ATTITÙDINE s.f.

0.1 actitudine, actitudini, aptitudine, attitudine, attitudini.

0.2 Lat. aptitudo, aptitudinem (LEI s.v. aptitudo).

0.3 Stat. sen., c. 1303: 1.

0.4 In testi tosc.: Stat. sen., c. 1303; Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.); Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.).

0.6 N Doc.: cit. tutti i testi.

0.7 1 Disposizione, capacità; [di oggetti inanimati:] stato.

0.8 Pär Larson 14.06.1999.

1 Disposizione, capacità; [di oggetti inanimati:] stato.

[1] Stat. sen., c. 1303, cap. 61, pag. 111.5: imperciò che per modo non convenevole a chi adietro servato in fare fosse et altri lavorii del detto Padule, esso Padule non sia in quella dovuta attitudine e disposizione la quale bisogna; et se 'l modo predetto più si servasse, el detto Padule diventerebbe sterile e senza frutto per inondazione dell'aque...

[2] Bart. da San Concordio, 1302/08 (pis.>fior.), dist. 2 proemio, pag. 41.1: ora diremo delle naturali disposizioni degli animi, e intorno a ciò diremo sei cose. 2 La prima, che la naturale attitudine ci dispone a diverse cose. 3 La seconda, che la naturale attitudine diventa perfetta per istudio e dottrina.

[3] Ugo Panziera, Trattati, a. 1330 (tosc.occ.), 1, cap. 1, pag. 2, col. 1.5: Accompagniando quelli habiti a lloro virtuosi acti, gli habiti crescono in perfectione e l'aptitudine a peccare in mente e in corpo in parte s'adormenta.

[4] Cavalca, Esp. simbolo, a. 1342 (pis.), L. 2, cap. 10, vol. 2, pag. 215.28: Grazia preveniente è ogni buona disposizione, e attitudine, che Dio in prima manda nell'anima.

[5] Jacopo Passavanti, Tratt. superb., c. 1355 (fior.), cap. 2, pag. 191.14: Beni naturali dell'anima sono: nobile ingegno collo 'ntelletto sottile, buona memoria, naturale disposizione e attitudine alle vertudi, alle scienze, all'arti...

[6] Boccaccio, Esposizioni, 1373-74, c. X, par. 58, pag. 525.38: dello 'nferno, il quale meritamente chiama «carcere» per ciò che alcuno che v'entri mai uscir non ne puote; e chiamal «cieco», non perché cieco sia, per ciò che il luogo non ha attitudine niuna di poter vedere né d'essere cieco, ma per ciò che ha a far cieco chi v'entra...

[7] S. Caterina, Libro div. dottr., 1378 (sen.), cap. 109, pag. 219.17: Delle colonne le quali Io ho date a te, delle quali tu mi dicesti, e cosí è la veritá, fa' che tu sia uno mezzo di dare a ciascuno quello che gli bisogna, secondo l'attitudine loro e come Io, tuo creatore, ti ministrarò...

[u.r. 29.03.2018]