ASPREZZA s.f.

0.1 aspereça, asperezza, aspreça, aspreçça, aspreççe, aspreçe, aspressa, aspreza, aspreze, asprezza, asprezze, aspriza, asprizi.

0.2 Da aspro 1.

0.3 Pamphilus volg., c. 1250 (venez.): 5.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.); Simintendi, a. 1333 (prat.).

In testi sett.: Pamphilus volg., c. 1250 (venez.); Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.); Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.).

0.7 1 Qualità di ciò che irrita il gusto (anche fig.). 1.1 Sensazione di bruciore, irritazione. 2 Qualità di una superficie non levigata, ruvidità, scabrezza. Estens. Avvizzimento (del corpo). 2.1 Qualità di un luogo difficilmente accessibile e percorribile (anche fig.). 3 Rozzezza, selvatichezza (di cibi poco raffinati). 4 Severità, inflessibilità. 5 Ostilità, avversità; crudeltà, ferocia; violenza. 6 [Con valore di forza, vigore:] intensità (di un sentimento); turgore (delle piante). 7 [Sia in senso fisico e materiale, sia morale:] dolore, sofferenza; fatica; condizione dura e disagevole, piena di stenti e rinunce. [In partic., nei testi relig.:] vita di dura penitenza; penitenza.

0.8 Raffaella Pelosini 01.12.1999.

1 Qualità di ciò che irrita il gusto (anche fig.).

[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 17.29, pag. 126: O rocca de fortezza, / en qual è gran tesoro, / da for pare asperezza / e dentro è mèl savoro...

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 27, pag. 116.10: Ma a cui questo piace, acciocchè semi e schiatte nobili non mescolin seco nulla asprezza, o agrestezza, voglionsi piantare due insieme, o tre, secondamente che gli ulivi.

1.1 Sensazione di bruciore, irritazione.

[1] Piero Ubertino da Brescia, p. 1361 (tosc.), pag. 21, col. 1.4: Lo re delli medici fece questa confeççione pe· lle lagrime le quali sì ssi appella alcocol pomeri, et è buono allo ardore e aspreççe d'occhi...

2 Qualità di una superficie non levigata, ruvidità, scabrezza. Estens. Avvizzimento (del corpo).

[1] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 16, vol. 2, pag. 269.27: Puossi anco intendere, che le predette sei buone condizioni, cioè raffrenamento delli sentimenti, chiusura di luogo, salvatichezza, e santa vergogna, ordinata fatica, astinenza di cibi, e asprezza di vestimenti siano quasi sei frondi, che compiano questo giglio della castità.

[2] Legg. S. Elisab. d'Ungheria, XIV m. (tosc.), cap. 32, pag. 49.22: Le cui indizia di morte erano queste: istanzia di molto tempo, asprezza del corpo, orribele aspecto della faccia, la nerezza della cotenna, la infiatione del corpo e la privatione di tutti sentimenti.

2.1 Qualità di un luogo difficilmente accessibile e percorribile (anche fig.).

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 19, pag. 172.5: Cercata e domata Alessandro tutta India, venuto al sasso, ch'ee di maravigliosa altezza e asprezza, laove molta gente e popoli erano fuggiti...

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 32, 1-9, pag. 746, col. 1.12: L'arduità e l'aspreza del logo del quale ell'à a pertrattare, è tanta, che non se pò bene trattare per locuzione rittimica...

[3] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), cap. 10, pag. 184.4: E in questo cotale luogo stette anni cinque molto consolato, perciocché per l'asprezza e difficultà di quel luogo, e perché era molto occulto, e per lo romore ed ombra delle demonia, pochi o quasi nullo v'andavano.

3 Rozzezza, selvatichezza (di cibi poco raffinati).

[1] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 91.21: La terza cosa è asprezza di vivande, che siccome dice san Paulo: la femmina vedova che in delizie usa vita, ella è morta per peccato.

4 Severità, inflessibilità.

[1] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 40, cap. 9, par. 8, pag. 585.17: Quegli, che è dolcemente gastigato, ha in reverenzia il suo gastigatore; ma quegli, il quale per l'asprezza della troppa riprensione è offeso, né correzione riceve né salute.

[2] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 5, cap. 5, vol. 2, pag. 49.10: Quisti patri foru di curtisi mansuetudini, ma quilli qui eu dirò su di reprehendenti aspriza.

[3] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 7, pag. 132.6: Né so che di questo io mi faccia, ché io dubito che, se io di tal fallo il riprendo, o m'ingegno con asprezza di ritrarlo da questa cosa, che io non ve lo accenda più suso, o forse egli del tutto non m'abandoni e vada vagabundo per gli strani regni, fuggendo le mie riprensioni...

[4] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 5, cap. 7, pag. 392.4: Questi cotali padri sono di dolce soavitade. Questi altri di dura asprezza.

5 Ostilità, avversità; crudeltà, ferocia; violenza.

[1] Pamphilus volg., c. 1250 (venez.), [Venus], pag. 33.28: Mai per la ventura quelo ke tu li damandaras pregandola e clamandoie mercé, ela lo vedarà a ti aspramentre dalo començamento, mai lo encargo de quela aspreça k'ela te mostrarà sì è molto leve.

[2] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 2089, pag. 248: se 'l truovi in alcun lato, / paia l'abbie innorato; / se 'l truovi in alcun loco, / per ira né per gioco / no· lli mostrare asprezza / né villana fierezza...

[3] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 9, pag. 294.29: La quarta cosa si è, che l'uomo non die guardare alla forza ed alla durezza del corpo, ché siccom'elli è differenza tra uno duro ferro ed uno molle drappo di seta, altrettal diversità à elli intra asprezza e crudeltà di battaglia, ed in diletto del corpo ched è in giuocare...

[4] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 1, pag. 130.10: La grandezza e l'asprezza di questa battaglia, assai si manifestò per lo stato di quelli di Lacedemonia...

[5] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 49.134, pag. 134: Conven con castitate a donna avere / umilità, mansuetudo e pace: / figura mansueta non conface / orgoglio asprezza e odio alcun tenere.

[6] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 36.48, pag. 131: se 'n voi regna ferezza, / parmi contra natura, / o mia disaventura / v'aduce in tale asprezza.

[7] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 6, cap. 5, pag. 175.23: neuno se li avvicinava che non sentisse la sua fiera asprezza, che pareva uno leone selvaggio.

[8] Comm. Arte Am. (B, Laur. XLI 36), XIV td. (fior.), Ch. 8, pag. 815.33: Intra gli altri uomini che feciono in asprezza d'arme e spandimento di sangue, fu Achille...

[9] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 1, cap. 4, pag. 25.4: «Deh! or abbisogna ancor con più ammonizione esser mostrata? non è per se stessa assai manifesta l'asprezza della fortuna a noi crudele?

[10] Cavalca, Dialogo S. Greg., a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 10, pag. 52.19: Ma quello Goto pur rimanendo nella feritade ed asprezza del suo cuore, negando la grazia che dimandava lo vescovo, si partì da lui.

[11] Neri Moscoli, Rime, XIV pm. (castell.), son. 31.4, pag. 576: Ligiadra donna, nobeltà e ricchezza / quant'è maggiure e più fa sé parere, / più vole en sé d'umilitate avere / e più longiar da sé dé' sempre asprezza...

[12] Fazio degli Uberti, Amor, non so, a. 1367 (tosc.), 44, pag. 58: Il mar profondo non fromba né litica, / cessa dall'ondeggiar forte e malivolo / e diventa benivolo, / sì che gli marinai sicur pileggiano. / Eolo s'acqueta e sua asprezza mitica.

[13] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 153.7, pag. 209: Ite, dolci penser', parlando fore / di quello ove 'l bel guardo non s'estende: / se pur sua asprezza o mia stella n'offende, / sarem fuor di speranza et fuor d'errore.

[14] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 31, pag. 267.8: Tiempo era 'ntando de li iuorni autunnali, che lo vierno se appressemava e li arbori erano yà incommenzati a sfrondare, e quella robosta aspreze de li vienti folluni chi erano stati nascusi yà incommenzavano a respirare et insire da li lloro grutte profonde.

[15] Sam Gregorio in vorgà , XIV sm. (lig.), L. 1, cap. 10, pag. 102.36: La qua cossa seando nunciâ a Fortunao, incontenente mandà per li diti gotti, a li quae dolcementi parlando procurava cum doçe parole mitigar la lor aspreça...

6 [Con valore di forza, vigore:] intensità (di un sentimento); turgore (delle piante).

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 3 componim. 2.22, pag. 87: E 'l primo lacerato dall'asprezza / Dell'ire lor rabbiose fia il gramo, / Che li domava con dimestichezza.

[2] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 186.17: e diventò dura per lo toccamento del capo; e ricevette nuova asprezza ne' rami e nelle foglie.

7 [Sia in senso fisico e materiale, sia morale:] dolore, sofferenza; fatica; condizione dura e disagevole, piena di stenti e rinunce. [In partic., nei testi relig.:] vita di dura penitenza; penitenza.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 197.3, pag. 246: D'animo tu bona vertù, fortezza, / chi degno ben laudar po tuo valore? / Non piò soavità pregi d'asprezza, / né temi povertà piò che riccore.

[2] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 39.15, vol. 1, pag. 264: Lassò richeça, grandeça / k'era de grande valore, / e prese aspreça ke sprecça / vanagloria e baldore...

[3] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 3, pag. 27.5: Certo, ciò ch'elli àn[n]o in del mondo darebbeno per iscirne, et digiuni et ogni altra aspressa farebbeno.

[4] Cavalca, Vite eremiti, 1321-30 (pis.>fior.), cap. 7, pag. 176.7: In tanta astinenzia e tanta asprezza stava e in tanto silenzio, che non si potrebbe leggiermente dire, dicendo che pur allora gli parea d'incominciare a servire a Cristo.

[5] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 2, cap. 55, pag. 212.13: Florio e Ascalion [[...]]vaghi di riposarsi, Florio perché era giovane e non uso d'alcuna asprezza, e Ascalion per lunga età già tutto bianco...

[6] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 4 ott. 8.6, pag. 355: Ma tu appena non conosci amore [[...]] / né puoi compassione al mio gran male / portare; e ciò che mi dà duol maggiore / e con asprezza più il cor m'asale, / è che mi par vederti maritata / ad uom che mai non t'avrà più amata.

[7] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 25, vol. 1, pag. 199.22: Veggiamo tutto dì uomini molti assediati essere fedeli alli loro signori [[...]] che patono, e sostengono l'assedio con molta asprezza, e fatica, e infin alla morte.

[8] Cavalca, Rime (ed. Simoneschi), a. 1342 (pis.), son. 2.11, pag. 24: Veggiam che per guarir d'infermitade / e per fuggir alcun mal temporale / pate l'uom tanta asprezza e tanta pena...

- Asprezza di corpo, di vita, di penitenza.

[9] <Zucchero, Esp. Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 79.41: E però chi si vuole guardare d'ardere de' levare il fuoco per astinenzia, e per asprezza di corpo...

[10] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2 osservazioni, pag. 303.15: «Iddio quindici dì vi dà termine alla umana vita, se i peccati commessi con asprezza di vita non si puniscono per voi medesimi, e que' cotali peccati più non s'aoperino.»

[11] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 12, cap. 3, vol. 3, pag. 31.6: Secondo questo Idio per bocca di profeta avea avanti detto che lla ismisurata città di Ninive si dovea disfare; e troviamo che essa fue deliberata per asprezza di penitenzia, e per grido d'orazione...

[u.r. 20.02.2018]