ATTÌNGERE v.

0.1 atengnere, atenze, atignare, atigne, atignere, atignesono, atignete, atignieva, atinçe, atinge, atingere, atingesse, atinghi, atingnere, atinta, atinte, attègnare, attégnare, attegne, attente, attignamo, attigne, attignea, attignerai, attigneranno, attignere, attignerete, attignerla, attignerò, attignesse, attignessero, attignete, attigneva, attigniti, attinga, attinge, attingeano, attingendo, attinger, attingere, attingerò, attingevano, attingha, attinghe, attinghi, attingi, attingo, attinse, attinsero, attinsi, attinta, attinte, attinto, attintu; f: actinga.

0.2 Lat. attingere (LEI s.v. attingere).

0.3 Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.): 1.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); F Mascalcia G. Ruffo volg., XIII ex. (pis.); Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.); Simintendi, a. 1333 (prat.); Stat.fior., 1334; Gloss. lat.-aret., XIV m.

In testi sett.: Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.); Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Stat. perug., 1342.

In testi sic.: Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.).

0.7 1 Toccare, raggiungere (anche fig.). 1.1 Fig. Raggiungere con lo sguardo. 1.2 Raggiungere con la mente, con l'intelletto; comprendere. 1.3 Ottenere, conseguire. 1.4 Arrivare a, raggiungere (anche fig.). Attingere a. 1.5 [Vet.] Signif. non accertato (raggiungere?, toccare?). 2 Levare o tirare su acqua da un pozzo, una fonte o altro corpo idrico (anche pron.). 2.1 Cavare vino o olio da una botte, da un orcio, ecc. 2.2 Estens. Estrarre o assorbire qualsiasi liquido. 2.3 Fig. Trarre, derivare, venire a sapere qsa (spesso rif. metaf. all'idea di «fonte», ecc.). Anche assol.

0.8 Pär Larson 30.09.1999.

1 Toccare, raggiungere (anche fig.).

[1] Bonvesin, Volgari, XIII tu.d. (mil.), De quinquaginta curialitatibus ad mensam, 46, pag. 317: E l'undexena è questa: no sporz la copa a l'oltro, / Quand el ghe pò atenze, s'el no te 'n fess acorto.

[2] Dante da Maiano, XIII ex. (fior.), 37.3, pag. 108: Lasso, el pensero e lo voler non stagna, / e lo disio non s'attuta né stinge / di lei amare: onde pur doglia attinge / meo cor, che 'n ciò si pur diletta e bagna.

[3] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 4, cap. 6, pag. 160.4: «Tu mi chiami a cosa di questione sopra tutte l'altre grandissima, a cui a pena alcuna cosa ad attignerla basta.

[4] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. I, 57.11, pag. 57: Là ond'io credo refrigerio avere, / accese fiamme attingo a mill'a mille; / ma come cuocan non sento, nel vero, / mentre egli avvien ch'io vi possa vedere...

1.1 Fig. Raggiungere con lo sguardo.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 18.129, vol. 1, pag. 311: Appresso ciò lo duca «Fa che pinghe», / mi disse, «il viso un poco più avante, / sì che la faccia ben con l'occhio attinghe / di quella sozza e scapigliata fante...

[2] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 29, pag. 516.7: 79. Questi ostendali ec. Posti li cori di questi candellabri, qui pone la grandezza, la quale dice essere tale, che non la potea atignere con la sua vista.

[3] Boccaccio, Filostrato, 1335-36 (?), pt. 5, ott. 51.6, pag. 170: il suo Pandaro prese / per mano, e 'l viso alquanto si dipinse / con falso riso, e del palagio scese, / e varie cagion con gli altri finse / ch'eran con lui, per nasconder l'offese / ch'el sentiva d'amor; ma poi ch'attinse / con gli occhi di Criseida la magione / chiusa, sentì novella turbagione.

1.2 Raggiungere con la mente, con l'intelletto; comprendere.

[1] Ottimo, Inf., a. 1334 (fior.), c. 13, pag. 249.30: Con tutto che le chiose di questi valenti uomini sien sottili e belle, tuttavia con reverenza sia detto, non parve che atignesono al profondo intendimento de l'Autore perfettamente...

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 4.34, pag. 347: «I' penso ben, diss'ello, che s'attinge / per te di questo il ver; ma come uom fai / che sa e per udire altrui s'infinge.

[3] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 2 parr. 71-81, pag. 122.28: E questa vene da divina predestinatione tal ch'a noi par che rompa como duro iuditio, ché per l'intelecto umano non se pote atingere, excepto se Dio ne dà de la sua gratia.

1.3 Ottenere, conseguire.

[1] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), L. 1, cap. 3, pag. 21.9: Non altrimenti distrutte le nebbie della tristizia, il cielo attinsi, e mente a conoscere la faccia del medico ricevetti.

[2] Cavalca, Specchio di croce, a. 1342 (pis.), cap. 12, pag. 52.9: Onde non piccola stoltizia reputa s. Agostino essere nella creatura razionale, di non pervenire alla perfetta estremità, la quale nel proprio odio consiste; perocchè, chi questo non attinge fa contro al desiderio naturale, e contro all'ordine dell'amore.

1.4 Arrivare a, raggiungere (anche fig.). Attingere a.

[1] Jacopo della Lana, Par., 1324-28 (bologn.), c. 31, 130-142, pag. 704, col. 2.6: E s'io avesse. Qui escusa se non pò dire apieno soa parladura, imperçò che la locutione non segue, né atinge alla imaginativa, né la imaginativa ad alcuna piçola [parte] de quello tanto gaudio.

[2] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Canz. 1.57, pag. 5: Cusì atinçe [[scil. l'uomo beato?]] la soma gerarchia, / le soe lode - gode - sopra natura, / che dura - nel seraphico ardore.

[3] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 2, proemio, pag. 29.5: Nella prima converte lo suo parlare alli mortali disiderosi di studiare, sì alli sofficienti, come alli insofficienti, circa la presente Comedia; nella IJ atinge alla spera della Luna; nella IIJ referisce grazie a Dio di questo montamento...

[4] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 14 parr. 22-27, pag. 259.60: li giganti se rebelaron contra li dei e volsero combatere con loro e posero l'un monte sopra a l'altro per atingere al cielo...

[5] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 204.100, pag. 239: Aciò che tu, lettore, più oltre attinghi, / morto costui, Giovanni re suo figlio / fu tredici anni, e ne' guerrieri aringhi / contro Inghilterra, e non sanza periglio / di battaglie e sconfitte d'ogni sorte / con lunga guerra e con aspro consiglio.

1.5 [Vet.] Signif. non accertato (raggiungere?, toccare?).

[1] F Mascalcia G. Ruffo volg., XIII ex. (pis.): tucto intorno la magagna si tagli de l'unghia fin al fondo, che la magagna s'actinga et si discuopra convenevilemente. || Olrog Hedwall, p. 136.

[2] F Mascalcia G. Ruffo volg., XIII ex. (pis.): tucte l'altre inchiavanature che no tocano né magagna lo fectoio dentro si posono lievemente et convenevilemente curare, attingendo prima le magagne fin al fondo come conviene, cioè con l'infrascripte cose mectendo in dela piaga seo u cera u olglio u alcuna cosa untuosa bogliente. || Olrog Hedwall, p. 137.

[3] F Mascalcia G. Ruffo volg., XIII ex. (pis.): Adviene alcuna volta che per non savere del medico, la 'nchiavatura non bene s'atinge né si cura. || Olrog Hedwall, p. 138.

[4] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 37, pag. 598.17: La chipulla arrustuta e pistata cun lumbrichi terrestri, e cun lumaci, e cun lu burru liquefactu insembli; e cochili kisti cosi insembli a modu di unguentu, et ungi lu nervu; e, si kistu nervu esti attintu, leva sangui a lu cavallu...

[5] Mascalcia G. Ruffo volg., a. 1368 (sic.), cap. 50, pag. 605.23: A kista lesiuni [...] et agiungissi ki si attingi in prima la inchovatura [..] la unghia di fora tagla fini a lu ca[seolu], kí non chi [intri?] in illu spuza in alcunu modu. E sachi ki tutti li inchovaturi ki nun dannanu lu caseolu dintra, legiamenti si ponu curari; attinta in prima a fundu la lesiuni comu divi, zò è cun li infrascripti cosi, unci in la firita: sivu, chira, oi oglu, oi altru untuusu buglutu...

2 Levare o tirare su acqua da un pozzo, una fonte o altro corpo idrico (anche pron.).

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 18, pag. 57.16: così come conviene che la fontana abbia più larga entrata, con più di gente vi debbono attégnare dell'acqua, altresì conviene, che 'l re sia più largo, quando ei suoi beni e le sue dispese si debbono istèndare a più gente che non fanno li altri del reame.

[2] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 10, pag. 93.14: essere ora questi contento d'una vilissima scafa, sotto il cui navilio parea addietro che tutto il mare si nascondesse, ed essere ora bisognoso del servigio d'uno pescatore, per la cui potenzia per addietro si rovinavano li monti, si riempievano le valli, e' fiumi s'attingeano, e alla potenzia di costui parea che la natura desse luogo.

[3] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 4, cap. 11, pag. 157.18: Se sarà marina cittade, ed il sale verrà meno, sì si toglie l'acqua del mare, e menasi per vaselli, e dicesi che per virtù del sole indura, e fassene sale. E che sarà se il nemico attingere non gliela lascia? || Cfr. Veg., Mil., 4, 11: «Quod si hostis ab unda prohibeat [[...]] harenas...».

[4] Giordano da Pisa, Prediche, 1309 (pis.), 22, pag. 175.25: questa femina, la quale era venuta ad attinger l'acqua, è ciascuno homo lo qual desidera questi beni. L'acqua è decta alcuna affluentia di questi beni et creature.

[5] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 119, pag. 396.4: La natura non domanda più oltre, che spegnere la sete, e non le cale, perchè 'l nappo sia d'oro, o di cristallo, o di pietre preziose, o di terra, o se l'uomo bee l'acqua attinta colle palme delle mani.

[6] Stat. pis., a. 1327, L. 3, cap. 88, pag. 178.47: che tutte le fontane et possi li quale sono in Villa, in vigne, orti, o altre terre in delle confine de la decta Villa, sia licito a ogne homo et femina di quelle fontane potere pigliare et attingere et fare pigliare tante quante volte bisognerà de l'acque delle decte fontane...

[7] Simintendi, a. 1333 (prat.), L. 4, vol. 1, pag. 186.10: Perseo si lava le vincitrice mani con l'attinta acqua...

[8] Stat. fior., 1334, L. III, cap. 7, pag. 331.16: E per onestà della detta Opera di santo Giovanni e famiglia di quella, niuna femina possa entrare nelle case dell'abitazione del vice-operario o famiglia della detta Opera, se non per attingere acqua...

[9] Stat. perug., 1342, L. 4, cap. 1, par. 6, vol. 2, pag. 334.9: E nullo ardisca overo presuma andare ad essa fonte con barile per acqua trare, né con barile per acqua trare atingnere, né enn essa fonte mectere bariglie, né alcun altro vaso oliato overo mostato overo altro vaso socço.

[10] Paolino Pieri, Merlino (ed. Sanesi), XIV pm. (fior.), pag. 39.9: Il pozzo era ivi presso, e lo prete le porse uno orciuolo; e, quando ella ebbe l'aqua attinta e arrecogliele e quando gli porse l'orciuolo, lo prete la prese per la mano e tirolla dentro.

[11] Gl Gloss. lat.-aret., XIV m., pag. 307.48: aurio, ris, per atignare.

[12] Gl Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 3, cap. 9 ch., pag. 318.2: Austro è detto d'aurire, cioè atignere, imperciò che llieva le piove, ed è chiamato in greco nochyos, imperciò che alcuna volta nuoce e induce pistolenze...

[13] Metaura volg., XIV m. (fior.), L. 2, cap. 30 ch., pag. 290.23: E l'acque montuose che non sono tocche dal sole, e sono atinte a la bocca dell'uscita e bevute continuamente, alcuna volta ingenerano gozzi...

[14] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 21.42, pag. 243: Quest'è Aonia, ov'eran le lusinghe / al sacrar de le Muse, bench'adesso / pochi ci son, che di quest'acqua attinghe.

[15] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, Accessus, par .55, pag. 13.10: Pongonvi ancora le figliuole di Danao e dicono, per l'avere esse uccisi i mariti, essere dannate a dovere empiere d'acqua certi vasi senza fondo, per la qual cosa, sempre attingendo, si faticano invano...

[16] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 70, pag. 155.26: - Oimè, tirate, ché, se voi non tirate, io son morto. - Alla fine tirarono la fune, come se attignessero acqua; ed eccoti il tristo su con una gamba guasta e tutta stracciata, che più mesi ne penò a guarire...

2.1 Cavare vino o olio da una botte, da un orcio, ecc.

[1] Stat. pis., a. 1327, L. 2, cap. 46, pag. 107.29: Le quale mesure tucte siano sugellate del sugello dell'arme reale, et non possa nè debbia con altri vagelli miscere nè attingere vino de la botte, se non con le decte mesure suggellate.

[2] Pegolotti, Pratica, XIV pm. (fior.), pag. 164.1: e se è olio grosso, si paga pure la metade. E costa a quello che l'attigne e misura, grani 4 per migliaio.

[3] Stat. fior., a. 1364, cap. 18, pag. 83.10: che ciaschuno vinattiere, e ciaschun altro che vende vino a minuto, sia tenuto e debba, a petitione di qualunque comperatore, che da llui comperasse vino per sé, overo per altrui, andare alla botte a trarne, overo ad atignere, che darà al detto comperatore, e lasciare andare il detto comperatore alla botte, se vorrà, a vedere attingere e misurare il vino che gli sarà dato...

[4] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 20, pag. 162.21: non vi trovò altro ch'un botticiello d'una soma pieno e portosenelo a chasa e imaginando dentro vi fosse vino e postolo in chasa, un dì ne trasse un bicchiere e trovò ch'era un perfetto vino e un altro bicchiere ne diede alla donna sua e ogni dì ne veniva a u· modo e tanto n'atignieva quanto bisogniava.

[5] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 64.95, pag. 57: S'i' ben distillo, / lo spillo / atigne il vino / e non del tino; / e 'l pino / è bello in un giardino.

2.2 Estens. Estrarre o assorbire qualsiasi liquido.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 6, cap. 18, pag. 411.13: Cleopatra poscia che cognobbe se essere servata al triunfo, vogliendo per sua volontà morire, toccata di morso di serpente nel braccio sinistro, secondochè si crede, quasi come morta fue trovata, abbiendo indarno Cesare fatto venire i Psilli, i quali i veleni de' serpenti delle fedite degli uomini solieno sugando attignere fuori.

[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 7, vol. 2, pag. 87.8: strignete le coltella; e attignete lo vecchio sangue, acciò ch'io possa riempiere le vote vene del giovane sangue.

[3] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 16, pag. 101.7: Ma i lavoratori affermano, che se si ricidano anzi due anni compiuti, le più volte hanno le barbe inferme, e debili, e subitamente periscono insieme tutte. E se più di tre anni le peni a ricidere, perisce la madre, attinto di lei tutto 'l sugo, il qual corre nella figlia.

[4] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 6, cap. 13, pag. 115.32: i Romani non rimossono da Capova: tant'è desiderio di domandare pena, tanta è la sete d'attignere il nostro sangue!

2.3 Fig. Trarre, derivare, venire a sapere qsa (spesso rif. metaf. all'idea di «fonte», ecc.). Anche assol.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 7, cap. 32, pag. 484.11: con ciò fosse cosa che alla persecuzione da Diocleziano e Massimiano mandata egli più crudeli comandamenti v'avesse aiunto; e poscia che per dieci anni d'ogne generazione d'uomini per tutte le provincie avesse attinto...

[2] Doc. fior., 1311-50, 5 [1328], pag. 629.1: èe così proveduto, che voi saviamente tractiate con quella gente, co' la quale avete a trattare, e che cautamente gli tegnate in tempo e in trattato quanto più potete, e atignete da lloro il più che sapete e potete...

[3] Alberto della Piagentina, 1322/32 (fior.), Prologo, pag. 11.10: la quale beatitudine sta nella vista del volto divino, dal cui etterno fonte ogni allegrezza s'attigne, di cui ci parla Isaia nel duodecimo cantico...

[4] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 28, pag. 609.11: Segue il poema, procedendo a narrare le angeliche sustanzie; e dice, che per la virtù che attinse dalli occhi di Beatrice, fortificò sì lo suo sguardo, ch'elli ardì a rivolgersi verso il sommo Paradiso...

[5] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 1, cap. 32, vol. 1, pag. 301.17: s. Bernardo di Lei parlando dice: Per grandezza di desiderio, per fervore di devozione, per purità di orazione attinge grazie dalla fonte della pietà , le quali poi versa agli uomini.

[6] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XIII, cap. 58, vol. 3, pag. 431.7: per atignere danari, d'ogni piccola parola oziosa ch'alcuno dicesse per niquità contro a dDio, o dicesse ch'usura non fosse peccato mortale, o simili, condannava in grossa somma di danari, secondo ch'era ricco.

[7] Boccaccio, Trattatello (Toled.), 1351/55, pag. 17.21: sollecitissimo andava là dovunque credeva potere vederla, quasi del viso o degli occhi di lei dovesse attignere ogni suo bene e intera consolazione.

[8] Jacopo Passavanti, Tratt. umiltà , c. 1355 (fior.), cap. 3, pag. 243.4: chi vuole empiere alcuno vasello d'acqua del fiume o della fontana, sì lo 'nchina: così chi vuole attignere la divina grazia, non conviene che stia erto per superbia, ma che si chini per umiltà.

[9] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3, part. 2, pag. 65, col. 1.6: Nella quale siccome in fonte di beatitudine per li unitivi desiderii potrà attingere la letizia nella presente vita e gloria in quella che de' venire.

[10] Giovanni Colombini, a. 1367 (sen.), 26, pag. 99.8: le poche iscritte parole sapemo che vennero, et attentefuro da smisurato pelago d'amore e di carità del dolcissimo nostro Signore Jesù Cristo nostro amore e diletto.

[11] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 302.433, pag. 364: Con grandissima fede ogni tua storia / s'è fatta là per dimostrar la gloria, / li miracoli tuoi disporre e pingere / dintorno a te; chi vuol ne puote atingere...

[u.r. 29.03.2018]