0.1 attorsa, atorsiarono.
0.2 Etimo non accertato.
0.3 Meo dei Tolomei, Rime, XIII/XIV (sen.): 2.
0.4 In testi tosc.: Meo dei Tolomei, Rime, XIII/XIV (sen.); Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.).
0.6 N Doc. esaustiva.
0.8 Pär Larson 29.06.1999.
[1] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 1, cap.34, pag. 63.3: A questo consiglio leggermente s'accordò Lucumo per desiderio d'acquistar onore, e però ch'egli non era di Tarquinia, se non è dal lato della madre. E così atorsiarono loro arnese e vennersene a Roma. || Cfr. Liv. I, 34: «sublatis itaque rebus amigrant Romam».
[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 4, cap. 12.90, pag. 289: ché sotto il mento ha come una borsa, / che d'acqua l'empie e scalda in gran calura. / E poi ch'egli è cacciato e messo in corsa, / volgesi a dietro e l'acqua fuori getta / e ciò che giunge pela e i nervi attorsa.
2 Voltare, cambiare strada (?).
[1] Meo dei Tolomei, Rime, XIII/XIV (sen.), D. 1.7, pag. 69: Quando mi vide [[madonna]] credett'esser ricca, / disse: - Non avrestù cavelle in borsa? - / Rispuosi: - No. - Quella mi disse: - Attorsa, / e ·llevala pur tosto, o tu ·tt'impicca!
[u.r. 21.10.2008]