ARRENDIMENTO s.m.

0.1 arreddimento, arrendimento.

0.2 Da arrendere.

0.3 Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.).

N Att. solo fior.

0.7 1 Atto di chi si dichiara vinto, resa.

0.8 Niccolò Scaffai 22.05.2000.

1 Atto di chi si dichiara vinto, resa.

[1] ? Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 12, pag. 158.9: Quando s'apparecchia di combattere per forza cittade, o castello, catuna parte mettendosi a pericolo, ma maggiormente la parte di fuori, coloro che desiderano le mura assalire (grande apparecchiamento ordinato ai combattitori) grande paura generano a coloro che sono senza speranza d'arreddimento, e grido degli uomini mescolato col suono delle trombe aiuta la paura a coloro che usato non l'hanno. || Cfr. Veg., Mil., 4, 12: «Illi enim, qui muros invadere cupiunt, terrifico apparatu expositis copiis in spem deditionis formidinem geminant tubarum strepitum hominumque permixto».}

[2] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 6, pag. 69.22: Adunque il novero de' miracoli col novero delle sue miserie pareggioe, con disavventurata battaglia, con sozzo patto e con mortale arrendimento.

[3] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 8, sommario, pag. 282.36: Come Scipione prese per forza Illiturgo in Ispagna e uccise chi v'era dentro, e spianò la terra, e poi prese Castulone per arrendimento.

[u.r. 10.09.2008]