ASSIDUITÀ s.f.

0.1 asiduità , assiduità .

0.2 Lat. assiduitas, assiduitatem (LEI s.v. assiduitas, 3, 1854.13).

0.3 Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.): 1.

0.4 In testi tosc.: Boccaccio, Esposizioni, 1373-74.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Costanza, regolare applicazione.

0.8 Linda Pagnotta 03.09.1999.

1 Costanza, regolare applicazione.

[1] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 6 parr. 11-14, pag. 173.2: Lo segondo capo se chiama quantitate; e questo è quando l'omo mangia tanto che crepa. Lo terzo capo se chiama asiduità ; e questo è quando lo guloso sempre mangia e, como vede cibi, gli ven fame: lassa el pesce per la carne ed e converso...

[2] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. IV (i), par.359, pag. 259.19: E dicono di lui alcuni che, essendo egli da un fisonomo veduto, dové il fisonomo dire lui dovere essere di natura lussuriosissimo uomo e, oltre a ciò, di grossissimo ingegno: la qual cosa egli confessò esser vera, ma che l'astinenzia l'avea fatto casto e l'assiduità dello studio l'avea fatto ingegnoso.

[3] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), prologo, par. 1, vol. 1, pag. 100.8: Per questa grazia sola, e singulare dono di Dio, ciascuno uomo è per natura disideroso di sapere. [[...]] Da questa viva fonte le sette liberali arti loro origine tolgono, e fanno l'altissimo fiume dolce a gustare a chi per assiduità di studio vuole suo intelletto esaltare.

[u.r. 26.03.2018]