ATTRISTARE (1) v.

0.1 actristandusj, actristàrose, actristati, actristato, actristava, actristo, atrista, atristanu, atristare, atristarete, atristarono, atristati, atristato, atristavano, atristi, atristiam, atristiamo, atristo, atristò, attrista, attristandoli, attristandoti, attristano, attristante, attristarci, attristarsi, attristarti, attristata, attristati, attristato, attristatosi, attristatu, attristavasi, attriste, attristerai, attristi, attristiam, attristino, attristisi, attristo, attristò, attristorono, attristossi.

0.2 Da triste.

0.3 Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.): 1.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Dante, Commedia, a. 1321; Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.).

In testi sett.: Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.).

In testi mediani e merid.: Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.); Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.); Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.); Destr. de Troya, XIV (napol.); Discorso sulla Passione, XIV sm. (castell.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.).

0.7 1 Rendere triste. 2 Pron. Rattristarsi, dolersi, rammaricarsi. 3 Assol. Diventare triste.

0.8 Pär Larson 13.01.2000.

1 Rendere triste.

[1] Guido Faba, Parl., c. 1243 (bologn.), 19 (74), pag. 243.27: Quanto l'omo è plu p(re)cioso cosa, (e) i(n) p(er) quello ch'el è dignissimo d(e) tute le creature, e d(e) essere co(n)pagno i(n) celo cu(m) li angeli, ta(n)to è maiore m(en)te da dolere e d'at(r)istare quando alcuna p(re)su(m)ptio(n)e humana tole d(e) t(er)ra la creat(ur)a alo so creatore.

[2] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 1.38, pag. 632: Amor, la mia ventura è troppo cruda, / e ciò ch'agli occhi incontra più m'attrista: / però merzé, che la tua man gli chiuda, / poi c'ho perduta l'amorosa vista; / e, quando vita per morte s'acquista, / gioioso è 'l morire:

[3] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 10 ott. 46.7, pag. 582: E s'ella forse per la morte mia / pietosa desse alcuna lagrimetta, / sì la raccheta che contenta sia, / perciò che la sua vista leggiadretta / fatta ha l'anima mia di lei sì pia, / che 'l riso suo più me che lei diletta, / e così il pianto suo più me attrista, / ond'io mi cambio come la sua vista. /

[4] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 19 par. 2, vol. 2, pag. 54.32: O figlu senza peccatu, o figlu ki semper mi allegrasti, figlu binidictu ki mai non mi cuntristasti, comu mi atrista la tua fatigua, comu mi affligi la tua dogla, comu m'è amara sta vista amara!

[5] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 335.13, pag. 418: Ma tropp'era alta al mio peso terrestre, / et poco poi n'uscì in tutto di vista: / di che pensando anchor m'aghiaccio et torpo. / O belle et alte et lucide fenestre, / onde colei che molta gente attrista / trovò la via d'entrare in sì bel corpo!

[6] Boccaccio, Rime, a. 1375, pt. II. componim. 14.6, pag. 167: Cadute son degli arbori le foglie, / taccion gli uccelli e fuman le fontane; / le dimestiche fere e le selvane / giuso hanno poste l'amorose voglie. / E l'umido vapor, che si raccoglie / nell'aria, attrista il cielo, e dalle sane / menti son fatte le feste lontane / per la stagion acerba, ch'or le toglie.

[7] Giannozzo Sacchetti (ed. Corsi), a. 1379 (fior.), V.22, pag. 387: Giva la barca mia soave e cheta / con vaghi venti, piena di conforto: / cosí di porto in porto / non m'era grave fare alcun viaggio. / Giunsemi quella ch'attrista e allieta, / invidiosa di mio bel diporto, / gridando: - Tu se' morto.

2 Pron. Rattristarsi, dolersi, rammaricarsi.

[1] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 3, cap. 9, pag. 105.1: E se l'uomo s'attrista del bene altrui, credendo ch'esso non ne sia degno, elli à un movimento d'animo, che 'l filosafo chiama increscimento del bene di coloro che non ne sono degni.

[2] Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. I, pt. 1, cap. 9.b, pag. 19.2: fatua chosa è tristarsi l'uomo della privatione d'alchuno bene il quale dalla sua natura non puote avere: manifesto è che sechondo la nostra natura non si confà a nnoi di volere se non chonvenevole cosa, e se ci atristiamo se volare non potemo...

[3] Jacopone, Laud. Urbinate, XIII ui.di. (tod.), 4.367, pag. 504: «Tanto la carne dole, / ço cke rasone vole / eo non aio servata, / ké mme so' lamentata / de la morte vitale / ke guarisce onne male: / ma dove amore passa, / la rasone se cassa. / Si mme so'ne attristata, / aiàteme scusata.

[4] Legg. Transito della Madonna, XIV in. (abruzz.), 668, pag. 41: Thomasso disse: «Apritelo, cha vi no sta niente». / Lu pilu cepto apersero e scoprèro, / lu corpu no trovàro che nci mìsero! / Li apostoli actristàrose, aveano gran tempestate.

[5] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 1.57, vol. 1, pag. 11: E qual è quei che volontieri acquista, / e giugne 'l tempo che perder lo face, / che 'n tutti suoi pensier piange e s'attrista; / tal mi fece la bestia sanza pace, / che, venendomi 'ncontro, a poco a poco / mi ripigneva là dove 'l sol tace.

[6] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 5, pag. 192: Ogni peccato ha limitata pena, / E più gravosa quant'è più lontana. / Contra virtude, lasso, chi ne mena? / Non altro che l'inordinata voglia / Per qual s'attrista la natura umana / Nel tempo che del dolce sente doglia.

[7] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 7, 115-126, pag. 227, col. 1.10: accidioxo fummo, zoè smixurado e oltrazoxo volere'. E questo si è ira; sí che mo s'atristavano e gurguiavano.

[8] Simone Fidati, Ordine, c. 1333 (perug.), pt. I, cap. 10, pag. 632.9: Se non è vero, dolgasi l'anima e attristisi, quanto puote, isforzandosi di fare quello che sia vero intra te quello ch'altri di fuori pensa.

[9] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 15, pag. 264.34: E dirittamente misericordia è contraria di invidia; chè llo invidioso s'atrista dell'altrui bene, ed allegra dell'altrui male.

[10] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 45.7, pag. 687: tanto forte si attrista e si travaglia / la mente, ove si chiude lo disio, / che 'l dolente cor mio / piangendo ha di sospiri una battaglia / che comincia la sera / e dura insino a la seconda spera.

[11] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 34, pag. 159.3: ca li boni si allegranu plu quandu vidinu ki lli pirsunj ki amànu jn kistu mundu pir virtuti, vegnanu cu loru jn gloria; e li malvasi, quandu vidinu li pirsuni li quali amànu jn questo mundu malamenti e minisprizandu a Deu, pluy si atristanu...

[12] Cavalca, Ep. Eustochio, a. 1342 (pis.), cap. 6, pag. 394.13: Le volpi, disse Cristo, hanno tane, e li uccelli nidi: lo figliuolo dell'uomo non ha dove riposare lo capo. Se questo pensi, non ti attristerai di stare disagiata, e povera.

[13] Boccaccio, Corbaccio, 1354-55, parr. 31-40, pag. 43.12: E tanto di letizia e di piacere sentono, quanta di tristizia e di miseria sentono in cui hanno in odio. Tu dunque, piagnendo, attristandoti, rammaricandoti, sommo piacere fai a questa tua nemica.

[14] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 1 parr. 60-62, pag. 95.30: Qui D. fa una comparatione de l'omo el quale volenteri acquista alcuna cosa e per qualche tempo eso perde de questa cosa acquistata: esso ne li soi penseri tuto se dole e s'atrista.

[15] Sposiz. Pass. s. Matteo, 1373 (sic.), cap. 10 par. 2, vol. 2, pag. 8.2: Si zo fussi, Cristu non si aviria pututu cuntristari, ka tristicia non sta in la divinitati, ma in l'anima humana. Si alcunu dichissi ki Cristu non si actristava, ma fachia comu homu quandu si atrista, addunca Cristu fachia et dichia menzogna.

[16] Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.), L. 33., pag. 290.2: Ma Alphenore tanto se infiammao de amore che ipso rapio la sorrella de Poliphemo da la soa secreta camera, de la quale cosa multo se atristarono li suoy, poy che pervenne a la lloro noticia.

[17] Discorso sulla Passione, XIV sm. (castell.), pag. 165.15: Ma li descepoli none entesaro mes(er) (Gesù) (Cristo) ed esso, vedendo che di ciò el vogliono domandare, respose a loro e disse: «Io ve dico en verità che voi v'atristarete e 'l mondo s'aralegrarà .

[18] Francesco di Vannozzo, Rime, XIV sm. (tosc.-ven.), [son.] 141.2: Et io son el Mastin che mi lamento / e per la gran viltade assai m'atristo / de questo cararexe pronto e visto / a darme guerra quando pace asento.

3 Assol. Diventare triste.

[1] Laudario S.M. d. Scala, XIII ex./XIV po.q. (tosc.), 3.21, pag. 14: Quando ti guardo, più lo cor m'atrista, / ch'eri conficto in croce, dolce padre, / chiamandomi non «madre», / ma «femmina», perché 'l dolor non gravi.

[2] Cino da Pistoia (ed. Contini), a. 1336 (tosc.), 9.5, pag. 642: Or dov'è, donne, quella in cui s'avista / tanto piacer ch'oltra vo fa piacenti? / Poiché non c'è, non ci corron le genti, / ché reverenza a tutte voi acquista. / Amor di ciò ne lo meo cor attrista, / che rafrena per lei li maldicenti: / ecco in me crescon sospiri dolenti, / sì ch'io morrò sol d'amorosa sista.

[3] Poes. an. perug., c. 1350, 103, pag. 18: Pensate voi se quista è vita lorda / che 'l vertuoso fama non aquista / ma ciaschedun lo guarda com'el morda; / co' più cie penso più la mente atrista.

[u.r. 29.02.2008]