ATTENERE v.

0.1 acteninu, actinni, ategna, ategnate, ategnendo, ategnia, ategniate, aten, atene, atenea, atenendo, atenendosi, atenere, atenerli, atenermi, atenesero, atenesse, atenesser, atenessero, atenessono, atenesti, atenete, atenga, atenghono, atengno, atengono, atenimene, atenir, atenne, atenù, atenuta, atenute, atenuti, atenuto, aterranno, aterrei, aterrò, atiene, atieni, atienno, atiente, atienti, atirò, attegnanci, attegnano, attegnasi, attegnendo, attegnendosi, attegno, attene, attenea, atteneano, attenendoli, attenendosene, attenendosi, attener, attenerci, attenere, attenergli, attenergliele, attenerla, attenerlo, attenermi, attenersi, attenerti, attenervi, attenérvisi, attenesse, attenesseno, attenessero, attenessono, atteneste, attenete, atteneva, atteng', attenga, attengano, attengha, attenghomi, attenghono, attengnia, attengo, attengono, atteniate, attenne, attennero, attenni, attènnite, attennono, attenuta, attenute, attenuti, attenuto, atterra', atterrà , atterrai, atterranno, atterràno, atterre', atterrebbono, atterrei, atterresti, atterrete, atterrò, attiè, attiemmi, attien, attiene, attieni, attiensi, attient', attienti, attienvi.

0.2 Lat. *attenere (LEI s.v. attinere/*attenere).

0.3 Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.); Lett. sen., 1260; Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.); Stat.pis., 1302; Lett. pist., 1320-22; Simintendi, a. 1333 (prat.); Doc. lucch., 1332-36; Lett. volt., 1348-53.

In testi sett.: Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.); Stat. perug., 1342.

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.5 Locuz. e fras. attenere a menzogna 15.

0.7 1 Pron. Astenersi, trattenersi da qsa. 1.1 Aspettare. 1.2 Trans. Trattenere. 2 Pron. Tenersi o appoggiarsi a qsa; essere attaccato a qsa (anche fig.). 3 Pron. Fermarsi. 4 Pron. Provare attaccamento a qsa, aver fiducia in qsa. 4.1 Pron. Prestar fede. 5 Pron. Concentrare le proprie facoltà, il proprio interesse su qsa. 5.1 Accettare un invito. 6 Tenere, possedere (anche pron.). 6.1 Afferrare (?). 7 Ottenere, raggiungere. 8 Trans. Mantenere una promessa; osservare un patto. 8.1 Sost. Adempimento (di una promessa). 8.2 Rispettare un accordo di pace. 8.3 Pron. Attenersi a (un patto, un accordo): rispettarlo. 8.3 Pron. Attenersi a (un patto, un accordo): rispettarlo. 9 Pron. Ubbidire. 10 Pron. Seguire un consiglio, un esempio, un'opinione; conformarsi a un precetto, a un precedente. 11 Attenere a qsa: riguardare, concernere, essere connesso con essa. 12 Pron. Dipendere da. 13 Locuz. Attenere a qno: essergli parente. 14 Stare con, essere amico di, fare parte del seguito di qno (anche pron.). 15 Fras. Attenere a menzogna: considerare, credere falso. 16 Conservare.

0.8 Pär Larson 23.05.2000.

1 Pron. Astenersi, trattenersi da qsa.

[1] Bonagiunta Orb. (ed. Parducci), XIII m. (lucch.), disc. 1.43, pag. 68: Voi, pulzelle, / [[...]]; / dalli amanti / davanti / cotanti / più non v'atenete. / Rendete le fortesse, / ché noi vegnàn per esse: / non state più in duresse.

[2] Andrea da Grosseto (ed. Selmi), 1268 (tosc.), L. 3, cap. 23, pag. 271.15: [E] stolto è l'eretico, che [[...]] comanda che l'uomo s'ategnia da' cibi che Dio dice; secondo che l'Apostolo disse ne la pistola ad Timoteo... || Cfr. Albertano, De amore et dilectione Dei, L. II, cap. XVI: «Stultus est hereticus qui [[...]] iubet abstinere a cibis quos Deus creavit».

[3] Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.), 17, pag. 269.3: car ben sapiae: qui usa trop mentir, non s'en po atenir, e zo est munt grant pecà, si cum dit lo Vangeli: Os quod mentitur occidit animam...

[4] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), son. 131.6, pag. 204: La dolorosa mente, ched eo porto, / consuma lo calor, che mi sostene, / sì ch'eo non aggio membro se non morto, / for che la lingua, ch'a lo cor si tene. / E questa parla per contar lo torto, / lo qual mi face Amore; e non s'attene, / e dice...

[5] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 37, pag. 59.14: In questa parte dicie lo conto che T. si sarebe volontieri attenuto di dire la sua volontade e la sua cundizzione alo ree, ma a llui sì parea che ffosse villania dala sua parte, se egli avesse detto di noe di cioe che lo ree igli comandava.

[6] Zucchero, Santà , 1310 (fior.), [Pt. 4. Fisonomia], pag. 177.14: Quelli che nel suo parlare s'attiene di no menare nè mani nè piedi, e dicie buone parole sanza risa e sanza grida, e nel suo parlare no volgie le labra sozzamente e no agrotta le ciglia...

[7] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 3, vol. 1, pag. 136.18: cioè Aceste, nato della gente tirena. Penteo ragguarda costui cogli occhi, li quali l'ira avea fatti da temere; pognamo che appena s'attenesse d'ucciderlo...

[8] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 38, pag. 165.30: so alcuni persuni li quali fannu alcuni beni, ma non si guardanu nen si acteninu di lu fituri di lu piccatu carnali...

[9] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VIII, cap. 8, vol. 1, pag. 419.12: Lo re Carlo veggendo Manfredi e sua gente venuti a campo per combattere, ebbe suo consiglio di prendere la battaglia il giorno o d'indugiarla. [[...]]. Veggendo ciò il re Carlo, s'attenne e prese il suo consiglio...

[10] Arte Am.Ovid. (A), XIV pm. (pis.), L. II., pag. 81.23: Amonendolo che s'acconci l'opra, l'insegna a muovere, sì come la madre insegna a li ucelli infermi. E poi pone l'ale fatte a le suoi spalle, e bilancia temorosamente lo suo corpo per nuova via. E dovendo volare, basció lo picculo suo figliuolo e non si potte attenere di piangere per la sua padria.

- [Con doppia negazione: non attenersi che non, ecc.].

[11] Disciplina Clericalis, XIII ex. (fior.), pag. 77.24: Allora si tenne morto e non sapea ke ssi fare, e adietro non potea tornare. Ricordossi del gran servigio k'avea avuto da llui: non s'atenne ad altro se non ch'andò a llui e disse: Fratel mio carissimo, tu non à' morto costui, anzi l'ò morto io.

[12] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 199, pag. 346.3: Onde io pensando nel grande damaggio che la damisciella m'avea fatto e ssì com'ella mi volle uccidere, io non mi potti attenere in nessuna maniera, ch'io no l'uccidesse.

[13] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Medea, pag. 115.6: Appena m'attenni ch'io, colli capelli sparti com'io era, non gridassi e dicessi alla donna novella: O puttana, egli è mio; e ch'io non le mettessi ambo le mani ne' pettinati capelli.

[14] Cavalca, Esp.simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 17, vol. 2, pag. 287.16: E generalmente, come dicono li Santi, ogni altro difetto umano Dio sopporta, ma non si può attenere, che non flagelli, e affligga li mormoratori.

[15] Ingiurie lucch., 1330-84, 118 (1349), pag. 41.14: - Di pogho m'atengno ch'io no(n) ti do et focti peggio. - Bene, che ne vuoli dire, abate? Sì darabbo io anco a te or che no(n) te n'aiuti.

[16] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 3, cap. 71, pag. 347.9: Io ho poco di tempo a vivere, e non pertanto non mi posso attenere, ch'io non difenda per mia parola la terra, che a mio podere atai a guadagnare nella mia gioventude; e però vi consiglio, che per onta voi non perdiate vostra ragione».

1.1 Aspettare.

[1] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 254, pag. 152.9: Dar l'indugio è par di danno: 'attient'un poco' e 'ben farò' caccia altrui fuor di guadagno.

1.2 Trans. Trattenere.

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 5, cap. 54, pag. 74.32: Tanto amate poco il sito del paese, e questa terra che noi chiamiamo madre; e attienvi pur solamente [l' amore] di pietre e di mattoni?

2 Pron. Tenersi o appoggiarsi a qsa; essere attaccato a qsa (anche fig.).

[1] Jacopo da Leona, a. 1277 (tosc.), son. 7.6, pag. 216: Ché, quanto l'omo è più sù, se ne cade, / tan maggiormente dice: - Mal m'attenni! -; / ed io, che non porìa salir più grade, / per far contegna in basso ne divenni.

[2] Arrigo Baldonasco (ed. Panvini), XIII sm. (tosc.), 2.46, pag. 397: Quei che vedete in [vostro] istato stare / ciascun s'aten per sè e da voi aprenda: / se 'l leofante cade, ogn'om lo 'ntenda, / per sua falla[nza] ben si de' biasmare.

[3] Distr. Troia, XIII ex. (fior.), pag. 174.15: Ettor diede lui e ffeciegli per lo colpo votare amendue le staffe, e cconvenne che ccolle braccia s'attenesse al collo del distriere.

[4] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 3, cap. 16, pag. 128.29: L'uno si metteva in mare per scampare dal fuoco; l'altro s'atteneva a una tavola mezza arsa.

[5] Palamedés pis., c. 1300, Pt. 2, cap. 27, pag. 79.36: Per lo grande podere ch'elli si sentia in se medesmo e per lo grande valore, diss'elli che non si atterre' neente a la terra che suo padre li avea lassato, ansi andrebbe a guadagnare della terra in istraino paeze...

[6] Giordano da Pisa, Quar.fior., 1306 (pis.>fior.), 32, pag. 160.17: E oltre mmonte, ne la Francia, non s'osa mai spiccare nullo impiccato, ma tanto vi sta quanto può attenérvisi, e però le forche loro sempre ne sono piene...

[7] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 9, cap. 6.76, pag. 283: Pilgliati a nme dove tu melglio puoi. / Questi tuoi orecchi nonn ànno presa; / Ma io m'attengo com'io posso il melglio.

[8] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 34.82, vol. 1, pag. 592: lo duca, con fatica e con angoscia, / volse la testa ov'elli avea le zanche, / e aggrappossi al pel com'om che sale, / sì che 'n inferno i' credea tornar anche. / «Attienti ben, ché per cotali scale», / disse 'l maestro, ansando com'uom lasso, / «conviensi dipartir da tanto male».

[9] Niccolò da Poggibonsi, p. 1345 (tosc.), cap. 227, vol. 2, pag. 158.8: e apresso trovi una grotta, e andando trovi uno altro più forte monte. Ora atienti bene, chè grande bisogno ti fa; imperò che lo monte è sì malagevole a salire...

[10] Jacopo Cecchi, XIV pm. (fior.), 1.62, pag. 438: Canzon, tu vedi ben com'è sottile / il filo a che s'attien la mia speranza / e quel che sanza questa donna i' posso...

[11] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), prologo, pag. 1.11: rotta la nave per grande fortuna e per tempestade che sia commossa in mare, coloro che sono più accorti prendono alcuna delle tavole della rotta nave, alla quale attegnendosi fortemente, soprastando all'acqua, non affondano...

[12] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 21.15, pag. 243: Non era al mezzo, quando stanco e roggio / sì venni, ch'io 'l chiamai più d'una volta, / ché innanzi m'era: «Attienti, ch'io m'appoggio».

[13] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 38, pag. 129.1: Siate savie e scioglietevi e abbandonatevi in lui, non vi attenete in neuno legamento, quantunque esso abbia colore di virtù...

[14] Boccaccio, Decameron, c. 1370, V, 3, pag. 350.17: come seppe, verso una selva grandissima volse il suo ronzino, e tenendogli gli sproni stretti al corpo, attenendosi all'arcione.

[15] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 37.1, pag. 51: Sì è debile il filo a cui s'attene / la gravosa mia vita / che, s'altri non l'aita, / ella fia tosto di suo corso a riva...

[16] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 70, pag. 155.22: E fassi alcuno alla sponda dicendo: - Se' tu vivo? - E quello dice: - Oimè, per Dio! tirate la fune e io m' atterrò a essa per uscire di qui. - E 'l porco in quell'ora anco l'assanna; ed egli si volge in su:

3 Pron. Fermarsi.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 18.75, vol. 1, pag. 304: Quando noi fummo là dov'el vaneggia / di sotto per dar passo a li sferzati, / lo duca disse: «Attienti, e fa che feggia / lo viso in te di quest'altri mal nati, / ai quali ancor non vedesti la faccia / però che son con noi insieme andati».

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 120, pag. 398.11: La Pistola tua mi muove più quistioni, ma ella s'attiene a una; e tu desideri, che quella sia spacciata, e terminata. || Sen., Ep. 120, 1: «Epistula tua per plures quaestiunculas vagata est sed in una constitit et hanc expediri desiderat».

[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 12, vol. 3, pag. 77.11: Poi ch'egli ebbe dato assai gl'inoffesi membri a colui che se ne maravigliava, disse Ceneo: ora t'attieni, ch'io voglio tentare il tuo corpo col mio ferro. E missegli la mortale spada negli omeri infino alla manica;

[4] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 138.14, pag. 129: E non pensar fornir San Miniato / se 'n su le sacca non dipigni il giglio, / che si cacciò di sotto la tua insegna; / e fa' che Paganin sia onorato, / e que' che dentro tenean tuo consiglio / ristora sì ch'al palo ognun s'ategna.

4 Pron. Provare attaccamento a qsa, aver fiducia in qsa.

[1] Guittone, Rime (ed. Egidi), a. 1294 (tosc.), canz. 24.59, pag. 55: Conforto el meo coraggio, / né ciò non ho, né tegno: / ma a tal spera m'attegno, / che mi fa far miracola e vertute.

[2] Chiaro Davanzati, XIII sm. (fior.), canz. 34.7, pag. 125: di voi mi tegno amico, / credendomi esser di voi ben cangiato; / ed io perciò, fuor parte, / con verità vi dico / laonde [di] voi tutora sto gravato: / non perchéd io m'ategna a tal disio, / ma per buona amistate...

[3] <Zucchero, Esp.Pater, XIV in. (fior.)>, pag. 24.30: Perciò sono gli paterini e gli eretici orgogliosi dannati perch'elli non vogliono credere sanza buon gaggio, cioè a dire se elli non veggono vera ragione, o cosa ch'egli possano comprendere per ragione, e alla viva ragione si tengono, siccome l'usuriere s'attiene al gaggio più che alla semplice parola non vuole a neuno credere.

[4] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 130.9, pag. 182: Pasco 'l cor di sospir', ch'altro non chiede, / e di lagrime vivo a pianger nato: / né di ciò duolmi, perché in tale stato / è dolce il pianto più ch'altri non crede. / Et sol ad una imagine m'attegno, / che fe' non Zeusi, o Prasitele, o Fidia, / ma miglior mastro, et di più alto ingegno.

4.1 Pron. Prestar fede; affidarsi.

[1] Jacopone (ed. Contini), XIII ui.di. (tod.), 8.10, pag. 89: «Se 'l te promettemmo, no 'l te sapivi? / Ben eri saio che 'l te credivi! / Se tu nel tuo fatto non providivi, / attènnite a noi, ché 'l farim crai[e]!»

[2] Doc. fior., 1291-1300, pag. 625.34: Cino di messer Guilielmo mi preghò ch'i' vi lasciasse entrare entro ser Albizo, ed e' mi renderebe questi d.: atenimene a llui, ed egli mi de dare.

[3] Quad. F.de' Cavalcanti, 1290-1324 (fior.), (1323), pag. 40.12: Attaviano rimase ad ave(re) cierti dr. ch'io gli dovea dare p(er) lo chavallo, i q(u)ali dr. Perocço Sasetti gli le p(ro)mise (e)d elgli se ne ate(n)ne a lui.

[4] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 8, cap. 26, pag. 262.33: Un'altra opinione è che questo tradimento fu fatto per li Sanniti; ma io m'attengo agli autori più credibili; e altresì mi muove la pace de' Napoletani.

5 Pron. Concentrare le proprie facoltà, il proprio interesse su qsa.

[1] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 13, cap. 1.217, pag. 313: Onde compensa i tenpi: / Chè se tt'attieni ad un sol modo usare, / Se giacierà nell'altro / Parralgli avere un peso addosso grave / Su nel dormire, e faragli paura...

[2] <Cavalca, Disc.Spir., a. 1342 (pis.)>, cap. 22, pag. 173.10: E s. Agostino dice: Quando alla mala consuetudine non si resiste, ella diventa necessità; nella maniera che noi veggiamo molti, i quali eziandio volendo non si possono astenere dal mal fare, perciocchè hanno così legato il libero arbitrio al male, che non si può attenere al bene.

[3] Libro segreto di Simone, 1349-80 (fior.), [1380], pag. 524.36: E per tanto oggi, dì 14 di nove[m]bre anno 1380, chasso ongni iscritta avessi fatta chome di sopra dichiaro ch'io avea fatta, e quella òne arsa; e attenghomi e voglio si seguiti propio il mio testamento iscritto qui di sopra, o altro testamento faciessi da qui inanzi.

[4] S. Caterina, Libro div.dottr., 1378 (sen.), cap. 97, pag. 194.29: Se bene mi ricorda tu mi dicesti, Veritá eterna, che la mente rimaneva in allegrezza e inanimata alla virtú. Vorrei sapere se questa allegrezza può essere con inganno della propria passione spirituale; ché, se ci fusse, io m'aterrei solamente al segno della virtú.

[5] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 52, pag. 120.28: e con l'una mi notricherò ben troppo, e vie meglio, avendo le lire otto, che con le due, non avendole, e stando povero e mendico come sono»; e poi pensava averne veduti assai sanza alcuna mano, ed esser vissuti; di che al tutto s'attenne a' danari, e lasciossi tagliar la mano.

5.1 Accettare un invito.

[1] Tavola ritonda, XIV pm. (fior.), cap. 75, pag. 272.23: Allora, intendendo sì come questi era Tristano, lo cavaliere tanto lodato di prodezze e d'ogni bontade, fagli grande onore, e molto lo convita ad albergo a uno suo ridotto, lo quale era appellato la rôcca del Prougno; e messer Tristano attenne lo 'nvito, perchè era l'ora molto tarda.

6 Tenere, possedere (anche pron.).

[1] Bonagiunta monaco (ed. Pelaez), XIII ex. (fior.), Dè, con fera pesanza, 2, pag. 70: Dè, con fera pesanza / lo meo cor m'atene / poi che cangiò lo bene / dà ffor ragione di perir dottanza.

[2] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 1, cap. 9, par. 5, pag. 46.28: e ddiciamo così, che i· rre o monarcie che vale al tanto ove elli è stabolito e instituito per ellezzione delli abitanti e cittadini, o ssanza la ellezzione di coloro ragionevolemente attiene e ppossiede e à la singnoria. || Cfr. Defensor pacis, I, 9, 5: «rex seu monarcha [[...]] obtinuit principatum».

[3] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 1, par. 5, pag. 128.24: Però che di queste cose per chagione usurpazione e oqupazione o ditencioni delle giuridizioni coattive, le quali allora auttorità propria mantenente a ssé attribuiscono e atengono i vescovi àno preso cominciamento... || Cfr. Defensor pacis, II, 1, 5: «quas auctoritati proprie Romanorum nunc scribunt episcopi, sumpserunt originem».

[4] Antonio da Ferrara, XIV s. e t.q. (tosc.-padano), 24.8, pag. 276: l'è specchio di virtute / e dà per ben servir ferma speranza; / omne legiadra usanza / e onesto costume in lei s'attiene. / Amor ne gli occhi umani / porta con atto gentile e benigno...

6.1 Afferrare (?).

[1] Piero Alighieri, Arti liberali, a. 1364 (fior.), 39, pag. 201: Nel mondo abbiam continüa battaglia, / e veggiam, chi magiore stato tene, / che la Fortuna attene / e mette in basso quel che sormontava.

7 Ottenere, raggiungere.

[1] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 5, pag. 62.16: Chiaro appare, come quelle anime che videro, andavano misericordia chiamando a Dio, acciò che lli liberasse da tale bando, che potessero entrare in Purgatorio, acciò che più tosto attenessero vita etterna.

8 Trans. Mantenere una promessa; osservare un patto.

[1] Lett. sen., 1260, pag. 270.28: Onde noi, odendo chosì, credemo esare inganati: dimandamoli istadichi, p(er)ch'elino atenesero ciò ch'avevano inpromesso, (e)d elino no ne volsero fare neente.

[2] Brunetto Latini, Tesoretto, a. 1274 (fior.), 1909, pag. 242: Cosa che tu promette, / non vo' che la dimette: / comando che s'atenga, / purché mal non n' avenga.

[3] Doc. fior., 1281-97, pag. 519.32: Ricordanza che Ricchomano Iachopi mi fece una charta di lb. CC in fio. dies X di genaio ne l'LXXXIIJ, e fecela ser <Bent> Beni[n]chasa d'Altomena notaio <che stava> che teneva botecha soto chasa di Chava[l]chanti: <per> fecela per atenere i· lodo ch'io diedi intra lui e Dino suo filiolo.

[4] Teperto, Lettera in prosa, XIII sm. (pis.), pag. 436.8: Ma certo non patre, non frate, non amico t'atienno che tti prometteno».

[5] Conti morali (ed. Segre), XIII ex. (sen.), 7, pag. 495.31: anzi farò ciò ch'io abbo empromesso. Che già non è pro' l'uomo che none atiene quello che promette. E per questa ragione li l'atterrò meglio che potroe.

[6] Stat. pis., 1302, cap. 31 rubr., pag. 968.7: D'atenere lo lavoro promesso.

[7] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 15, cap. 1, par. 7, pag. 269.15: Ambruogio, primo de officiis. Egli è talora contra il diritto ad attenere lo promesso saramento, come Erode, lo quale uccise san Giovanni per non negare la 'mpromessa. || Traduce il lat. «promissum solvere sacramentum».

[8] Dino Compagni, Cronica, 1310-12 (fior.), L. 3.29, pag. 208.22: per mezanità di tre cardinali, stati mandati dal Papa allo Imperadore, i quali furono monsignore d'Ostia, monsignore d'Albano e monsignore dal Fiesco, si praticò accordo tra lo Imperadore e i Bresciani, di darli la terra, salvo l'avere e le persone: e arrenderonsi a' detti cardinali. Lo imperadore entrò nella terra, e attenneloro i patti.

[9] Lett. pist., 1320-22, 4, pag. 39.32: i' Re avea promesso il veschovado di Pistoia a Zarino a vita del Veschovo; ora ch'è morto si vedrà se lo atiene.

[10] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 113, pag. 498.34: Credi tu, perché tu sii qui poco più d'un anno dimorata, essergli però uscita di mente, e ch'egli non ti possa bene le sue promesse attenere?

[11] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VIII, cap. 57, vol. 1, pag. 504.7: E con questo agiunse cagione, perché lo re Carlo non s'era voluto imparentare co· llui, come adietro facemmo menzione; onde il detto papa in segreto e palese sempre adoperò contro al re Carlo, mentre visse in sul papato, e sturbò quello anno il detto passaggio di Gostantinopoli, non ategnendo al re Carlo l'aiuto e promessa di moneta e d'altro che gli avea fatta la Chiesa.

[12] Jacopo Passavanti, Specchio, c. 1355 (fior.), dist. 5, cap. 3, pag. 104.9: avvegna che 'l paradiso s'aprisse per la virtù della passione di Iesu Cristo (onde e al Ladro della croce fu detto da Cristo: Oggi sarai meco in paradiso; e così gli fu attenuto...

[13] Doc. fior., 1364 (2), Lett. di N. Buondelmonti. III, pag. 67.1: grande pena m'è suta a rinfrenagli; e diceano: Firenze non ci fa atenere i patti, et noi no gli terreno loro. Pure gli chetai con faticha, dicendo: aspettate la risposta della lettera mandò il Capitano a' Priori.

[14] Ranieri Sardo, 1354-99 (pis.), pag. 198.14: Credendo lo decto Giovanni da Lungniano esser sochorso, et non fu, si rendè la roccha al chomune di Firenze salvo l'avere e lle persone, et chosì gli fu attenuto.

[15] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 189, pag. 471.28: Dice Biagio: - Se tu di' il vero, e tu l'attieni per te [[scil. l'impegno]], ché, quanto io, non sono per attenerlo io. - Risponde Lorenzo: - Se tu non lo atterrai, e' non si disfarà il mondo, e la vergogna fie tua e non mia; fa' che ti pare: io ho fatto il parentado.

- [In iterazione sinonimica con osservare].

[16] Doc. sen., 1340, pag. 239.25: Io Pepo di missere Goro inprometto, ch'e sopra detti patti iscritti in questa iscritta da missere Gontieri d'una parte, et da' detti maestri da l'altra parte, di fare atenere et oservare al detto missere Gontieri, nel modo iscritto di sopra in questa charta...

[17] Storia distr.Troia (ed. Gorra), XIV pm. (tosc.), cap. 11, pag. 467.17: Allora Gianson colla mano toccò la inmagine e con divoto giuro giurò a Medea di tutto ciò osservare, e così le 'npromisse e oferse d'attenere.

[18] Doc. fior.>moden., 1357 (2), pag. 150.32: Apreso scriveremo li Ordini de la Scarsela fati per tuti gli scarselieri, i quali ordini come fieno qui scripti, si dibiano rigistrare negli ati de l' Uficiale de la Mercatantia, ove chatuno de' colegati a la decta Scarsela debia eli o suo compagno andare a jurare per sè e per la sua compagnia d'oservarli e d'atenerli, per sei mesi proximi che veranno...

[19] Doc. fior., 1372-75, Documenti mercantili, pag. 38.22: E io Stefano di Bindo Benini sopradetto ò scritte tutte le sopradette cose di mia propria mano, e chosì prometto d'attenere e d'oservare come detto è di sopra.

8.1 Sost. Adempimento (di una promessa).

[1] Andrea Cappellano volg., a. 1372 (fior.), L. 1, pag. 79.1: «A nessuno dee troppo tosto né troppo subitamente promettere, perché tal fiata nello attenere sarai tardo: imperò si dice che promettitore allegro e ardito ha dello attenere poca credenza. || Traduce (o parafrasa) il lat. «reddere tardus erit hilaris promissor, et audax ad promissa parum credulitatis habet».

8.2 Rispettare (un accordo di pace).

[1] Paolino Pieri, Cronica, 1305 c. (fior.), pag. 28.6: Et poi cavalcaro sopra Pisa, et i Pisani mandaro a loro ambasciadori, et fecero con loro pace, et per attenerla diedero loro cinquanta stadichi, ma no la attennero.

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. VII, cap. 58, vol. 1, pag. 352.8: E per ciò tenere fermo, diedono i Pisani a' Fiorentini cinquanta stadichi de' migliori uomini di Pisa, i quali ne vennero in Firenze; ma poco tempo i detti Pisani attennero la detta pace.

8.2 Pron. Attenersi a (un patto, un accordo): rispettarlo.

[1] Doc. prat., fior., 1367, pag. 294.9: Io Toro di Berto da Firenze raffermai compagnia insieme con Francesco di Marco da Prato a dì 1 di Marzo MCCCLXX, com'appare partitamente scritto per ordine per una scritta di compagnia fatta da lui a me in detto dì primo di Marzo anno detto, [[...]], a la quale scritta e patti e convenienti fatti di nuovo mi voglio attenere, e ogni altro patto di compagnia che prima avamo insieme annulliamo e cassiamo, e vogliamo siano di niuno valore, e a questi patti nuovi ci vogliamo attenere.

[2] Doc. prat., fior., 1367, pag. 291.13: E nel caso che detti compagni o loro procuratori non ne sono d'accordo, vogliono che per due amici comuni sia visto quello vagliano, e quello che diranno vogliono a quello attenersi e non venire contro.

9 Pron. Ubbidire.

[1] Sermoni subalpini, XIII (franco-piem.), 21, pag. 277.41: fo apelà qual arbor lignum sciencie boni et mali; quar en luj fo la prova del ben e del mal. Del ben, si el se fos atenù qu'el non aves manià, e si n'ora avù dobla corona.

[2] Trattato di virtù morali, XIII/XIV (tosc.), cap. 17, pag. 54.3: Rendi le tue cose a Dio: chè se tu t'attieni a lui, tu non perderai già cosa ch' elli non ti renda più convenevile. Chè Dio ama più le genti, ch' elle non si amano cotanto.

[3] Paolino Pieri, Merlino (ed. Sanesi), XIV pm. (fior.), pag. 98.24: E, per questo inganno, crederanno la gente che sia Idio di potenzia, e tutta la provincia d'Arabia s'atterrano a lui e sì gli crederanno, e tutti coloro che non gli vorranno credere metterà a morte e distruzione».

[4] S. Caterina, Libro div.dottr., 1378 (sen.), cap. 138, pag. 311.32: Ma essi fanno come il cieco, che col tatto della mano, o alcuna volta col sapore del gusto, e quando col suono della voce, vorrá giudicare in bene e in male, secondo el suo basso, infermo e picciolo sapere. E non si vorranno attenere a me, che so' vero lume e so' Colui che gli nutrico spiritualmente e corporalmente, e senza me veruna cosa possono avere.

10 Pron. Seguire un consiglio, un esempio, un'opinione; conformarsi a un precetto, a un precedente.

[1] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 186.4: D'attendere la sua buona sentenza lodò Tullio Cesare parlando di Marco Marcello: «La sentenza ch'è ora attesa da te sopra questo convenente non tocca pure ad una cosa, ma à ad convenire a tutte le somiglianti, perciò che quello che voi giudicarete di lui atterranno tutti li altri per loro.»

[2] Andrea da Grosseto (ed. Segre-Marti), 1268 (tosc.), L. 2, cap. 4, pag. 212.15: Allora rispose Mellibeo e disse: - Non abbo posto 'l cuor mio d'atenermi a tuo consiglio né di crederti, per molte ragione.

[3] Giovanni da Vignano, XIII/XIV (bologn.>ven.), cap. 54, pag. 297.16: lo dito messer D., in cu' compagna eo som, lo quale è asa' più savio et intendevele ch'e' no som, se a lu' plaxerà porà çonçere et asmenemare, sì como a lue parerà chi se convegna. Et eo al so mendamento e dito starò et a quelo m'atirò volentera.

[4] Giordano da Pisa, Quar.fior., 1306 (pis.>fior.), 28, pag. 141.6: Or a carminare tutto 'l vangelo sarebbe lunga cosa. Diciamo pur del primo vizio del mal discepolo, che ss'attien pur al malo exemplo, e lasciano la buona dottrina del maestro.

[5] Fr. da Barberino, Regg., 1318-20 (tosc.), pt. 4, cap. 5.28, pag. 108: Ma pilgli una maniera tenperata, / Mezza tra ll'una e ll'altra; / Nè tropo mostri allegrezza del bene, / Nè paia ch'ella dolente ne sia. / Delgli ornamenti e del vestir s'attengnia / Similemente a cquella via del mezzo.

[6] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 45, pag. 94.27: I' credo alle sentenzie di molti savj uomini, e alcuna volta m'attengo al mio giudicio, perocché nostri antecessori non ci lasciarono le cose trovate, anzi le ci hanno lasciate a trovare.

[7] Cino da Pistoia (ed. Marti), a. 1336 (tosc.), 45.39, pag. 527: Dunque, perché sì forte - e spesso grido? / Amor, però ch'io credo / con la vostra possanza / vincere, s'i' m'atteng'a questa usanza.

[8] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 1, cap. 24, pag. 94.17: Udendo Giulia Lelio esser pur fermo nel suo proposito, più amaramente piangendo gli si gittò al collo, dicendo: - Poi che al mio consiglio non ti vuoi attenere, né mi vuoi far lieta della dimandata grazia, fammene un' altra, la quale sia ultima a me di tutte quelle che fatte m'hai.

[8] Ceffi, Dicerie, XIV pm. (fior.), cap. 9, pag. 35.12: Conosco bene che sarebbe più ragione di lasciare dire tanta e tale novitade al savio cavaliere mio compagno e maggiore; ma, poi che piace a lui, e lo grave malificio punge mia coscienza, diroe confidandomi del suo correggimento al quale m'attengo e sono contento.

[9] Jacopo Passavanti, Tratt.scienza, c. 1355 (fior.), pag. 293.22: E però dicea il savio Ecclesiastico: Figliuol mio che disideri di trovare la sapienzia, attientialla giustizia (cioè a dire, vivi giustamente), e Dio la ti darà.

[10] Cronaca sen.(1202-1362), c. 1362, pag. 95.5: lo 'nperadore colla parte ghibelina, la quale era con lui el consegliavano che ne facesse vendetta: e lo 'nperadore attenendosial suo consiglio, deliberò d'andare a Todi, e i Todini s'arendero d'acordo e andoro co' lui in chavalchata nel contado di Perugia...

[11] Paolo da Certaldo, XIV sm. (tosc.), cap. 152, pag. 123.15: Ma meglio è la via del mezzo e la ragione: e a quello t'attieni in ogni tuo fatto, e capiterai bene.

11 Attenere a qsa: riguardare, concernere, essere connesso con essa.

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 58, pag. 129.35: Qual ti pare più crudel cosa, o aver perduto una piccol'ora della vita, o 'l podere di finirla? Non ti gravare di quel, ch'io ti dico, siccome questo attenga già a te. || Sen., Ep. 58, 35: «...tamquam ad te iam pertineat ista sententia».

[2] Doc. fior., 1325, Libro delle rede Niccholò, pag. 97.2: La detta carta è tratta e fattane la somessione per la parte nostra: ciò sono d'ogni danari sette danari cinque, e· rimanente atiene a Vanni de[l] Rosso per lo suo debito proprio...

[3] Doc. lucch., 1332-36, pag. 119.25: Ancho che alchuno non faccia né faccia fare alchuna merchadantia di seta né di sendada né d'alchuna chosa né fatti che ategna a n(ost)ri fatti né per altra p(erson)a...

[4] Libro giallo, 1336-40 (fior.), pag. 322.33: E fior. 6 d'oro che monta più la ragione a otto per centinaio, gli tengniamo per fior. 400 d'oro che ci fece scrivere ne' Bardi, ch'attennono a noi lbr. 1 s. 13 Somma lbr. 148 s. 2 a ffior. dì 9 di marzo '338.

[5] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 13, par. 29, pag. 261.8: E ddi ciò appare quelli errare che dicono attenere a perfezzione nulla de ricievere il voto a distribuire a' poveri, infermi o mmalati o altrimenti cierchare la sofficienza a' poveri. || Cfr. Defensor pacis, II, 13, 29: «dicunt attinere perfeccioni votum nihil recipiendi».

12 Pron. Dipendere da.

[1] Giordano da Pisa, Quar.fior., 1306 (pis.>fior.), 87, pag. 416.24: Questo è agevole a vedere: quando si guasta il principio d'alcuna cosa, dicono i savi, e così è, ch'è mistieri che ssi guastino tutte l'altre cose che ss'attengono sotto quel principio.

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 10, cap. 14, pag. 389.17: e mettessero corpi ed anime in acquistare onore; e che dicessero loro, che li nemici duramente sostenevano la battaglia de' pedoni; e che tutta la speranza s'attenea alla forza de' cavalieri.

[3] Libro del difenditore della pace, 1363 (fior.), diz. 2, cap. 22, par. 10, pag. 376.9: Bonifazio IIIJ di natività di Marser» etc., e un poco apresso di dentro: «Questo attienedello 'nperadore Foca, che lla chiesa di san Piero l'appostolo fu chapo di tutte le chiese, però che lla chiesa di Ghostantinopoli prima di tutte si scrivea».

[4] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 22.57, pag. 317: Tra Piren monte e 'l fiume di Garona / e tra 'l mare oceano si racchiude / la contrada ch'attien tutta a Guascona.

13 Attenere a qno: essergli parente.

[1] Stat.sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 4, cap. 3, vol. 2, pag. 152.41: nel quale consèllio non sia nè essere possa alcuno, el quale attenga per parentado a colui o vero a coloro contra 'l quale o vero e' quali, o vero per la cui cagione le ripresallie s'adimandassero.

[2] Stat.sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 370, vol. 2, pag. 391.7: Et nel detto consèllio non lassi la podestà stare li padri, fratelli carnali, zii o vero nipoti o vero cugini carnali d'alcuno non sottoposto al comune di Siena [[...]]: questo inteso, che questo non si distenda a coloro e' quali solamente attenessero et congionti fussero a le persone religiose.

[3] Stat.sen., 1309-10 (Gangalandi), dist. 5, cap. 407 rubr., vol. 2, pag. 405.23: Che chi fa vendetta di nimico publico o vero chi attenesse infino in terzo grado, non sia accusato per assassinio.

[4] Stat. pis., 1330 (2), cap. 16, pag. 469.6: tutto lo patrimonio, et li consorti, cioè che attenesseno a l'offensore infino in terso grado tanto...

[5] Stat. pis., 1330 (2), cap. 145, pag. 609.34: alcuni che intra loro s'attegnano infino in terso grado volgarmente inteso, cioè padre, figliuolo, frate carnale, u vero uterino, cioè nato di quella madre, nepote carnale, sio, aulo, frate primocuzino, cognato carnale...

[6] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 5, cap. 73, pag. 648.26: Deh, Iddio!, come può egli essere che Clelia, a cui io niente per consanguinità attengo, m'abbia riconosciuta, e i miei fratelli non mi conoscono, ma mi scacciano?

[7] Lett. volt., 1348-53, pag. 176.37: mess(er) Arigo p(re)d(e)c(t)o, leva(n)do via ogni cosa passata, è facto co(n) p(er)fecto amore d'uno medesimo animo e volere col nostro fratello e co(n) voi e co(n) coloro che a voi atte(n)gono: la qual cosa molto piace a chi bene vi vuole...

14 Stare con, essere amico di, fare parte del seguito di qno (anche pron.).

[1] Fatti di Cesare, XIII ex. (sen.), Luc. L. 2, cap. 1, pag. 87.6: Vengano contra noi li popoli, chè morire n'è meglio che vivare, e meglio c'era morire al tempo d'Anibal re d'Affrica. Signore Dio, manda folgore che uccida l'uno e l'altro duca Pompeo e Cesare, e chi a loro s'atiene

[2] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. X, cap. 110, vol. 2, pag. 314.18: E peggiorò duramente le condizioni di Lombardia, a danno e a vergogna della Chiesa e del re Ruberto e di chi a lloro attenea; che per questa cagione la gente de' Fiorentini e' Bolognesi e' Sanesi, ch'erano già infino a Reggio, si tornarono adietro, e la forza e vigore del capitano di Milano e de' figliuoli molto acrebbe.

[3] Doc. fior., 1353-58, (1353), pag. 76.20: Del Renaiuolo. - Ispia del pregio, e se non truovi meglio, atienti a llui.

[4] Fazio degli Uberti, Rime varie, a. 1367 (tosc.), 6.8, pag. 47: Per qual virtú, per qual onor, per cui, / dal ben di noi rivolgerá le carte? / Ch' a l' arbor vostro ho tese le mie sarte, / ch' e' sol m' ha fatto, ond' io m' attengo a lui.

15 Fras. Attenere a menzogna: considerare, credere falso.

[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 3, cap. 10, pag. 256.28: In quell'anno fu veduto ardere il cielo; e la terra si crollò increscevolmente: e fu creduto che una vacca avesse parlato, cosa che l'anno dinanzi fu attenuta a menzogna. || Cfr. Liv. 3, 10: «Bovem locutam, cui rei priore anno fides non fuerat, creditum».

16 Conservare.

[1] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 47, par. 7, vol. 2, pag. 391.12: Anco volemo ke nullo ardisca tenere nante la bocte overo le bocte, dua à el vino el quale vende a menuto, alcuna stoia overo panno overo altro apparamento, sì ke ciascuno possa vedere donde s'atenga el vino, e ke non se possa misticare overo altra fraude conmectere, so' la dicta pena, dal contrafacente per ciascuna fiada da togliere.

[u.r. 29.03.2018]