AUDACIA s.f.

0.1 aldace, aldacia, aldatia, aldazia, audaccia, audacia, audatia, audazia, auldacia, odacia.

0.2 Lat. audacia (LEI s.v. audacia).

0.3 Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.): 1 [10].

0.4 In testi tosc.: Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.); Bestiario toscano, XIII ex. (pis.); Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.).

In testi sett.: Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311; Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.); Lett. venez., 1355 (2).

In testi mediani e merid.: Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.); Stat. perug., 1342; Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.); Anonimo Rom., Cronica, XIV; Destr. de Troya, XIV (napol.).

In testi sic.: Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.); Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.); Simone da Lentini, 1358 (sirac.).

0.5 Nota la forma aldace sost.

Locuz. e fras. prendere audacia 1.

0.7 1 Ardimento, coraggio nell'affrontare il pericolo. 1.1 Intenzione coraggiosa; atteggiamento sicuro. 2 Tracotanza, impudenza; eccessiva presunzione. 2.1 Temeraria applicazione in una scienza.

0.8 Linda Pagnotta 25.02.2000.

1 Ardimento, coraggio nell'affrontare il pericolo.

[1] Bono Giamboni, Vegezio, a. 1292 (fior.), L. 3, cap. 24, pag. 139.6: Ed ancora fecero contra le dette bestie cavalieri giovani, forti, e leggieri, che gli appellavano volatori, i quali erano leggiermente armati, e con cavalli forti, e leggieri uccideano le dette bestie feggendole da lato con lunghe lancie, e lati spiedi. Ma crescendo poi l'audacia si ragunavano molti cavalieri insieme, e con molti lancioni le dette bestie conquideano.

[2] Bestiario toscano, XIII ex. (pis.), cap. 57, pag. 74.4: Questo è ditto acciò che chi conosce lo minore di sé contra sé venire, sopra lui vada non pigramente, ma con grande audacia inannti che lo inimico suo vegna sopra lui...

[3] Dante, Convivio, 1304-7, IV, cap. 17, pag. 371.9: La prima si chiama Fortezza, la quale è arme e freno a moderare l'audacia e la timiditade nostra nelle cose che sono corruzione della nostra vita.

[4] Anonimo Genovese (ed. Cocito), a. 1311, 12.306, pag. 137: Con grande odacia e vigor, / ze a reprender l'emparaor / e, conseigo contrastando / e raxon sotir digando, / defendese no poeiva / a quela chi lo confondeiva.

[5] Accurso di Cremona, 1321/37 (mess.), L. 3, cap. 2, vol. 1, pag. 109.22: Et intrau cu lu pinnuni intra li tendi di li jnimici. Et in quista mannera la forti audacia de tri homini non sufferssi que Hannibal, qui un poku ananti avia speranza supra tutta Cappua, non potti eciandeu diffindri li soy tendi.

[6] Ciampolo di Meo Ugurgieri, a. 1340 (sen.), L. 8, pag. 265.8: Non sostenne Ercule questo per la grande audacia dell'animo suo; ma gittossi di salto per lo fuoco, da quella parte onde molto fummo ondeggiava, unde la grande caverna isvaporava con nebbia oscura.

[7] Boccaccio, Ninfale, 1344/48 (?), st. 308.3, pag. 303: Però, farai omai ciò che ti piace; / ché tu puo' far di me ciò che tu vuoi, / poi c'ho perduta ogni forza ed aldace / contro ad Amor, e contro a' prieghi tuoi; / ma ben ti priego, se non ti dispiace, / che poi ne vadi il piú tosto che puoi, / ché mi par esser tuttavia trovata / dalle compagne mie, e da lor cacciata.

[8] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XIII, cap. 77, vol. 3, pag. 476.16: Dopo la sconfitta ch'ebbe il re di Francia dal re d'Inghilterra a Crescì, come adietro facemmo menzione, il conte d'Ervi, ch'era per lo re d'Inghilterra in Guascogna, non istette ozioso, ma più vigorosamente e con più audacia e baldanza con sua oste proccedette contro alla gente del re di Francia, cavalcando il paese…

[9] Simone da Lentini, 1358 (sirac.), cap. 1, pag. 5.18: Lu primu si chamau Robertus Guiscardus et quistu fu poy duca et princhipi di Pugla et di Calabria et fu homu di grandi consiglu et di grandi ingeniu et di liberalitati et audacia

[10] Cicerchia, Passione, 1364 (sen.), ott. 44.1, pag. 320: Rispose Pietro allor con grand'aldace: / - Se scandal verrà 'n tutti, 'n me già mai / nullo scandal verrà: questo è verace!

[11] Destr. de Troya, XIV (napol.), L. 24, pag. 208.38: "O quanto me pare duro, regina, de volere recipire quillo per amico, lo quale me ave offiso sì gravemente con odio de nemestate crodele, concessa de cosa ca me ave tuolto lo lumme da li ochy miey, zoèy Hector lo figlyo mio, lo quale me occise ove era tutta la mia speranza; per la morte de lo quale li Grieci aveno reciputa audacia contra de me, adastandonosse a la mia destructione.

[12] Cicerchia, Risurrez., XIV sm. (sen.), cant. 2, ott. 6.2, pag. 406: Niccodèm era gran principe molto, / sì ch'e' lor rispondie con grand'aldace, / e riprendieli con sicuro volto, / quella gente perversa e pertinace.

- Fras. Prendere audacia: farsi coraggio e osare.

[13] Brunetto Latini, Rettorica, c. 1260-61 (fior.), pag. 32.13: e questi s'ausarono tanto a parlare che, per molta usanza di dire parole e di gridare sopra le vicende delle speciali persone, montaro in ardimento e presero audacia di favellare in guisa d'eloquenzia tanto e sì malamente che teneano la menzogna e la fallacia ferma contra la veritade.

[14] Giovanni Campulu, 1302/37 (mess.), L. 4, cap. 14, pag. 139.22: Una nocti kista dopna, fatigata pir la jnfirmitati di la ganga, sì li apparsi sanctu Petru apostolu e stava in menzo de li duy candelerj: questa dopna, vedendo a sancto Pietru, non si misi pagura, ma prisi maiurj audacia e dissilj: 'Signuri meu sanctu Petru, summj pirdunati li mei piccati?'…

[15] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. 11, cap. 227, vol. 2, pag. 798.8: E per questa cagione il re di Francia prese grande audacia sopra papa Giovanni e no· llo richiedea di quella grazia o cosa ch'egli domandasse, ch'egli osasse disdire.

[16] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 18, pag. 154.20: Ora prenne audacia Cola de Rienzi, benché non senza paura, a vaone una collo vicario dello papa, e sallìo lo palazzo de Campituoglio anno Domini MCCCXLVII.

1.1 Intenzione coraggiosa; atteggiamento sicuro.

[1] Jacopone (ed. Ageno), XIII ui.di. (tod.), 38.15, pag. 134: La speranza enfiammame d'aver salvazione, /'n estante è desperanza de mia condezione: / sperare e desperare star en una mascione, / tanta contenzione no la porrìa narrare. / Iogneme una audacia, sprezare pena e morte…

[2] Cost. Egid., 1357 (umbro-romagn.), L. IV, cap. 25, pag. 655.19: Volendo, adumque, refrenare cotale audacia de presumptuosa temerità, ordenemo che s'alcuno s'arapisse a fare cotale generatione de fellonia [[...]] sia sottoposto al peccato della offesa maiestà e de perduelione et a tutte le altre pene contente in la constitutione papale la quale incomencia "Dierum crescente malicia".

2 Tracotanza, impudenza; eccessiva presunzione.

[1] Bono Giamboni, Orosio, a. 1292 (fior.), L. 2, cap. 8, pag. 84.2: Ma Dario, uno di coloro che l'audacia degli incantatori per ferro vendicò, per consentimento di tutti fue fatto segnore.

[2] Gl Giordano da Pisa, Quar. fior., 1306 (pis.>fior.), 28, pag. 139.8: In questo vangelo il Nostro Signore Iesù Cristo ne riprende massimamente di cinque vizii. Riprendene prima il vizio del mal discepolo, apresso il vizio del malo maestro, poi apresso il vizio de la vanagloria e quello della superbia, e infine il vizio de la presunzione overo audazia.

[3] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 31, 1-6, pag. 725, col. 1.3: Una medesma lingua ... Seguendo 'l so Poema, intende de tochare alcuna cosa de qui' Giganti c'al so tempo aveno tanta superbia cum audacia, ch'elli se miseno a voler contrastare ai Dei, sí come fitivamente li Poeti sí àno confinte molte fabule.

[4] Nicolò de' Rossi, Rime, XIV pi.di. (tosc.-ven.), Son. 358.4, pag. 222: Senpre che la vertù sola se spacia / dentro dal core, for d'onni malitia, / per verun stato, honore o divitia, / non prende l'omo orgoio o mala audatia; / ançi d'altruy gradire non si sacia, / largo, cortese, e 'l vero non infitia; / a tutti rende sua dritta iustitia, / et al plu digno fa rasone e gratia.

[5] Stat. pis., 1330 (2), cap. 170, pag. 637.25: Con quanta audacia e con quanta mattìa quelli che ignobili u vero populari in della nostra cità s'appellano, dai nobili et più potenti sono gravati; et molto più fortemente sarebbeno gravati, se remedio abbizognevile non vi si ponesse; nimo è che ne sia ignorante.

[6] Bosone da Gubbio, Avv. Cic., a. 1333 (eugub.>fior.), proemio par. 2, pag. 54.20: Tornando simigliantemente a' prosperi e agli avventurati, perchè eglino non debbiano delle loro vittorie e prosperità prendere audacia, nè vanagrolia, prenderemo per nostro volume una particella.

[7] Stat. perug., 1342, L. 3, cap. 122, par. 1, vol. 2, pag. 174.10: Acioké alcuno per monemento proprio per istigatione diabolica l'arme non piglie overo prenda del comuno e del popolo de Peroscia overo l'arme de lo imperio, statuimo e ordenamo ke quignunque en tanta de furore audatia deverrà overo de superbie ke l'arme del comuno e del popolo de Peroscia prenda overo tragga overo porte overo portare faccia sença licentia, deliberatione e consentemento e volontà deglie segnore podestà e capetanio e segnore priore d'arte e sença deliberatione del generale conseglio, del capo sia punito, sì ke muoia...

[8] Lett. venez., 1355 (2), lett. I, pag. 31.24: Veramente in far zustixia entro la zente a vuj comessa, se caxo ocorerà, debiè far quella per la maçor parte de vuj segundo la vostra discrecion, a bona fe' sença froldo. Ma per tuor audacia e materia ali homenj de le galie de far mal, cometemo a vuj et a zascadun de vuj che, ogni fiada che caxo occhorerà, algune de le zente a vuj comesse, in algune terre o luogi sotometudi a la nostra iurisdicion et in le qual sta li nostri Rectori, cometer algun excesso, debiè dar ogni ovra a far branchar quella e retegnir.

[9] Buccio di Ranallo, Cronaca, c. 1362 (aquil.), quart. 29, pag. 8: Tornamo ad re Manfreda; colla soa pertinacia / Non temendo la Ecclesia, standoli in contumacia, / Et similemente al celo standoli in desgratia, / Né che vennetta facciase della soa stulta audacia

[10] Anonimo Rom., Cronica, XIV, cap. 3, pag. 17.18: Uno granne omo de Roma - Cola de madonna Martomea delli Aniballi avea nome - fu perzona assai ardita, iovine como acqua. Coize audacia de volere prennere per la perzona lo principe.

2.1 Temeraria applicazione in una scienza.

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. XI, cap. 41, vol. 2, pag. 571.12: Ma con tutto che fosse grande astrolago, era uomo vano e di mondana vita, ed erasi steso per audacia di quella sua scienza in cose proibite e non vere, però che la 'nfruenza delle stelle non costringono necessitade, né possono essere contra il libero arbitrio dell'animo dell'uomo, né maggiormente a la proscienzia di Dio, che tutto guida, governa e dispone a la sua volontà.

[u.r. 29.03.2018]