ASTUTO agg./s.m.

0.1 abstuto, astulte, astultissimo, astulto, astuta, astute, astuti, astutissima, astutissimi, astutissimo, astuto.

0.2 Lat. astutus (LEI s.v. astutus, 3, 1994.25).

0.3 Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.): 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Convivio, 1304-7; Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.); S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.); Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.).

0.7 1 Scaltro, abile, ingegnoso (prevalentemente con sfumatura neg.). 2 Sost.

0.8 Linda Pagnotta 25.02.2000.

1 Scaltro, abile, ingegnoso (prevalentemente con sfumatura neg.).

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 22.21, pag. 76: Aio una nora astuta, co la lengua forcuta, / con una voce enquina, che non ci arman vecina / che non oda 'l gridato de lo suo morganato...

[2] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 27, pag. 436.6: E sì come dice lo Filosofo nel sesto dell'Etica, "impossibile è essere savio chi non è buono", e però non è da dire savio uomo chi con sottratti e con inganni procede, ma è da chiamare astuto...

[3] Giordano da Pisa, Pred. Genesi, 1309 (pis.), 1, pag. 34.25: Sì come lo serpente è astuto sopra tutti li altri animali, così lo demonio è più astuto et più malitioso in malfare.

[4] Jacopo della Lana, Purg., 1324-28 (bologn.), c. 32, 142-160, pag. 711, col. 1.7: M'aparve. Quasi astuta e abile a tuti li mali.

[5] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 9, pag. 156.9: E, come è detto, [fu] Medussa la maggiore figliuola di Forcus, però che fu molto astuta in guardare le ricchezze del regno aquistato per rendite di porti di mare...

[6] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 10, vol. 2, pag. 213.29: E questo è delli più occulti, e incomprensibili giudizi di Dio, cioè, chè Dio lascia spesse volte uomini potenti, astuti, e nobili, e chiama al suo servigio persone dispette, e semplici, e da nulla secondo lo mondo.

[7] A. Pucci, Libro, 1362 (fior.), cap. 16, pag. 138.21: Appresso Tarquino assediò la città di Gabio e essendovi stato l'assedio lungamente, non possendo averla, Sesto suo figliuolo, astuto e saputo, di nascoso al padre si fece ad altri battere ignudo malordinemente...

[8] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 9, parr. 46-51, pag. 210.21: E però era necessario de avere altro aiuto, cioè lo aiuto de Mercurio, el qual se figura omo iovene, cum le ali e cum la virga in mano: e questo designa la prudentia, e la astuta scientia e la optima elloquentia, così como scrive Martiano libro De nuptiis Philologie et Mercurii.

[9] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1376] lett. 82, pag. 335.17: E non dico questo senza cagione, però ch'io so la dispositione del santo padre, com'era fatta: ma poi che noi cominciamo a uscire della via, seguitando e' modi astuti del mondo, facendo altro in effetto che non s'era porto con la parola, à dato materia al santo padre non di pace, ma di più turbatione.

[10] Poes. music., XIV (tosc., ven.), Appendice, madr. 19.5, pag. 340: Una smaniosa e insensata vechia / ha tolto in caccia 'l mie gentil amore / con ira invidios' e con furore. / Essa nel viso d'un vechio si spechia, / faccendo per piacerli astuta guarda: / così quel mal vissuto s'ingagliarda.

[11] Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.), L. 35, pag. 313.1: Ma Ulixe, per parole e per cynno, sì como meglyo potte, vitao Telemaco che non se levasse contra luy, anante lo deya avere caro sì como suo fratiello; e cossì poy foy menato Ulixe quasi muorto in Acaya e, de poy lo tierzo iuorno, rendeo l'astuta anima, e fo sepellito con riale honore in Acaya.

[12] Gid. da Sommacamp., Tratt., XIV sm. (ver.), cap. 3, par. 13, comp. 42.35, pag. 120: Poscia che tanto furono cresciuti, / Piramo e Thisbe, che l'amor iugale / per lor poteva aguale / esser compiuto e demenato a fine, / gli lor parenti callidi et astuti / perché 'l so amor non ritornasse a male, / la compagnia legale / disgiunsero e serrâr tra lor confine.

[13] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [1388-89, canz.] 1.53: Gli pregi miei non son pegio che casti, / ma degni e iusti e da vitii riparo; / però diete esser caro / de farte a tanto ben novo messagio: / vedi che 'nfin del cielo in 'sto silvagio / loco noioso e lordo io son venuto, / sì che presto et astuto, / quand'è il mio dir finito, / movite ardito - e corri infin da lui...

2 Sost.

[1] Armannino, Fiorita (05), 1325 (tosc.), pag. 546.24: Quivi tra loro Ulisse l'astuto a dire incominciò tali parole: "Noi siamo per partirci, e tu, Licomede, rimani allegro in tua terra; a maritare intendi queste tue donzelle, le quali hanno faccia di grandi bellezze...

[2] Bibbia (05), XIV-XV (tosc.), Giob. 36, vol. 5, pag. 120.1: [13] Gli simulatori e astuti pròvocano l'ira di Dio; e non chiameranno, quando saranno legati.

[u.r. 29.03.2018]