AUNIRE v.

0.1 adduniti, aduniti, adunito, anita, aoniti, aonito, aunesco, aunire, auniscie, aunita, aunite, auniti, aunito, hauniti, haunito, honì, honis, hunire, hunita, huniti, hunito, onì, onida, onirave, onis, onisce, oniscono, onisse, unì, unidhi, unire, unisse, unita, unite, uniti, unito.

0.2 Prov. aunir, fr. honnir (DEI s.v. aunire).

0.3 Serventese romagnolo, XIII tu.d.: 1.

0.4 In testi tosc.: <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>; Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.); Palamedés pis., c. 1300.

In testi sett.: Serventese romagnolo, XIII tu.d.; Memoriali bologn., 1279-1300, (1288); Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.).

0.7 1 Privare dell'onore; fare oggetto di oltraggio o di scherno. 1.1 Fare oggetto di sdegno (rifiutando) (?). 1.2 Fare oltraggio e disonore (a qno, commettendo adulterio con la sua donna). 2 Sost.

0.8 Linda Pagnotta 31.12.2004.

1 Privare dell'onore; fare oggetto di oltraggio o di scherno.

[1] Serventese romagnolo, XIII tu.d., 38, pag. 881: L'aquila è salita e[n] trono e tornò lo nido / e vol esere onida da tal ch'è ne lo sidu; / per Deo dia vita a l'altu conte Guido / de Montefeltro.

[2] <Egidio Romano volg., 1288 (sen.)>, L. 1, pt. 2, cap. 26, pag. 73.7: unde elli avviene molte volte, che quando il signore è molto orgoglioso, elli distrugge ed onisce, cioè vitupera sè e 'l suo popolo.

[3] F Guittone d'Arezzo, a. 1294 (tosc.): Francheça, signoria, senno, riccore / più ke cosa [...] ci· ama ciascuno. / È, certo, k[i] aunito à tale amore, / se fosse in lor cognoscimento bono! || CLPIO, P 8a GuAr.3; variante di P.

[4] Monte Andrea (ed. Minetti), XIII sm. (fior.), canz. 6.89, pag. 71: Chi 'l suo, per sua sciagura, ismanovisce, / chi 'l pur conosce, ·nom par mai che si sazi / di farne, quanto puote, beffe e strazi: / sì come paz[z]ö, è per tuti aunito.

[5] Novellino, XIII u.v. (fior.), 65a, pag. 277.14: ché giammai non fu cavalier con tanta dislealtade quanta tu hai per tue parole: ché m'hai unita, e lo tuo zio re Marco, che molto t'amava:

[6] Palamedés pis., c. 1300, Pt. 2, cap. 32, pag. 85.5: elli non sono se non XV millia: al promaio colpo che ll'omo ferrà sopra loro sì serano auniti e sconfitti tutti...

[7] Inchiesta San Gradale, XIV pm. (tosc.), cap. 34, pag. 148.16: «Et cosie funno tutti aduniti et morti per l'amonimento del diavolo et per lo nimico dell'inferno.

1.1 Fare oggetto di sdegno (rifiutando) (?).

[1] Ugolino Buzzola (ed.Zaccagnini), XIII sm. (emil.), 10, pag. 88: di me non truovi che passion non sego. / Et dovrissi del ben far c'om m'adughi. / ch'eo v'amo più, ch'aunesco 'l dono. / fazzo ben vodo a Deo, ch'ogn'altro ch'ama. || Lo Zaccagnini parafrasa «perché io v'amo, ma non spero il dono».

1.2 Fare oltraggio e disonore (a qno, commettendo adulterio con la sua donna).

[1] Rainaldo e Lesengr. di Udine, XIII (ven.), 233, pag. 164, col. 1: «Nobel Lion, per Deo marçé, / de Rainald fai rason a me, / ch'el m'à unì da mia muier...

[2] Tristano Ricc., XIII ex. (tosc.), cap. 75, pag. 146.14: E Ghedin, che fecie per astio di T., perch'egli era così buono cavaliere e perch'iera sengnore di Cornovaglia, ed egli sì andoe ad acusallo alo ree Marco e disse: "Messer lo ree, T. sì v'auniscie di vostra dama".

2 Sost.

[1] Memoriali bologn., 1279-1300, (1288) 32.1, pag. 61: Dona, sí forte me par l'aunire / che me mostrati de zò ch'e' solea, / quando ve squardo, pensome morire...

[u.r. 19.05.2015]