0.1 aldace, aldacie, audace, audachi, audaci, audacissimo, audacissimu, oldace.
0.2 Lat. audax, audacem (LEI s.v. audax).
0.3 Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.): 1.
0.4 In testi tosc.: Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.); Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Ottimo, Par., a. 1334 (fior.).
In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).
In testi mediani e merid.: St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.); Destr. de Troya, XIV (napol.).
In testi sic.: Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).
0.7 1 Coraggioso, ardimentoso. 2 Temerario; sfrontato, insolente. 3 Vigoroso. 4 Sost. Chi dà dimostrazione di audacia. [Prov.] La fortuna aiuta gli audaci (anche con uso fras.).
0.8 Linda Pagnotta 25.02.2000.
[1] Ruggieri Apugliese (ed. Contini), XIII m. (sen.), Tant'aggio ardire, 138, pag. 896: Buon capitano so' di pace; / del mio cuore so' molto audace; / in lo mie cuore senno giace, / sì come fa lo hom k'à verace / intendimento.
[2] St. de Troia e de Roma Amb., 1252/58 (rom.), pag. 301.30: Et era audace in costumi ma non in parlamento, ma en tucte altre scientie amastrato, de cantare, de organare, de medicare, in musica, in geometria, pentore, magestro de rame e de marmora bono scolpitore e molto cortese e sottile de tucte cose fare.
[3] Restoro d'Arezzo, 1282 (aret.), L. I, cap. 20, pag. 32.26: e tale ha longo el còllo e le gambe denanti, come la giraffa, e ha corte quelle deretro; e per lo suo oposito tal è c'ha corto el còllo e le gambe denanti, come la lepore, e per l'oposito ha longhe quelle deretro; e tale è audace e tale mansueto…
[4] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 66, pag. 80.23: Ma pur questo è veduto provato e provasi ciasciuno die, ch'elli è la piò coraggiosa bestia e la piò aldace cioè prunta a offendere che nulla altra bestia che sia...
[5] Microzibaldone pis., XIII/XIV, 4, pag. 198.1: Né non troverai quasi alcuna consuetudine notevile né costumi in alcuno animale che tu no· lo trovi nell'omo. Perciò ch'elli eie audace, cioè ardito sì come leone; timido e pauroso sì come lievra…
[6] Cecco d'Ascoli, Acerba, a. 1327 (tosc./ascol.), L. 2, cap. 3.935, pag. 184: Chi le ha sottili e di bellezza care, / Sarà magnanimo per scienza nostra. / Mostrasi audace chi ha i denti rari; / Concupiscenza tien carnosa faccia / E forte teme piccolini affari.
[7] Ottimo, Par., a. 1334 (fior.), c. 23, pag. 515.4: Zaffiro è pietra preziosa rilucente con purpurino colore, avendo gotte d'oro simiglianti al cielo. Il corpo dell'uomo rinverzica, li membri conserva integri, caccia la paura dello uomo, e fallo audace, rompe li toccati legami, e libera li presi.
[8] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 9, pag. 292.18: Niso era guardia della porta, audacissimo dell'armi, figliuolo d'Irtaco e cacciatore presto con giavellotti e con saette…
[9] Scienza fisiognomia, XIV pm. (tosc.), pag. 7.27: Et cului che arà lo suo naso lungo e steso inver la bocca, lo signor di quel cutal naso fie audace, cioè in de le buone cose prunto e prode.
[10] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 8, pag. 33.3: Lu Duca dubitandu di non perdiri a so frati, chì non volia di morti di so frati guadagnari nienti, annanti haviri la vita di so frati ki nullu guadangnu a kistu modu, illu non volia rimaniri a Rigiu, ma, comu homu ki amava pirfettamenti et audachi, volsi sequiri a so frati.
[11] Boccaccio, Decameron, c. 1370, I.1, pag. 26.21: La quale a noi e in noi non è da credere che per alcun nostro merito discenda, ma dalla sua propria benignità mossa e da' prieghi di coloro impetrata che, sì come noi siamo, furon mortali, e bene i suoi piaceri mentre furono in vita seguendo ora con Lui eterni son divenuti e beati; alli quali noi medesimi, sì come a procuratori informati per esperienza della nostra fragilità, forse non audaci di porgere i prieghi nostri nel cospetto di tanto giudice, delle cose le quali a noi reputiamo oportune gli porgiamo.
[12] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 8, pag. 111.19: Ulixe fo homo cavallaruso e lo plu bello che fosse intre tucti li Grieci, fo vicioso de onne falsetate e de onne male, fo gran commandatore e multo festante in parlare e tanto plu audace e savio parlatore che may non trovao paro indello suo sermocinare.
2 Temerario; sfrontato, insolente.
[1] Guittone, Lettere in prosa, a. 1294 (tosc.), 14, pag. 180.10: O non Fiorentini, ma desfiorati e desfogliati e franti, sia voi quazi sepulcro la terra vostra, non mai partendo d'essa, mostrando ale gient' e vostro obbrobbio spargiendo! Ché no è meritricie aldacie più ched è catuno che n'escie e mostra sé, poi la sua faccia di tanta honta è lorda.
[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 19, 10-30, pag. 475, col. 1.17: Dixe l'A. che roppe un de quii forami per uno fandesino c'anegava dentro al batesmo; e questo dixe per palezare che 'l fo fiorentino, azò che d'altra gente non fosse per astucia alcuno tanto oldace né presentoso che s'intitulasse la presente Comedia...
[3] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 9, cap. 11, vol. 2, pag. 222.3: Per la quali cussì spiatata et cussì vituperusa adastanza issa no skittu se maculau per eterna infamia, ma eciandeu maculau quilla rua per supranomu di felunia. 3. Non esti cussì crudili lu fattu et lu dittu di Gayu Fimbria, ma qui ben guarda l'unu et l'altru asparti, et l'unu et l'altru fu audacissimu.
[4] Bibbia (08), XIV-XV (tosc.), II Prol. Ab, vol. 8, pag. 276.5: Per che niuno fu ardito con tanta audace voce provocare Iddio a disputare della giustizia, per che nelle cose umane e di questo mondo si versi tanta iniquità delle cose.
[1] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 7, pag. 223.22: Qui per aventura venendo meno le vivande, la fame li costrinse di vollere i morsi nelle povere mense del pane, e di prendere colle mani e coll'audaci maxille le rotonde mense del crusto fatale.
[2] Boccaccio, Teseida, 1339-41 (?), L. 11, ott. 24.1, pag. 611: Tagliato fuvvi l'audace abete, / e 'l pin similemente, che odore / dà dalle tagliature, com sapete…
4 Sost. Chi dà dimostrazione di audacia. [Prov.] La fortuna aiuta gli audaci (anche con uso fras.).
[1] Boccaccio, Filocolo, 1336-38, L. 4, cap. 101, pag. 489.3: Filocolo, così incalciato, e più ognora dubitando, per avventura si ricordò d'un verso già da lui letto in Ovidio, ove i paurosi dispregia dicendo: "La fortuna aiuta gli audaci, e i timidi caccia via"…
[2] Boccaccio, Ameto, 1341-42, cap. 37, par. 4, pag. 802.4: E appresso, l'audacia di Caleon ascoltando, temeraria la reputa e in sé lunga quistione ne tira; e in ultimo pur la loda, estimando che gli audaci sieno aiutati dalla Fortuna e che, per così bella donna, sia più da biasimare la savia temenza che il matto ardire.
[u.r. 29.03.2018]