

2 Fig. [Detto di persona o di atto da essa compiuto:] rabbioso, feroce; inferocito; adirato. [Di animale:] feroce.

[1] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 184.30: e quella nocte sé riposarono per lo grande travalglio che aveano sostenuto, però che non erano usciti fuori dela città ordinatamente, se non come huomini arrabbiati incontro a' loro nemici.

[2] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 9.43, pag. 83: ancor ti miser veste porporate, / gridando tutti con voci arrabbiate: / 'Ave re de' Giuder'!'.

[3] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 8, pag. 248.11: E in questa opera non mancava la furiosa fiaccola de' tribuni a la arrabbiata moltitudine...

[4] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 8, cap. 31, pag. 268.12: e di ciò è egli ora così adirato e sì arrabbiato, perchè voi non foste oziosi e disarmati senza lui, e ch'egli mi fece unque maestro de' cavalieri.

[5] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 29, pag. 48.16: E detto questo, come persona arrabbiata, mosse tutta la cittade a rumore e, presa la figliuola, fuggì con lei... || In bilico tra 2 e 3.

[6] Sacchetti, La battaglia, 1353 (fior.), cant. 3. ott. 47.8, pag. 50: rigan tre febe il bel petto di quella / nel campo febo in banda sanguinosa, / in segno quale altezza nel suo sangue / è per sommerger l'arrabbiato angue.

[7] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 6.6, pag. 22: Le lor vivande son sì facti farri / per farli tristi et sì forte arrabiati, / che pegio non puoi fare agli adirati / che serrar lo' la gola che non garri.

[8] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 64.1, pag. 325: Era Iesù fra le turbe arrabbiate: / e ciascun di percuoterlo si sfama...

[9] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 16 par. 4, vol. 2, pag. 35.5: inperzò lu iudiciu fu subitu, iratu et arraiatu, et chircaru di sturbari lu nomu di Cristu da la terra.

[10] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Appendice madr. 19.8, pag. 341: così quel mal vissuto s'ingagliarda. / Per guardar la mie donna han fatto lega / el vechio 'mpront'e l'arabbiata strega.

[11] Diretano bando, XIV (tosc.), cap. 38, pag. 27.15: Calcatrice è un serpente arabbiata, e sua natura sì è: quand'elli truova uno huomo, sì llo divora, e poi che ll'à divorato, sì llo piange tucto tempo della sua vita.

3 Fig. Impazzito, fuori di senno; smanioso; che ha il contegno di un pazzo o di un animale rabbioso; che si dibatte disperatamente in tormenti spirituali o fisici.

[1] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 169.23: Ella gridava chome arrabbiata, schapilgliata, piangiendo...

[2] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 13, pag. 214.25: Disse Lucano: "ontia m'è di raccontare lo male ch'e' tuoi cittadini ànno fatto, Roma, che tutti parevano arabiati d'uccidare l'uno l'altro!". || Cfr. Fet des Romains, p. 522: «li um estoient come enragié sor les autres».

[3] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 2.35, pag. 181.36: Il papa era preso in Alagna; e sanza fare alcuna difesa o scusa, fu menato a Roma, ove fu ferito nella testa, e dopo alcun dì arrabbiato si morì.

[4] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 30.79, vol. 1, pag. 516: Dentro c'è l'una già, se l'arrabbiate / ombre che vanno intorno dicon vero; / ma che mi val, c'ho le membra legate?

[5] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 30, 79-90, pag. 718, col. 1.1: L'arrabbiate ombre, cioè ... le furie preditte, zoè, Mirra e Vanni Schichi.

[6] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 8, vol. 1, pag. 143.9: Et incontinenti Clasiu cridau commu araiatu et dissi que in presencia di lu jmperaduri issu Blassiu lu riquiria di trayciuni.

[7] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 17.15, pag. 385: Non senza morte colui ancora latra / cui il cencro giunge o mordono i chersidri, / ma sì come uomo arrabbiato si squatra.

[8] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 30, parr. 42-49, pag. 446.18: Ma se io vedesse qui dentro l'una, idest quella de Guido, se l'arabiate Ombre, idest Mira e Vanni Schichi...

- Sost.

[9] Francesco da Buti, Inf., 1385/95 (pis.), c. 30, 31-45, pag. 766.25: In questi cinque ternari l'autor nostro finge che maestro Grifolino d'Arezzo, detto di sopra, manifestasse chi era l'arrabbiato che morse Capocchio...

3.1 Fig. [Detto di un vizio o di un sentimento:] portato all'estremo.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 85, pag. 235.17: egli si cruccia, ma tosto si pacifica; egli è inconstante, ma non troppo follemente; egli ha lussuria, ma non arrabbiata. || Cfr. Sen., Ep., XI-XIII, 85, 7: «habet libidinem, sed non insanam».

[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 7, vol. 2, pag. 91.9: lo quale commosso dalla arrabbiata ira, riempieo gli venti, a un'otta, con tre abaiamenti, e sparse gli verdi campi di bianche schiume.

[3] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 38.27, pag. 92: Così mal può l'anima sconsolata / Ritrarre il corpo di vivande pieno / Da quella calda voglia e arrabbiata.

3.2 Fig. [Detto di una condizione:] molto aspro, durissimo.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 13, proemio, pag. 237.1: e fanne caccia di loro, faccendoli perseguire, e dilacerare a cagne nere, le quali hanno a significare per allegoria povertade e miseria, le quali sono arrabbiate condizioni...

[u.r. 08.06.2009]