ARROGANZA s.f.

0.1 arogança, arogantia, aroganza, aroganzia, aroghanza, arrogança, arrogancia, arrogançia, arrogantia, arrogantìa, arroganza, arroganze, arroganzia, arroganzie, arroghanza, arrugancia, errogança, errogancia, errogantia, irrogança, roganza.

0.2 Lat. arrogantia (LEI s.v. arrogantia).

0.3 Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc.: Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.); Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.); Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.); Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.); Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.).

In testi sett.: Legg. S. Caterina ver., XIV in.; Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Poes. an. urbin., XIII; Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Atteggiamento o comportamento di chi è superbo ed insolente. 1.1 Furore ardito e temerario. 2 Fig. Eccesso.

0.8 Chiara Coluccia 20.03.2000.

1 Atteggiamento o comportamento di chi è superbo ed insolente.

[1] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 4, cap. 17, pag. 335.17: Onde dicie Tullio: eziam ne le prosperevole cose, che vengono secondo la volontà nostra, fuggirete superbia, e malvagi onori, e arroganzia; però che de' schifare di soffirire le smoderate cose, sì ne [le] prosperità come ne l'aversità...

[2] Fiori di filosafi, 1271/75 (fior.), pag. 104.8: E Pittagora, adomandato quello ch'elli si tenesse, rispuose ch'era filosofo cioè studioso e amadore di sapienza, ché nominarsi l'uomo savio è vizio di grande arroganza.

[3] Gl Bono Giamboni, Vizi e Virtudi, a. 1292 (fior.), cap. 25, pag. 47.22: Arroganzia è quando si vanta l'uomo d'esser quello che non è; e quest'è vanagloria.

[4] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 2, pag. 146.4: Trovase de uno phylosofo ke volendo l'arrogantia d'un re reprehendere, ke se faciva adorare, andoe innançi da lui (et) longo steso l'adoroe, onde el re non dicendo "Leva suso" sença licentia se levoe (et) asedettesi a lato el re.

[5] Poes. an. urbin., XIII, 23.60, pag. 589: scusite coi predicati: / non cunusci ki 'l te dàne / e cke tanto be[n] te fane, / tant'è la tua arrogantìa.

[6] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 10.10, pag. 32: «Test'è l'anvito ch'eo n'aio, che pro 'l Nimico m'hai lassato, / ed hai creso en tuo coraio a ciò che t'ha consegliato; / 'l mio conseglio hai desprezato per la tua grann'arroganza».

[7] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 7, cap. 57 rubr., pag. 290.2: Come Cesare venne in molta arroganza e ambizione.

[8] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), Intr. cap. 3, pag. 232.20: Açòe che l'arengatore no sia represo d'arogantia reciprocha, çoè de pocho retoricale seno e custumi, di' se guardare in lo so dire ch'el no ponese né dicise sì essere da loldare per merito de so' custumi o senno...

[9] Legg. S. Caterina ver., XIV in., 631, pag. 278: Ben tel diroe, / alcuna mençogna e' no te ge usaroe, / k'el è sì manifesto k'el no se pò celaro; / nol digo per superbia ke men voja exaltare, / ançi humelmente e no con arrogantia / dirò la verità sença alcuna fallacia...

[10] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 1.18, pag. 145.32: I loro adversari gli soprastavano con molto rigoglio, infamando Giano e' suoi seguaci di grande arroganza, dicendo che avea messo scandalo in Pistoia, e arse ville e condannati molti, quando vi fu rettore.

[11] Stat. fior., c. 1324, cap. 14, pag. 43.6: Ancora che se alcuno de' grandi de la città overo del contado di Firenze presummisse di dire overo di profferere alcune parole ingiuriose overo che contenessero superbia ed arroganza contra messer la Podestà e Capitano e contra li Priori dell'Arti e 'l Gonfaloniere de la Giustizia [[...]] possa messer la Podestà overo messer lo Capitano cotale grande mandare a' confini, e tenerlo fuori de la cittade e del contado di Firenze...

[12] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 8, 1-6, pag. 231, col. 2.6: Due fiammette, zoè una ne la cità la quale hae a denotare li peccati dentro da la citade si s'affanno per alcuno modo a quilli de fuori, zoè che sono dependenti da arrogancia e supperbia.

[13] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 344.7, pag. 215: e dal vitio de la gula lunçarsi, / ché l'enbriacho èe quasi uno insensato; / scaççi la arrogança come peccato, / per cuy se vede plu l'onor çitarsi.

[14] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2 osservazioni, pag. 331.20: Onde Ponpeo in sua scusa, e per arroganza che già montava in signioria, disse dinanzi a senatori...

[15] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 8, pag. 41.12: E la torre significa arroganza, la quale hanno tutti e malitiosi pecchatori...

[16] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 1, cap. 3, vol. 1, pag. 24.12: Li Samij a li Parinisi, qui demandavanu ayutu scontra quilli di lu Cayru, pir instinctu de grandi arrugancia, in locu di naviliu et di exercitu qui adimandavanu li Parinisi, li Samij li mandaru commu per gabbu una lesna...

[17] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 16, vol. 1, pag. 122.18: Onde all'uomo infedele, e cieco di Dio dice Geremia: L'arroganza tua, e la superbia del cuor tuo ti ha ingannato.

[18] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 7, cap. 3, vol. 1, pag. 280.10: A la fine i Pisani vi furono sconfitti da' Fiorentini a dì XXI di luglio del detto anno, e molti ne furono morti, e presi ne vennoro a Firenze per numero MCCC uomini, e de' migliori della città di Pisa; e così si mostra per giudicio d'Iddio che' Pisani avessono quella disciplina per la loro superbia, arroganza, e ingratitudine.

[19] Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.), 7.11, pag. 427: Eccon' un altro esempio a simiglianza: / quei da la Torre, de Melan segnori, / destrutti fôr per lor tropp'arroganza.

[20] Cronaca sen. (1202-1362), c. 1362, pag. 99.2: ed era tanta la loro aroghanza e superbia che e' Pisani propi e ancho altra giente che era co' loro, none lo' pareva bene di tanta iniquità...

[21] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 8, parr. 1-7, pag. 192.17: Per la exteriore soperbia intendo questa altra torre oppossita a quella, la qual ha una fiamma e se chiama arrogantia.

[22] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 56.2, pag. 324: Poscia che Troia dal vigor di Grescia / fu struta e guasta pe·la sua roganza, / no fu cità là dove fese stanzia / tanta superbia quant'è in Vinesia, / che l'altru' seno e forza non apregia, / e l fa per sua danari o per infanzia, / qual è compresa di tanta ignoranza / che crede tramutar Jenu' in Spezia.

[23] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 206.26: La iente ne sparlava e diceva ca soa arroganzia era non poca.

[24] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 13, pag. 134.16: Quale accaysune te move a pietate contra de quisto publico nuostro nemico, lo quale per soa soperba arrogancia, fidandose fuorsi de la prodeze de la soa persone, ne ave voluto assaltare a la soa citate, senza essere a lluy facto oltrayo per nuy, inde la quale ne deppe plu toste honorare se avesse avuta canoscenza de buon signore?

1.1 Furore ardito e temerario.

[1] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 13, pag. 224.14: Finalmente, quante volte m'hai assalito, tante volte mi sono difeso, sanza troppa arroganza...

[2] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 49, pag. 181.9: E tantosto alcuni di costoro missoro mano alle spade addosso a Lancialotto, con grande arroganzia, e Lancialotto misse mano alla sua: quivi cominciano una grande battaglia.

[3] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 19, parr. 15-17, pag. 313.24: Il qual infante [è suggel], idest testimonio, che sgani ciascuno, però che alcuni diceno che questa opera fu facta per un citadino secreto del sangue de D., perché D. il socorse più tosto, e ruppe el dicto loco più per arrogantia, aciò che la rotura fosse sigillo de questo advenimento.

[4] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 8, pag. 66.17: Ancora Valerio, imperadore di Roma, savissimo e valentissimo, per sua virtù e arroghanza aveva sottomesso a ssé gran parte del mondo.

2 Fig. Eccesso. || (Contini).

[1] Guinizzelli (ed. Contini), a. 1276 (tosc.), 14.14, pag. 476: sì ch'eo non credo mai poter gioire, / né convertir la mia disconfortanza / in allegranza di nessun conforto; / soletto come tortula voi' gire, / solo partir mia vita in disperanza, / per arroganza di così gran torto.

[u.r. 13.02.2018]