ASILO s.m.

0.1 asilo, assilo.

0.2 Lat. asylum (LEI s.v. asylum).

0.3 Ottimo, Par., a. 1334 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Ottimo, Par., a. 1334 (fior.); Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.).

In testi mediani e merid.: Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.).

0.6 N Si registra un'att. della forma lat. axilum in Miracole de Roma, XIII m. (rom.), 12, pag. 568.31: «Ad lato l'ene templum Axilum là dove stao la eclesia de santo Cosma et Damiano».

0.7 1 Luogo riconosciuto dalla legge inviolabile, che dà l'immunità a chiunque vi si rifugi (detto del tempio romano fondato da Romolo).

0.8 Raffaella Pelosini 13.01.2006.

1 Luogo riconosciuto dalla legge inviolabile, che dà l'immunità a chiunque vi si rifugi (detto del tempio romano fondato da Romolo).

[1] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 126.17: Poi Romolo edificò il tempio, [e] chiamollo assilo; quella era casa di misericordia e di rifuggio...

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap. 8, pag. 18.8: ordinò Romolo una casa, la quale chiamò Asilo, cioè a dire magione di rifugio.

[3] Francesco da Buti, Par., 1385/95 (pis.), c. 6, 34-42, pag. 170.38: Dice Livio che, poichè Romulo ebbe fatto la città di Roma in brieve tempo, e ripiena d'uomini, perchè avea fatto luogo lo quale chiamavasi asilo; e fatto publicamente bandire che chiunqua fuggisse a quello luogo, avesse fatto ciò che si volesse, fusse siguro...

[4] Cronaca volg. isidoriana, XIV ex. (abruzz.), pag. 156.12: Et nella dicta cità hedificò ancora uno mirabile tempio nel quale qualunca homo recuverava, per quale te voi delitto che havesse commisso, era libero et securo da omni pena personale et reale. Et per questa accasione lo ditto tempio fo da poi Asilo chiamato, quasi casa de securitate.

[u.r. 20.02.2018]