ASTIO s.m.

0.1 aschio, asti', astio, asto.

0.2 Da un termine germ., forse il got. haifst 'lotta, contesa' (cfr. Castellani, Saggi, II, p. 43).

0.3 Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.); Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.); Contr. Cristo e Satana, c. 1300 (pis.); Doc. lucch., 1343; Doc. aret., XIV pm.

In testi sett.: Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.); Armannino, Fiorita (14), p. 1325 (abruzz.); Marino Ceccoli, XIV pm. (perug.).

0.5 Locuz. e fras. avere astio 1.1; avere astio dei morti 1.1; portare astio 1.1; portare astio dei morti 1.1; senz'astio 2.1.

0.6 N Nell'accez. 1 e nella locuz. 1.1 compare estremamente spesso il binomio quasi-sinonimico «astio e invidia»: cfr. GDT, pp. 51-2, dove è anche ricordata la situazione delle parlate moderne della Corsica, nelle quali astiu e imbidia indicano due concetti correlati ma semanticamente ben distinti.

L'espressione giuridica, prettamente volg., «sentia astio et invidia» compare già in una carta prat. del 1104: v. GDT, p. 51, dov'è cit. anche la dicitura «sine astio» in una carta poggibonsese del 1181: cfr. sotto, 2.1.

0.7 1 Lo stesso che invidia. 1.1 Fras. Avere, portare astio: provare invidia, essere geloso. 2 Contrasto. 2.1 [Dir.] Locuz. avv. Senz'astio: senza contrasto. 2.2 [Metr.] Contrasto di senso (tra due parole).

0.8 Pär Larson 03.09.1998.

1 Lo stesso che invidia. || Il binomio astio - invidia compare molto spesso negli ess.: cfr. 0.6 N.

[1] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 610, pag. 197: le pene / che la gente sostene / lo giorno e 'l mese e l'anno, / venne da quello inganno; / e· lado ingenerare / e lo grave portare / e 'l parto doloroso / e 'l nudrir faticoso / che voi ci sofferite, / tutto per ciò l'avete; / lavorero di terra, / astio, invidia e guerra, / omicidio a peccato / di ciò fue coninciato: / ché 'nanti questo tutto / facea la terra frutto / sanza nulla semente / o briga d'on vivente.

[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 25.58, pag. 93: non vale chiedere a Dio / per te merzé, Fiorenze dolorosa. / Ché è moltipricato in tua statura / asto e 'nvidïa, noia e strug[g]imento, / orgoglioso talento, / avarizza, pigrezza e losura; / e ciascuno che 'n te ha pensamento / e' studia sempre di volere usura; / di Dio nonn- han paura / ma sieguen sempre disïar tormento.

[3] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), L. Luc. 7, cap. 69, pag. 305.17: Sapiate che Cesare fu el più valente imperadore e 'l più franco che mai avesse Roma, e tenne la degnità dell'imperio in grande stato quattro anni e sei mesi; e poi, per astio e per invidia, Bruto e Cassio e molti altri consiglieri (più di quaranta) a grande tradimento in sul palazzo di Campo Marzio, dove si teneva ragione, l'uccisero.

[4] Contr. Cristo e Satana, c. 1300 (pis.), pag. 42.3: Lo dimonio rispuose et disse: Se io tel tolsi et ingannailo, non lo ingannai per te nè per tuo astio, ma per lui. Or dunque dà a llui pene in inferno sensa mei, et singnoreggiavelo tu, da che tu non vuoi ch'el faccia io.

[5] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 71.17: poi per me' Firenze crebbe l'astio et la 'nvidia tra l'una parte e l'altra, et furon li Cerchi mandati a' confini,

[6] Dante, Commedia, a. 1321, Purg. 6.20, vol. 2, pag. 89: Vidi conte Orso e l'anima divisa / dal corpo suo per astio e per inveggia, / com'e' dicea, non per colpa commisa; / Pier da la Broccia dico; e qui proveggia, / mentr'è di qua, la donna di Brabante, / sì che però non sia di peggior greggia.

[7] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 12.57, pag. 399: Non veggio il Conte che per ira ed asto / Tien forte l'arcivescovo Ruggero / Prendendo del suo ceffo il fiero pasto. / Non veggio qui squadrare a Dio le fiche. / Lascio le ciance e torno su nel vero. / Le favole mi fur sempre nemiche.

[8] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 41, pag. 144.20: lo re Marco parlava con Brandina, e domandavala delle usanze e de' costumi e dell'essere d'Irlanda. E accorgendosi la reina Isotta dello loro parlamento, intrònne in grande sospetto, ed ebbe grande paura ch'ella non contasse allo re tutto lo convenente che 'nfra lei e Tristano era stato. E sì come l'astio appruova la parola per lo dottore, e fanne proverbio che dice: «Chi è incolpato, pensa d'essere mirato»; e per tale sospetto pensava la reina di fare morire Brandina.

[9] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 24, pag. 167.9: Re di Francia primo cristiano fu Cleodovero, il quale fu battezato da Santo Remigio, il quale sottomise a sé gl'Alamanni e vinse i Guasconi, e ciò fu nel settecento cinquantuno, e allora cominciò l'odio, l'astio e la 'nvidia per la signoria di Francia ch'era molto montata e Roma dibassata.

[10] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 359, pag. 229.4: Se tu ài figliuoli, amagli tutti quanti, maschi e femine, piccoli e grandi, come te medesimo; e non mostrare d'amare più l'uno che l'altro, e no l'amare, in però che metteresti tra loro astio e invidia, e non s'amerebro mai perfettamente insieme.

1.1 Fras. Avere, portare astio: provare invidia, essere geloso.

[1] f Bono Giamboni, a. 1292: Conoscendo il povero [[...]] che il ricco ha e tiene alcuna cosa di sua ragione, sì glie ne porta molto astio e invidia. || GDLI s.v. astio.

[2] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 8, pag. 502.3: Missere, molto m'avete quie avilata, e non sapete perché, né la verità di questa cosa. Anzi muove d'alcuna de le mie monache che hanno grosso cuore inverso di me: che non può essare che intra tante genti non abbia o astio o invidia.

[3] F Riccuccio da Firenze, XIII (fior.): Ben agia Amore, ke tal gio' m'aporta; / und'eo mi· sono acorta / per li malvasi, ke n'ànno astio grande; / or fa ke spande canto d'allegrança». || CLPIO P 123 RcFi.20.

[4] F Giordano da Pisa, Prediche, 1304-1305 (pis.>fior.): I dimoni, che sono invidiosi, che n'hanno astio, si sforzano a podere di farloti perdere [[il Paradiso]]. || Manni, p. 76.

[5] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 8.39, pag. 201: Ma chi sé vince in questi sette modi / Ben è fondato nel divino amore: / Dicoti quali, se mi intendi ed odi. / In giovinezza si vede l'uom casto / E in allegrezza vedi l'uomo antico, / E largo in povertà chi non porti asto.

[6] Doc. lucch., 1343, pag. 41.23: E sìe vi voglamo richordare che i merchadanti che sono in Luccha sempre ci portano et anno portato astio et invidia, e troppo piue da poi in quae che noi chominciamo a mandare li nostri sendadi in Francia. Et in Francia et in Fiandia noi combattiamo di merchadantia con loro.

[7] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 341-50, pag. 100.15: Canzoni, suoni e mattinate e simili cose più che altra volentieri ascoltava; e sommamente aveva astio di qualunque fosse colei alla quale o per amore della quale fossero state cantate e fatte, siccome quella che di tutte avrebbe voluto il titolo, parendole di quello e d'ogni altra cosa molto più che alcuna altra essere degna.

- Fras. Avere, portare astio dei morti: desiderare la morte. || Cfr. astioso 1 [2].

[8] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), son. 70.14, pag. 62: ch'i' ò poco bene, / ma spero che Floruça mi conforti, / dinari no, ch'avere va e vene; / e se cativitate no me 'n porti, / peço mi fa amore chi mi tene, / ch'i' porto asto pyù volte ney morti.

[9] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XII, cap. 114, vol. 3, pag. 228.17: non ristettono a tanto le nostre pestilenze, che per le nostre peccata ne seguirono assai apresso, come inanzi leggendo si troverranno, che avenne poi in più casi che i vivi ebbono astio de' morti per le soperchie tribolazioni occorse alla nostra città.

[10] Pietro dei Faitinelli, XIV pm. (lucch.), 15.14, pag. 435: Veggiola ontata, nuda ed abitata / non da lo suo antico abitatore, / ma da color che l'hanno sì guidata. / E non mi par veder fronde né fiore / di far così per fretta la tornata: / ond'io porto asto grande a chi ci mòre.

2 Contrasto. || Nei due passi qui cit., astio sembrerebbe sinon. di adastiamento: cfr. il brano di Chiaro riportato s.v. astiare, 2 [1], che appartiene alla medesima tenzone.

[1] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), son. 104.10, pag. 326: Tant'è lo mio martoro ch'io m'arendo, / avegna che la guerra m'è gioiosa. / Però consiglio a voi, Monte, dimando: / s'amor per astio cresce i· nulla guisa / o per pensare, o s'è servir megliore; / o se l'usare amor e co· llui stando / guerra talora se ne fa divisa, / o quale aferma prencipale amore.

[2] Monte Andrea (ed. Menichetti), XIII sm. (fior.), son. 106a.15, pag. 332: Ma or vi piace altro dimandare, / ché chiude il vostro detto in tal tenore, / che 'n tal sentenza ancor non mi fermai. / Pensando, sì divisato è l'amare: / per astio e per far guerra me è 'l peg<g>iore: / gli altri amanti ïo non sentenzo mai.

2.1 [Dir.] Locuz. avv. Senz'astio: senza contrasto. || Cfr. 0.6 N.

[1] Doc. aret., XIV pm., pag. 212.11: La tua rascion n(on) vendarai ad alcuna p(erso)a che p(r)ima n(on) renchega li d(e)c(t)i (con)locadori iij volte enfra xxx dì; e se vollesser (com)parare p(ro)mecti de darla a loro sença asto p(er) ij s. meno c'ad altrui...

[2] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 229, pag. 593.33: E lo prete, avendo un gran cimbotto, stette parecchi dì nel letto, dicendo che una gran serpe, apparita nella sua camera, n'era stata cagione, il perché, fuggendo di notte dalla tal scala, era caduto; e che 'l maestro Pistoia non se ne curava, dicendo che era ciurmato: - Steavisi sanza astio, che ivi non son io per dormire mai più.

2.2 [Metr.] Contrasto di senso (tra due parole).

[1] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 11, parr. 2-5, pag. 163.6: Dove nota che lo astiço èe someievolo alo equivoco; ma in questo èe differencia dalo equivoco alo astiço, che lo equivoco sempre fi compillado secondo ordine naturale e mansueto, ma lo astiço sempre fi compillado quasi a modo de uno asto, et imperciò fi appellato astiço, perché sempre in çaschaduno deli versi se pone due dictione, le quale prima facie quasi apparono contradictorie e contra le le regole deli savii, e quasi sonnano essere opposite. Ma, quanto al vero, le dicte dictione non sono opposite, ançi sono compaciente secondo diversi respetti, secondo che apparerà qui de sotto.

[u.r. 02.09.2019]