ASSORDARE v.

0.1 asorda, assorda, assordano, assordaro, assordavano; f: assordare, assordiamo.

0.2 Da sordo.

0.3 Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.): 1.

0.4 In testi tosc.: Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.).

In testi mediani e merid.: Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.).

0.6 N Doc. esaustiva.

0.7 1 Diventare o far diventare sordo; stordire. 2 Fig. Ottundere; divenire insensibile.

0.8 Linda Pagnotta 11.11.1999.

1 Diventare o far diventare sordo; stordire.

[1] Buccio di Ranallo, S. Caterina, 1330 (aquil.), 113, pag. 376, col. 1: tanto remore feceano / che omne hom scì assordavano.

[2] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 1015, pag. 232: Tucte campane de Aquila la sera se sonaro, / Et tinnerole tanto che tucti ne assordaro.

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 48.10, pag. 65: Forse sì come 'l Nil d'alto caggendo / col gran suono i vicin' d'intorno assorda, / e 'l sole abbaglia chi ben fiso 'l guarda, / così 'l desio, che seco non s'accorda, / ne lo sfrenato obiecto vien perdendo, / et per troppo spronar la fuga è tarda.

2 Fig. Ottundere; divenire insensibile.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 2, cap. 1, pag. 119.19: Adunque chi fu quelli che aperse la porta a questa usanza, per la quale ora s'assordano li orecchi della corte per udire i fatti greci?

[2] f Zanobi da Strada, Moralia S. Greg. volg., a. 1361: Il tumulto delle sollecitudini del secolo fa assordare loro le orecchie del cuore. || GDLI s.v. assordare.

[3] Sacchetti, Sposizioni Vangeli, 1378-81 (fior.), Sp. 18, pag. 174.27: la lussuria acieca, la lussuria asorda che pare l'uomo intronato...

[4] f Cicerone volg., XIV: noi assordiamo non so in che modo, e quelle cose ch'ella [[scil. la Natura]] ci ammonisce non udiamo. || GDLI s.v. assordare.

[u.r. 23.10.2007]