0.1 alisca, arisca, arischi, arischi', arischia, arischiare, arresecha, arrisca, arrischi, arrischia, arrischiano, arrischiante, arrischiare, arrischiasse, arrischierebbe, arrischierebe, arrischierò, arrischieroe, arrischiò.
0.2Da rischio.
0.3 Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.): 1.
0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.); Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.).
In testi mediani e merid.: Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.).
0.7 1 Mettere a repentaglio la propria vita o i propri beni; correre un pericolo (anche pron.). 1.1 Fig.
0.8 Fabio Romanini 21.06.2000.
1 Mettere a repentaglio la propria vita o i propri beni; correre un pericolo (anche pron.).
[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2041, pag. 246: Però fa grande bene / chi s'arischi' al morire / anzi che soferire / vergogna né grave onta...
[2] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 58, pag. 102.11: Allora T. disse: «Qua entro à uno che arrischierebe bene la sua persona con quella del vostro sengnore, e ssì dicie che ci àe donna che è più bella che la vostra donna».
[3] Giostra virtù e vizi, XIII ex. (march.), 583, pag. 347: Tostamente lu exercitu devanti Lu[i] clamava / de Soy franche masnade; / dicia: «Chy se·cçe arres[e]cha, contra la gente prava / de Nostra inimistade?».
[4] Fr. da Barberino, Doc. Am., 1314 (tosc.), pt. 7, docum. 15.19, vol. 3, pag. 221: La vita no arrischiare, / per sentire o provare, / d'alchun de' tuoi infermi, / né di te, se tu infermi.
[5] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 42, pag. 421.1: I savi mercatanti mal volentieri arrischiano tutti i loro tesori ad un'ora a' fortunosi casi...
[6] Cavalca, Specchio de' peccati, c. 1340 (pis.), cap. 8, pag. 60.19: E quanto Iddio abbia per male di coloro, li quali per poca fede non gli si affidano, e non si arrischiano per lui ad ogni pericolo, e non si confortano in ogni tentazione, sì il mostra quando dice nell' Apocalissi; Ai timidi, e agl' increduli, e a' micidiali, la parte loro fia nello stagno del fuoco ardente.
[7] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), lett. 86, pag. 208.27: Unde che, innanzi che giugnessero a Montepulciano trovaro che per un trattato che si doveva fare a Montepulciano, el paese era sì rotto che non si volsero arischiare d'andare...
[8] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 37, terz. 89, vol. 2, pag. 153: Nel detto tempo nell'Isola d'Ischia, / che dal Napoletan poco divaria, / come sa chi talvolta vi s'arrischia, / uscì fuori della sua zolfonaria / un fuoco tal, che tutto quel paese / ne sbigottì, sì n' era piena l'aria...
[1] Jacopo Cavalcanti, a. 1287 (fior.), 3.12, pag. 239: S'ha tanta possa quanto conta quelli, / provi le sue vertù contra colei / che vive de le mie pene cantando. / S'ella s'arrischia contra li occhi felli, / voglia di pregio allor ben crederei; / se vi si mette, a Dio la raccomando.
[2] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 32.1, pag. 670: Chi a falsi sembianti il cor arisca, / credendo esser amato, e s'in[n]amora, / tanto diletto non sente in quel[l]'ora / ch'apresso più di pena non lang[u]isca...
[3] Boccaccio, Ninfale, 1344/48 (?), st. 398.5, pag. 328: Questo pensier la fe' piú volte andare / al loco ov'ella fu contaminata, / sol per saper s'Africo può trovare, / per essersene a casa con lui andata; / ma non si seppe mai tanto arrischiare, / per la vergogna, d'andar, sola nata, / a casa sua; e pur presso v'andoe, / alcuna volta, e poi 'ndietro tornoe.
[4] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 22 [ser Ciano del Borgo a San Sepolcro], 97, pag. 49: Cansone, va' su la scala magnifica / del lombardo emisperio / e te con lei annodati; / quivi t'anida e quivi ti gratifica / socto cotale imperio, / e quando puoi aprovati / e di parlar con quei signori amodati, / ch'a lor governo non bisogna cittera, / ma buono è che tua lictera / si legga lì dai buon<i>' che più v'arivano / e, bene oprando, vivano; / e tu t'arrisca omai nel Po di bevere, / benché sii nata qui fra l'Afra e 'l Tevere.
[5] Boccaccio, Decameron, c. 1370, III.7, pag. 231.33: E di dosso gittatosi la schiavina e ogni abito pellegrino, in una giubba di zendado verde rimase, e non senza grandissima maraviglia da tutti guatato e riconosciuto fu lungamente, avanti che alcun s'arrischiasse a creder ch'el fosse desso.
[6] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 83.3, pag. 116: Se bianche non son prima ambe le tempie / ch'a poco a poco par che 'l tempo mischi, / securo non sarò, bench'io m'arrischi / talor ov'Amor l'arco tira et empie.
[u.r. 10.09.2008]