ÀUGURE s.m.

0.1 aghure, aghuri, aguri, aguro, aughure, augure, àugure, auguri, àuguri, áuguri, auguro, aùguro, àuguro.

0.2 Lat. augur (LEI s.v. augur).

0.3 Dante, Commedia, a. 1321: 1.

0.4 In testi tosc.: Dante, Commedia, a. 1321; Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.).

In testi sett.: Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.).

0.5 La forma dissimilata analogica aghure (plur. aghuri) è att. solo in Chiose falso Boccaccio (il plur. aguri anche in Giovanni Villani).

La forma auguro (grafia àuguro e aùguro nelle edizioni) è att. solo in Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), e Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.).

0.6 N Doc. esaustiva per auguro, distinta sotto 1.

0.7 1 Nell'antica Roma e presso altre popolazioni italiche, il sacerdote che traeva auspici dal volo degli uccelli o da altri fenomeni naturali. 1.1 Indovino, stregone (in accezione spregiativa).

0.8 Linda Pagnotta 10.03.2000.

1 Nell'antica Roma e presso altre popolazioni italiche, il sacerdote che traeva auspici dal volo degli uccelli o da altri fenomeni naturali.

[1] Dante, Commedia, a. 1321, Inf. 20.110, vol. 1, pag. 341: Allor mi disse: "Quel che da la gota / porge la barba in su le spalle brune, / fu - quando Grecia fu di maschi vòta, / sì ch'a pena rimaser per le cune - / augure, e diede 'l punto con Calcanta / in Aulide a tagliar la prima fune.

[2] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 20, 46-51, pag. 497, col. 2.1: Aronta è quel. Questo fo un grande àugure ... Abitava in Toscana in Lunixana e in lo contado de Luca, in quelle montagne dove se cava la marmore bianca, e là su facea soa stanzia per vedere le asunsioni delle stelle, la marina e i movimenti e i versi degl'oselli…

[3] Deca prima di Tito Livio, XIV pm. (fior.), L. 8, cap. 23, pag. 258.17: chè non si trovava uomo che dicesse, ch'egli avesse veduta nè udita cosa che turbasse gli auspicii; nè li auguri, dimorando a Roma, non poteano indivinare che difalta fosse al consolo avvenuta nell'oste; e che bene era cosa apparente, che per ciò loro pareva la cosa viziosa, però che il dittatore era della plebe.

[4] Guido da Pisa, Fiore di Italia, XIV pm. (pis.), Rubr. 93, pag. 185.7: Della quale imagine richiesti a consiglio li indivini e li auguri, fatto in prima solenne sacrificio, domandarono la dea che imagine era questa.

[5] Maramauro, Exp. Inf., 1369-73 (napol.>pad.-ven.), cap. 20, parr. 44-45, pag. 331.6: Sì che li consigli de questi doi auguri mossero li Greci da Aulide ad andar a Troia, e cossì ebbero la cità de Troia.

[6] Chiose falso Boccaccio, Inf., 1375 (fior.), c. 26, pag. 207.16: Anchora per queste parole si toccha una storia, anzi che noi vegniano agli spiriti, cioè chome Ulisse menò e ritrovò Achille, imperò che Chalchasse sacierdote e grande aughure e indovino disse che Troia non si potrebbe mai vinciere sanza l'aiuto d'Achille.

[7] Deca terza di Tito Livio, XIV (fior.), L. 7, cap. 36, pag. 255.31: In luogo di M. Marcello P. Elio Peto fu creato augure e inaugurato; e C. Cornelio Dolabella re de' sacrificii fu inaugurato in luogo di M. Marcio due anni davanti morto.

- [Forma auguro].

[8] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 20, 40-45, pag. 496, col. 2.19: E perché la vista non è impedita, tolleno che quasi prevedesse; e per consequens fu àuguro.

[9] Jacopo della Lana, Inf., 1324-28 (bologn.), c. 20, 106-114, pag. 506, col. 1.14: E perché in li fatti de Troia fo necessario anomare Euripillo, sí come àuguro di Greci, perzò dixe che cussí lo chiamò l'alta sua tragedia. E nota che dixe alta, perché d'alto stillo e dettado.

[10] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 3, cap. 8, pag. 249.14: Ancora sì come io non li ho messo alcuno inanzi, così meritevolmente gli ho agguagliato Quinto Scevola àuguro.

[11] Valerio Massimo, prima red., a. 1338 (fior.), L. 7, cap. 2, pag. 476.25: Così andoe, che per provedenza della celestiale deitade o per fortuna, il primo dardo che si lanciò della contraria parte venne nel petto all'àuguro e gittollo morto in terra.

[12] Guido da Pisa, Fatti di Enea, XIV pm. (pis.), cap. 36, pag. 63.29: Questo Rannete era re di corona, ed era aùguro dello re Turno; ma con tutto lo suo augurio non potè fuggire quella notte la morte; chè, come questi due, cioè Niso ed Eurialo, furono giunti a lui, egli dormía su per li tappeti.

1.1 Indovino, stregone (in accezione spregiativa).

[1] Giovanni Villani (ed. Porta), a. 1348 (fior.), L. IV, cap. 1, vol. 1, pag. 145.16: Questo nonn affermiamo, né crediamo, però che cci pare oppinione di pagani e d'aguri, e non di ragione, ma grande simplicità, ch'una sì fatta pietra potesse ciò adoperare; ma volgarmente si dicea per gli antichi che mutandola convenia che lla città avesse grande mutazione.

[2] Sacchetti, Rime, XIV sm. (fior.), 216.4, pag. 254: Pieno è il mondo di falsi profeti / d'astrologhi sibille e di resìe, / di sogni e fantasie, / d'indovini d'àuguri e nigromanti; / ciascuno abbaia e non è chi glil vieti, / volendo autenticare il dir busgie, / per indirette vie / mostrando l'avenir<e> su per li canti, / come avuto l'avesson da' santi.

[u.r. 29.03.2018]