0.1 asexo, asis, asisa, asiso, assisa, assise, assisi, assiso, assixi, assizo.
0.2 V. assidere.
0.3 Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.): 2.
0.4 In testi tosc.: Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Ruggieri Apugliese, Lauda, XIII m. (sen.); Quindici segni, 1270-90 (pis.); Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.); Distr. Troia, XIII ex. (fior.).
In testi sett.: Memoriali bologn., 1279-1300, (1287); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.).
0.7 1 Situato, posto; stabilmente insediato (anche fig.). 1.1 Che sta fermo in uno stesso luogo. 2 Fig. Composto, armonioso. 2.1 [Rif. al vestiario:] elegante. 2.2 Locuz. agg. Ben assiso: disposto in modo equilibrato ed armonico; ben piazzato (detto della corporatura). 2.3 Locuz. agg. Mal assiso: malridotto. 3 Fig. Deciso, sicuro; fermo in un modo di sentire o in un atteggiamento. 3.1 Certo, inalienabile (?). 4 [Milit.] Cinto d'assedio. 5 Asservito, soggetto. 5.1 Fig. Preoccupato, prostrato, affranto.
0.8 Linda Pagnotta 28.01.2002.
1 Situato, posto; stabilmente insediato (anche fig.).
[1] Jacopo da Leona, a. 1277 (tosc.), son. 8.13, pag. 218: Mai non m'inganneran più vostre voglie / e 'l vostro cor legger ch'è 'n voi assiso / sì come sono in albero le foglie.
[2] Memoriali bologn., 1279-1300, (1287) 20.16, pag. 39: «Se me vo in luntana parte / forte me ne dole e pesa, / ché ben voria eser per arte / là o'è la mia dona asisa.
[3] Guittone, Lettere in versi, a. 1294 (tosc.), 15.15, pag. 182: E ben merta salute / e onor e amore omo che bene / religïon mantene / intra religïosi in chiostro assiso...
[4] Fiore, XIII u.q. (fior.), 223.9, pag. 448: Tra due pilastri una balestriera, / La qual Natura v'avea compas[s]ata. / In su' pilastri una image avea asisa; / D'argento fin sembiava, sì lucea: / Trop[p]'era ben tagl[i]ata a gran divisa.
[5] Itinerario luoghi santi, XIII u.q. (fior.>lucch.), pag. 165.8: Molte altre porte v'ae, ma questa è la pue diritta a intrare. Gerusalem si è assisa in nel mezo del mondo.
[6] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 162.25: Uno altro dì, andò Paris a cchacciare nella selva, e quando fue il grande chalore nel mezzodì, si partì Paris da' compangni, e andò a una chiara fontana maravilgliosamente dilettevole e bbene assisa, nel quale luogho gli uccelli riparavano con dolci chanti.
[7] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 53.25, pag. 305: Che mar me par che se guardam / da i enimixi chi l'aguaitam, / da chi 'li son noite e jorno / semper assixi tuti in torno, / e quelli chi lor paxe prenden / mar guierdon alor ne rendem...
[8] Fr. Grioni, Santo Stady, a. 1321 (venez.), 206, pag. 54: E quando l'iera al sso talento / Asexo et al so plaquimento, / Poy li vegnia intranbi doy / Soy fijoly davanti luy, / Et ello spesse volte li abraçava / E dolcemente li baxava.
- [Prov.].
[9] Garzo, Proverbi, XIII sm. (fior.), 182, pag. 302: Gioco e riso / non sta sempre assiso.
1.1 Che sta fermo in uno stesso luogo.
[1] Noffo (ed. Gambino), XIII/XIV (fior.), 10.7, pag. 78: poiché lontan da l'amoroso viso / son[o] tanto, che la pietosa voce / non od'or, con' solea quand'er'assiso / davant'a llei tener mie braccia 'n croce, / cherendole merzé de lo mal mio...
[2] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 4.124, vol. 2, pag. 67: Belacqua, a me non dole / di te omai; ma dimmi: perché assiso / quiritto se'?
[3] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 2, ott. 79.4, pag. 424: Tornar le donne a no' di doglia stanche, / piangendo forte con dolenti visi; / disser: "Angel vedemmo 'n veste bianche / sopra la pietra del sepulcro assisi…
[1] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), son. 17.8, pag. 88: E poco stando, un sospiro sì mi si / parte, ch'ahi! mess'ha l'anima in errore, / e ben sembra ne la virtù d'amore / guardando gli atti suoi così assisi.
[2] Laude tosc., XIII ex., 2.15, pag. 47: Condotto d'acqua ke del paradiso / esci dolçe più che melagrana, / ki te non assagia, ciò m'è aviso, / ben è morto che giammai non sana, / rosa biancha, gillio aulente assiso, / stella risplendente tramontana...
[3] Poes. an. pis., XIV, 197, pag. 12: Vedi il giardino aperto, / ch'è sí bello e sí assiso / che pare un paradiso...
2.1 [Rif. al vestiario:] elegante.
[1] Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.), 12.3, pag. 432: Già per minacce guerra non se vénze / né per la borsa stringer, ciò m'è avviso, / né per dormir, né per andar assiso / mirando le donzelle per Fierenze...
2.2 Locuz. agg. Ben assiso: disposto in modo equilibrato ed armonico; ben piazzato (detto della corporatura).
[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 2, pt. 3, cap. 3, pag. 192.13: Appresso diremo, che l'uomo die guardare a tre cose, acciò che le casamenta siano bene assise.
[2] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 162.25: Uno altro dì, andò Paris a cchacciare nella selva, e quando fue il grande chalore nel mezzodì, si partì Paris da' compangni, e andò a una chiara fontana maravilgliosamente dilettevole e bbene assisa, nel quale luogho gli uccelli riparavano con dolci chanti.
[3] Libro dei Sette Savi, XIII ex. (tosc.), explicit, pag. 96.28: E questo ebbe nome Giesse, e aveva i capelli più gialli che ciera e gli occhi più verdi che un falcone e il naso ben diritto, e bene assiso e grosso nelle spalle, e sottile ne' costati e non à barba...
2.3 Locuz. agg. Mal assiso: malridotto.
[1] Laude cortonesi, XIII sm. (tosc.), 10.27, vol. 1, pag. 128: Gran rugiata candidata, pur' e necta, / anti nata per beata da Di'electa, / tu m'aspecta ch'io remetta, / ch'io sum ciso mal assiso, / ch'ïo non vada 'n perdança.
3 Fig. Deciso, sicuro; fermo in un modo di sentire o in un atteggiamento.
[1] Poes. an. (ed. Panvini), XIII (tosc.), 31.37, pag. 533: Quegli è d'amore asiso, / che, messo ad ubidire, / non per suo ben servire, / non vole altrui imperare...
[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 14.3, pag. 232: Guardando, bella, il vostro alegro viso, / lo cor dal corpo mio tosto si parte / e là ove siete sì dimora asiso...
[3] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), son. 4.15, pag. 124: In tutto son dal meo voler diviso: / non sono asiso, - onde par ch'e' mi sfaccia.
[4] Amico di Dante, XIII ex. (fior.), Canz. 4.9, pag. 708: A voi, gentile Amore, / talent'ho di mostrare / lo dolce disïare / dove è lo mi' cor miso: / ché ttacendo tuttore, / poriami consumare, / potendon poi blasmare / solo me, ciò m'è aviso; / ché ssono assiso col volere ed amo / voi, dolce Amore....
[5] A. Pucci, Noie, a. 1388 (fior.), 304, pag. 22: A noia m'è sì chome matto asiso / chi se raleghra ov'alttri stia piangiendo / e per ttristizia à doloratto fiso.
[1] Quindici segni, 1270-90 (pis.), 363, pag. 258, col. 1: Et questa paraula serà dicta / che indel vangelio est scripta: / venite dal mio padre benedecti, / voi siete li miei electi, / et ricevete li beni assisi / che da la prima voi promisi...
[1] Ruggieri Apugliese, Lauda, XIII m. (sen.), 49, pag. 15, col. 2: So che noi semo molto chombatuti / di tre bataglie; ciascheduna è forte e dura; / cioè: la charne, el mondo e 'l diavolo, / che tutti sono insieme ed ànno fatte schiera / e tenchane assisi: chome mutogli, / senza favelare, ne fanno preghiera.
[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 3, pt. 3, cap. 21 rubr., pag. 310.15: Cap. XXI. - Nel quale dice come quelli che sono nel castello assiso possono e debbonsi difendersi da la cava e dai trabocchi e dalli altri ingegni che quellino dell'oste vi fanno.
[1] A. Pucci, Guerra, a. 1388 (fior.), cant. 2, ott. 34.4, pag. 210: Fra gli altri patti fu, che mai passaggio / Fiorentin non pagasse in quel di Pisa, / nè per mercatanzia, nè per pedaggio, / nè per mar, nè per terra a loro assisa, / pesi, e misure tener d'un paraggio / dovien co' Fiorentini in ogni guisa…
5.1 Fig. Preoccupato, prostrato, affranto.
[1] Cecco Angiolieri, XIII ex. (sen.), 94.5, pag. 212: Ed è sì forte la mia mente assisa, / che prima me lassarei franger l'ossa, / che ad un sol ghigno io facesse mossa, / tanto son dagli spiriti 'n recisa.
[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Canz. 3.8, pag. 11: per ch'onne mia vertù ver' ley è ita: / di che mi trovo çà di lena asiso / per l'accidente piano e 'n parte è fero.
[3] Neri Pagliaresi, XIV sm. (sen.), pt. 3, 26.5, pag. 39: E per aver nel santo paradiso / l'et[t]erna gloria che mai non vien meno, / ove sempre si canta en gioco e riso / vedendo quel Signor tanto sereno, / noi non vogliam pensar con cuor assiso / ne la morte e spregiare ogni terreno, / né lassar questo mondo sì gattivo, / che fa chi 'l segue di tanto ben privo!
[u.r. 28.05.2010]