ASTICCIO s.m.

0.1 astiççi, astiçi, astiço, astitio.

0.2 Etimo incerto: da astio o asto 1. || Sostengono la derivazione dal lat. astus 'astuzia' i curatori di Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), p. 163, n. 1. Antonio da Tempo attesta il sost. astezus.

0.3 Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.): 1 [2].

0.4 In testi tosc.: Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.).

In testi sett.: Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

0.5 Locuz. e fras. fare asticcio 1.

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Volontà di contrastare e di opporsi. 2 [Metr.] Rima equivoca (di omofoni con diverso valore semantico) semplice o composta (fra parole e sintagmi).

0.8 Roberta Cella 27.09.2000.

1 Volontà di contrastare e di opporsi. || Odio, ira, stizza, astiosità (Manetti, Fr. di Vannozzo, Gloss.).

[1] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 47.12, pag. 319: onde la mente mia divota e chiusa / invoca 'l dio di nostra lingua umana, / che mandi giuso in 'sta picciola tana / Caliopè, ch'è più principal musa, / a cciò che questo [...] soddilitio, / in volgar poesì, sanza fatica, / seguisca 'l padre Danti, sanza vitio; / e s'el si trova alcun di tanto astitio / ch'a questa nova scien[z]a contradica, / potrebbe molto tosto avenir pica.

- Locuz. verb. Fare asticcio: contrastare.

[2] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 25 [Antonio da Ferrara].44, pag. 55: «Io son colui che veggio ogni secreto, / io son colui che l'universo abraccio, / io son colui che scaccio / ogni perversità fuor del mio regno. / Nessun porà campar del mio decreto / ch'io non lo faccia più strugger che 'l ghiaccio / e dello eterno laccio / non vi disciolgerà forsa né ingegno; / e mostrerò con gravoso disdegno / come, vivendo, pur mi faite astitio, / amplificando il vitio / et [d]exponendo di vertù la norma.

2 [Metr.] Rima equivoca (di omofoni con diverso valore semantico) semplice o composta (fra parole e sintagmi). || Il trattato sottolinea il contrasto di senso fra gli elementi implicati.

[1] Gl Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 11, parr. 2-5, pag. 163.3: Da poscia che èe trattato deli soneti bestiçati, simplici e compositi, in questa parte èe da trattare deli astiçi. Dove nota che lo astiço èe someievolo alo equivoco; ma in questo èe differencia dalo equivoco alo astiço, che lo equivoco sempre fi compillado secondo ordine naturale e mansueto, ma lo astiço sempre fi compillado quasi a modo de uno asto, et imperciò fi appellato astiço, perché sempre in çaschaduno deli versi se pone due dictione, le quale prima facie quasi apparono contradictorie e contra le le regole deli savii, e quasi sonnano essere opposite.

- Asticcio semplice.

[2] Gl Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 11, parr. 7-24, pag. 163.13: La prima maynera deli astiçi èe appellata simplice et èe quando una sola simplice dictione fi astiçata con una altra sola simplice dictione. Sì come quando questa dictione 'arte', che significa «le vie strette», fi astiçata con questa dictione 'arte', che significa «le arte liberale, osia le arte mechaniçe».

- Asticcio composito.

[3] Gl Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 11, parr. 27-44, pag. 165.5: La seconda maynera deli astiçi èe appellata composita et èe quando una simplice dictione fi astiçata con due dictione. Sì come [[…]] quando questa simplice dictione 'Avelana', che significa «una femena che fue appellata Avelana», fi astiçata con queste due dictione, videlicet 'àve', che tanto sona quanto «ebbe», e 'lana', che significa «la lana dele pegore».

[u.r. 26.03.2018]