0.1 aridher, arridi, arrise, arrisemi.
0.2 Lat. arridere (LEI s.v. arridere).
0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.
0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.
In testi sett.: Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.); Tristano Veneto, XIV.
0.6 N Doc. esaustiva.
0.7 1 Guardare con favore, approvare (con un sorriso). 1.1 Provare soddisfazione, compiacersi. 2 Essere propizio, favorire. 3 Sorridere (ironicamente, per scherno).
0.8 Fabio Romanini 19.05.2000.
1 Guardare con favore, approvare (con un sorriso).
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. c. 15.71, vol. 3, pag. 246: Io mi volsi a Beatrice, e quella udio / pria ch'io parlassi, e arrisemi un cenno / che fece crescer l'ali al voler mio.
[2] Gl Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 33, 115-132, pag. 747, col. 2.21: Sola t'intendi, çoè neguna creatura te pò intender tutta, sí che tu 'sola intendi', e sí com'èi intelligente da tie et èi intendente, che tu 't'intendi'. Te a me arridi, çoè aprimete un poco.
1.1 Provare soddisfazione, compiacersi.
[1] Dante, Commedia, a. 1321, Par. c. 33.126, vol. 3, pag. 556: O luce etterna che sola in te sidi, / sola t'intendi, e da te intelletta / e intendente te ami e arridi!
[1] Petrarca, Trionfi, 1351(?)-74, T. Famae Ia, 89, pag. 314: E Lelio a' suoi Cornelii era ristretto; / Non così quel Metello al qual arrise / Tanto Fortuna che felice è detto.
3 Sorridere (ironicamente, per scherno).
[1] Tristano Veneto, XIV, cap. 447, pag. 407.12: Et alora miser Tristan sì comenzà ridher de queste parole contra miser Palamides, e llo vavasor, lo qual [lo] vete aridher sì li disse: «Certo signor, vui non ridé miga sença casion, et io credho che vui me saveré megio adir novelle del chavalier che io non sè.
[u.r. 13.02.2018]