ATTUFFARE v.

0.1 actufati, actuffati, adtufati, attufagli, attufando, attuffa, attuffalo, attuffan, attuffando, attuffandosi, attuffano, attuffare, attuffarle, attuffaro, attuffarono, attuffasse, attuffata, attuffate, attuffati, attuffato, attuffavan, attuffavano, attufferà , attuffi, attuffino, attuffò, attuffono, attufforono, atufa, atufando, atufasti, atufata, atufati, atufaveno, atuffa, atuffano, atuffasse, atuffata, atuffati, atuffavan, atuffò, atuffòe, atufiate, atufilo, atufò.

0.2 Da tuffare.

0.3 Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.): 1.

0.4 In testi tosc.: Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.); Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.); Pratica del vino, 1342/48 (fior.); Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.).

In testi mediani e merid.: Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.);Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.).

In testi sic.: Angelo di Capua, 1316/37 (mess.).

0.7 1 Immergere, spingere giù; inghiottire, sommergere. Pron. Venir sommerso, sprofondare, immergersi. 1.1 [Di imbarcazioni:] affondare. 1.2 Annegare. 2 Fig. [Di vizio, peccato, ecc.:] Inghiottire, sprofondare. Pron. Abbandonarsi a, sprofondare in qsa. 3 Spingere, cacciare dentro, penetrare (anche pron.). 3.1 Pron. Gettarsi, precipitarsi. 3.2 Avventurarsi, finire dentro un luogo. 4 Sciogliere. 5 Signif. non accertato.

0.8 Pär Larson 05.01.2000.

1 Immergere, spingere giù; inghiottire, sommergere. Pron. Venir sommerso, sprofondare, immergersi.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 5., cap. 13, pag. 301.17: Cominciata la battaglia, e grandissima pezza del die durata, vinti i Galli e convertiti in fuga, abbiendo catuno paura, raunate schiere non pensatamente per la fretta del passare, i legami del ponte ruppero, e incontanente co' detti canapi e legami del ponte s'attuffaro.

[2] Intelligenza (ed. Berisso), XIII/XIV (tosc.), 127.7, pag. 53: Il mar iera vermiglio e 'nsanguinato, / budella e braccia e gambe e busti e cuori / vi s'atuffavan da ciascuna parte.

[3] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 8.53, vol. 1, pag. 132: Quanti si tegnon or là sù gran regi / che qui staranno come porci in brago, / di sé lasciando orribili dispregi!». / E io: «Maestro, molto sarei vago / di vederlo attuffare in questa broda / prima che noi uscissimo del lago».

[4] Armannino, Fiorita (13), p. 1325 (abruzz.), pag. 24.27: li usurary affamaty. De quisti esse una orribele pucza tanto laida et orribele ad audire che corre per lo sito da zascauna parte, l'ochi loro conturbati sonno da cotanto focho arsy et poy in frigya acqua adtufati sono li quali cusì stando et plu frigese che pesse in palida.

[5] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Medea., pag. 114.13: Or fosse piaciuto agli Dii che gli scogli chiamati Simplegadi ci avessero insieme fracassati in tal modo, che le mie ossa fermamente si fossero congiunte colle tue! [[...]]; ovvero che quell'altro scoglio chiamato Cariddi ci avesse noi sobbissati, il quale tanti tempestosi cavalli sommerge ed attuffa, quanti ne disvelle. || Cfr. Ov. Her. XII, 125: «Quaeque vomit totidem fluctus totidemque resorbet».

[6] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), L. 2, cap. 6, pag. 196.23: Ora albitreremo noi per simile ciechezza che gli marinaj fossono migliori che Giona profeta, per lo quale si pruova che si levò la tempesta, e perciò fu attuffato in mare e divorato dal gran pescie...

[7] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 11, vol. 3, pag. 41.22: e loda gli amori osservati insino alla fine. Questo disse: simigliante a costoro fue colui lo quale tu vedi che si attuffa nel mare e che ha le gambe sottili: e dimostrò uno marangone co lungo collo.

[8] Angelo di Capua, 1316/37 (mess.), L. 9, pag. 157.15: Et quandu Turnu virrà mectiri focu a li navi, incontinenti solvanu li cordi di li ripi; et actuffati li bucki a modu di dalfini, adimandinu li fundi di lu mari et cussì non purranu essiri arsi.

[9] Chiose Selmiane, 1321/37 (sen.), cap. 21, pag. 105.29: El Santo Volto è uno santo che è in Lucca, al quale e Lucchesi molto si raccomandano e ànnovi grande fede e riverentia, e fannovi molti boti, e però dicono e dimoni, atufando colui da lLuccha, che in quello luogo, cioè in inferno, non vale preghiera, nè boto di santo.

[10] Pratica del vino, 1342/48 (fior.), pag. 12.16: E poi, quando tu ài pigiato il vermiglio, e, rato che gli à levato in capo, ongni [...]; e tufa tre volte, la matina a nona e la sera: sì atufa la vinaccia giù in sino a tanto che tu lo inbotti.

[11] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 12, cap. 7, pag. 279.3: Le prune, ovver susine si seccano al sole ordinate in su graticci: e queste sono che si chiamano Damascene. Alcuni in acqua marina, ovvero in acqua fervente l'attuffano, e poi nel forno tiepido, ovver al sole le seccano.

[12] Mino Diet., Sonn. Inferno, XIV m. (aret.), 14.2, pag. 26: E barattier ne la bollente pece / dentro attufando i demoni adronciglia / a graffi et a la pece che i simiglia, / e chi gli giudicò appunto fece.

[13] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 3, cap. 13.47, pag. 221: E tre laghi ci son, ma di più pompe / e fama è quel che chi la man v'attuffa / quanto ne bagna tanto ne corrompe.

[14] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 22 parr. 55-60, pag. 352.21: Qui D. fa una comparatione chiara. s'atuffa, idest s'asconde in l'aqua per campar lo colpo del falcone.

[15] Gl Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 21 parr. 17-20, pag. 335.76: Poi l'adentar etc. Sì che se pòi [etc.]. Questo se intende cossì: che come tu atufasti, idest prendesti ascosamente pagandoti, vendendo la iustitia, cossì nascosto in questa bolente pece aciaffi.

[16] S. Caterina, Epist., 1367-77 (sen.), [1375] lett. 50, pag. 194.5: E però vi prego, acciò che adempiate la volontà di Dio e 'l disiderio mio, che voi v'aneghiate, atufiate e innebriate nel sangue di Cristo crocifisso, perché nel sangue si fortifica el cuore.

[17] Diretano bando, XIV (tosc.), cap. 48, pag. 37.11: Altresì come aviene d'una mainera di balene, ch'é sì grande che quando mostrano il dosso sopra l'acqua li marinari credeno che sia isola di mare, perché à il cuoio petroso come rena. Et così vi s'asicurano, che vanno a prendere porto come fusse isola, e dimoranvi due o tre dì, e cuoconvi su la vivanda. E quand'ella senti il fuoco, adesso s'atuffa in mare co· lloro.

[18] Sacchetti, Trecentonovelle, XIV sm. (fior.), 167, pag. 414.21: Maestro Tommaso disse: - Ov'è l'acqua tua? - E quelli tolse l'orinale che presso gli era. Come il maestro misse le mani nella cassa, per trarre l'orinale fuori, attuffò le dita nell'orina...

1.1 [Di imbarcazioni:] affondare.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 4., cap. 11, pag. 228.23: sessantatre navi di quelle di Cartagine vi fuoro prese, e centoventicinque in nel mare attuffate; e trentadue migliaia d'uomeni presi, e morti quattordici migliaia; ma de' Romani dodici navi fuoro sommerse.

[2] Ceffi, Epistole eroiche, 1320/30 (fior.), ep. Ero., pag. 186.35: Ma poichè così è, priegoti, o giovane vincitore delle paurose acque, che tu dispregi in tal modo il mare, che tu sempre lo ritemi; imperciocchè le navi, lavorate per arte, spesso per fortuna s'attuffano al fondo.

[3] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 14, vol. 3, pag. 165.20: Antifate perseguita coloro che fuggono; e chiama la schiera: ragunansi, e gittano e sassi e le travi, e fanno attuffare nel mare gli uomeni e le navi.

[4] Diatessaron, a. 1373 (fior.), cap. 19, pag. 220.9: E eglino accennarono a' compagni ch'erano nell'altra nave, acciò che venissero ad aiutare loro. E vennero, e empierono ambedue le navi sì che si attuffavano.

[5] Destr. de Troya (ms. Parigi), XIV (napol.), L. 33., pag. 293.8: E quando le serene le sentono dormire, et vegono che le lloro nave sono senza rigimiento de governatore, incontenente li assaglysceno e con naufragio le inplino et atuffano, sì che li lloro navicanti dormienti con sventurato naufragio annegano.

1.2 Annegare.

[1] Lancia, Eneide volg., 1316 (fior.), Libro 10, pag. 629.25: Queste cose ricordando, rivolge l'animo ora qua ora colà, o egli s'uccida col coltello, o egli s'attuffi nell'acqua: ma Juno, misericordiosa, l'uno atto di morte e l'altro costrigne.

[2] Simintendi, a. 1333 (tosc.), L. 10, vol. 2, pag. 243.2: e violaro gli sagrati luoghi col vietato disinore. Le sante cose piegaro quivi li occhi: e Cibele, madre delli iddei, stette in dubio, s'ella attuffasse e colpevoli nell'acqua stigia. Parvele lieve pena.

2 Fig. [Di vizio, peccato, ecc.:] Inghiottire, sprofondare. Pron. Abbandonarsi a, sprofondare in qsa.

[1] x Ceffi, St. guerra di Troia, 1324 (fior.), L. XII, p. 139: La non consigliata leggerezza è usata d'attuffare molta gente nel profondo della morte, e quello assalto [[...]], per lo spingimento della superbia, è menato subitamente a' fatti repentini...

[2] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 39, pag. 84.23: L'utile ragguarda, e misura le cose necessarie, ma le soperchievoli non si terminano. Dunque gli sventurati attuffandosi ne' diletti, non se ne possono sofferire, poichè vi sono accostumati. || Cfr. Sen. Ep. 39, 6: «voluptatibus itaque se mergunt».

[3] Ottimo, Purg., a. 1334 (fior.), c. 23, proemio, pag. 427.26: Due sono principalmente le spezie di questo vizio della gola: castrimagia, o vero commensazione, ed ebrietade. È detta castrimagia, però che nelli castri, cioè campi e osti del ventre tutte le cose attuffa...

[4] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 9, cap. 18, pag. 317.5: E noi parliamo d'Alessandro innanzi ch'egli si fosse attuffato nelle prosperità degli avvenimenti, le quali diversamente il cambiaro e tolserli sua bontà.

[5] Ristoro Canigiani, 1363 (fior.), cap. 35.47, pag. 87: E specialmente nel suo brutto truogo / S'attuffan duo gran vizi e disonesti, / Come fan femminelle in fior di gruogo.

[6] Teologia Mistica, 1356/67 (sen.), cap. 3 part. 4, pag. 80, col. 1.7: Imperciocchè il summo apparecchiamento a questa sapienzia è che 'l disordinato diletto nella creatura, come meglio si può, efficacemente da' sensi sia tagliato, imperciocchè quanto più s'attuffa tanto più debilmente si leva la mente alle cose divine.

[7] Contemptu mundi (II), XIV sm. (tosc.), L. 2., cap. 2, pag. 64.5: «Quegli che vogliono diventare richi entrono nelle temptationi e nello laccio del diavolo e in molti desideii e ingiusti e nocivi e disutili, che attuffono gl'uomini nella morte e nella perditione.

3 Spingere, cacciare dentro, penetrare (anche pron.).

[1] Pistole di Seneca, a. 1325? (fior.), 71, pag. 174.1: Secondo che la lana piglia alcun colore a un tratto, alcun altro colore non piglia, s'ella non v'è messa più volte; così sono alcune discipline, che incontanente, che lo 'ngegno dell'uomo l'hae ricevute, sì le mostra per opera. Ma la vertù, s'ella non s'attuffa nel profondo dell'animo, e stavvi lungamente, e s'ella solamente l'ha tinto, ma non colorato, ella non fa quello, ch'ell'avea promesso. || Cfr. Sen. Ep. 71, 31: «nisi alte descendit et diu sedit».

[2] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 3, cap. 40, pag. 130.17: E alcuni quel cotal magliuolo [[dell'uva senza granella]] diligentemente così acconcio attuffano nel bulbo della squilla; del cui beneficio affermano, che ogne cosa che si pone s'apprende più leggiermente. || Cfr. Palladio, Op. Agr. III, 29: «quidam sarmentum [[...]] intra squillae bulbum demergunt».

[3] F Piero de' Crescenzi volg., XIV (fior.), lib. IV, cap. XI: poi tucta la vite innestata atuffa in terra et tanti solchi in quale parte vorrai farai, quanti bracci sono innestati.... || Crescenzi, [p. 105].

3.1 Pron. Gettarsi, precipitarsi.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 1., cap. 2, pag. 14.2: E altri sono che dicono che presso ad Atalante [[il Nilo]] esce di fonti, e incontanente s'attuffa in arene, e per quelle passando, per piccolo spazio, fa uno grande lago; e quindi allato al mare, inverso oriente, va per li deserti di Etiopia; e anche dal lato manco piegato viene ad Egitto.

[2] Fazio degli Uberti, Dittamondo, c. 1345-67 (tosc.), L. 5, cap. 29.29, pag. 418: Nilides costui è detto e per profonde / vene ne va, e non par che si scopra, / fino a Cesaria, dove spande l'onde. / Bagnato Delta e Cesaria di sopra, / come hai udito, di nuovo s'attuffa, / sì che la terra in tutto par che 'l copra.

[3] Petrarca, Canzoniere, a. 1374, 50.46, pag. 68: Ma io, perché s'attuffi in mezzo l'onde, / et lasci Hispagna dietro a le sue spalle, / et Granata et Marroccho et le Colonne, / et gli uomini et le donne / e 'l mondo et gli animali / aquetino i lor mali, / fine non pongo al mio obstinato affanno...

3.2 Avventurarsi, finire dentro un luogo.

[1] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 1, cap. 6, pag. 71.21: In cotale guisa fue ammonito Marco Marcello, che alcuna cosa non isforzasse di fare improvedutamente. Ma elli ardito la seguente notte d'uscire del campo con pochi de' suoi, per cagione di vedere e sentire, da la moltitudine de' nimici in Abruzzi attorniato et attuffato in essi, grande dolore e danno con la sua morte diede alla sua patria. || Val. Max. I, 6, 9: «a multitudine in Bruttis circumventus».

[2] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 9, cap. 38, pag. 347.37: li Sanniti ne furo baldi e lieti, e diceano, che l'oste de' Romani era rinchiusa, [[...]]; e che altresì follemente erano entrati in quella foresta, com'elli aveano fatto a Caudio, per cupidigia d'andare sempre innanzi; e ch'elli erano accerchiati non pure solamente di nemici, come di roccie e di pericolosi passi, ov'elli s'erano attuffati. || Cfr. Liv. IX, 38, 5: «eadem temeritate avidam ulteriorem semper gentem in saltus invios deductam, saeptam non hostium magis armis quam locorum iniquitatibus esse.».

4 Sciogliere.

[1] Palladio volg., XIV pm. (tosc.), L. 11, cap. 4, pag. 251.4: ne' luoghi secchi, sottili, magri, e arenosi, e allegri si fa drittamente ciò che avea detto dinanzi de' posticci delle viti da porre, da propagginare, da potare, da racconciare, e del far gli arbusci, cioè viti su arbore; acciocchè contra la sottigliezza della ghiova s'aiuti colle piove del verno. E così ricevon le terre assetato omore, e ricisa, ovver attuffata giù la ghiaccia, non s'arrostiscon; perocchè in cota' luoghi naturalmente nasce la rugiada, e la brina. || Hapax prob. dovuto al traduttore, abituato a rendere lat. mergere con attuffare; cfr. Palladio, Op. Agr. XI, 4: «recisa vel mersa glacie».

5 Signif. non accertato.

[1] Canzoniere del sec. XIV, a. 1369 (tosc.occ.), 23 [Ciano del Borgo a San Sepolcro], 39, pag. 50: Arte et ingegno tempri col suo sufilo, / per modo che 'l suo prense si magnifichi, / e l'alma pona perché si mortifichi / ogni contrar che 'ntorno lui annodasi; / ciglio che s'alsi contra 'l donno atufilo, / e chi l'onora, quanto pote amplifichi; / torre e palagio, per suo stato, edifichi / e, prense trïunfando, servo godasi...

[u.r. 21.10.2008]