ÀSPIDE (1) s.m.

0.1 aspide, aspidi, aspido, iaspis.

0.2 Lat. aspis, aspidem (LEI s.v. aspis).

0.3 Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.): 1.

0.4 In testi tosc. e toscanizzati: Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.); Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.); Mare amoroso, XIII ui.di. (fior.); Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.).

In testi mediani e merid.: Anonimo Rom., Cronica, XIV.

In testi sic.: Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.).

0.6 N Cfr. anche la forma latina aspis, in <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 110.41: «Elli è uno serpente ch'è appellato in latino aspis...».

0.7 1 [Zool.] Serpente velenoso. 1.1 Fig. Persona corrotta e pericolosa.

0.8 Fabio Romanini 20.09.2000.

1 [Zool.] Serpente velenoso.

[1] Giacomo da Lentini, c. 1230/50 (tosc.), D[ubbie] 3.3, pag. 400: Guardando basalisco velenoso / che 'l so isguardare face l'om perire, / e l'aspido, serpente invidïoso, / che per ingegno mette altrui a morire...

[2] Bonagiunta Orb. (ed. Contini), XIII m. (lucch.), ball. 4.52, pag. 268: Strugga Dio li noiosi, / li falsi iscaunoscenti, / che viven odïosi / di que' che son piacenti: / dinanzi so' amorosi, / dirieto son pungenti / com'aspido serpente.

[3] Mare amoroso, XIII ui.di. (fior.), 250, pag. 496: se voi non mi sdegnaste d'ascoltare, / a guisa del dragon c'ha nome iaspis, / che d'udir si disdegna chi lo 'ncanta.

[4] Tesoro volg., XIII ex. (fior.), L. 5, cap. 2, pag. 80.6: E sappiate che l'aspido porta in capo una pietra preziosa, che ha nome carboncalo, e quando l'incantatore vuole quella pietra, dice sue parole, e quando l'aspido se ne avvede, incontanente ficca l'una orecchia in terra, e l'altra si tura con la coda, sì che non ode le parole dello incantatore.

[5] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 1, pag. 33.11: "Et draco tentans", et cetera. Et lo dragone tentava. Anco alcuna volta è chiamato "basilisco" et "aspido". Et tutte queste cose si prendono per lo demonio.

[6] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 3, cap. 12.2649, pag. 287: L'aspide, qual'è aspro di veleno, / Che sempre muove con la bocca aperta, / Porta la spuma in bocca nel sereno.

[7] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 261-70, pag. 84.14: e le nostre femmine, di grado hanno il cammino smarrito, né vorrebbero già che il cammino fosse loro rinsegnato; e se pure alcuno predicando se ne fatica, così alle sue parole gli orecchi chiudono come l'aspido al suono dello 'ncantatore.

[8] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), Prologo, cap. 8, vol. 1, pag. 31.13: Et comu tucti li figli di li aspidi nacxinu intossicati, per ben ki non possanu ancora intossicari, cussì tucti li figli di Adam, intossicatu da lu tossicu di la inobediencia, naxinu intossicati di tossicu di rebelliuni...

[9] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 27, pag. 237.16: 'Nanti la soa partita fece pegnere nello muro de Santa Maria Matalena, in piazza de Castiello, uno agnilo armato coll'arme de Roma, lo quale teneva in mano una croce. Su la croce staieva una palommella. Li piedi teneva questo agnilo sopra lo aspido e lo vasalischio, sopra lo lione e sopra lo dragone.

1.1 Fig. Persona corrotta e pericolosa.

[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 37, pag. 422.21: Invidia è passione che arde sempre lo core, da cui molte offensione son già venute sensa diricta cagione. Hom invidioso aspido lo Sagio s'apella, ché col vedere avenena l'om.

[u.r. 20.02.2018]