ARRÈNDERE v.

0.1 adrenderimu, adrennìose, areda, aredeo, aredere, arenda, arendare, aréndare, arendasi, arende, arendè, arendé, arendea, arendeano, arendèe, arendendu, arendeno, arendenu, arendeo, arendéo, arendere, arenderebbono, arendero, arenderono, arenderonsi, arendersi, arenderu, arendeseno, arendési, arendesse, arendessero, arendessi, arendessono, arendeti, arendeva, arendevano, arendi, arendia, arendiamo, arendiero, arendío, arendiri, arendirisi, arendirssi, arenditi, arendiu, arendiuli, arendo, arendono, arendu, arenduta, arendute, arenduti, arenduto, arendutu, arènneti, arenno, arindamu, arindendu, arindenduli, arinderu, arindi, arindia, arindianuli, arindili, arindinu, arindiri, arindirilu, arindissi, arindissiru, arindiu, arindiuli, arinduta, arinduti, arindutu, arint, arredda, arreddendoglisi, arreddendosi, arreddeo, arreddere, arreddero, arreddesero, arreddesse, arreddessero, arreddiano, arreddieno, arreddono, arredduta, arreddute, arreddutesi, arredduti, arreddutisi, arredduto, arreddutoglisi, arreddutosi, arrend', arrenda, arrendano, arréndare, arréndarmi, arrendarò, arrende, arrendè, arrendé, arrendea, arrendendosi, arrendentisi, arrendeo, arrendéo, arrender, arrendèr, arrendér, arrenderà , arrenderaiu, arrenderanno, arrenderàssi, arrenderci, arrendere, arrenderiali, arrendero, arrenderò, arrenderoli, arrenderon, arrenderono, arrenderonsi, arrendersi, arrendérsi, arrendêrsi, arrenderu, arrendesse, arrendesser, arrendessero, arrendessersi, arrendessi, arrendessono, arrendete, arrendetevi, arrendette, arrendettero, arrendeva, arrendevano, arrendi, arrendiamo, arrendiate, arrendimi, arrendio, arrendiri, arrendirisi, arrenditi, arrendiu, arrendiulu, arrendo, arrendono, arrenduta, arrendute, arrenduti, arrenduto, arrenniero, arrenno, arrinderu, arrindissi, arrindiu, arrindutu, errendè, errendere.

0.2 Da rendere.

0.3 Doc. fabr., 1186: 1.2.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.); Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Doc. sen., 1277-82; Guglielmo Beroardi, Rime, a. 1282 (fior.); Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.); Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.); Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.); Cronica di Lucca, c. 1357 (lucch.).

In testi sett.: Memoriali bologn., 1279-1300, (1299-1300); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.); Esercizi cividal., XIV sm.

In testi mediani e merid.: Doc. fabr., 1186; St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.); Doc. castell., 1261-72; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.); Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Locuz. e fras. arrendere grazie 2.4.1; arrendere l'anima a Dio 2.4.5; arrendere l'animo 2.4.4; arrendere l'intendimento 2.4.4; arrendere merito 2.4.6; arrendere pace 2.4.7; arrendere ragione 2.4.2; arrendere testimonio 2.4.3; arrendersi a patti 1.1.1; arrendersi con patti 1.1.1; arrendersi a prigione 1.1.2; arrendersi d'accordo 1.1.1; arrendersi per presi e morti 1.1.3; arrendersi per prigione 1.1.2; arrendersi per uomini morti 1.1.3; arrendersi prigione 1.1.2; arrendersi salve le persone 1.1.1; arrendersi salve le persone e l'avere 1.1.1; arrendersi salvo la vita 1.1.1; arrendersi sani e salvi 1.1.1.

0.7 1 Pron. Consegnarsi al nemico, darsi vinti, sottomettersi (per lo più in conseguenza di un assedio). 1.1 Fras. 1.2 Fig. Cedere, desistere, accondiscendere (al volere altrui). 1.3 Trans. Cedere, consegnare qsa al nemico. 1.4 Pron. Sciogliersi, diventare fluido; allentarsi, attenuarsi. Anche fig. 2 Ridare a qno ciò che aveva dato o che gli era stato tolto, restituire. 2.1 Restituire (un prestito), saldare (un debito). 2.2 Pron. Fig. Restituirsi a qno. 2.3 Fig. Far tornare qsa alla condizione di prima. 2.4 Locuz. e fras. 2.5 Pron. Disporsi di buonavoglia. 2.6 Pron. Abbandonarsi alla protezione di qno, affidarsi, commettersi (nelle mani di Dio, ecc.). 3 Far diventare, ridurre. 3.1 Pron. Diventare, cambiare. 3.2 Pron. Disporsi, accomodarsi. 3.3 Pron. Rendersi conto, accorgersi. 4 Rendere, fruttare.

0.8 Roberto Leporatti 16.07.2001.

1 Pron. Consegnarsi al nemico, darsi vinti, sottomettersi (per lo più in conseguenza di un contrasto o di un assedio).

[1] St. de Troia e de Roma Laur., 1252/58 (rom.), pag. 170.21: Et pro quello ke fece, molte citate de Ispania, ke li foro rebelle, se li arrenniero...

[2] Guglielmo Beroardi, Rime, a. 1282 (fior.), 2.10, pag. 92: ca tuttor ardo e 'ncendo, / sospirando e piangendo; / c'Amor mi fa languire / per quell'a ch'eo m'arrendo, / di me merzé cherendo, / e non mi degna audire.

[3] Conti di antichi cavalieri, XIII u.q. (aret.), 3, pag. 69.2: E vedendo quelli de Cartagine che non se poteano defendere, tucti s'arendiero liberamente a Scipione...

[4] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), [Svet.] L. 7, cap. 55, pag. 288.3: E poi che ellino si furo arenduti a lui, ebbero eglino da' suoi servi e da' suoi uomini tormento per ferro e per fruste crudelmente.

[5] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), Vita di Antonio, cap. 11, pag. 124.4: E poiché fu pervenuto in Alessandria, intrava sollecitamente ai cristiani incarcerati, e confortavagli che non s'arrendessero al tiranno, eziandio in sua presenzia...

[6] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, osservazioni, pag. 305.5: Essendo il detto popolo assediato da Aloferne, maliscalco di Nabuccodonosor, vogliendo i principi e sacierdoti per lo assedio e per la fame arrendersi alla leggie di Nabuccodonosor, e negare l'Onnipotente Iddio...

[7] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 2, cap. 3, vol. 1, pag. 86.14: Adonca plù sagi foru Quintu Fulviu, lu quali avendi presa Capua et Luciu Opimiu lu quali avia construti li Fragellani ad arendirssi ad issu, ambiduy adimandaru da lu Senatu que putissiru triumphari.

[8] Perugia e Corciano, c. 1350 (perug.), cap. 41, pag. 137.21: E lo conte, vedendo che l'Agoglioso non se volea arendere, prende Durindana conn amendoro li mano e dalglie uno colpo sopra l'elmo ch'el fesse fine ai dente.

[9] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 15, pag. 68.18: Et non si vulendu arendiri killi a li Normandi, illi la prisiru per forcza et distruxerula per fina a li fundamenti et prisiru tutti li homini et li fimini...

[10] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 67.23: E i nostri Sanesi andoro a chanpo a Righomagnio e credendo che vi fusse dentro e lui non v'era: di subito s'arendero a patti e g[i]uroro fedeltà al comuno di Siena e a' signori XV, e in questo modo s'ebe Righomagnio.

[11] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 407, pag. 106: Non parìa che per forza avere se potesse; / Fecero dui trabuchi che ambendora feresse, / Che tucta quella rocca colli culpi abbattesse, / Sì che per forza Fidanza se arrendesse.

[12] Doc. friul. (>tosc.), 1365, pag. 330.4: sapia chi per lor zoe Zanuto e Perozo non mancá chi la bastia non fo presa chi siando dentro de la bastia intrambi due eli si arenderono agli inimisi zoè a Cola de Regogna: no' semo vostri, voi save ben quel chi vo' ave a far.

[13] Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.), L. 33, pag. 283.16: non potendo li citadini soffirire li continui affanni de lo iuorno e de la nocte, sì se arrenderono a lo quindecimo iuorno de lloro assieyo...

1.1 Fras.

1.1.1 Fras. Arrendersi a, con patti; arrendersi d'accordo; arrendersi salve le persone (e l'avere), salvo la vita, sani e salvi.

[1] Legg. G. di Procida, 1282-99 (tosc.), pag. 58.7: Lo capitano s'arendío a patti: quando fu arrenduto non li tenneno i patti, incontanente gridando "muoia", e così fuoro tutti morti.

[2] Cronica fior., XIII ex., pag. 128.9: e VIJ mesi continui vi stette l'asedio; e poi perché nonn aveano sale, sì ss'arenderono a patti.

[3] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 12, pag. 58.29: Finalmente el ducha d'Actene, el quale avea nome Egeo, e gli altri huomini de la decta città, s'arrendero con cierti pacti al re...

[4] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. IX, cap. 82, vol. 2, pag. 167.14: avendo perduta ogni speranza di soccorso, sì s'arendero salve le persone...

[5] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XIII, cap. 81, vol. 3, pag. 481.12: per difalta di vittuaglia s'arenderono al Comune di Vinegia, salve le persone e l'avere...

[6] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 25, pag. 116.12: Li autri homini, chi rumasiru a la chitati, non potendu pluy resistiri, et illi si arrenderu cum patti et boni conventioni.

[7] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 95.6: e lo 'nperadore attenendosi al suo consiglio, deliberò d'andare a Todi, e i Todini s'arendero d'acordo e andoro co' lui in chavalchata nel contado di Perugia...

[8] Velluti, Cronica, 1367-70 (fior.), pag. 226.16: Ultimamente, per trattato de' terrazzani, s'ebbe; e non essendo fornito il cassero, il detto Marco e certi altri della casa s'arrenderono, salvo la vita...

[9] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 60, terz. 6, vol. 3, pag. 166: Nel predett'anno, avendo Don Anfuso / in Castel Castro assediati i Pisani, / com'altra volta per addietro er'uso; / al fine s'arrendero salvi, e sani...

1.1.2 Fras. Arrendersi prigione / a, per prigione.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 78.48, pag. 323: La Carne dice a la Rascione: / "Eo me t'arrenno per prescione; / adiutame, ché ho cascione, / ché l'Amor me vol consumare...

[2] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 58, pag. 101.16: A ttanto sì s'arrendono tutti a ppregioni e ssono messi presso al porto nel castello di Proro.

[3] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. IX, cap. 77, vol. 2, pag. 149.6: e quella per forza di saettamento e per prestezza di genti co le spade in mano sagliendo da più parti in su la cocca, quella presono con molti fediti e morti da ciascuna parte, e messer Guido, tra gli altri ch'erano rimasi, s'arendero pregioni.

1.1.3 Fras. Arrendersi per uomini morti, per presi e morti.

[1] Cronica di Lucca, c. 1357 (lucch.), pag. 180.33: Et lo ditto anno li Fiorentini et Pratessi funo ischonfitti da' Pistoriesi a Carmignano. Lo inperadore Federicho esendo ' Ancona, et li Anconesi sie s'rendeno per presi et per morti.

[2] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 20, pag. 153.11: E cavalcati e posto l'assedio, vi stettero quatro anni e alla fine non possendo li fiesolani risistere, s'arrendero per uomini morti.

1.2 Fig. Cedere, desistere, accondiscendere (al volere altrui).

[1] Doc. fabr., 1186, pag. 191.15: et presalie quale nui advemo delo vostru et n(ost)ra sientia ne dà q(uod) no(n) ce adbamo rattione, adre(n)derimu ad vui admicavelem(en)te; et set rattione ce odste(n)demo, sia(n)ne toltu ad dictu de set Rigu scretiu, et clesia Sa(n)to Vettore et Rotla(n)do fare similit(er)m(en)te ad nui...

[2] Guittone (ed. Leonardi), a. 1294 (tosc.), 84.3, pag. 252: Così ti doni Dio mala ventura, / con' tu menzogna di' ad iscïente, / credendo ch'i' m'arrenda per paura / di tua malvagia lingua mesdicente.

[3] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 65.56, pag. 267: E che tu non conoschi o non hai sentimento, / a tale abbassamento, Iesù, tu se' venuto, / en te par che s'offoschi luce de splendimento, / potere e vedemento pare che si perduto; / hate l'amor feruto e tu non te defendi, / a sua forza t'arrendi, donando tuo vigore.

[4] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 51, pag. 110.27: L'animo non si dee rammollire, nè arrendere. S'io m'arrendo a' diletti, e' mi converrà poi arrendere alla fatica, a dolore, e a paura, ed essere nella mercè, e nella segnoria di cupidigia, e di cruccio...

[5] <Cavalca, Disc. Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 4, pag. 37.17: Ma vuolsi ciò fare in suo servizio, e benefizio, acciocchè la mente inferma, la quale per lo garrire fuggirebbe, sentendosi quasi ugnere di lode, si arrenda, e si chini a lasciarsi menare, e medicare.

[6] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1376] lett. 61, pag. 257.5: Or oltre corrite, e non si tenga più el cuore vostro; arendasi la città dell'anima vostra: se non s'arende per altro, per fuoco si debba arendare!

1.2.1 [Nella lirica amorosa:] sottomettersi (al volere dell'amante).

[1] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 158, pag. 185: Sono a la tua presenz[ï]a, da voi non mi difenno. / S'eo minespreso àjoti, merzé, a voi m'arenno.

[2] Giac. Pugliese, Rime (ed. Panvini), XIII pm. (tosc.), 3.79, pag. 185: Tut[t]o 'ncendo - pur vegendo; / fina donna, a voi m'arendo. / Rendomi in vostra balìa, / voi siete la donna mia, / fontana di cortesia, / per cui tut[t]a gioi si 'nvia.

[3] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), 3.70, pag. 905: "Quand'io dissi, avea bevuto. / Kosì fuss'io stato muto! / S'io pec[c]ai, io ne so' pentuto / ed a voi mi sonno arenduto".

[4] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 104.7, pag. 326: Dal meo guerrero, colpo non difendo, / perch'io veg[g]io del pruno uscir la rosa; / Tant'è lo mio martoro ch'io m'arendo, / avegna che la guerra m'è gioiosa.

1.2.2 Essere conciliante, pronto ad esaudire le richieste altrui.

[1] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 45.40, vol. 1, pag. 308: Dolce amore, di te nasce / la sperança c'omo pasce, / unde al peccator tu lasce / pïetança adimandare. / Poi ke 'n cielo lo intendi, / tu, cortese ke t'arendi, / tu medesmo sì te spendi, / ki te vol thesauriçare.

1.3 Trans. Cedere, consegnare qsa al nemico.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. X, cap. 106, vol. 2, pag. 309.28: E ritornando si puose ad assedio a Santa Maria a Monte che si tenea per gli Fiorentini, salvo la rocca si tenea per gli terrazzani, e quella in pochi giorni ebbe, però che' terrazzani per tradimento l'arenderono, dì XXV d'aprile; e' Fiorentini non erano proveduti come si convenia...

[2] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 26, pag. 118.17: Lu Conti lu requersi di duy cosi: la prima fu chi illu sì arrindissi la terra et lu castellu; la secunda chi illu si convirtissi a la fidi catholica et richipissi lu battisimu.

1.3.1 Fig. [Rif. a persona:] far cedere, rendere più benevolo verso qno.

[1] Poes. music., XIV (tosc., ven.), [FraLan] ball. 51.16, pag. 170: Più ch'altro d'altra, quest'amor m'accende / il cor e l'alma mia / di star suggetto a lei. / Non vera fé, né mio dolor l'arrende: / Amor vuol che ciò sia / per forza di costei, / c'ha vòlto contra me 'l cielo e li dei.

1.3.2 Fig. [Rif. a persona:] volgersi (a credenze sbagliate), deviare.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 36, pag. 494.21: Valente imperadore da Eudossio vescovo, affermatore della resia Ariana, e battezzato e ammaiestrato, in malvagia eresia s'arreddeo, ma la malvagia credenza molto tempo coperse...

1.4 Pron. Sciogliersi, diventare fluido; allentarsi, attenuarsi. Anche fig.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 59.58, pag. 200: Sì come per fredura / l'agua in ghiacc[i]a raprende, già ·n s'arende, / cotanto indura per adimorare, / e dove per calura / sua durezza rincende, sì contende / vertù de l'una e l'altra per usare...

[2] Tomaso da Faenza, Amoroso, XIII sm. (tosc./faent.), 69, pag. 456: e poi che vede che lor male incende, / e la potenza d'Amor non s'arende, / bene sia folle tale amante sembia.

2 Ridare a qno ciò che aveva dato o che gli era stato tolto, restituire.

[1] Doc. castell., 1261-72, 4, pag. 22.4: Ventura de Fatebuono decto e Beveniuto suo frate òno en soço da noi IJ scrofe, e den'arendare la meità, e deole teniere IIJ anni...

[2] Doc. sen., 1277-82, pag. 85.6: Ancho IIII sol. et III den. venardì tre dì di marzo i quali n' aredeo Neri Gaza quando tornò da Pisa.

[3] Stat. sen., 1298, dist. 6, cap. 4, pag. 246.21: Et qualunque dei decti sensali non volesse fare le decte cose, o non facesse, sia tenuto e punito e condemnato de la decta Arte, per ogne volta, in V soldi; i quali non si possano aréndare nè per consellio nè in altro modo.

[4] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), tenz. 69.4, pag. 209: Poi non son sag[g]io sì che 'l prescio e 'l nomo / di voi potesse dir, sóne restio; / però c'avanza quel di ciascuno omo / che sia al mondo od arenduto a Dio.

[5] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 10.324, pag. 110: Sostegno pene di pianto e di dollia, / e pur aspecto, figliuol, che discendi; / lo pianger mi consuma più che follia, / ché ti pur bramo e non mi t'arrendi; / lo cuor mi batte e l'anima cordollia, / ché tua largheçça sì cara mi vendi.

[6] Poes. an. cort./tosc.occ., XIII/XIV, 324, pag. 419: Sostengno pena de pianto e de cor doglia / pur aspectando, figliuol, che descendi: / lo pianger me consuma più che folglia, / e te pur bramo e non me t'arendi.

[7] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, cap. 2, pag. 9.7: e si tornaro ad retro, e trovaro ad chillo sancto patre Libertinu che stava in oratione, et arrenderoli lo cavallo, et miserolo ad cavallo, et parterose...

2.1 Restituire (un prestito), saldare (un debito).

[1] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 27, pag. 66.1: E chistu monacu ricuntava ki una fiata era unu fidili homu, et era obligatu ad unu soy credituri; e non avendu illu unde arrendere lu debitu, pensau de recurrere a sanctu Benedictu.

2.2 Pron. Fig. Restituirsi a qno.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 90.288, pag. 378: amor, amor Iesù, dolce mio sposo, / amor, amor, la morte t'addemando; / amor, amor Iesù sì delettoso, / tu me t'arrendi en te me trasformando; / pensa ch'io vo pasmando, Amor, non so o' me sia...

2.3 Fig. Far tornare qsa alla condizione di prima.

[1] Memoriali bologn., 1279-1300, (1299-1300) App. e.47, pag. 95: Ché tutto quanto lo core mi struge e stende / come la cera quando 'l caldo prende. / Se 'l vostro amore inver' me non s'arrende / ben morragio.

[2] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 26, pag. 65.30: Fo mandatu kistu malatu a sanctu Benedictu, e mantinenti fo arrindutu in la sanitate la quali avia avuta avanti".

[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 4, cap. 1, vol. 1, pag. 153.9: Adonca issu Scevola fici duy cosi: ca, et arendiu a la sua religiuni fidi debita, et dedi sanu consilyu a la utilitati publica.

2.4 Locuz. e fras.

2.4.1 Locuz. verb. Arrendere grazie a qno: ringraziare.

[1] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 2, cap. 1, pag. 39.32: Et intandu, benedicendu a Deu, maniaru imsembla: finutu lu maniarj et li gracii ky arrenderu a Deu, lu previte si tornau a la ecclesia sua.

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 6, vol. 1, pag. 41.31: Intandu li mesagi, commu qui avissiru chò que aviannu desiyatu, arenderu gracij a li Epidauri et ambizzati da li sagi di lu cultu et di la reverentia que devianu fari a lu serpenti, se sferaru et parteru da locu cun grandi alegria.

2.4.2 Locuz. verb. Arrendere ragione: dar conto, giustificare.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 1, vol. 1, pag. 100.26: "Adonca - dissi lu citellu - tu incerka via et maynera commu tu non arendi rasuni".

2.4.3 Locuz. verb. Arrendere testimonio: mostrare palesemente.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 2, vol. 2, pag. 17.9: issu lu Senatu fici fari unu templu et unu altari a la Fortuna in persuna di fimina in quillu locu propriu uvy Coriolanu era statu pregatu, arendendu testimoniu per expressu cultu di religiuni commu beni s'aricurdava di lu beneficiu ricipputu. || Cfr. Val. Max., V, 2, 1: «memorem beneficii animum suum [[...]] testando».

2.4.4 Fras. Arrendere l'animo, l'intendimento: volgere il proprio interesse verso qsa, prestare attenzione; dedicarsi.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 18, pag. 119.8: avvegnachè chi attentamente l'animo vi ponga, e con tutta l'affezione della mente a quelle cose arreddal'animo, e consideri bene i detti tempi con quelli d'ora, sicuramente posso dire che iudicherà, che le dette cose così malavventuratamente non potessero essere turbate e avvenute, se Dio contra loro non fosse adirato...

[2] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 63, pag. 69.6: appresso dee mostrare quello onde si discorda da llui, acciò che mostri all'uditore a che cose debbi arrenderel'animo suo.

[3] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 74, pag. 87.13: E a questa materia arrenda il lettore tutto il suo intendimento, perché è sottilissima materia, e molto utile a sapere.

2.4.5 Fras. Arrendere l'anima a Dio: morire.

[1] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 1, cap. 12, pag. 35.11: e viviu septe jornj, e compluta la penitencia ky li fo data in chillj septe jornj, lu octavu allegru arrendiu la anima a Deu, sì si partiu la anima da lu corpu.

[2] Enselmino da Montebelluna, XIV pm. (trevis.), 1505, pag. 98: Fa, o dolze Mare mia, che al fine mio / tu me defendi da li spirti rei, / e l'anema mia arendi al Padre Dio.

2.4.6 Fras. Arrendere merito: riconoscere il merito di qno.

[1] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 2, vol. 2, pag. 18.29: Ca issu Terenciu rasunivilimenti arendiumeritu a lu Africanu qui era statu facituri di sua libertati commu a so patrunu per confessiuni di lu ricipputu beneficiu.

2.4.7 [Formula di saluto e d'augurio:] fras. Arrendere pace a qno.

[1] Stat. castell., XIV sm., pag. 140.16: E co(n)pito l'inno e detta l'oratione, el priore collo camorlengho po(r)tino questi capituli e vadano denançe a colui el quale sirà eletto priore p(er) la magiure parte dele boce e pongali in mano questi capitoli et in nome del nostro Singnore (Gesù) (Cristo) la presentino la detta letione, e 'l priore vecchio li are(n)da pace en nome di tutti i conpangni.

2.5 Pron. Disporsi di buonavoglia.

[1] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 55, pag. 62.3: Perché, quando l'uditore ode dinanzi dire che di cotale materia si dé dire, s'arrende incontanente meglio a udire.

2.6 Pron. Abbandonarsi alla protezione di qno, affidarsi, commettersi (nelle mani di Dio, ecc.).

[1] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 37.45, vol. 1, pag. 253: "O sire, sì a te m'arendo / k'io languesco del tuo amore!"

[2] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 102.56, pag. 464: Ma a voi pu no me defendo / ni vojo dir atra raxon; / ma, removuo ogni caxon, / a De' e a voi m'arendo, / e justa persona atendo / de merito la caritae, / ê l'amor c' o me <e> tenei...

[3] Pianto di San Pietro, XIV (tosc.), 208, pag. 228: te in ogne luogo sì permani; / dunque, s'i' m'arendo in tue mani, / o Signior mio, prego che t'apiani / inver' di me, pietoso perdonando.

2.6.1 Pron. Arrendersi consore, monaca: Rendersi in un chiostro, abbracciare la vita religiosa.

[1] Cielo d'Alcamo, Contrasto, 1231/50 (sic.>tosc.), 49, pag. 179: "Se tut[t]o adivenissemi, tagliàrami le trezze, / e consore m'arenno a una magione, / avanti che m'artoc[c]hi 'n la persone." / "Se tu consore arènneti, donna col viso cleri, / a lo mostero vènoci e rènnomi confleri...

[2] Novellino, XIII u.v. (fior.), 62, pag. 264.13: Arrendérsi monache e fecero un monistero che si chiama il monistero delle nonane d'Ariminimonte.

3 Far diventare, ridurre.

[1] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 3, cap. 30, pag. 113.7: Pocu iorni da poy, standu l'ayru ben serenu e claru, una nebula sì se stise e stava supra lu altaru de kista ecclesia e cuperia lu tectu, e kista nebula sì arrendiu killu locu de tanta reverencia e de tantu odure, tantu ki, standu le porte de la ecclesia aperte, non era nulla pirsune ki nche prisumissi de intrari...

3.1 Pron. Diventare, cambiare.

[1] Arrigo Baldonasco (ed. Panvini), XIII sm. (tosc.), 1.36, pag. 394: però tutto m'arendo / a lei ch'è la mia spera. / Spero in lei, chè si trova / merzè, und'io m'arendo / allegro, e no m'arendo / a null'altro che pera: / c'ogn'altro de' perire / e 'l suo sempre verdire.

[2] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 14.42, pag. 174: Rasguardando la sua testa / com'è humile e honesta, / ad ongni uomo paci presta / che s'arende peccatore.

[3] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 33.45, pag. 26: Superbia tanta e d'ogni ria manera / da lor con sdegno altero ognor si move; / un fier tiranno più di lor s'arrende, / tanta presunzion in lor s'anida.

3.2 Pron. Disporsi, accomodarsi.

[1] Fiore di rett., red. beta, a. 1292 (fior.), cap. 72, pag. 82.6: E che, a que' medesimi modi di favellare a che s'arrende la boce a mutarla, in diversi modi s'attribuiscono i reggimenti del corpo a farli diversamente.

3.3 Pron. Rendersi conto, accorgersi.

[1] Leggenda Aurea, XIV sm. (fior.), cap. 29, S. Paola, vol. 1, pag. 266.9: Rufina, la quale in affrettata morte abbattéo il pietoso animo de la madre, e Teorzio dopo il quale, cessòe di partorire, acciò che tu t'arrendessi ch'ella non volle servire a l'officio maritale, ma ubbidire al disidero del marito, la quale desiderava figliuoli liberi.

4 Rendere, fruttare.

[1] Panuccio del Bagno, XIII sm. (pis.), 11.102, pag. 77: Seminato nel canpo fèr' àn seme, / e seme simel sé ciascun arende: / und'è folle chi attende / di seminato, gran, piggior che gioglio...

[2] Esercizi cividal., XIV sm., 27, pag. 104.9: Lis blavis, lis quals si seminin mo, grant part arint, per ogno asin, dis, specialmentri alant bon timp pegl semenaç.

[u.r. 22.12.2017]