ARRUFFIANARE v.

0.1 arofiani, arroffianò, aruffianano, aruffianò.

0.2 Da ruffiano.

0.3 Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.); Ingiurie lucch., 1330-84, (1361).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Indurre alla prostituzione (anche fig.).

0.8 Fabio Romanini 24.07.2000.

1 Indurre alla prostituzione (anche fig.).

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 18, pag. 333.6: 40. Mentr'io andava ec. Qui l'Autore reca alla sua immaginazione uno infamato d'una grande roffianeria, ciò fu Messer Vinedico Caccianimici da Bologna, che aruffianò madonna Ghisola, sirocchia del detto Messer Vinedico, per moneta al Marchese Azzo da Ferrara.

[2] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 30, pag. 221.22: O quanti asaliscono le donne [in] loro camere e quante ne sono state morte per non acconsentire! Messer Venetico Caccianemico da Bologna arroffianò la serocchia carna[le] al marchese, e di lui disse il sommo poeta Dante così...

[3] Chiose falso Boccaccio, Purg., 1375 (fior.), c. 32, pag. 512.15: Per queste parole fingie l'altore che una puttana scienda sopra il charro e per questa puttana dé' intendere la chiesa, cioè i suo' pastori, i quali l'aruffianano, vendolla e barattolla tuttodì, vendendo i benefici di santa chiesa per danari e a uomini non degni di tali benefici...

[4] Ingiurie lucch., 1330-84, 184 (1361), pag. 56.1: - Sosso gaglioffo che tu se', che tu arofiani mogleta.

[u.r. 16.04.2008]