ASSO (1) s.m.

0.1 aso, assa, asso.

0.2 Lat. as (LEI s.v. as, 3, 1514.15).

0.3 Carnino Ghiberti, XIII sm. (fior.): 1.1 [2].

0.4 In testi tosc.: Carnino Ghiberti, XIII sm. (fior.); Lunardo d. G., XIII sm. (pis.).

In testi sett.: Serventese Lambertazzi, XIII ex. (bologn.); Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311.

0.5 Anche s.f. (assa).

Locuz. e fras. essere nell'asso 1.1; fermare in asso 1.1; gettare i dadi in asso 1.1; gettare peggio che l'asso 1.1; giungere all'asso 1.1; rimanere in asso 1.1; ritornare in asso 1.1; tre asso 1.2.

0.7 1 [Gioco] Faccia di un dado contrassegnata da un solo segno e che corrisponde al valore minimo. 1.1 [In espressioni fras., con valenza neg.:] fras. Essere nell'asso: trovarsi in una situazione avversa. 1.2 [Nel gioco dei dadi:] fras. Tre asso: 'punteggio minimo'; mala sorte, sfortuna.

0.8 Linda Pagnotta 10.10.1999.

1 [Gioco] Faccia di un dado contrassegnata da un solo segno e che corrisponde al valore minimo.

[1] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 114.66, pag. 480: E cascaun se guarde testa e schinche, / grande e picem aoto e basso, / ché tal se cree citar se' [e] cinque, / chi perde pû per doa e aso.

[2] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 6, 1-12, pag. 92, col. 1.5: Quando si parte. Qui recita al so Poema per uno cussí fatto exempio, che quando li çucaduri se parteno dal tavolero, quel ch'ha perdù reman solo e dixe fra sé stesso: 'quaderno et asso venne e azaro inanci che quatro, doa e asso'...

[3] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 6, pag. 74.17: quatro non può venire in tre dadi, se none in uno modo, cioè l'uno dado in due, e due dadi in asso...

[4] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [frott.] 148.185: Io non ò mai conforto - en questo mondo» / «El mio va pure a fondo / per darmi fracasso / de tre, do e d'asso».

- Femm.

[5] Francesco da Buti, Purg., 1385/95 (pis.), c. 6, 1-12, pag. 123.39: et in due dadi esclusive da quattro in giù, e da diece in su, perchè non possano venire se non in uno modo, come due ambassi; e tre, due et asso; undici, sei e cinque; dodici se non in uno modo, seino: e quelli che possano venire in due modi o in più sono acettati come quattro, tre, assa e duino, e così delli altri in fine a 10 che può venire sei, quattro, e cinquo.

1.1 [In espressioni fras., con valenza neg.:] fras. Essere nell'asso: trovarsi in una situazione avversa.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 29.216, vol. 2, pag. 63: Ma morto il detto Re, e Andreasso / di Casa d'Ungheria per nazione, / [72.] prese il Reame, e non si vide lasso; / ch'alla più gente si fece ubbidire, / e fessi far Signor, ch'era nell'asso.

- Fras. Fermare in asso: ridurre in stato di infelicità.

[2] Carnino Ghiberti, XIII sm. (fior.), Canz. 3.26, pag. 69: Di servir non m'alasso, / e tut[t]o mio podere / mess'ho i·llui spietato / e fermato m'ha in asso...

- Fras. Gettare i dadi in asso: agire senza successo, come chi tirando i dadi ottenga solo assi.

[3] Arrighetto (ed. Battaglia), XIV (tosc.), L. I, pag. 223.6: Se il sonno mi viene (la qual cosa è di rado), i sogni con molte guise di morte intorno del mio animo giuocano. Io sono attuffato nel mare; io getto i dadi in asso...

- Fras. Gettare peggio che l'asso: avere maggior sfortuna di chi giocando ai dadi faccia un solo punto.

[4] Lunardo d. G., XIII sm. (pis.), 4, pag. 289: Sì come 'l pescio al lasso, / ch'è preso a falsa parte, / son quei ch'amar s'adanno: / peggior gittan che l'asso.

- Fras. Giungere all'asso: ridursi in miseria.

[5] F Ser Pace, XIII sm. (fior.): La gioia e l'alegreça inver' me, lasso!, / mi· torna amara, lande lo meo cor s'erra; / di gran riccheça giunto [sono] al'asso, / e <t>[d'] alta roccha sono in bassa serra, / e merçede e pietà kiamare son lasso... || CLPIO, P 129 Pace.3.

- Fras. Rimanere in asso: trovarsi in una situazione sfavorevole; essere abbandonati.

[6] Serventese Lambertazzi, XIII u.v. (bologn.), 170, pag. 853: E a Ravenna mandòno un altro schaco: / doxento de Bologna ne romaxe in asso, / trexento cavagli ne menòn in un schasso / entro Faença. || Col significato di 'essere imprigionati' (cfr. PD I, pag. 853, nota).

[7] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 18.7, pag. 41: per ch'io mi veggio rimanere in asso / e come pesce a secco, / et s'io apro di becco / per tencionar di non voler partire, / converrami per forsa d'obedire.

- Fras. Ritornare in asso: non avere buon esito.

[8] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 63.3, pag. 283: Com' forte vita e dolorosa, lasso, / pate chi è'n altrui forza e balia! / Ché tutto suo pensier ritorna in asso / e face mille morti notte e dia...

1.2 [Nel gioco dei dadi:] fras. Tre asso: 'punteggio minimo'; mala sorte, sfortuna.

[1] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 58.1, pag. 326: Tornato son a' colpi del tri aso, / che tante volte basso / m'ha fatto andar col viso intra la zente: / io non vo' dir del quatro e sei niente, / che amico né parente / non m'ha lassato et d'ogni ben m'ha casso.

1.2.1 [Prov.] Essere più tristi che il tre asso: portare ancor più sfortuna che una gettata di tre assi nel gioco dei dadi. || Cfr. Passarini n. 1162.

[1] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 54, pag. 128.30: Che pruova nella malora? che siete tutti più tristi che 'l tre asso.

[u.r. 26.03.2018]