ASSONNARE v.

0.1 asonante, asonnare, asonnò, assonna, assonnar, assonnaro.

0.2 Da sonno.

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321.

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Prendere sonno, addormentarsi; indurre il sonno (anche trans.). 2 Rendere torpido, insensibile. 3 Fig. Restare inattivo, indugiare. 4 Sost. L'atto del prendere sonno.

0.8 Linda Pagnotta 25.11.1999.

1 Prendere sonno, addormentarsi; indurre il sonno (anche trans.).

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 32.64, vol. 2, pag. 557: S'io potessi ritrar come assonnaro / li occhi spietati udendo di Siringa, / li occhi a cui pur vegghiar costò sì caro; / come pintor che con essempro pinga, / disegnerei com'io m'addormentai...

[2] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 7.15, vol. 3, pag. 103: Ma quella reverenza che s'indonna / di tutto me, pur per Be e per ice, / mi richinava come l'uom ch'assonna.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Par. 32.139, vol. 3, pag. 539: Ma perché 'l tempo fugge che t'assonna, / qui farem punto, come buon sartore / che com'elli ha del panno fa la gonna...

[4] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 4.1020, pag. 189: Per più vedere, la tua mente assonna / E mira nell'aspetto di costei / Che tanto piacque sempre agli occhi miei.

[5] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 18, pag. 330.15: Poi quando fur ec. Segue suo poema; e mostra, ch'entrasse in suo pensamento, e che lli venissero nella imaginativa più altre storie, tanto ch'elli asonnò, e poi venne in sognare: e qui compie suo XVIIJ capitolo, e finisce questo die secondo.

2 Rendere torpido, insensibile.

[1] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 2, cap. 8.52, pag. 110: E, poi che morte il corpo suo assonna, / Elio fu eletto e ordinato / per mio sostegno e prima colonna.

3 Fig. Restare inattivo, indugiare.

[1] A. Pucci, Centiloquio, a. 1388 (fior.), c. 73, terz. 11, vol. 3, pag. 310: e cavalcando in caccia, con sospiro / giunse a Viterbo; e la notte seguente, / che fuor di Roma, com'è detto, usciro, / v'entrò Bertoldo degli Orsin possente, / Messer Stefano poi della Colonna, / e Sanator fur fatti di presente. / Ed il Legato poi, che non assonna, / vi venne con Messer Napoleone...

4 Sost. L'atto del prendere sonno.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 32.69, vol. 2, pag. 557: S'io potessi ritrar come assonnaro / li occhi spietati udendo di Siringa, / li occhi a cui pur vegghiar costò sì caro; / come pintor che con essempro pinga, / disegnerei com'io m'addormentai; / ma qual vuol sia che l'assonnar ben finga.

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 32, pag. 568.8: e che s'elli potesse ritrarre, come Argo s'adormentòe, elli discriverebbe il suo adormentare: quasi dica, legga quella favola chi questo vuole comprendere; però che nullo è, che possa bene fingere, cioè asimigliare con figura l'asonnare: e dice d'Argo gli occhi crudeli, ed a' quali il vegghiare costò sì caro, come qui apresso comprendere potrai.

[u.r. 23.10.2007]