ASSIDERARE v.

0.1 asiderà , asidrado, asirai, asirao, assidera, assiderare, assiderati, assiderato, assidero, assidri.

0.2 Da assiderato (LEI s.v. *assideratus, 3, 1843.5).

0.3 Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.): 3.

0.4 In testi tosc.: Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.); Boccaccio, Decameron, c. 1370.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Raggelare, intirizzire. 2 Fig. Soffrire, inaridirsi per la privazione di un sentimento. 3 Paralizzare; ammalare.

0.8 Linda Pagnotta 09.09.1999.

1 Raggelare, intirizzire.

[1] Boccaccio, Decameron, c. 1370, VIII.7, pag. 545.3: La donna, postasi a giacer boccone sopra il battuto, il capo solo fece alla cateratta di quello e piagnendo disse: «Rinieri, sicuramente, se io ti diedi la mala notte, tu ti se' ben di me vendicato, per ciò che, quantunque di luglio sia, mi sono io creduta questa notte stando ignuda assiderare: senza che io ho tanto pianto e lo 'nganno che io ti feci e la mia sciocchezza che ti credetti, che maraviglia è come gli occhi mi sono in capo rimasi.

2 Fig. Soffrire, inaridirsi per la privazione di un sentimento.

[1] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Landini, ball. 46.33, pag. 167: Canzon, va e confortalo; / quanto tu poi considera: / digli che nel cuor portalo / la donna che 'l disidera / e di piacer assidera; / ma vergogna rafrenala / però ch'amor non menala / a far ciò ch'ama l'anima.

3 Paralizzare; ammalare.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 17.18, pag. 385: Ancora vo' che per certo considri / che l'elefanzio e l'ammodite quanti / ne giungon, tanti convien che n'assidri.

[2] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 8 [lussuria].7, pag. 51: I' son foco portato pien de furia; / li Greci e li Troian giá mal me videro; / l' anima perdo e'l corpo mio n' assidero; / io vivo con malie e con aguria.

[u.r. 26.03.2018]