ATTURPARE v.

0.1 aturpa.

0.2 Da turpe.

0.3 Poes. an. perug., c. 1350: 1.

0.4 Att. unica nel corpus.

0.5 Solo pron.

0.6 N Il verbo fa sicuramente capo all'agg. turpe, come sembrano mostrare i due ess. del verbo *turpare (‑arsi) nel corpus (Questioni filosofiche, p. 1298 (tosc. sud-or.), L. V, pt. 10, pag. 170.11: «Inciesto è [[...]] gravissimo pecchato di turpare la charne e 'l sangue suo»; Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 4, cap. 6, pag. 363: «Non voglio che nel falso più ti torpi»).

0.7 1 Pron. Appropriarsi indebitamente di qsa, contaminandolo (?).

0.8 Pär Larson 03.04.2000.

1 Pron. Appropriarsi indebitamente di qsa, contaminandolo (?). || Cfr. 0.6 N.

[1] Poes. an. perug., c. 1350, 450, pag. 27: Popolo anticho, pregote, pon mente, / mira costor ch'el tuo podere usurpa / sì chome a lo mal far mostranse atente. / La secta nova el tuo valor sturpa / e credo bem che tu con man lo tocche / sì che tu puoi saper chi 'l tuo s'aturpa.

[u.r. 29.02.2008]